Stati di connessione - Cap. 7 Flashcards

1
Q

Cosa intende Campbell con “consumatore artigiano”?

A

“il consumatore artigiano è chi, comperando sul mercato dei prodotti seriali, massificati, li utilizza come se fossero materie prime necessarie alla creazione di un nuovo prodotto con caratteristiche uniche e personalizzate”. è un atto di consumo che si caratterizza per il sapere che denota e che, proprio per questo, può assumere caratteristiche artistiche e, consentendo l’espressione di creatività, si può definire consumo artigianale.

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2
Q

Come si declina il concetto di “rivoluzione inavvertita” (Eisentstein) rispetto alla realtà contemporanea?

A

Si declina nella sperimentazione di una nuova organizzazione sociale del potere simbolico, che vede la posizione dei consumatori connessi al centro e non alla periferia del processo. Questo nuovo assetto prende il là dalla co-evoluzione fra logiche e linguaggi del mercato (in particolare nella trasformazione del prodotto culturale) e trasformazione tecno-comunicativa del web sociale.

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3
Q

Come intendeva Toffler (il coniatore) il termine prosumer? Quali distinzioni possono essere fatte relativamente all’epoca del web 2.0?

A

Intendeva una forma evoluta della produzione di linea, come modalità per coinvolgere il consumatore in modo funzionale alla produzione di massa.
Con il web 2.0, la cultura del prosuming si distingue dalle forme che assumeva nel passato per alcuni elementi:

  • le forme culturali del capitalismo nel digitale sono stemperate dalle radici tecno-utopiste e cyber-libertarie alle origini della Rete, e si scontrano con realtà no profit, come wiki, opensource e creative common.
  • alcuni autori sottolineano la centralità nuova di dimensioni come la “passionalità” della produzione (amatorialità diffusa, fanmade) oppure l’economia del dono. Ma si tratta spesso di riattualizzare forme pre-moderne.

In generale, si può osservare un nuovo equilibrio contestuale tra gratificazione, consumo produttivo, sfruttamento della creatività, negoziazione sulle forme produttive mainstream

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4
Q

In che modo il termine “produser” (Bruns) risulta più utile in chiave interpretativa?

A

il termine “produser” (crasi di Producer e User) sposta l’attenzione dal consumatore, agli utenti (al plurale) che collaborano alla produzione di contenuti.
E’ un termine che mette l’accento su nuove forme di produzione peer-based, forme collettive di produzione in pubblico, che implica il lavoro individuale e la coordinazione fra i singoli. Sono processi iterativi e interattivi che si discostano dalle modalità produttive tradizionali, e che meglio descrivono le realtà dei software opensource (Linux) o lo sviluppo dei wiki.

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5
Q

Quali sono i principi alla base del “produsage” (in un’ottica di sintesi delle analisi di Bruns in relazione al concetto di culture partecipative)?

A

Sono quattro principi:

  1. problem solving probabilistico: le soluzioni condivise si ordinano secondo un principio di auto-selezione, che si fonda sulle competenze e sulle passioni, e che prevede la coesistenza di approcci anche diversi. Le condizioni di connessione permesse dalla Rete producono risultati emergenti dai pubblici partecipanti
  2. equipotenza: non ci sono filtri particolari di accesso alle competenze o alle linee di sviluppo. La possibilità, la volontà di accesso, la valutazione dei risultati connessa sono le discriminanti della partecipazione. Natura eterarchica della Rete e mentorship informale delle culture partecipative propongono una logica non-autoritaria
  3. principio molecolare: progetti collettivi che dividono in moduli e compiti distinti le attività, sono dunque richieste competenza ed abilità più limitate e tempi minori e più flessibili. La gestione è rinviata a modalità snelle e auto-governate dai principi partecipativi e reputazionali, in funzione delle caratteristiche strutturali delle piattaforme utilizzate
  4. Principio di condivisione non proprietario: la collaborazione si basa su trasparenza e possibilità di condivisione. Informazioni devono essere accessibili e distribuite. I prodotti devono poter seguire uno sharing che è declinato sia in condividere il che partecipare al flusso.
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6
Q

Quali sono le caratteristiche dei processi che nascono dai “pubblici produttivi”?

A

attività cooperativa non proprietaria. Rende disponibile “il potere di organizzare senza organizzazioni”, senza cioè nessi formali e gerarchici fra nodi e lavorando sulle connessioni che si stabiliscono a partire dalle pratiche e dalle culture che incorporano. Il coinvolgimento dei partecipanti è dato dunque da appartenenza alle pratiche e condivisione di ethos rispetto all’oggetto di produzione e alle pratiche stesse.

le caratteristiche salienti sono dunque:

a) ethos comune, fondo di valori e riferimenti condivisi, che non implicano una conoscenza diretta di tipo interpersonale
b) possibilità di accedere ai beni comuni secondo logiche free e open source
c) processi produttivi che avvengono in pubblico e che sono dunque sia accessibili che trasparenti

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