morbo di crohn Flashcards

1
Q

definizione

A

È una malattia infiammatoria cronica del tratto gastrointestinale, malattia idiopatica infiammatoria, cronica, ulcerocostrittiva caratterizzata da netta delimitazione, interessamento transmurale e presenza di granulomi, che interessa sia il piccolo intestino, con ileite terminale, che il grosso intestino o ambedue i tratti intestinali, con una flogosi transmurale che può causare ulcerazione della mucosa, fistole e stenosi del tratto intestinale interessato,

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2
Q

epidemiologia

A

Presenta un’incidenza maggiore nei paesi sviluppati, interessa maggiormente la razza bianca e può colpire a tutte le età, con un 1° picco a 20-40 anni ed un 2° picco a 60-70 anni. Più frequente nelle donne che negli uomini, più frequente nei bianchi che nei non bianchi

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3
Q

eziologia e patogenesi

A

eziologia sconosciuta e patogenesi multifattoriale.
La patogenesi del Crohn è multifattoriale e comprende fattori genetici, fattori immunitari e fattori ambientali (fumo di sigaretta, l’uso di contracettivi orali e le diete ipercaloriche).
La malattia deriva da difetti di interazione tra flora intestinale, individuo, deficienza dell’epitelio della mucosa e risposta immune aberrante

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4
Q

ipotesi patogenetiche crohn

A

Due ipotesi:
1) Alterazioni del sistema immunitario, precedenti allo sviluppo della malattia, costituiscono un fattore predisponente; il materiale antigenico contenuto nel lume intestinale innescherebbe reazioni immunopatologiche locali e provocherebbe l’infiammazione.
2) Fattori che alterano la permeabilità agli antigeni intestinali di varie sezioni dell’intestino inducono una stimolazione antigenica locale e le reazioni immunitarie

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5
Q

FATTORI GENETICI COINVOLTI IN PATOGENESI

A

Il ruolo più importante sembrano averlo i fattori genetici, come dimostrato dalla concordanza in gemelli monozigoti del 50% e dal fatto che la malattia è 13 volte più frequente in persone con parenti affetti da Chron, evidenziando la presenza di un’aggregazione familiare ed etnica della malattia,

Esistono dei locus di suscettibilità per il MC, IBD1, IBD5,
- IBD5 si associa ad una malattia di Crohn a localizzazione perianale e alla più giovane età di insorgenza della malattia.
Nel locus IBD1 è stato recentemente individuato un gene di suscettibilità chiamato NOD2 CARD 15, che appartiene alla famiglia di geni regolatori dell’apoptosi
- Nello specifico, pare possedere significato particolare la mutazione del gene NOD2,
che sarebbe responsabile di una risposta immunitaria abnorme nei confronti degli antigeni
intestinali, particolarmente verso quelli della flora intestinale, a causa di una ridotta capacità di riconoscere i batteri luminali ed attivare risposta immune verso di loro,con unn meccanismo di ipersensibilità ritadata. Tuttavia meno del 10% dei portatori di mutazioni del gene NOD2 sviluppano malattia di Crohn
La mutazione di CARD 15 è associata alle forme di Crohn ileale di tipo fibrostenosante e ad insorgenza precoce, ma non alle forme di Crohn con localizzazione al grosso intestino.
Il ruolo del gene CARD 15 sembra essere quello di partecipare alla regolazione della risposta immunitaria locale alla flora batterica intestinale , esso è espresso normalmente a bassi livelli dai monociti, mentre risulta iperespesso nelle cellule epiteliali e nei monocidi cd68 positivi della mucosa di pz con malattia di Crohn. La mutazione CARD 15 sembra essere responsabile di una diminuita attivazione del fattore nucleare Nf Kb che a sua volta è responsabile di una diminuita capacità dei macrofagi di eliminare i batteri fagocitati. Nelle lesioni della malattia di Crohn sono presenti prevalentemente dei linfociti T CD4+, con fenotipo th1 che producono alte quantità di interferon gamma ed IL2
Tuttavia, meno del 10% di soggetti con alterazioni del gene NOD2 sviluppa il Crohn e questa mutazione è poco frequente nei pazienti affetti da Crohn in Africa e Asia. Quindi è verosimile che ci siano altri geni e altri fattori coinvolti nell’alterazione delle risposte immunitarie a livello intestinale.
- Importante sembra anche essere la mutazione del gene ATG16L1, responsabile di un allentamento delle tight-junction tra cellule epiteliali intestinali, fatto che facilita il passaggio transepiteliale degli antigeni dal lume intestinale nei confronti dei quali si avrebbe poi una risposta immunitaria aberrante.
- ATG16L1 (autophagy related 16 like) parte del sistema di autofagosomi, critico nella risposta dell’ospite ai batteri intracellulari e omeostasi epiteliale
- IRGM (Immunity related GTPase) coinvolto nella digestione dei batteri fagocitati

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6
Q

implicazione fattori immunitari in patogenesi

A

Per quanto riguarda il coinvolgimento di fattori immunitari, questo è ancora da chiarire ma l’implicazione sembra però certa, come testimonia l’efficacia della terapia immunosoppressoria che viene attuata contro questa malattia e per via del fatto che la malattia si localizza più frequentemente a livello dell’ileo terminale dove c’è la massima concentrazione di tessuto linfoide a livello intestinale.
Inoltre vi è un possibile riscontro sierico di autoanticorpi diretti contro antigeni presenti sulla superficie delle cellule della mucosa del colon, abbondanti linfociti t nell’infiltrato infiammatorio,

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7
Q

ruolo delle citochine proinfiammatorie coinvolte in patogenesi ibd

A

DELL’IBD Le citochine proinfiammatorie compresi TNF, interferone gamma nonché le molecole di immunoregolatrici quali IL-10, TGFβ (transforming growth factor β) sembrano avere un ruolo nella patogenesi della IBD
* Il ruolo di Il-10 è corroborato da osservazioni da cui risulta che le mutazioni autosomiche recessive di IL-10 e dei geni del recettore di Il-10 siano associatte a IBD grave a insorgenza precoce
La notevole quantità di IL 12 ed IL 18, prodotte dai macrofagi attivati dalle citochine Th1, è responsabile di un automantenimento del ciclo infiammatorio. Inoltre i macrofagi attivati dalle citochine producono notevoli quantità di citochine infiammatorie come IL1, IL6, TNF. Indipendentemente dai possibili meccanismi patogenetici della patologia, sono presenti alti livelli da eucosanoidi, leucotrieni, radicali liberi e citochine, i mediatori aumentano l’attività del processo infiammatorio e la distruzione tissutale, La prolungata attività proinfiammatoria svolta dalla via dipendente dal NF Kb porta all’iperespressione di molecole di adesione a livello degli endoteli vascolari, che richiamano le cellule infiammatorie, in particolare granulociti neutrofili, dal circolo periferico della mucosa.

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8
Q

azione delle citochine

A

citochine causano ulcerazione della mucosa attraverso il rilascio di metalloproteinasi. In particolare le collagenasi sono presenti ad alti livelli ed attivate a livello extracellulare dai radicali liberi e dalla plasmina, iniziando cosi il processo di digestione del collagene nella lamina propria e nella membrana basale e la lamina propriaf

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9
Q

fattori ambientali

A

sembrano giocare un ruolo limitato nel morbo di Crohn, infatti marito e moglie sembrerebbero non avere Crohn. Fa eccezione il fumo che sembra invece essere associato alla malattia di Crohn ma non alla rettocolite ulcerosa.
Diversi agenti batterici sono stati chiamati in causa come responsabili della malattia di Crohn, dai micobatteri atipici allo Pseudomonas. Alcuni autori suggeriscono che la malattia possa essere causata da linfociti t citotossici sensibilizzati verso batteri o antigeni. Al riguardo la ciclosporina, un ottimo inibitore della immunità cellulo mediata ed impiegata per prevenire il rigetto di organi trapiantati, si è dimostrata in grado di migliorare la sintomatologia clinica dei pz di Crohn.
La patogenesi batterica è suffragata inoltre dalla presenza di anticorpi antiflagellina, sovrabbondanza di microbi nel tratto GI,rappresentano il 50% della massa fecale, anche una ridotta flora protettiva nello strato di muco può avere un ruolo nella patogenesi dell’IBD.

Nei paesi in via di sviluppo aumento graduale di incidenza (Africa, Sud America, Asia) forse legato ad una migliorata igiene alimentare quale migliore conservazione alimentare, riduzione della contaminazione dei cibi e alle variazioni del microbioma intestinale
Questi elementi determinerebbero uno sviluppo inadeguato dei processi regolatori che limitano e risposte immunitarie della mucosa che consentirebbe ad alcuni microorganismi associati alla mucosa di scatenare una infiammazione cronica e persistente negli ospiti suscettibili
La osservazione che le infezioni da elminti, endemiche nei paesi con bassa incidenza di IBD, possa prevenire lo sviluppo delle IBD in modelli animali e persino ridurre la patologia in alcuni pazienti dà sostegno a questa idea
La riduzione delle infezioni intestinali determinerebbe un difetto nel sistema di regolazione delle risposte immuni nella mucosa intestinale consentendo a patogeni che normalmente determinano una malattia autolimitantesi di scatenare risposte immuni e malattie infiammatorie croniche in ospiti suscettibili
Secondo altri autori anche agenti virali sembrerebbero essere coinvolti, quali il rotavirus, EBV, RNAV

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10
Q

ULTERIORE FATTORE COINVOLTO,

A

INTEGRITA’ GIUNZIONI EPITELIALI E DIFETTI EPITELIALI,
E’ stato dimostrato come, sia nei pz affetti da Crohn e familiari di pz affetti da Crohn, siano presenti dei difetti nelle giunzioni tra cellule epiteliali dell’intestino.
Nei pazienti affetti da da Crohn questa disfunzione della barriera è associata a polimorfismi di NOD2 specifici correlati alla patologia. Questi difetti possono condizionare la immunità innata e adattativa e sensibilizzare soggetti alle malattie
Le cellule di Paneth, che contengono peptidi antibatterici sono abnormi in pz con mutazioni per ATG16L1 suggerendo che la funzione difensiva antimicrobica epiteliale difettosa può contribuire alla malattia di Crohn.

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11
Q

fattori di rischio

A
  • Dieta: ricca di grassi e povera di scorie.
  • Abitudini sociali, malattia del mondo occidentale. Igiene ?
  • Contraccettivi orali
  • Fattori psicosomatici, allergie alimentari.
  • Fumo ? aumenta il rischio per il Crohn ma lo riduce per la colite ulcerosa
  • Zuccheri ?
  • Familiarità per IBD;
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12
Q

sintesi eziopatogenesi morbo di crohn

A

Fattori genetici combinati con alterate reazioni immunologiche causano infiammazione intestinale probabilmente scatenata da antigeni ambientali che possono essere microbici e/o chimici facilitati da un aumento della permeabilità delle giunzioni epiteliali (thigh junction) che determina un aumento del flusso di materiale luminale indotto da liberazione di TNF ed altri segnali immunomediati

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13
Q

ASCESSO CRIPTICO, DEFINIZIONE E DA CHE COSA E’ CAUSATO

A

ascessi criptici sono accumuli di neutrofili nelle cripte della mucosa colica . Sono un segno di flogosi attiva e si riscontrano sia nella colite ulcerosa che nell morbo di Crohn

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14
Q

DEFINIZIONE FISTOLA E SIGNIFICATO CLINICO

A
  • E’ un canale che mette in comunicazione le anse di due organi cavi o un organo cavo con altri tessuti o organi. Le fistole si sviluppano quando le anse intestinali sono adese tra loro a causa di una flogosi essudativa o per la presenza di tessuto di granulazione con facile diffusione di pus attraverso la parete. Le fistole entero-enteriche sono tipiche del morbo di Crohn
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15
Q

definizione pseudopolipi, significato clinico

A

Sono residui di mucosa colica normale o in fase di rigenerazione circondati da ulcere. Siccome la superficie ulcerata è più sottile del normale le aree di mucosa sana circostanti protrudono e prendono le sembianze di un polipo. Alcuni dei pseudopolipi sono costituiti da tessuto di granulazione iperplastico frammisto a epitelio colico in rigenerazione

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16
Q

LESIONI PRECOCI

A
  • Ulcera aftosa, può progredire
  • Spesso ulcere allungate e serpiginose
  • Edema
17
Q

sede e loclaizzazione malattia di crohn

A

Può colpire qualsiasi segmento del canale alimentare, con aumento della
frequenza in direzione prossimale-distale. Le zone più colpite sono l’ILEO TERMINALE e il COLON.
La localizzazione inoltre può essere singola o plurima (forma diffusa),

18
Q

lesioni crohn, linfonodi

A

I linfonodi sono spesso ingrossati e contengono granulomi

19
Q

clinica, andamento crohn

A

Dal punto di vista clinico si tratta di una patologia che presenta un’EVOLUZIONE NEL TEMPO, con ANDAMENTO RECIDIVANTE, in cui periodi di riacutizzazione si alternano a periodi asintomatici . in un pz su 5 l’esordio è più netto, e presenta dolore acuto nei quadranti inferiori dx, febbre, diarrea ematica, ipoalbuminemia, perdita proteine sieriche,

  • Nella forma acuta della patologia può essere presente una dilatazione acuta del colon e del tenue.
  • Forma in via di risoluzione, Il Morbo di Crohn può andare incontro a risoluzione spontanea, e la forma in via di risoluzione può presentare assenza di ulcerazioni, aree di atrofia della mucosa e fibrosi della muscolaris, no edema o infiltrato infiammatorio, eccessivo tessuto fibroso in tutti gli strati della parete muscolare con sparsi aggregati linfoidi, granulomi vanno incontro a ialinizzazione e atrofia similmente a tubercolosi e sarcoidosi.
20
Q

complicanze morbo di crohn

A

può presentare delle complicanze anche gravi per il paziente.
Ci sono alcuni dati a favore di una trasformazione carcinomatosa tardiva localizzata prevalentemente a livello del grosso intestino,
- Malassorbimento generalizzato e malassorbimento specifico Vit. B 12, Sali biliari, Anemia sideropenica
- Stenosi cicatrici
- perforazione
- Fistole
- trasformazione carcinomatosa
- amiloidosi sistemica
- piosalpinge
- ostruzione intestinale
- emorragia
- perforazione
- dilatazione acuta del

21
Q

manifestazioni cliniche, crohn

A

principali manifestazioni cliniche comprendono DIARREA INTERMITTENTE CON SANGUE E PUS (3-4 scariche die) FEBBRE, DOLORI ADDOMINALI crampiformi, CALO PONDERALE (per malassorbimento), anemia per perdita di sangue e malassorbimento, affaticabilità, ascessi rettali.

22
Q

riattivazione malattia, fattori coinvolti crohn

A

il morbo di crohn è una patologia particolarmente psicosomatica, con riattivazioni correlate prevalentemente a periodi di stress fisico ed emotivo, fumo, alimenti specifici coinvolti. Talora l’esordio della malattia è associato con l’inizio dell’abitudine a fumare . mentre smettere di fumare non coincide con la remissione della malattia

23
Q

associazione cliniche frequenti crohn

A

Poliarterite, eritema nodoso, artrite Spondilite anchilosante, sacroileite,uveite, pericolangite, colangite sclerosante, disturbi urinari da coinvolgimento dell’uretere, lesioni cutanee, cirrosi (25 % alterazioni test funzionalità epatica)

24
Q

complicanze, manifestazioni extraintestinali crohn

A
  • Uveite,
  • Poliarterite migrante
  • Sacroileite
  • Spondilite anchilosante
  • Eritema nodoso
  • Ippocratismo digitale
  • Pericolangite e colangite sclerosante
25
Q

crohn, diagnosi differenziale

A
  • Colite ulcerosa
  • Stenosi ischemica
    • Malattia diverticolare
    • Tubercolosi
    • Sarcoidosi
26
Q

prognosi crohn

A

cronica, progressiva, recidiva nel 97 % dei casi. Spesso richiede resezione chirurgica, è curabile solo in pochi casi.

27
Q
A