4_Intenzione comunicativa da parte del parlante Flashcards

1
Q

Quali sono i livelli di intenzione?

A

L’intenzione globale del parlante nell’atto comunicativo è di comunicare qualcosa ad un destinatario, costituendo un confine tra mondo interno, esterno e il messaggio prodotto. Grice, distinguendo tra what is said e what is ment individua l’intenzione informativa, rendere manifesto un contenuto, e l’intenzione comunicativa ovvero rendere consapevole destinatario e parlante che il parlante ha una determinata intenzione comunicativa

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2
Q

Che caratteristica ha l’intenzione comunicativa? Cosa consente?

A

E’ una variabile continua e non un’entità discreta. La gradualità intenzionale consente di calibrare gli atti comunicativi nel corso dell’interazione.

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3
Q

Quali sono gli elementi della gradualità comunicativa?

A
  • Forza dell’intenzione: più è forte più l’atto comunicativo è definito e a fuoco.
  • Gerarchia delle intenzioni: un atto comunicativo può essere governato da una pluralità di intenzioni disposte in modo gerarchico;
  • Principio della pars pro toto;
  • Opacità intenzionale;
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4
Q

In cosa consiste il principio della pars pro toto

A

essendo la laringe un vincolo biologico, il soggetto deve selezionare un certo livello di intenzionalità per trasmettere ciò che ha in mente.

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5
Q

Cosa determina la gradualità delle intenzioni comunicative?

A

Aumenta il grado di libertà di un soggetto nella scelta di un percorso di senso ma rende complesso l’atto comunicativo che necessita di una regia cognitiva ed emotiva;
inoltre è passibile di errore determina opacità intenzionale: l’intenzione del parlante è implicita e definita dal destinatario attraverso un processo inferenziale (no trasparenza comunicativa).

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6
Q

Quale processo cognitivo è importante nella gestione della gradualità intenzionale? In che modo presiede all’elaborazione delle informazioni?

A

L’attenzione che consente la selezione delle informazioni salienti e pertinenti e sostiene la messa a fuoco.
Due tipi di processamento: automatico (rapido, memoria a breve termine, non richiede risorse attentive)
controllato (lento, notevole attenzione, si svolge sotto costante controllo del soggetto). L’esercizio rende possibile l’acquisizione di abitudini e quindi il passaggio dal processamento controllato a quello automatico.

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7
Q

Come si caratterizza l’intenzione comunicativa durante un atto comunicativo? Come può essere segmentata?

A

Come una variabile continua segmentabile in 3 categorie ossevabili. in questo modo si passa da atti routinari automatizzati a atti complessi e impegnativi.

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8
Q

Quali sono i 3 livelli di intenzionalità comunicativa?

A

0: livello notizia non c’è intenzione e individuo reagisce in modo involontario senza controllo attentivo (rossore, sudore, delirio febbrile);
Tra 0 e 1 lapsus, amnesie momentanee, azioni sbadate: fenomeni di disattenzione
1: livello comunicazione standard; atti intenzionali semplici o stereotipizzati; attenzione orientata (automatismo ripristinabile); (saluti, richieste semplici)
2: livello comunicazione focalizzata; consapevolezza di comunicare e richiede una attenzione focalizzata assidua.

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9
Q

Da cosa è reso possibile l’unitarietà del significato? Cos’è il significato modale?

A

Dal processo di sintonia semantica e pragmatica, che coordina in modo coerente la pluralità di sistemi di significazione e segnalazione verbali e non.
Nel processo di significazione si elabora quindi il significato modale, che è il prevalente e dominante in condizioni standard quando è applicato il principio dell’assumere per garantito.

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10
Q

Quali due indirizzi emergono dallo studio dell’articolazione e della produzione del messaggio?

A

Modello olistico funzionale (top Down): l’intenzione comunicativa e la pre programmazione cognitiva sono fondamentali per la costruzione del messaggio (Levelt);
Modello gestione locale e situata (bottom up): il messaggio non è pianificato e eseguito secondo una serie di regole astratte e universali ma secondo le condizioni del contesto di riferimento: in particolare la produzione del messaggio dipende dalla capacità di gestione locale dei pensieri e del contesto da parte del parlante in rispondenza ad una data intenzione comunicativa e ad un destinatario.

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11
Q

Quali concetti emergono dall’idea di gestione locale del messaggio?

A

Il fuoco comunicativo come processo attivo e selettivo di concentrazione dell’attenzione su certi aspetti in modo condiviso col destinatario, producendo pertinenza sia in relazione agli aspetti esterni che interni tra intenzione e pensiero.
Il percorso comunicativo che il soggetto compie attraverso il campo delle proprie rappresentazioni mentali.

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12
Q

Cos’è dunque il messaggio?

A

e’ un insieme di concetti che rispondono in modo contingente e situato alle circostanze e alle attese dei partecipanti mettendo a fuoco certi aspetti della realtà

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13
Q

Cosa comporta l’articolazione del messaggio?

A

La scelta di una strategia comunicativa: una selezione dei contenuti e delle modalità espressive

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14
Q

Quali sono i caratteri di una strategia comunicativa? Cosa implica?

A

Contingenza: si riferisce a situazioni precedenti dimili e le adatta al contesto
Novità: implica la generazione di un percorso comunicativo ad hoc
Creatività: anche quando è ripetuta comporta variazioni locali
Questo implica una calibrazione cognitiva e affettiva del messaggio che è di difficile gestione in quando l’efficacia è riconoscibile sono a posteriori: aprendimento ed esperienza rendono più competenti ma non si traducono in percorsi precostituiti a priori.

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15
Q

Che configurazione assume dunque la strategia comunicativa? Che rapporto ha con l’intenzione?

A

E’ dinamica e un rapporto di uno a molti: a una data intenzione possono corrispondere vari percorsi strategici e viceversa.

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