Atteggiamenti dei consumatori Flashcards

1
Q

Che cosa sono gli atteggiamenti?

A

L’atteggiamento è una TENDENZA PSICOLOGICA che viene ESPRESSA VALUTANDO UN PARTICOLARE CONCETTO CON UN GRADO DI FAVORE O SFAVORE e che può avere declinazione EMOTIVA (AFFETTIVA), COGNITIVA O COMPORTAMENTALE.

Gli atteggiamenti esprimono una POSIZIONE nei confronti di un prodotto o situazione di consumo in modo relativamente DUREVOLE.
Gli atteggiamenti sono relativamente PERMANENTI NEL TEMPO e TRASVERSALI alle situazioni, implicano un grado di astrazione e risultano essere GENERALIZZABILI a più situazioni, oggetti e condizioni. Inoltre, hanno sempre RILEVANZA SOCIALE in quanto influiscono sulla percezione della persona in relazione con gli altri.

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2
Q

definizione di atteggiamento per Allport

A

STATO MENTALE organizzato dall’esperienza che esercita influenza sulle risposte dell’individuo nei confronti di oggetti e situazioni con cui è in relazione

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3
Q

Modelli a una, due e tre componenti

A
  • MODELLO A UNA COMPONENTE (Thurstone)= SENTIMENTO o VALUTAZIONE verso l’oggetto, persona o evento;
  • MODELLO A DUE COMPONENTI: l’atteggiamento è osservabile dall’esterno attraverso VALUTAZIONI e COMPORTAMENTI;
  • MODELLO A TRE COMPONENTI= componente COGNITIVA (probabilità che un’affermazione sia vera o falsa), AFFETTIVA (sentimenti positivi o negativi), CONATIVA (tendenza a comportarsi in un certo modo nei confronti dell’atteggiamento). Ha il limite di considerare come data la relazione tra atteggiamento e comportamento.
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4
Q

Quali sono le 4 funzioni degli atteggiamenti secondo Katz?

A
  1. UTILITARISTICA= in base all’effetto che procura in termini di piacere/dispiacere;
  2. ESPRESSIONE DEL VALORE= atteggiamenti confrormi all’immagine del self che intende proiettare;
  3. DIFENSIVA DEL SELF= difendere una mancanza a livello identitario, compensare una debolezza
  4. COGNITIVA= bisogno di ordine e coerenza (Teoria della Consistenza Cognitiva e della Teoria della Dissonanza Cognitiva di Festinger - tendiamo a selezionare informazioni utili a formare un atteggiamento positivo e coerente alla scelta fatta)
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5
Q

Balance Theory

A

La necessità di perseguire una coerenza cognitiva è al centro della Balance Theory. Formula l’esistenza di strutture attitudinali triadiche che tenderebbero alla RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA in caso di disequilibrio. In condizione di ambivalenza l’individuo avrà un atteggiamento e un comportamento instabili.
Una strategia per ridurre l’ambivalenza è l’uso di testimonial apprezzati per favorire una ristrutturazione cognitiva

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6
Q

Teoria del Giudizio Sociale (Sherif e Hovland)

A

Le persone raccolgono informazioni in base a quello di cui hanno accumulato precedente esperienza e gli atteggiamenti iniziali sono utilizzati come standard entro i quali vanno ad adattarsi le nuove informazioni

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7
Q

Effetto assimilazione ed effetto contrasto

A

Effetto Assimilazione: coerenza dei messaggi con gli atteggiamenti del consumatore, fa sì che sia più probabile che la nuova informazione sia percepita e assimilata come credibile.

Effetto Contrasto: incoerenza dei messaggi e l’informazione sarà recepita come ancora più distante di quanto lo sia realmente.

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8
Q

Teoria dell’integrazione dell’informazione (Anderson)

A

Gli individui operano come risolutori di problemi e valutatori di nuove informazioni. Gli atteggiamenti si formano in relazione alle nuove informazioni che vengono sottoposte a elaborazione e corrispondono ad una media di tratti positivi e negativi attribuiti a un certo oggetto

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9
Q

Che cos’è la gerarchia di apprendimento standard (alto e basso coinvolgimento + gerarchia esperienziale)

A

Il consumatore elabora un atteggiamento positivo verso un prodotto e sviluppa l’intenzione di acquistarlo dopo aver raccolto informazioni e, quindi, aver sviluppato una preferenza anche sul piano affettivo.
Una gerarchia del genere pare plausibile nel caso di comportamenti di acquisto pianificati e acquisti che implicano un (1) ELEVATO COINVOLGIMENTO.
Si parla invece di (2) GERARCHIA A BASSO COINVOLGIMENTO quando l’acquisto è incentivato da poche informazioni utili a stimolare curiosità nei confronti del prodotto, ma non sufficienti a favorire la formulazione di una preferenza sul piano dell’affettività.
nella GERARCHIA ESPERIENZIALE (3) l’atteggiamento è strutturato in prima istanza sul piano dell’affettività; il consumatore prova emozioni positive e sviluppa una preferenza che induce al consumo (tipica di consumi edonistici.

Gerarchia ad alto coinvolgimento: COGNIZIONE - AFFETTIVITA’ - COMPORTAMENTO
Gerarchia a basso coinvolgimento: COGNIZIONE - COMPORTAMENTO - AFFETTIVITA’
Gerarchia esperienziale: AFFETTIVITA’ - COMPORTAMENTO - COGNIZIONE

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10
Q

Definizione comportamentale di atteggiamento

A

L’atteggiamento è una sorta di GIUDIZIO più o meno consapevole che noi abbiamo NEI CONFRONTI DI UNO STIMOLO.

Ricordiamo che nel comportamentismo l’apprendimento avviene per ASSOCIAZIONE tra uno stimolo neutro associato ad uno incondizionato e si analizza non il processo mentale ma stimoli e risposte (1913- Watson fonda il manifesto della psicologia comportamentale).

Gli atteggiamenti secondo questa prospettiva sono delle PREDISPOSIZIONI a rispondere ad una classe di stimoli mediante varie classi di risposte.

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11
Q

Definizione cognitiva di atteggiamento

A

L’atteggiamento viene considerato una SENTIMENTO (traduzione razionale dell’emozione in qualcosa di duraturo e consapevole) POSITIVO O NEGATIVO, generale o DUREVOLE nei confronti di uno stimolo.

Un altro tipo di definizione di matrice cognitiva dice che l’atteggiamento costituisce una VALUTAZIONE DI UN OGGETTO PSICOLOGICO catturato da dimensioni di aggettivi (Differenziale semantico di Osgood= misurazione della dimensione emotiva del dichiarato attraverso coppie di aggettivi bipolari raggruppandone gli esiti secondo i fattori di VALUTAZIONE, POTENZA e ATTIVITA’).

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12
Q

Metanalisi di Corner - indice di correlazione

A

Corner attua negli anni 80 una metanalisi (uno studio di studi) confrontando 143 studi relativi alla correlazione tra atteggiamento misurato e comportamento agito, ricavando che l’indice di correlazione varia da 0.21 a 0.40 (l’indicatore prevede un numero da +1 a -1). Questo vuol dire che su 10 volte che misuro il comportamento, solo 3 volte riesco a prevederlo con l’atteggiamento.

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13
Q

Che rapporto intercorre tra atteggiamento e comportamento?

A

L’atteggiamento è una rappresentazione cognitiva caratterizzata da affermazioni più o meno positive nei confronti di un oggetto, ma non è detto che si trasformi in comportamento.
Uno studio di La Piere sul razzismo degli anni 30 lo dimostra: mandò un questionario a ristoratori ed albergatori che avrebbero ospitato delle persone cinesi e venne indagato l’atteggiamento nei loro confronti. Andò a misurare realmente quello che era stato previsto. Si rilevò una forte negatività nei confronti dei cinesi ma osservandone il comportamento ha notato che la percentuale di non accettazione scendeva in maniera strabiliante rispetto al dato dei questionari.

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14
Q

Che cosa sono gli atteggiamenti impliciti? A quando risale la possibilità di misurarli?

A

Quegli atteggiamenti che non vengono comunicati. La possibilità di misurare gli atteggiamenti impliciti risale all’antica Cina, dove, per capire se una persona stesse mentendo, si metteva nella bocca del sospettato un pugno di riso, gli si facevano delle domande e si invitava a sputare il riso che veniva poi analizzato. Se vi era uno stato di ansia o paura, vi era una diminuzione della saliva e il riso restava secco, e ciò significava che si stava dicendo una bugia. In Africa esiste la tecnica delle uova rivelatrici. Nel Medioevo per scoprire le adultere si poggiava un dito sul posto pronunciando il nome del presunto amante per verificare il battito cardiaco.

Il PLETISMOGRAFO di Angelo Mosso nel 1800, che serviva in realtà a misurare le risposte fisiologiche dell’organismo, misurava la variazione della respirazione e della circolazione, è uno degli esempi.

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15
Q

Come si possono misurare gli atteggiamenti espliciti? (esempio del fumo)

A

Si possono misurare (1) attraverso le RISPOSTE AFFETTIVE - “quanto è piacevole o meno fumare?”, richiamando quindi a concetti che rimandano all’emozione, oppure (2) fare un’analisi delle RISPOSTE COGNITIVE - domande riguardo alle credenze verbali come “fumare meno di cinque sigarette al giorno non fa male”. Possiamo addirittura (3) guardare alle RISPOSTE COMPORTAMENTALI, in questo caso sarà da controllare se le persone prima di entrare nella sala per rispondere al questionario abbiano fumato o meno.

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16
Q

Che cos’è l’IAT?

A

Lo IAT (Implicit Association Test) è uno strumento che misura la forza dei concetti e dei loro legami. Lo IAT permette di associare concetti e misurarne la velocità di associazione.

Presento un concetto (ad esempio Amazon) dopodichè presento una serie di parole positive o negative, chiedendoti di classificarle come positive e negative quanto più velocemente possibile. La velocità di riconoscimento di queste parole mi offre una misura di associazione, cioè di LINK, che può essere molto positiva quando l’indicatore delta index è sopra a 0.65, mentre diviene quasi negativa se è minore di 0.15.

Misuriamo la VELOCITA’ DI ASSOCIAZIONE TRA UNO STIMOLO E DELLE PAROLE (misura di associazione implicita).
Questo concetto è strettamente legato all’Effetto Stroop

17
Q

Scala Likert

A

L’atteggiamento viene misurato sottoponendo al soggetto una serie di affermazioni (item) circa l’oggetto e chiedendo di esprimere il grado di accordo o disaccordo rispetto a ciascuna affermazione. Normalmente si risponde lungo un continuum che esprime la variabilità di giudizio da totalmente in disaccordo a totalmente in accordo. Permette di dare una misura ordinale della differenza tra la posizione attitudinale di un individuo e quella di un altro ma non consente di esprimere con esattezza di quanto gli atteggiamenti differiscono fra loro.

18
Q

Scala di Thurstone

A

Vengono sottoposte affermazioni su un oggetto di atteggiamento ordinate lungo un continuum per rappresentare la distribuzione degli atteggiamenti da quello meno a più favorevole (es. atteggiamento verso l’uso del preservativo su scala a 11 punti)

19
Q

Differenziale semantico di Osgood

A

E’ uno strumento che tenta di misurare la DIMENSIONE EMOTIVA DEL DICHIARATO, utilizzando delle COPPIE DI AGGETTIVI BIPOLARI separati da sette spazi che rappresentano una gradazione dall’altro, con la possibilità di rappresentare graficamente i dati. Ad esempio, venne fatto uno studio sulla valutazione emotiva degli spettatori subito dopo la visione di un film per misurare come veniva percepito il mafioso nelle due città di Bergamo e Cinisi.

Il differenziale semantico usa aggettivi classici e raggruppa l’esito della valutazione secondo questi fattori; 1) VALUTAZIONE 2) POTENZA 3) ATTIVITA’.
Il differenziale di Osgood cerca di misurare l’emotività, che poi si andrebbe a verificare con tecniche neuro.

20
Q

analisi dello scalogramma di Guttman

A

un unico tratto unidimensionale può essere misurato da un set di dichiarazioni che vengono ordinate lungo un continuum di “difficoltà di accettabilità”. le affermazioni spaziano da quelle più facili da accettare a quelle più difficili. I partecipanti esprimono la loro accettazione o meno rispetto alle affermazioni, giungendo a punteggi che esprimono la non accettabilità di alcuni item, oppure l’accettazione solo del primo o dei primi due e via di seguito.

21
Q

Teoria MULTIATTRIBUTO o modello ASPETTATIVE VALORI di Fishbein

A

L’atteggiamento nei confronti di un oggetto è legato alle valutazioni che faccio riguardo ai suoi ATTRIBUTI e all’importanza attribuita ad essi.
L’atteggiamento è la SOMMA DELLE CREDENZE RELATIVE ALL’OGGETTO, DOVE LA CREDENZA E’ L’ASPETTATIVA CHE L’OGGETTO ABBIA QUELLO SPECIFICO ATTRIBUTO, MOLTIPLICATA PER L’IMPORTANZA DI QUELL’ATTRIBUTO.

In sintesi bisogna:

  1. individuazione degli attributi e misurazione valutativa del grado di importanza dei singoli attributi;
  2. moltiplicare questo dato per la probabilità che quell’oggetto abbia quegli specifici attributi
22
Q

Teoria dell’Azione Ragionata (Fishbein e Ajzen -1975)

A

La teoria dell’azione ragionata integra il modello aspettative valori.

Rappresenta la necessità di indagare l’INTENZIONE di comprare l’oggetto, aggiungendo alla misurazione dell’atteggiamento (attraverso la teoria multi attributo) la NORMA SOGGETTIVA= credenza su come gli altri giudicano il comportamento che vorremmo mettere in atto moltiplicato per l’importanza che attribuiamo al giudizio degli altri. La norma soggettiva è la somma dei prodotti delle aspettative per il piacere di compiacere e misura il GRADO DI CONFORMISMO nei confronti degli altri.

23
Q

Teoria del comportamento pianificato (Ajzen)

A

Tenendo in considerazione le prime due teorie, ipotizziamo però di misurare l’acquisto di una Ferrari, l’ATTEGGIAMENTO sarà sicuramente positivo, come anche la NORMA SOGGETTIVA. Ma ce la possiamo permettere? Ecco che si aggiunge una terza variabile, il SENSO DI CONTROLLO, anche definito AUTO-EFFICACIA da Bandura.

Il senso di controllo è il grado in cui una persona si ritiene in grado di agire quel comportamento di acquisto.

La relazione con il prodotto e la brand personality influisce sul controllo.
Ricordiamo infatti che la brand personality può essere COMPENSATORIA (supporta una mancanza) oppure COMPLEMENTARE (conferma ciò che sono).

In realtà vi sarebbe anche una quarta variabile, ovvero l’ESPERIENZA PASSATA (misurazione della frequenza passata del comportamento e del tempo intercorso dall’ultima azione).

24
Q

Qual è la percentuale di intercettare un comportamento utilizzando la teoria del comportamento pianificato?

A

Circa dal 33 al 47%

25
Q

Quando uno strumento di misurazione degli atteggiamenti è valido?

A

Quando misura effettivamente ciò che vorremmo che misurasse.

Inoltre, vi è una validità CONVERGENTE (lo strumento deve dare punteggi coerenti con misure alternative dello stesso costrutto) e una validità DIVERGENTE (non dovrà essere fortemente correlato con strumenti noti per non misurare tale atteggiamento). Uno strumento valido sarà coerente con altre misure dell’atteggiamento e non sarà coerente con misure di altri costrutti.

Validità PREDITTIVA o DI CRITERIO: se lo strumento è una valida misura di atteggiamento allora dovrà predire scelte, comportamenti o opinioni. La validità predittiva è spesso stimata confrontando i punteggi dello strumento in gruppi chiaramente diversi nell’atteggiamento.

26
Q

Quando uno strumento di misurazione è considerato attendibile?

A

Se misura un solo costrutto e misura sempre lo stesso costrutto, cioè ha una COERENZA INTERNA (valutata mediante l’alfa di Cronbach).

La seconda forma di attendibilità consiste in test-retest