Sociologia dei new media - Cap. 7 Flashcards
Come si sono modificati gli studi su internet e sulla CMC dagli anni Settanta a oggi?
Prima fase (‘70-‘90): Internet vista come canale di comunicazione. Diffusa principalmente in aziende e università. Prettamente testuale e poco user friendly. Approccio quasi esclusivamente empirico-sperimentale. Obiettivo: comprendere e possibilmente arginare i pericoli dei nuovi canali di comunicazione.
Seconda fase (‘90): Internet vista come luogo (ciberspazio), contenente pratiche e culture proprie. Iniziale diffusione delle tecnologie al di fuori di contesti istituzionali. Approccio etnografico: si esplora il web in prima persona, senza costruire setting artificiali.
Terza fase (‘99-oggi): Rete come parte della vita quotidiana degli individui. Coincide con la diffusione sempre più estesa delle tecnologie, affermazione del web 2.0 o partecipativo. Aumento di UGC e piattaforme user oriented, Internet mobile. Mix methods: interviste, etnografie, focus group, ecc. Combinano analisi online e offline.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi dei questionari online rispetto a quelli classici?
Vantaggi:
- possono offrire multimedialità e dinamicità, riducendo il tasso di abbandono e rendendo possibile l’adattamento al target (branching: visualizzare solo domande pertinenti al proprio profilo; response piping: personalizzare le domande in base ad alcune risposte precedenti)
- gestione più semplice di questionari complessi (con salti e domande filtro), possibilità di inserire domande sonda e controlli che altrimenti necessitano di intervistatore presente
- l’anonimato è maggiormente garantito
- economicità dello strumento. Pur mantenendo i costi di progettazione e software, non prevede stampa o invio.
- riduzione degli errori umani nell’inserimento dati in matrice
Svantaggi:
- non è possibile scaricarlo, va compilato online
- tassi di risposta bassi (utile utilizzare i reminder tramite vari canali)
Perché quando facciamo un’intervista via web dobbiamo tenere in considerazione le caratteristiche dell’interazione?
Perché, anche in funzione delle caratteristiche dell’intervistato e del tema, l’utilizzo di un tipo di intervista piuttosto che un altro genera più problemi che vantaggi (es. velocità di digitazione, competenze tecniche, necessità di condivisione temporale).
Inoltre, la comunicazione digitale e il setting variabile influiscono sull’approccio del partecipante in relazione al tema (es. tema intimo può essere favorito, self disclosure) e al ricercatore (es. ridotta possibilità di crearsi un’idea stereotipata dell’intervistatore)
In che modo possiamo catalogare le interviste online e quali sono le differenze tra queste tecniche?
- via chat: V - anonimato visivo, no trascrizione. S - condivisione temporale, gestione più complicata dell’interazione (sovrapposizione turni di parola, …)
- via e-mail: V - anonimato visivo, no trascrizioni, più tempo per rispondere, no software. S - si protrae a lungo nel tempo
- videoconferenza: V - visione senza condivisione di spazio S - necessità di software e hardware, condivisione temporale, no tracce scritte dell’interazione
Quando è meglio utilizzare i focus group online e quando quelli tradizionali?
Online è meglio quando la compresenza può mettere a disagio i partecipanti, e l’anonimato in questo aiuta (es. tematiche intime). Quando la compresenza è problematica. Quando i tempi di ricerca sono stringenti.
Descrivete le differenti modalità di fare etnografia web-based.
L’etnografia in sociologia è una tecnica di ricerca che lo scopo di descrivere e interpretare le relazioni umane a partire dall’osservazione delle stesse all’interno del loro contesto sociale. L’etnografia web-based è invece un termine ombrello, che racchiude oggetti e tecniche di ricerca diverse. In generale, si può distinguere fra rcierche:
- esclusivamente all’interno della rete: solo contatti online coi partecipanti. Ci si concentra su ciò che si dice e si fa all’interno di una data piattaforma. Il target è in genere un gruppo che basa le proprie interazioni esclusivamente su CMC (es. un forum o “mondi virtuali” come gli MMORPG). Gli utenti si identificano spesso con un nickname che rende impossibile il riconoscimento offline.
- online e offline: i contatti tra utenti in questo caso avvengono sia faccia a faccia che tramite CMC. Studiare un SNS come Facebook implica di dover predisporre il campo di studio sia nella dimensione web che in quella fisica.
- solo fuori dal web: in questo caso l’oggetto di ricerca sono le pratiche di uso o consumo delle tecnologie della comunicazione. Si studia ciò che accade “attorno” agli artefatti tecnologici (es. relazioni di potere tra genitori e figli)
Che cosa si intende con campo in etnografia e in che modo esso può essere declinato negli studi online?
Il campo è la definizione del fenomeno e del gruppo di riferimento da studiare connessa al miglior metodo, l’approccio, usato per studiarlo in funzione delle risorse disponibili.
Negli studi sul web si declina nella decisione di scegliere, o non scegliere, tra dimensioni offline e online.
Negli studi offline, esistono tre modi di osservazione: celata, semi-celata (solo alcuni del gruppo sanno) e palese.
Che cosa sono i Big data e come possono essere utilizzati nell’indagine sociale?
“Big data definisce i dataset di una grandezza che va oltre la capacità dei software comunemente usati per raccogliere, gestire ed elaborare i dati in un arco di tempo ragionevole. La grandezza di questi è un target in continuo movimento che copre un range da qualche dozzina di terabites a molti petabyte di dati per singolo dataset”.
Un utilizzo degli stessi in chiave sociale è la “sentiment analysis”, che lavora determinando la polarità generale di un testo per tracciare un disegno generale circa ambiti diversi (reputazione di un’azienda, elezioni, servizio, …). In generale, i Big data possono permettere studi di grande portata che non devono necessariamente essere poco approfonditi.
Quali sono le critiche che possiamo muovere a una lettura estremamente positiva dell’uso dei Big data nella ricerca sociale?
- L’aumento dei dati disponibili non mette in secondo piano il momento di interpretazione degli stessi e la riflessione teorica ed etica.
- i dati sono sempre dipendenti da un contesto, che non necessariamente può essere deducibile dai dati stessi
- i dati fanno sempre riferimento a un contesto “storico, politico e culturale” di cui non ci si può dimenticare. I dati non sono lenti trasparenti, ma vanno letti criticamente
- Non sempre “più grande” vuol dire migliore. E’ sempre necessario adattare le metodologie alle domande di ricerca. In certi casi, ricerche più piccole ma con dati più “profondi” permettono letture molto diverse di uno stesso fenomeno.
- l’accesso ai dati non è sempre garantito, ma mediato sia dalle aziende che li possiedono (limitazione alla libertà di ricerca, dovute alla dipendenza da questi enti) e li pubblicano, sia alle competenze (informatiche) del ricercatore.
- è necessario in ogni caso, e a maggior ragione, affrontare la riflessione etica sull’utilizzo di questo tipo di dati