Stati di connessione - Cap. 3 Flashcards
Cosa sono gli stati di connessione?
è la condizione caratterizzante i nuovi media e la società dopo-moderna. E’ la possibilità di pensarsi, comunicativamente, in perenne connessione potenziale tra persone, cose e fatti, una connessione da poter gestire in tempo reale e a distanza attraverso gli strumenti della comunicazione a nostra disposizione quotidianamente. Ovviamente è lo stato di potenzialità a contare, forse, l’illusione del perenne contatto reciproco, dell’accessibilità ad ogni fonte, della condivisibilità di ogni stato dell’esistenza.
Quello con ci confrontiamo dunque è un contesto di umanità accresciuta perché “cresce un sistema di possibilità e di aspettative. Perché aumenta il range di di possibilità per ciascuno di noi, non la certezza del risultato”.
Com’è cambiato il senso della posizione nella comunicazione?
Da essere e sentirsi pubblici, consumatori, cittadini, da avere solo una cerchia di amici e relazioni materiali e incarnate, si è passati ad idee di amicizia in parte nuove, a nuove cerchie sociali, che mutano la percezioni di sentirsi solo oggetto passivo delle comunicazioni di massa, ma “soggetto” della comunicazione
Le caratteristiche comuni delle pratiche annoverate nel concetto di mediattivismo.
- una volontà “politica” di usare i linguaggi dei media dentro i media e creare forme di interferenza culturale
- movimento di appropriazione delle logiche delle tecnologie a partire dalla loro diffusione in ambiti diversi dal quotidiano (lavoro e tempo libero)
- la necessità di sviluppare infrastrutture condivise che consentano da una parte di supportare la collaborazione, dall’altra di garantire le differenze
- la necessità di produrre forme collettive di narrazione che partano dall’autorappresentazione dei vissuti al singolare, dalla riattualizzazione delle sensibilità dei piani di ciascun vissuto
- la tematizzazione delle forme proprietarie, che si estrinseca nella produzione e diffusione di strumenti free software e nella produzione di contenuti resi disponibili (creative commons)
Cosa si intende con pubblici connessi?
il termine pubblici connessi fa riferimento alla nuova condizione di connessione digitale tra pratiche culturali, relazioni sociali e sviluppo delle tecnologie mediali.
è un concetto che si pone come alternativa a quello di audience o consumatore. I pubblici comunicano sempre più in maniera bottom-up, top-down e orizzontalmente tra pari. Possono reagire, ri-fare, ri-distribuire o solamente ricevere.
Cos’è una comunità di pratica?
sono comunità formate da persone che partecipano ad un processo di apprendimento collettivo entro un dominio condiviso dell’attività umana: una tribù che impara a sopravvivere, un gruppo di artisti che cerca nuove forme di espressione, un gruppo di ingegneri che lavora su problemi simili,…
Sono gruppi di persone che condividono un interesse o una passione per qualcosa che fanno o che imparano a fare meglio mentre interagiscono regolarmente.
Quali caratteristiche differenziano una comunità di pratica da un comunità generica?
sono tre elementi:
- il dominio di riferimento: un social network di per sé non lo è, ma dentro di esso se ne possono formare
- la dimensione comunitaria: all’interno del dominio devono svilupparsi modalità relazionali di scambio, supporto, condivisione e produzione di info fondate sulla reciprocità comunicativa. Devono svilupparsi forme relazionali significative
- la “pratica”: non basta l’interesse comune, devono svilupparsi pratiche condivise
come viene inteso il “narcisismo”?
Come una modalità di osservare-agire il mondo, per cui le persone si comportano come se fossero guardate, come se fossero al centro dell’attenzione di un audience reale o immaginaria.
è un rovesciamento verso l’esterno della riflessività, che invece di portare verso l’individuo il mondo, esalta la relazione fra auto ed etero osservazione per cui ci osserviamo a partire dal fatto che siamo oggetti di osservazione da parte di altri.
“il nostro comportamento coincide con il fatto che il nostro osservare dipende da come pensiamo di essere osservati”
Quali sono le caratteristiche strutturali delle culture partecipative secondo Jenkins?
- relativamente alta propensione all’espressione artistica e al coinvolgimento civico
- forti supporti per creare e condividere le proprie creazioni con gli altri
- con qualche tipo di mentorship, per cui ciò che è conosciuto dai più esperti viene trasmesso ai novizi
- dove i membri credono che i loro contenuti contino
- dove i membri posseggono un qualche grado di connessione agli altri membri (al limite si interessano alle opinioni degli altri su ciò che hanno creato)
Come possiamo definire, in sintesi, le culture partecipative?
come forme culturali corrispondenti al soggetto collettivo contemporaneo dopo-moderno che sono i pubblici connessi. Intese in questo modo, le culture partecipative sono l’emergere di un possibile (che non sempre si realizza) orientamento culturale diffuso che incarna le specifiche delle comunità interpretative e di pratica.
Come possiamo definire, in sintesi, le comunità interpretative?
Si tratta di comunità nelle quali i membri sono consapevoli delle proprie scelte in termini di consumi mediali (e di consumo in senso allargato) e che danno significato alla propria identità proprio a partire dalle scelte fatte.
Le pratiche di resistenza e riallocazione dei significati hanno a che fare proprio con la capacità di interpretazione dei testi a partire da attività discorsive e produttive extratestuali, che si aprono al confronto con altri testi e con la realtà quotidiana.