Sociologia dei new media - Cap. 5 Flashcards
Come si può intendere il concetto di digital divide?
E’ il divario tra chi ha accesso alle tecnologie digitali e chi no e, più in generale, la riflessione sulle conseguenze della mancanza di tale accesso in un mondo estremamente tecnologico. Internet è infatti potenzialmente accessibile a tutti, ma non praticamente (divario elevato attualmente tra continenti e zone geografiche diverse, ma anche tra quartieri di una stessa città).
In genere il digital divide si misura sulla base di:
- dimensione di internet: numero totale assoluto di utenti in una data zona
- penetrazione (o distribuzione) di internet: numero di utenti sul totale della popolazione.
Alcuni autori hanno proposto un superamento di tale costrutto, in quanto, essendo sempre più ampio e variegato, risulta una limitazione più che una risorsa nella riflessione. Le alternative sono: digital inequality, digital inclusion
Quali sono, secondo Castells, i principali fattori che causano disuguaglianze nell’uso di internet?
- il divario nelle infrastrutture della telecomunicazione: le vie private che bypassano l’inefficiente infrastruttura pubblica (statale) per la connessione provvedono ai bisogni dei soli clienti privilegiati (es. istituzioni finanziarie, media, imprese internazionali, …)
- la dipendenza dei server provider dalla rete delle dorsali internet statunitensi ed europee: ciò causa aumento dei costi e complessità di gestione per tutti gli altri paesi del mondo
- l’irregolare distribuzione dei domini internet: i provider di contenuto del web sono per lo più concentrati nelle aree metropolitane dei paesi occidentali (i contenuti non incontrano quindi i bisogni della maggior parte dei cittadini non occidentali)
- le strategie che vengono attuate per fronteggiare il digital divide: se insufficienti o mancanti, diventano causa stessa del gap, che aumenta sempre più diventando più difficile da contrastare
Sapete definire il cosiddetto “effetto di San Matteo”?
La teoria del vantaggio cumulativo (Merton, 1973), megli nota con “effetto san Matteo”, definisce quel fenomeno per cui i vantaggi iniziali, garantendo ulteriori benefici e privilegi, concorrono a produrre un divario sempre più grande in un dato ambito. Ad esempio: depositari di ingenti capitali ottengono maggiori agevolazioni fiscali e vedono crescere più velocemente il patrimonio (rich get richer); un bambino che sa leggere meglio può apprendere prima e ricevere un insegnamento migliore e così via.
Quali sono le principali caratteristiche dell’ipotesi della normalizzazione?
L’ipotesi della normalizzazione si riferisce a un modello volto a definire l’andamento del divario digitale che prevede, in seguito all’introduzione di una nuova tecnologia, un iniziale (fisiologico) periodo di divario che va però via via appianandosi (normalizzandosi), fino ad esaurirsi. In questo caso è il tempo la variabile in grado di ridurre le differenze, in quanto si assume che libero mercato e contributi governativi possano ridurre costi e produrre dispositivi sempre più user friendly. Questa ipotesi rientra in un quadro più generale di cyber-ottimismo.
Si contrappone all’ipotesi della stratificazione. In questo modello, l’innovazione si inserisce in una struttura sociale già disuguale (economicamente, culturalmente, socialmente) che accentua tali disuguaglianze. Nel modello, a seguito della fase di forte espansione della tecnologia, si continueranno a mantenere attive le distinzioni tra i gruppi. E’ una visione connessa al cyber-pessimismo.
Le due ipotesi generano scenari di intervento politico e sociale totalmente differenti: la prima (liberista) ritiene che il libero mercato, se favorito, agisca ad appianare il divario autonomamente; la seconda prevede invece specifici interventi mirati a una diffusione della rete più equa, per scongiurare (alla meglio) un divario stabile e preesistente, (alla peggio) un aumento delle disparità in favore di una ristretta avanguardia privilegiata.
Come definireste la digital literacy?
E’ un costrutto, derivato dal più generale media literacy, che definisce un insieme composito di abilità e competenze (operazionali, informazionali, strategiche e critiche) necessarie per utilizzare con efficacia le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. E’ un evoluzione di concetti come “alfabetizzazione”(saper leggere e scrivere, saper comunicare con la parola scritta) e “alfabetismo” (selezionare, comprendere e utilizzare info reperibili nei libri, nelle riviste, nei quotidiani).
In cosa si differenziano le competenze operazionali da quelle critiche?
Le competenze operazionali sono quelle basilari necessarie per adoperare hardware e software più comuni.
Quelle critiche riguardano un insieme complesso di capacità cognitive, informazionali, creative, culturali, etiche, sociali necessarie per selezionare e valutare le risorse disponibili.