LINFOMA DI HODGKIN Flashcards

1
Q

DEFINIZIONE

A

Per linfoma di H si intende un insieme di tumori del sistema linfatico con caratteriste comuni,

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2
Q

epidemiologia

A
  • 0,7% delle neoplasie negli Stati Uniti, con circa 8.000 nuovi casi ogni anno.
  • colpisce prevalentemente età giovanile,
  • 30% di tutti i linfomi
  • distribuzione geografica variabile
  • età media alla diagnosi è di 32 anni.
  • tra le neoplasie più frequenti nei giovani adulti e negli adolescenti,
  • insorge anche negli anziani.
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3
Q

caratteristiche principali

A
  1. Caratteristico interessamento linfonodale: origina prevalentemente dai laterocervicali e si diffonde progressivamente in quelli contigui, ovvero prima nei sovraclaveari e poi negli ascellari.
  2. Tendenza alla formazione di noduli neoplastici: i questo caso si tratta della milza, a livello macroscopico si evidenziano noduli granulomatosi biancastri che modificano il normale colore rossiccio, caratteristici di tutti i linfomi e da cui deriva la terminologia Linfogranuloma.
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4
Q

patogenesi

A
  • La presenza di riarrangiamenti clonali del bcr ha consentito di classificare le cc RS come cellule B del centro germinativo o post centro germinativo,
  • Non esprimento un BCR che possa favorire la loro selezione positiva, infatti, le cc RS dovrebbero andare incontro ad apoptosi,
  • E’ stato quindi ipotizzato che il meccanismo patogenetico alla base del lh agisca bloccando l’apoptosi e favorendo sopravvivenza delle cellule,
  • Studi dimostrano che il fattore nf kb, attivato da fattori non chiariti totalmente, abbia un ruolo centrale nella patogenesi, in quanto una serie di mutazioni genetiche a monte provocherebbe la traslocazione di nfkb nel nucleo della cellula, dove la proteina attiverebbe la trascrizione di una serie di geni bersaglio coinvolti nel controllo del ciclo cellulare, apoptosi e proliferazione
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5
Q

DA CHE COSA DOVREBBE ESSERE SCATENATA ATTIVAZIONE NF KB

A

Fattore non ancora completamente chiarito ma EBV è presente nelle cc RS nel 50% dei casi di LH classico ed in oltre il 95% dei LH in pz HIV+.
- CC infettate da ebv producono proteine virali che potrebbero agire bloccando i meccanismi di apoptosi attraverso attivazione di nfkb,

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6
Q

sottotipi istologici hodgkin

A
  • LH comprendono due entità clinico patologiche distinte.
  • Linfoma di hodgkin a prevalenza linfocitaria nodulare
  • Linfoma di hodgkin a forma classica,
  • Sclerosi nodulare
  • Cellularità mista
  • Ricca in linfociti
  • A deplezione linfocitaria
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7
Q

CARATTERISTICHE COMUNI VARIETA’ CLASSICA E A PREVALENZA LINFOCITARIA NODULARE

A
  • Cellule atipiche sono in minoranza della popolazione cellulare della massa linfomatosa
  • Cellule neoplastiche di grandi dimensioni sono circondati da una popolazione reattiva di tipo infiammatorio eterogenea
  • Malattia in gran parte di localizzazione in sede linfonodale , riscontro malattia in sede extralinfonodale è un evento eccezionale
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8
Q

differenza lh e lnh

A
  • LOCALIZZAZIONE
  • sedi extranodali
  • DIFFUSIONE Diffusione imprevedibile,
  • LH
  • LOCALIZZAZIONE
  • Singolo linfonodo
  • catena linfonodale
  • DIFFUSIONE
  • Diffonde inizialmente ai tessuti linfoidi anatomicamente contigui.
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9
Q

ragioni per la separazione lh da lnh

A

Caratterizzati dalla presenza delle cellule di Reed-Sternberg (cellula gigante binucleata
multinucleolata) che sono imprescindibili ma non diagnostiche, il cui reperto è necessario per la diagnosi
- per poter fare diagnosi è necessaria la presenza di cellule di accompagnamento non neoplastiche prevalentemente di tipo infiammatorio, linfociti, granulociti tra cui molti eosinofili, istiociti e plasmacellule,
- mai leucemico, anche se possono entrare elementi in circolo
- le cellule di reed sternberg derivano dalle cellule b dei centri germinativi o post centri germinativi
- Componente infiammatoria polimorfa reattiva di accompagnamento in genere prevalente
- Insorge sempre in un linfonodo, partenza unifocale, patologia interssa sempre un’unica stazione linfonodale,
- Diffonde in maniera prevedibile sui linfonodi adiacenti, mai distanti o controlaterali
- Non è mai leucemico e ha un quadro clinico caratteristico.
- prognosi molto più favorevole rispetto ai nh, grazie ai trattamenti chemio e radioterapici

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10
Q

peculiarità del lh

A

, nel linfoma di Hodgkin le cellule neoplastiche, cellule di Reed Sternberg o cellule di Hodgkin, sono poco rappresentate nella quota totale delle cellule che costituiscono la neoplasia. Questo è determinato dal fatto che le cellule di Reed Sternberg hanno la capacità di produrre numerose citochine e chemochine, attraendo nel tessuto interessato dalla neoplasia moltissime cellule reattive, quali linfociti, macrofagi, eosinofili e plasmacellule,

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11
Q

COME E’ STATA DIMOSTRATA ORIGINE NEOPLASTICA DELLE CELLULE DI REED STERNBERG,

A

La monoclonalità, la caratteristica che definisce l’origine neoplastica delle cellule di RS, è stata dimostrata attraverso tecniche di immunoistochimica, che hanno dimostrato che
- CC RS hanno BCR riarrangiato, sono ascrivibili a linea cellulare B
- Tutte le cellule presenti hanno lo stesso riarrangiamento, appartengono allo stesso clone,
- Presentavano alcune mutazioni somatiche nei geni IgH, sembrerebbe che siano andate incontro ad un processo di ipermutazione simile a quello che avviene nelle cc B del centro germinativo,

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12
Q

morfologia cc reed

A
  • Cellule neoplastiche giganti dette cellule di reed sternberg,
  • Cellule rilasciano fattori che inducono accumulo di linfociti reattivi, macrofagi e granulociti
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13
Q

ORIGINE CELLULE DI REED STERNBERG

A

cellule b dei centri germinativi o post centri germinativi

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14
Q

AZIONE FATTORI CELLULE DI REED STERNBERG,

A
  • Espressione antigene cd30, attivazione, produzione di numerose citochine e fattori di crescita,
  • Alcuni fattori di crescita agiscono su cc di RS stesse, sostenendone proliferazione e sopravvivenza,
  • Altri fattori possono esercitare un effetto paracrino su linfociti, fibroblasti, su endotelio vascolare,
  • Altri ancora possono svolgere un’azione di reclutamento delle cellule infiammatorie nel sito lesionale,
  • Questi effetti sono ulteriormente amplificati dalla produzione secondaria di chemochine e di citochine rilasciate dalle cellule stimolata,
  • E’ probabile che la tempesta citochinica che ha luogo nel tessuto compromesso sia responsabile dell’aspetto istologico infiammatorio della lesione,
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15
Q

importanza della stadiazione dei lh

A
  • stadiazione del LH è molto più importante ai fini terapeutici di quanto avvenga nei lnh
  • consente di formulare prognosi attendibile
  • consente di decidere in maniera corretta la terapia
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16
Q

andamento linfoma di hodgkin

A
  • si sviluppa in maniera molto prevedibile
  • conquista seguendo vie linfatiche stazioni linfonodali progressive
  • solo in fase avanzata si localizza in sede extralinfonodale
  • livelli di progressivo coinvolgimento linfonodale ed extralinfonodale in sedi sopra e sottodiaframmatiche
17
Q

sintomatologia lh

A
  • febbre superiore ai 38 c
  • abbondante sudorazione notturna
  • perdita di peso non spiegabile superiore al 10% del peso corporeo
18
Q

variante sulla base della presentazione clinica

A
  • Assenza di sintomatologia sistemica, variante a
  • Presenza di sintomatologia sistemica, variante b
  • Coinvolgimento di una singola sede extralinfonodale, variante e
19
Q

cosa indica ariante b

A
  • Variante bulky
  • Massa linfonodale con diametro superiore a 10 cm,
20
Q

stadiazione lh secondo ann arbor

A

Tipico dei linfomi di Hodgkin è la diffusione per via linfatica tra stazioni linfonodali contigue (mentre i linfomi NH diffondono principalmente per via ematica), che vengono colpite in maniera sequenziale, fatto che rende la diffusione dei LH
abbastanza prevedibile e che ha portato alla nascita della stadiazione dei linfomi secondo Ann-Arbor.
- Stadio I , coinvolgimento di una singola stazione linfonodale sopra o sotto il diaframma o di singola struttura linfoide, milza, timo, anello di waldeyer
- Stadio II, coinvolgimento di due o più stazioni linfonodali dallo stesso lato del diaframma. Il numero delle sedi linfonodali è indicato da suffisso numerico
- Stadio III, coinvolgimento di stazioni linfonodali o strutture linfoidi da entrambi i lati del diaframma
- Stadio III 1, con o senza localizzazioni spleniche e linfonodi ilari, celiaci o portali
- Stadio III 2 , con o senza localizzazioni linfonodi paraortici, iliaci, mesenterici
- Stadio IV, coinvolgimento di stazioni extranodali diverse da quelle designate

21
Q

terapia

A
  • radio- e chemioterapia in gran parte efficaci
  • potenzialmente curabile nella maggior parte dei casi
22
Q

SULLA BASE DI CHE COSA E’ STATA FATTA CLASSIFICAZIONE

A

il marcatore principale è il CD30, sulla base del quale vengono distinti due gruppi di linfomi
- uno CD30+ chiamato Linfoma di Hodgkin classico (CHL), che comprende le varianti sclerosi nodulare, a cellularità mista, a deplezione linfocitaria della vecchia classificazione ed inoltre il Linfoma ricco in linfociti; tale gruppo è anche CD15+ ma CD45- e CD20-/+ (positivo nel 20-40% dei casi).
- uno CD30- definito Linfoma di Hodgkin a predominanza linfocitica nodulare (NLPLH), che corrisponde al tipo a predominanza linfocitaria, caratterizzato da marcatori CD45+ e CD20+ (marker dei linfomi maturi).

23
Q

CLASSIFICAZIONE OMS LH,

A

5 Sottotipi,
1.Sclerosi nodulare
2 Cellularità mista
3 Ricco in linfociti (lymphocyte rich)
4 Deplezione linfocitaria
5 Prevalenza linfocitaria

24
Q

istologia in sottotipi

A

-sclerosi nodulare, cellularità mista, ricco in linfociti e deplezione linfocitaria le cellule di Reed- Sternberg hanno un analogo immunofenotipo.
- sclerosi nodulare, cellularità mista, ricco in linfociti e deplezione linfocitaria spesso accorpati insieme come forme classiche di LH.
- Nel LH a prevalenza linfocitaria, le cellule di Reed-Sternberg hanno un caratteristico
immunofenotipo B cellulare, distinto da quello dei sottotipi classici di LH.

25
Q

diagnosi, criteri

A
  • Identificazione delle cellule di reed sternberg in contesto appropriato è essenziale per la diagnosi
  • ## Cellule di reed strenberg si instaurano in contesto di cellule infiammatorie
26
Q

caratteristiche cellule di reed stemberg

A
  • grandi (>45 um di diametro)
  • nuclei multipli
  • singolo nucleo multilobato,
  • ciascun nucleo presenta un ampio nucleolo, simile a un’inclusione, delle dimensioni di un piccolo linfocita (5-7 mm di diametro)
  • citoplasma abbondante.
  • .’
27
Q

Segnali proposti per la mediazione del “cross-ta/k” tra cellule di Reed-Sternberg e cellule normali

A

-

28
Q

VARIANTI CELLULE DI REED STENBERG.

A
  • Varianti mononucleate
  • Cellule con un singolo nucleo con un ampio nucleolo simile a un’inclusione
  • cellule lacunari (osservate nel sottotipo sclerosi nodulare di LH) hanno nuclei ripiegati o multilobati e abbondante citoplasma chiaro che viene spesso danneggiato durante il taglio delle sezioni, lasciando il nucleo in una zona vuota (appunto, una lacuna)
  • varianti linfoistiocitiche (cellule L&H) con nuclei polipoidi, nucleoli non appariscenti e citoplasma moderatamente abbondante sono caratteristiche del sottotipo a prevalenza linfocitaria
29
Q

destino cellule di reef

A
  • Nelle forme classiche di LH, le cellule di Reed-Sternberg vanno incontro a una forma particolare di morte cellulare in cui la cellula si rimpicciolisce e diventa picnotica, un processo descritto come “mummificazione’.’
30
Q

DIAGNOSI DIFFERENZIALE LH CRITERI

A
  • Presenza di cellule simili a quelle di Reed-Sternberg,
  • mononucleosi infettiva,
  • LNH a grandi cellule
  • varie neoplasie non linfoidi.
  • Le cellule di reed strenberg hanno caratteristico profilo immunoistochimico
31
Q

MARKERS IMMUNOISTOCHIMICI CC RS,

A
  • Non esprimono antigeni caratteristici della linea b, come il cd79 ed il cd20,
  • Ma esprimono antigene di attivazione cd30, cosa che ha consentito di identificare nelle cellule RS grandi cellule attivate con intensa produzione di citochine,
  • Linfoma di H classico, cc neoplastiche positive per CD30, negative per cd20 e cd79
  • Linfoma di H a predominanza linfocitaria di tipo nodulare, cc neoplastiche negative per CD30, positive per cd20 e cd79
  • ANTIGENE CD30 è un MARCATORE DI ATTIVAZIONE CELLULARE delle cc RS, linfociti t e b attivati, d’accordo con la produzione di citochine e fattori di crescita che hanno un ruolo fondamentale nella patogenesi delle lesioni,