Brain Sales Model Flashcards

1
Q

Che cos’è Brain Sales Model?

A

Brain Sales è una delle agenzie di consulenza di Neuromarketing americana.

Il loro metodo è quello di effettuare una NEURO MAPPA di qualsiasi elemento che ha a che fare comunicazione NON usando tecniche di neuromarketing, ma sulla base di ciò che hanno imparato grazie al neuromarketing, ciò valutando se lo spot rispecchia alcune caratteristiche che lo rendono efficace, ovvero in grado di attivare il cervello primario, quella parte che racchiude il sistema limbico e che non è cambiata. Una consulenza del genere si aggira attorno ai 60.000 euro.

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2
Q

Rifiuto del dolore

A

Il cervello primario ha un rifiuto del dolore. Il nostro cervello primario è basico (buono/non buono); significa che tutto ciò che è non buono è cattivo. Il nostro cervello primario rifiuta il dolore relativo alla mancanza di un qualche oggetto che lo fa star bene, insoddisfazione di un desiderio, oggetti che costruiscono la nostra identità.

Quando scegliamo un prodotto lo facciamo in base a due logiche relazionali con il prodotto: COMPLEMENTARIETA’ (cerco un prodotto che in qualche modo mi assomigli), e la COMPENSAZIONE (cerco un prodotto che mi dia quello che non ho). L’identità si costruisce con i consumi.

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3
Q
  1. Personalizzazione
A

La personalizzazione permette di valorizzare ciò che conosciamo, ovvero noi stessi. Il cervello primitivo è il centro dell’Io. Non ha pazienza, né empatia, è egoista, ama la soddisfazione immediata e vive secondo la logica del piacere e non della realtà. - Freud: è il nostro ES.

In termini di comunicazione se devo comunicare qualcosa, se voglio evitare il dolore, prima devo dirti qual è il PROBLEMA e dopo la SOLUZIONE (evitamento del dolore). La personalizzazione si basa sulla capacità di COINVOLGIMENTO dell’interlocutore e di cogliere i problemi: solleva prima il problema e poi presenta la tua soluzione. Si basa sulla capacità di comprendere i problemi e le specifiche esigenze, sul problema più importante per l’interlocutore, prima di offrire soluzioni è necessario quindi ripetere qual è il problema (es. prima delle consegne a domicilio Domino’s pizza identifica che la paura delle persone fosse quella che la pizza non arrivasse in tempo -> soluzione: pizza gratis se non ti arriva entro mezz’ora.)

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4
Q
  1. Personalizzazione: Dichter - ricerca motivazionale
A

Negli anni 60 Dichter riprende le teorie freudiane e le applica al consumo. La ricerca motivazionale permette di intercettare il NON DICHIARATO e la motivazione è vista come una spinta a soddisfare i bisogni anche più irrazionali e migliorare l’opinione di sé attraverso l’acquisto di una marca o prodotto. La ricerca motivazionale si impegna di intercettare quei problemi non dichiarati attraverso tecniche psicoanalitiche (analisi dei sogni, interviste nel profondo, Thematic Apprerception Test).

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5
Q
  1. Personalizzazione: che cos’è il TAT?
A

Thematic Apperception Test: test proiettivo che si basa sulla visione di una serie di FIGURE AMBIGUE di fronte alle quali l’individuo è teso a proiettare pensieri e DESIDERI legati ai BISOGNI.

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6
Q
  1. Personalizzazione: somiglianza, differenziazione dei gruppi e appartenenza
A

La personalizzazione ha a che fare con la SOMIGLIANZA: assomigliare a qualcosa che sia punto di riferimento e che permetta di costruire un’identità (psicologia sociale).

  • DIFFERENZIAZIONE dei GRUPPI (us-them): una delle ricerche più non riuscite è una ricerca di Zimbardo (esperimento guardie e prigioniere). Prendendo due gruppi e separandoli già di per sé configgono perché gli altri sono sempre i cattivi e i prigionieri, che dovevano essere rispettosi delle regole, si opponevano alle guardie, che dovevano far rispettare le regole.
  • APPARTENENZA: alcuni studi hanno dimostrato che far credere di avere la stessa data di nascita fa sì che le persone che hanno la stessa data di nascita tendono a collaborare meglio. Anche far credere di avere impronte digitali simili accresce la disponibilità a collaborare. Normalmente si collabora nel 48% dei casi, se si hanno somiglianze si arriva al 55% e se dico che quelle impronte sono rare, si passa fino all’80%.
    Un altro esempio risiede nell’estrarre a caso due palline rosse e blu, solo il fatto di avere le palline dello stesso colore fa sì che quel gruppo si aiuti di più rispetto all’aiuto che avrebbero dato al gruppo avversario.
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7
Q
  1. Confrontabilità e contrasto: effetto von restroff
A

Il nostro cervello primario ama i contrasti, che permettono di prendere decisioni rapide e meno rischiose.
- Effetto Von Restroff (effetto stranezza): il cervello apprezza cose che non ci si aspetta e che creano contrasto con ciò che dovrebbe essere.

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8
Q
  1. Contrasto: effetto esca
A

L’effetto esca si ottiene spostando il mercato verso il centro, avendo così tre opzioni di prezzo. Tra 2 e 4, decido 2. Tra 2,4 e 6, decido 4. Il cervello primario rifiuta quello da 2 se è presente quello da 6.
Un’esempio di esperimento venne condotto nel 2003 dall’Economist, che quell’anno propone tre tipologie di abbonamenti: la prima prevede un costo di 59$ e l’accesso a tutti i canali online dal 1997 ad oggi. La seconda opzione prevede un costo di 125$ per avere accesso al cartaceo, mentre la terza propone lo stesso prezzo per un abbonamento all’online e al cartaceo. In presenza di tutti e tre le offerte la seconda indirizzava volontariamente alla terza, mentre il restante 16% scelse la prima opzione. Togliendo l’opzione di mezzo la maggioranza optava per l prima.

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9
Q
  1. Contrasto: effetto sottofondo
A

L’immagine che si utilizza di sottofondo, ad esempio in una pagina web, influenza i comportamenti delle persone. Le persone esposte alle monete come sottofondo hanno comprato divani più economici e meno comodi, quelli che avevano delle nuvole, avevano comprato divani più comodi e più costosi.

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10
Q
  1. Contrasto: scale down o building up condition
A

Il meccanismo del contrasto (prezzo sopra-sotto) ha a che fare con la strategia di utilizzare il building up condition oppure lo scale-down condition.

  • SCALE-DOWN CONDITION: partire da un prezzo alto (questa pizza costa 20, togliendo ingredienti costa di meno) e arrivare ad una diminuzione. -> funziona generalmente quando si è già clienti di quel contesto
  • BUILDING-UP CONDITION: partire da un prezzo più basso per arrivare al prezzo maggiore (la margherita costa 10, se aggiungi ingredienti il prezzo sale). -> funziona con la comunicazione esterna

Gli ordini nella versione dello scale down risultano avere il doppio degli ingredienti rispetto al building up; è possibile che si sia innescato un meccanismo che ha a che fare con la TENSIONE ALLA PERDITA: parto con una pizza condita e tendo a togliere, ma tolgo meno ingredienti rispetto a quanti ne metterei partendo da una margherita.

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11
Q

Contrasto: che cos’è un nudge (Richard Thaler)?

A

Il contrasto viene creato da stimoli che fungono da spinta. Un nudge in questo senso è una spinta gentile verso una particolare azione. Esempi di nudge sono le impronte sulle scale mobili, il posizionare una doggy bag sul tavolo, l’uso di illusioni per limitare la velocità in auto, sfruttare l’engagement con uno simulatore d’impatto che funge uno scontro per far rispettare i pedoni i segnali, l’inserire un adesivo con degli occhi che ti guardano spinge a donare fino a due volte di più alle macchinette del caffè.

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12
Q

Com’è usato il nudge per responsabilizzare basandosi sulla competizione?

A

Inserire in bolletta indicazione di quanto spende il vicino di casa più virtuoso. Si innesca un meccanismo quasi competitivo per ridurre il consumo di energia.

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13
Q

Inconsapevole nudge del 1937

A

La Texaco studia un modo per spingere le persone a consumare di più. -> Da “Diamo una controllata all’olio”, quella tipica, che fa capire che dietro c’è un’operazione commerciale, a “Oggi è al livello dell’olio è giusto?”, una banale trasformazione che fa percepire di meno la commercializzazione e sposta l’attenzione sulla sicurezza del consumatore.

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14
Q

Cosa significa stimolare l’acquisto utilizzando il nudge delle parole?

A

A due gruppi di persone viene creato uno scarabeo per costruire delle frasi e le parole che venivano date erano molto diverse: al primo gruppo venivano date parole che avevano a che fare con il benessere, lusso, comfort pregiato. Al secondo gruppo venivano date parole che avevano a che fare con l’economia, con il risparmio e lo spreco, con le difficoltà. Si creano due priming (un PRIMING POSITIVO e PRIMING NEGATIVO) e successivamente le persone vengono messe nella condizione di dover decidere se acquistare delle calze a 5 dollari e 25 oppure una sottomarca due paia a 6 dollari. Si è visto che nella prima condizione di primig positivo il 48% ha scelto il prodotto Nike, mentre nella condizione che aveva a che fare con lo spreco e l’economia e solo il 19% scelse le calze Nike.

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15
Q

Che cos’è il priming?

A

Il priming è una pre-attivazione, una facilitazione nell’elaborazione di uno stimolo in seguito ad una sua esperienza recente. un primo incontro con uno stilo primer aumenta l’abilità di analizzarlo ad una successiva presentazione

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16
Q

Quali sono i due volumi di Robert Cialdini sulla persuasione?

A

Il primo volume si chiama “Le armi della persuasione”, la versione aggiornata e più recente è “Persuation”, nel quale inserite la logica della neuroscienza.

17
Q

Cialdini: impegno e coerenza (consistency)

A

Se pensiamo di fare una cosa e LA DICHIARIAMO in maniera evidente, E’ MOLTO PROBABILE CHE METTEREMO IN ATTO QUEL COMPORTAMENTO. Il far dichiarare le cose innesca una sorta di meccanismo di COERENZA e aumenta la possibilità di azione; far dichiarare degli obiettivi del perché qualcuno fa quel percorso formativo, è più probabile che gli obiettivi vengano raggiunti.

Come se il nostro cervello non accettasse la PERDITA e l’incoerenza, quella che viene chiamata la DISSONANZA COGNITIVA; ovvero quello stato di malessere che noi abbiamo quando sappiamo una cosa ma ci comportiamo in maniera opposta e siamo costretti a modificare i nostri comportamenti.

La chiave è l’IMPEGNO PRESO: nella campagna di Obama sono state distribuite delle cartoline da firmare con la scritta “mi impegno a votare”, aumentando la probabilità che le persone vadano per davvero a votare.

18
Q
  1. Tangibilità (delle parole, del guadagno e concretezza del rimorso)
A

L’uso di descrizioni forti, certe ed immediate aumenta la possibilità di agire un comportamento. Utilizzare immagini focalizzate e ravvicinate, la realtà aumentata, la possibilità di testare il prodotto innesca un meccanismo per cui sono invogliato all’acquisto. La tangibilità anche delle PAROLE promuove un’acquisto emozionale.

La tangibilità del GUADAGNO e del RISPARMIO: esprimere la percentuale di sconto e di risparmio in denaro. -> “Weekend da sogno, scegli tra più di 50 località in tutta Italia, 3 giorni 2 notti cena per 2 persone a partire da cinquanta euro a coppia” aumenta la concretezza.

  • Concretezza del rimorso: “sta passando il tempo”, non c’è disponibilità di prodotto e esiste una tangibilità della PERDITA perché il numero di coupon si riduce di volta in volta (altre 20 persone stanno guardando la stessa stanza su Booking) -> EFFETTO SCARSITA’
19
Q
  1. Memorizzazione: memoria semantica/episodica, sensoriale
A

La memoria è dinamica, ha capacità limitata ed è determinata da un processo di associazione.
La MEMORIA SEMANTICA fa riferimento a concetti e conoscenze attorno agli attributi del prodotto e implica riflessione cognitiva -> CORTECCIA PREFRONTALE

La MEMORIA EPISODICA fa riferimento alle esperienza, al ricordo di una certa esperienza o momento di consumo con il prodotto;

La MEMORIA SENSORIALE è la prima forma di immagazzinamento degli stimoli, dove l’informazione rimane solo per qualche secondo e passa alla memoria a breve termine solo se si presta attenzione allo stimolo -> MARCATORE SEMATICO

20
Q
  1. memorizzazione: effetto della posizione seriale
A

Ha a che fare con l’effetto primacy e recency.
In una lista LUNGA tendiamo a memorizzare l’ultimo elemento di essa (effetto RECENCY); in una lista BREVE tendiamo a memorizzare il primo elemento di essa (effetto PRIMACY)

21
Q
  1. Memorizzazione: chi è Nicole Enn e che cosa studia?
A

Lo studente americano Nicole Enn ha trasformato le lezioni in suggerimenti di marketing. Tende a rendere semplificato quello che viene pubblicato in ambiti accademici e professionali. Lavora anche sull’effetto primacy, riguardo a ciò che le persone percepiscono sul tempo della settimana, le quali sono influenzate dal meteo del PRIMO GIORNO DELLA SETTIMANA; esiste un effetto di memorizzazione delle prime informazioni. Quando si fanno colloqui, i primi sono quelli più memorabili.

22
Q
  1. Memorizzazione: uso delle storie e del fear housing appeal e memorizzazione
A

Il racconto di storie e vicende negative fa sì che vengano memorizzate. Ma questo vale soprattutto in alcune culture: ad esempio quella italiana non ama i messaggi pubblicitari violenti, al contrario di quella americana. Oggi l’uso della paura e della tristezza e della violenza nella comunicazione pubblicitaria si sta avvicinando oggi a quello anglosassone.

  • AMIGDALA: spot pubblicitari che hanno a che fare con messaggi negativi -> buona memorizzazione, ma che potrebbe non funzionare in modelli culturali diversi.

Il rischio è che utilizzando tecniche emozionali le persone si ricordino della storia e non del brand.

23
Q

In che senso lo spot di Evian non rispetta i principi del Codice Prodi e della Carta di Milano?

A

Lo spot sfrutta il meccanismo di ADULTIZZAZIONE del bambino, vietato dalla Carta di Milano e dal Codice Prodi. Esistono infatti dei codici precisi deontologici riguardo ciò che si può fare con i bambini in televisione (il codice prodi è una normativa che non solo ha ampliato il periodo di fascia protetta, fino ai 21, ma include una serie di suggerimenti come che l’assenza di un prodotto possa essere percepita come una mancanza per un bambino). Anche nella carta di Treviso i bambini non vengono presentati in maniera chiara ed evidente. La Carta di Milano ricopre 10 comandamenti sposati dalle agenzie di comunicazione, dove si chiede di utilizzare immagini positive con i bambini, dove non si può raccontate l’immagine istituzionale in maniera negativa (che siano genitori o la scuola).
La rappresentazione del bambino adulto (adultizzazione) va contro questi principi.

24
Q

Perché secondo Silverstein lo spot commerciale di Evian non ha funzionato?

A
  1. Nella narrazione il prodotto viene mostrato solo alla fine;
  2. La narrazione è molto accattivante e incentiva un alto grado di emozione in un momento x ma questo cala nel momento in cui viene presentato il brand, provocando una CHIUSURA MENTALE.
    Con onde encefalografiche si rivela che quando nell’area della CORTECCIA PREFRONTALE DORSO LATERALE (area del WANTING) si attivano delle onde GAMMA (pensiero critico e memorizzazione) vuol dire che le persone stanno pensando e probabilmente anche memorizzando. Nel momento in cui viene presentato il prodotto queste onde gamma si riducono notevolmente, a causa della forte attivazione emotiva avvenuta precedentemente.
25
Q
  1. Memorizzazione: che cos’è il deficit di memoria (Silverstein) e da che cosa è innescato?
A

Quando abbiamo una forte emozione (forte attivazione emotiva), tutto ciò che viene immediatamente dopo innesca l’ATTENTION BLINDING (CECITA’ DI ATTENZIONE); il deficit di memoria di cui parlava Silverstein.

26
Q
  1. Visibilità: dominanza visiva
A

Il nostro cervello è prevalente visivo, ama le immagini e attivano il sistema limbico e quindi l’amigdala. Velocità con cui viene trasmessa l’informazione: 10 milioni di bit al secondo per la vista, contro i 100.000 bit al secondo dell’udito. Tendiamo a ricordare molto di più le immagini rispetto al testo e all’audio.

27
Q
  1. Emotività: uso dell’ossitocina per aumentare la disponibilità
A

PAUL ZAK, neuroeconomista, attua un’analisi di marketing alternativa, a partire dalla misurazione del livello degli ormoni come l’ossitocina, un ormone che aiuta la fase del parto. Scopre che essa tende a INIBIRE L’ATTIVITA’ DELL’AMIGDALA (emozione negativa) e anche INIBIRE L’IPPOCAMPO e quindi la MEMORIA DEL DOLORE.

In un esperimento si è visto che spruzzando per via nasale dell’ossitona ad un primo gruppo e comparandole con un secondo gruppo a cui veniva spruzzato del placebo (acqua zuccherata), le prime diventavano più disponibile a donare per una buona causa. Si pensa quindi di utilizzarla come stimolatore di empatia e fiducia.

Anche una NARRAZIONE fortemente EMPATICA e convincente (e magari commuovente) dal punto di vista EMOZIONALE, attiva la produzione nel cervello di ossitocina e si è più disponibili a donare e aiutare.

28
Q
  1. Emotività: sincronizzazione delle onde cerebrali
A

L’uso dello STORYTELLING per la relazione con il paziente: sincronizzazione delle onde cerebrali quando chi sta parlando è molto CONVINCENTE. Le onde cerebrali di due persone che sono in una relazione positiva fra di loro, soprattutto quando c’è uno che parla e uno che ascolta, se l’ascolto è sentito e veritiero, le onde cerebrali tendono a sincronizzarsi tra di loro.

Campo di applicazione -NEURO MANAGEMENT: analisi della capacità di una persona di motivare qualcun altro.

29
Q
  1. Emotività: rapporto tra valenza emotiva e memorizzazione
A

Barrett e Russell: l’EMOTIONAL VALENCE è la massima distanza tra emozione negativa e quella positiva è alla base della memorizzazione. Più il DISTACCO tra un’emozione POSITIVA e un’emozione NEGATIVA è grande, più è forte di conseguenza la MEMORIZZAZIONE. L’alternanza di emozioni positive e negative è un aspetto che deve esserci, ma l’importante è che l’emozione negativa non si trovi alla fine.

In uno studio fatto su 1400 spot pubblicitari si dimostra che, se metto a confronto spot che hanno uno stile razionale, irrazionale e combinato, quello emozionale è quello che viene memorizzato di più, quello che porta ai comportamenti e quello più efficace.