MENINGITI GENERALE Flashcards

1
Q

DEFINIZIONE

A

Processi flogistici a carico delle meningi, sono per la stragrande maggioranza a eziologia infettiva

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2
Q

CLASSIFICAZIONE

A
  • vengono distinte in:
  • PACHIMENINGITI, con interessamento della DURAMADRE
  • LEPTOMENINGITI, con interessamento dell’ARACNOIDE e della PIA MADRE
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3
Q

MODALITA’ DI DIFFUSIONE

A

Un processo infettivo può diffondere alle meningi sostanzialmente per 3 vie: diffusione ematica, diffusione per contiguità e impianto diretto
* La DIFFUSIONE EMATICA avviene a partenza da un focolaio infettivo con emboli settici che tramite la circolazione raggiungono le meningi. Per la maggior parte si tratta di forme a partenza polmonare o dalle alte vie aeree, seguite da endocardite batterica, ascessi tonsillari o dentari e osteomielite in quanto sono tutte forme situate già al di là del filtro epatico. Inoltre, possiamo avere interessamento meningeo in qualunque forma di setticemia.
* Nella DIFFUSIONE PER CONTIGUITÀ i patogeni partono da strutture vicine, ad esempio in corso di osteomielite del massiccio facciale, infezioni dell’orecchio medio o dei seni paranasali. La propagazione può anche avvenire per via retrograda lungo i rami nervosi del massiccio facciale.
* L’IMPIANTO DIRETTO è legato fondamentalmente ai traumi (classico incidente stradale), manovre chirurgiche, punture spinali mal effettuate con possibilità di infezione. Nella meningite è fondamentale la gestione del paziente da un punto di vista clinico. La diagnosi precoce è di grande importanza e impone la necessità di effettuare la rachicentesi al minimo sospetto di trovarsi di fronte ad un processo meningitico. L’analisi delle caratteristiche fisicochimiche del liquor, prima ancora del colturale, fornisce infatti tutta una serie di indizi che possono farci sospettare una meningite e permette di iniziare una terapia empirica in attesa dei risultati colturali e delle evidenze dell’antibiogramma secondo cui poi andremo ad aggiustare la terapia.

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4
Q

PACHIMENINGITI, TIPOLOGIE

A

Secondo alcuni autori le pachimeningiti esistono in una:
- FORMA ESTERNA
- FORMA EMORRAGICA INTERNA

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5
Q

PACHIMENINGITI, FORME ESTERNA EZIOLOGIA

A

MOLTO RARA, legata ad agenti batterici, prevalentemente streptococco, stafilococco, pneumococco

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6
Q

LOCALIZZAZIONE PROCESSO PACHIMENINGITE, FORMA ESTERNA

A

si estendono ad interessare le ossa del cranio e qualche volta i tessuti molli dei seni paranasali e dell’orecchio medio. Molto raramente si ritiene possano diffondere anche per via ematica. Si tratta di una forma spesso mortale, soprattutto per via del fatto che la pachimeninge, essendo poco vascolarizzata, difficilmente è raggiungibile dai farmaci in dose efficace.

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7
Q

FORMA EMORRAGICA INTERNA, EPIDEMIOLOGIA

A

molto più rara e anche dubbia come entità,

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8
Q

FORMA EMORRAGICA INTERNA, DEFINIZIONE, PACHIMENINGITE

A

è una malattia cronica della dura madre a decorso progressivo

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9
Q

FORMA EMORRAGICA INTERNA , PATOGENESI

A

patogenesi del tutto sconosciuta, interessa soggetti in genere oltre i 50 anni, spesso alcolisti (pertanto l’alcool viene indicato quale possibile fattore eziologico

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10
Q

FORMA EMORRAGICA INTERNA, CARATTERISTICHE

A

È caratterizzata dalla formazione di un essudato sieroso nella parte interna della dura madre, con tendenza alla sostituzione da parte di tessuto di granulazione e successivamente tessuto fibroso. Trattandosi di una forma cronica, il ripetersi di questi episodi di essudazione e successiva organizzazione dell’essudato porta ad un ispessimento della dura madre.LE

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11
Q

LEPTOMENINGITE, EPIDEMIOLOGIA

A

Le leptomeningiti sono le forme più frequenti e importanti

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12
Q

CLASSIFICAZIONE LEPTOMENINGITI

A

Da un punto di vista eziologico distinguiamo diverse forme:
* batteriche
* virali
* fungine
* parassiti
* protozoi

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13
Q

classificazione andamento clinico leptomeningiti

A

In base al decorso le suddividiamo in
* forme acute
* forme croniche

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14
Q

CLASSIFICAZIONE leptoMENINGITI IN BASE ALLE CARATTERISTICHE DEL LIQUOR

A

In base alle caratteristiche del liquor in:
* meningiti purulente (in genere batteriche)
* meningiti a liquor limpido o asettiche (virali, da farmaci, intossicazione da metalli pesanti,
forme tumorali)

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15
Q

manifestazioni cliniche leptomeningiti

A

Le manifestazioni cliniche in corso di meningite comprendono:
- sintomi da interessamento meningeo, rappresentati da cefalea a cuffia, rigidità nucale,
vomito, delirium, fotofobia;
- sintomatologia sistemica e quindi febbre e malessere generale, astenia, dolori articolari,
ecc.

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16
Q

classificazione meningiti batteriche

A

Le meningiti batteriche possono essere distinte in due grossi gruppi:
* FORME SPECIFICHE
* FORME ASPECIFICHE

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17
Q

meningiti batteriche specifiche, tipi

A
  • MENINGITE TUBERCOLARE
  • MENINGITE SIFILIDEA, che rientrano tra le meningiti croniche in quanto sono forme che possono evolvere in senso cronico.
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18
Q

ANDAMENTO CLINICO DELLE MENINGITI BATTERICHE SPECIFICHE

A

Sono forme severe, con conseguenze molto gravi, spesso mortali, dove l’unica possibilità di sopravvivenza è una diagnosi molto rapida e una terapia efficace (possono bastare 24-48 ore di ritardo per avere conseguenze fatali).

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19
Q

meningite tubercolare, definizione

A

Meningite batterica specifica

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20
Q

meningite tubercolare, disseminazione

A

La disseminazione meningea del bacillo di Koch avviene più frequentemente per via ematica nel corso di una TBC miliare ma può anche diffondersi per contiguità a partire all’interessamento osseo della teca cranica.
Ci sono anche casi in cui le meningi possono rappresentare un’eventuale localizzazione del bacillo nel tempo che intercorre tra l’alveolite aspecifica e la risposta di una risposta specifica, lasso di tempo durante il quale può disseminare più o meno liberamente (almeno potenzialmente). Quando non presente dall’esordio, associato all’interessamento meningeo (meningo-encefalite tubercolare), la diffusione al SNC può comunque avvenire inseguito.

21
Q

evoluzione clinica meningite tubercolare

A

Per quanto riguarda l’evoluzione cronica della meningite, questa può consistere nello sviluppo di
un’aracnoidite fibrosante, con interessamento prevalente delle porzioni basali.

22
Q

meningite sifilidea, caratteristiche

A

Rientra tra i vari quadri di interessamento del SNC in corso di sifilide (neurosifilide), possibili nella fase terziaria di malattia, che comprendono anche la tabe dorsale e la neurosifilide paretica.
L’interessamento meningeo rappresenta in genere una delle manifestazioni precoci della
neurosifilide e precede l’interessamento parenchimale del SNC.

23
Q

meningiti batteriche aspecifiche, cause

A

Le FORME ASPECIFICHE sono causate soprattutto da PNEUMOCOCCO e MENINGOCOCCO, poi
anche streptococco, stafilococco, hemophilus influenzae, E. coli e Neisseria meningitidis e sono tutte forme che rientrano nelle cosiddette meningiti acute purulente.

24
Q

diagnosi su che cosa si basa meningiti batteriche acute

A

La diagnosi di queste forme si basa principalmente sull’esame chimico-fisico, citologico e colturale del LIQUOR.

25
Q

meningite da pneumococco,eziologia,

A

Spessissimo a partenza da un focolaio polmonare

26
Q

meningite da pneumococco, caratteristiche e decorso

A

caratterizzata dal decorso particolarmente rapido, drammatico se non trattata tempestivamente che spesso porta a morte in tempi rapidissimi.

27
Q

meningite da meningococco, tipologie

A

Patologia piuttosto grave che si può manifestare sia in forma epidemica che in forma sporadica.

28
Q

meningite da meningococco, epidemiologia forma epidemica

A

Colpisce soprattutto in inverno/primavera e interessa i bambini, in genere
sotto i 5 anni, o comunque i giovani

29
Q

andamento forme epidemiche

A

nel 50% dei casi è mortale in quanto spesso si complica con la sindrome di Waterhouse – Friderichsen (insufficienza acuta corticosurrenalica) con necrosi del surrene legata all’instaurarsi di una setticemia (non è esclusivamente dovuta a meningococco ma ne rappresenta la causa più frequente). Si tratta di una condizione spesso mortale in quanto tende a sua volta a complicarsi con una CID.

30
Q

forma sporadica meningite da meningococco epidemiologia

A

colpisce persone mai venute a contatto col meningococco, (il meningococco è un comune saprofita delle fosse nasali e molte persone ne sono portatrici), le comunità sono più esposte soprattutto scuole e asili nido.

31
Q

meningiti virali, tipi

A

Le meningiti virali sono la MENINGITE ASETTICA PRIMARIA e la MENINGITE CRONICA
LINFOCITARIA.

32
Q

EZIOLOGIA MENINGITI VIRALI

A

I virus implicati sono numerosi, tra cui polio-virus, herpesvirus, echovirus,
coxackievirus, enterovirus 71, virus influenzale, EBV

33
Q

ANDAMENTO CLINICO MENINGITI VIRALI

A

Sono forme meno gravi che in genere si auto risolvono spesso senza esiti e si manifestano col tipico quadro indicativo di infezione meningea.

34
Q

DIAGNOSI, DIFFICOLTA’, MENINGITI VIRALI

A

Essendo difficile identificare il patogeno e trattandosi per la maggior parte di forme autolimitanti, la diagnosi è soprattutto clinica e basata sulle caratteristiche chimico-fisiche del LIQUOR,

35
Q

LIQUOR CARATTERISTICHE MENINGITI VIRALI

A

presenterà un aspetto limpido, linfociti aumentati, proteine normali/aumentate e glucosio normale.

36
Q

MENINGITI FUNGINE, DEFINIZIONE ED ANDAMENTO

A

Le MENINGITI FUNGINE sono delle meningiti ad andamento sub-acuto o cronico

37
Q

MENINGITI FUNGINE, EPIDEMIOLOGIA

A

interessano in genere pazienti immunodepressi (le infezioni micotiche del SNC sono rare nei soggetti immunocompetenti).

38
Q

MENINGITI FUNGINE, QUADRO CLINICO TIPICO

A

Si tratta di meningiti e meningo-encefaliti

39
Q

EZIOLOGIA, MENINGITI FUNGINE

A

causate soprattutto da CANDIDA, ASPERGILLUS e CRIPTOCOCCUS, quest’ultimo forse è quello più tipico dei pazienti con HIV e rappresenta una complicanza grave e tardiva della malattia.

40
Q

MORFOLOGIA LIQUOR MENINGITI FUNGINE

A

LIQUOR Il LIQUOR nelle forme fungine si presenta talvolta di aspetto gelatinoso ed è cellulato, con proteine elevate e glucosio basso

41
Q

DIAGNOSI, SU CHE COSA SI BASA MENINGITI FUNGINE

A

La diagnosi microscopica si basa soprattutto sull’identificazione diretta dei microorganismi (spesso presenti in enormi accumuli come ife ramificate, pseudoife o come spore) e si serve di colorazioni come PAS e Impregnazione argentica.C

42
Q

COMPLICANZE DELLA MENINGITE

A

Le complicanze che possiamo avere in corso di meningite sono numerose, frequenti e molto gravi.
Le più importanti sono rappresentate da:
* EDEMA CEREBRALE
* IDROCEFALO
* ENCEFALITE
* TROMBOSI DEI VASI MENINGEI
* LESIONI NEURONALI
* ASCESSO CEREBRALE

43
Q

IDROCEFALO, EZIOLOGIA E PATOGENESI

A

L’IDROCEFALO è una complicanza delle fasi finali di malattia dovuto ad alterazioni della circolazione del liquor che può verificarsi a causa dell’organizzazione dell’essudato in senso fibrotico, con formazione di sepimenti che possono occludere lo spazio subaracnoideo sino alla determinazione di veri e propri fenomeni aderenziali (aracnoidite adesiva). In alcuni casi possiamo addirittura avere la formazione di cisti che peggiorano ulteriormente il quadro.

44
Q

ENCEFALITE, COMPLICANZA DELLA MENINGITE,

A

L’ENCEFALITE è una complicanza abbastanza frequente in corso di meningite ed è secondaria ad
un quadro di ventriculite (interessamento flogistico dei ventricoli cerebrali).

45
Q

FENOMENI TROMBOTICI DEI VASI MENINGEI, EZIOLOGIA

A

I FENOMENI TROMBOTICI DEI VASI MENINGEI sono abbastanza frequenti e sono secondari ad un quadro di arterite subaracnoidea (interessamento flogistico dei vasi dei vasi dello spazio
subaracnoideo

46
Q

LESIONI NEURONALI, EZIOLOGIA

A

Le LESIONI NEURONALI le possiamo avere a seguito della diffusione del processo al parenchima cerebrale ma spesso sono indotte anche dalla terapia

47
Q

ascesso cerebrale, eziologia

A

L’ASCESSO CEREBRALE è una complicanza molto grave delle meningiti batteriche, conseguenza di un processo flogistico purulento che porta alla formazione di una cavità cerebrale, più frequentemente a localizzazione frontale e temporale

48
Q

asceso cerebrale, eziopatogenesi

A

Nelle fasi iniziali abbiamo formazione di pus, con interessamento ampio del tessuto cerebrale per cui ci può essere un infarto, successivamente infiammazione, una proliferazione fibroblastica che tende anche a delimitare questa cavità con tendenza progressiva a formare la capsula (più o meno ci vogliono 3-4 settimane perché il focolaio venga delimitato). Successivamente il contenuto viene fagocitato e residua una cavità.

49
Q
A