Sociologia dei new media - Cap. 3 Flashcards
Come si può intendere il concetto di digitalizzazione?
La digitalizzazione è il processo tramite cui un’informazione viene convertita in linguaggio numerico binario, ed in senso più ampio è il processo tramite cui si è dato sempre maggior risalto e centralità alle scienza informatiche e le relative tecnologie. La miniaturizzazione dei processori di calcolo e la compressione dei dati sono due determinanti del processo di digitalizzazione.
Il concetto di “mindware” rappresenta un effetto della digitalizzazione, nel senso che il passaggio da hard a software e qualcosa di simile ad un’immagine mentale.
Quali sono le caratteristiche della convergenza multimediale e qual è la visione di Bettetini?
Si intende un processo di fusione di contenuti, supporti e distribuzione. Attualmente, la convergenza è un fenomeno quotidiano, molte evidente nelle azioni più comuni (mandare un tweet a una trasmissione), molto sfaccettato. Secondo Bettetini (2001), la convergenza multimediale, trova la realizzazione nella digitalizzazione pervasiva e nella collaborazione fra aziende dei media tradizionali e il settore delle telecomunicazioni. Nella sua visione, i processo si articola su tre livelli: nella produzione dei media, nelle tecnologie impiegate (es. web radio), nei contenuti simbolici (la commistione fra linguaggi sfocia in una produzione di contenuti diversi, che vengono adattati alle diverse piattaforme).
In cosa consiste la cultura convergente secondo Henry Jenkins?
Nella visione data da Henry Jenkins, la cultura convergente racchiude sia la convergenza multimediale, che i cambiamenti simbolici e sociali, industriali e tecnologici. Nella sua ottica, i mutamenti tecnologici e la digitalizzazione rappresentano una parte di un cambiamento più grande che racchiude e riguarda anche i consumatori, gli utenti, modificando la pratica del consumo “che si trasforma in un processo collettivo”, nel senso che i consumatori diventano una forma di potere mediatico.
Quali teorizzazioni si sono sviluppate in relazione all’idea dell’ipertesto?
Le più importanti sono:
il concetto di intelligenza collettiva, definita come “intelligenza distribuita ovunque, valorizzata continuamente, coordinata in tempo reale, che porta a una mobilitazione effettiva delle competenza”, in cui si vede la rete come “cervello che entra in contatto con altri cervelli”.
L’intelligenza connettiva pone il focus invece sull’incontro di menti e cervelli, che nella connessione ripetuta funzionano in maniera sempre più simbiotica. E’ quindi vista come una nuova condizione cognitiva di condivisione e scambio tra menti e macchine, in cui la distinzione tra le due andrà via via sempre più sfumando.
Cosa si intende con interattività secondo Jensen?
Secondo Jensen, è “la misura della potenziale facoltà dei media di lasciare che l’utente eserciti un’influenza sul contenuto o sulla forma della comunicazione mediata”. Possono dunque essere definiti tre livelli di interattività:
- selettiva: l’utente può scegliere il contenuto
- conversazionale: l’utente può inserire e produrre informazioni
- registrativa: riguarda la capacità del sistema di adattarsi alle informazioni inserite dall’utente.
Gli elementi principali di un medium interattivo sono:
- la velocità: tempo di risposta all’input dell’utente
- la gamma: numero di elementi che l’utente può manipolare
- controllo naturale o arbitrario: il modo in cui le azioni umane sono connesse alle azioni nell’ambiente mediato (es. tasti che simulano chitarra o joystick che si può usare come chitarra)
Quali sono le declinazioni della “personalizzazione”?
Il processo di personalizzazione si declina in tre elementi principali:
- l’adattabilità dei prodotti alle scelte dell’utente (es. catalogo netflix che si aggiorna in funzione dei contenuti guardati o Flipboard, dove puoi costruire il tuo giornale). Risponde alla logica pull-push.
- personalizzazione di tempo e spazio (contenuti on demand grazie ai media nomadi)
- personalizzazione della produzione (fusione fra consumo e produzione: prosumer; è legato inoltre alla possibilità di appropriarsi dei contenuti: download e file sharing peer to peer) –> UGC (utent generated content)- 11 settembre come “ultimo evento del novecento” in quanto non erano ancora diffusi i telefoni con telecamere
Qual è la relazione fra crossmedialità e web collaborativo?
La crossmedialità è il processo per cui i prodotti creati su un dispositivo digitale connesso a internet vengono poi diffusi tramite varie piattaforme web e/o riproposti anche dai media tradizionali. Né un esempio Youtube, sul quale gli UGC vengono prodotti e poi molto facilmente diffusi in altri contesti.
Il web collaborativo è invece quello (come Tripadvisor) che trova il suo fulcro nella partecipazione attiva degli utenti, come i sistemi di rating o quelli di mashup (Google Maps che incorpora anche suggerimenti e info dagli utenti).
Tra le critiche: impoverimento generale dato dall’inesperienza dei prosumer, web collaborativo annulla singolarità in favore di un indistinto comunitarismo, lettura marxista (sfruttamento, non retribuito, da parte delle aziende che usano la collaborazione)
Quali sono le basi su cui si è sviluppata Wikipedia?
E’ un progetto di web collaborativo, “un’enciclopedia multilingue, collaborativa, online e gratuita”.
Per poter partecipare allo sviluppo è necessario entrare nella comunità, iscriversi.
E’ fondata su i “cinque pilastri”:
1. wikipedia è un’enciclopedia
2. ha un punto di vista neutrale
3. è libera
4. ha un codice di condotta (wikiquette: no attacchi personali, presumere la buona fede di chi partecipa, non abusare della possibilità di ripristinare le versioni precedenti)
5. non ha regole fisse (be bold), ovvero non essere timido nella partecipazione alle discussioni o alla creazione delle fonti
In generale, è fondata sull’etica “degli hacker”, che privilegia il buonsenso comune, conoscenza collettivamente costruita piuttosto che regola fine a se stessa.
Quali sono le differenza fra free software e open source?
Le differenze si riscontrano a livello prevalentemente valoriale-etico.
Il free software, inteso come software libero (ma che tutela le proprietà intellettuali con il copyleft. Creative Commons), si fonda sulle 4 libertà fondamentali enunciate da Robert Stallman:
0. libertà di uso
1. libertà di studio e di modifica
2. libertà di ridistribuzione
3. libertà di miglioramento e distribuzione delle migliorie-.
L’open source indica che il codice sorgente è aperto (prerequisito di un free software), ma ciò non implica che esso garantisca le 4 libertà. Android, ad esempio, è open source, ma in funzione dello sfruttamento commerciale delle migliorie apportate dagli utenti (vs. diffusione e libertà della conoscenza).