Aritmie Flashcards

1
Q

PEA

A

Definita come un arresto cardiaco in presenza di un’attività elettrica non associata ad un polso palpabile.
- In condizioni normali, l’attivazione elettrica delle cellule muscolari precede la contrazione meccanica del
cuore; nel PEA, c’è attività elettrica ma il cuore non si contrae.

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2
Q

principali cause di pea

A

La sopravvivenza ad un arresto cardiaco con PEA o asistolia è poco probabile, a meno che non si possa individuare e trattare efficacemente una causa reversibile.

Ipotermia, ipossia, ipovolemia, ipo/iper K
tamponamento cardiaco, TE, tossici e farmaci, PNX iperteso

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3
Q

ECG PEA

A
  • All’ECG si osserva un ritmo di complessi ventricolari molto lenti, di solito regolare (ma anche irregolare)
  • Frequenza solitamente 20-40 bpm.
  • Quando il ritmo idioventricolare compare in fase terminale [quando il paziente sta morendo] possono
    alterarsi ulteriormente risultando molto irregolari → ritmo agonico (o cuore morente)

L’aspetto ECG più comune è quello dei ritmi idioventricolari, un ritmo di scappamento che prende il
sopravvento quando i pacemaker dei siti superiori non funzionano più ma non in grado di provocare una
contrazione meccanica del cuore tale da generare un polso arterioso efficace.

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4
Q

terapia PEA

A
  • Riconoscimento e correzione della possibile causa reversibile
    -Confermata l’asistolia, così come nel caso in cui si rilevi un PEA o una FV fine, si passa alla RCP 30:2 per 2 min.
  • Il rilievo di asistolia con sole onde P può far decidere di passare alla modalità pacing transcutaneo.
  • Se invece si rileva una FV fine, a basso voltaggio, ci si comporta come asistolia, continuando l’RCP e adrenalina per migliorare la perfusione coronarica
  • A partire dal primo ciclo, bisogna preoccuparsi di ottener un accesso venoso / intraosseo e il controllo
    avanzato delle vie aere

Continuare RCP, poi analizzare il ritmo, se si riconferma PEA/asistolia → adrenalina 1 mg in bolo seguita da
20 ml di fisiologica e sollevamento verticale del braccio rispetto al tronco.
- Anche qui: RCP 2 min → pausa per valutare il ritmo → se persiste PEA o asistolia → ripesa immediata RCP →
adrenalina 1 mg in bolo ev/io ogni 3-5 min
Se dopo un ciclo di RCP x 2 min all’analisi del ritmo si evidenzia FV/TVsp → proseguire col trattamento dei ritmi defibrillabili [defibrillazione con shock]

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5
Q

cosa fare se nel trattamento della PEA compare ritmo organizzato

A

o Se dopo aver terminato un ciclo di RCP per 2 minuti all’analisi del ritmo si evidenzia un ritmo
organizzato → valutazione del polso e segni vitali [se dubbio, riprendere RCP]
o Se durante un ciclo di RCP guardando il monitor si vede un ritmo organizzato → non interrompere le
compressioni per valutare il polso al termine dei 2 minuti di RCP [se non da segni di ripresa della
circolazione spontanea]
o Se durante un ciclo di RCP la vittima dà segni di vita (apre gli occhi, si muove, tossisce respira
normalmente) → controllare il monitor → se ritmo organizzato, valutazione del polso e segni vitali
[in caso dubbio proseguire con l’RCP]

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6
Q

Asistolia

A

 Forma più grave di arresto cardiaco, di solito irreversibile.
 Si caratterizza all’ECG per:
o Un tracciato piatto → stato di cessazione totale dell’attività elettrica del cuore, e quindi assenza di
contrazione ventricolare e perfusione dei tessuti periferici.
o Lievi oscillazioni della linea isolettrica potenzialmente dovute al movimento del torace durante la
ventilazione artificiale.
o Talvolta persistenza breve di attività sistolica atriale con onde P non seguite dai complessi QRS
(asistolia con onde P) o rari ed incostanti battiti ventricolari con QRS largo e morfologia variabile
(battiti agonici)
 Purtroppo, il più delle volte si tratta di una “conferma di morte” piuttosto che di ritmo da trattare, fatta
eccezione per le situazioni nelle quali la causa scatenante sia rapidamente riconosciuta e corretta.

Trattamento
Come PEA.

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7
Q

Tachicardie ventricolari definizione

A

Successione di almeno 3 battiti ectopici di origine ventricolare con frequenza di 150-250 bpm.

Classificata in:
o Sostenuta se > 30 sec o tale da richiedere un trattamento terapeutico immediato per grave
compromissione emodinamica.
o Non sostenuta se < 30 sec.

In base alla morfologia dei QRS all’ECG, viene anche distinta in:
o Monomorfa → QRS identici
o Polimorfa → evidenti variazioni nella configurazione del QRS [Vedi Torsades de pointes]

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8
Q

Brugada

A

da alterazione di un canale ionico cui consegue l’accorciamento
del pda, specie a livello epicardio, con un gradiente elettrico dopo la completa attivazione
del miocardio ventricolare, responsabile di alterazioni rilevabili all’ECG (onda J,
Sopraslivellamento ST in V1 e V2) e possibile innesco di TV.

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9
Q

Conseguenze emodinamiche TV

A

o Compromissione del riempimento diastolico per frequenze elevate, insufficiente a consentire l’adeguato riempimento ventricolare → riduzione di CO e PA
o Dissociazione atrio-ventricolare (50%) o retronconduzione dell’impulso dal ventricolo all’atrio → contrazione atriale sempre (retro conduzione) o spesso (dissociazione) a valvole AV chiuse.
o Aumento della pressione atriale, inversione del flusso dall’atrio alle vene e perdita totale del contributo atriale al riempimento ventricolare.
Attivazione eccentrica del miocardio → l’attivazione dal punto di origine dell’aritmia segue vie non
fisiologiche, con conseguente desincronizzazione tra varie parti del ventricolo, compromettendone
l’efficacia

La funzione ventricolare e l’eziologia influenzano notevolmente le condizioni cliniche: nel cuore sano con
normale FE, il quadro emodinamico può essere compromesso solo per caratteristiche intrinseche alla TV.
- In un pz con severa disfunzione ventricolare sinistra (bassa FE) può comportare grave riduzione della CO
anche a FC non molto elevate.

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10
Q

Clinica TV

A

Estremamente variabile [pz asintomatici o pz con sincope ed arresto cardiocircolatorio]
- In genere:
o Cardiopalmo [da ↑FC]
o Angina [discrepanza tra richiesta/apporto di O2]
o Dispnea
o Ipotensione, vertigini, sincope [bassa portata]

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11
Q

EO TV

A

o Polso piccolo, frequente e ritmico (TVcp) o senza polso (TVsp); da non sottovalutare nemmeno la
prima, in quanto possibile precursore della fibrillazione ventricolare.
o Variabilità dell’ampiezza del polso [se la contrazione atriale avviene a valvole AV aperte, aumenta il
riempimento ventricolare e con esso la CO di quel battito, al contrario non ci sarà alcun contributo
dell’atrio al riempimento ventricolare]
o Toni ritmici e tachicardici
o Variabile intensità del I tono
o Auscultazione polmone silente o rumori umidi se EPA

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12
Q

ECG TV

A

a) Sequenza di 3 o più battiti ventricolari
consecutivi ad elevata frequenza 150-250
bpm, solitamente regolari (talvolta
leggermente irregolare)
b) Complessi QRS bizzarri ed ampi (>0,12 sec),
onda T in direzione opposta all’onda R. Il QRS ha una durata sempre > 0,12 sec ma assume l’aspetto tipo BBDx o BBSn a seconda del ventricolo da cui origina l’aritmia:
o Il Ventricolo da cui origina l’aritmia si attiva prima del controlaterale, che viene raggiunto dopo dalla
depolarizzaione [come nel BB]
o Quando la TV nasce nel VD, la morfologia del QRS assomiglierà a quella di un BBSn, viceversa uno
originatosi nel VS sarà simile ad un BBDx
c) Onde P solitamente non visibili in quanto
nascoste dal complesso QRS, o se visibili
senza alcuna correlazione con i complessi
ventricolari (dissociazione)

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13
Q

Torsione di punta (Torsades de Pointes)

A

Forma particolare di ritmo ventricolare molto rapido causato es. ipoK, medicinali che bloccano i canali del K, anomalie congenite (LQTS) che allungano il segmento QT.

Si manifesta con episodi di breve durata.
All’ECG:
Ampiezza di ciascun complesso successivo aumenta gradualmente di intensità, per poi decrescere gradualmente. Il tracciato assume quindi delle deflessioni con andamento fusiforme (simile ad un nastro
attorcigliato)

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14
Q

trattamento TV con instabilità emodinamica

A

1) Ossigeno al bisogno
2) Effettuare immediatamente cardioversione sincronizzata indipendentemente da fatto che l’aritmia sia di tipo ventricolare o sopraventricolare
3) Se non efficace dopo 3 tentativi → amiodarone 300 mg ev in 10-20 min prima di ritentare con la cardioversione

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15
Q

Trattamento TV con stabilità emodinamica (ritmo regolare)

A

Se il polso è presente (TVcp) e non vi sono segni avversi, la sequenza d’azione si basa in base al riconoscimento dell’origine ventricolare (QRS larghi, > 0,12 sec) o sopraventricolare (QRS stretti, < 0,12 sec)

Tachicardia a complessi larghi con ritmo regolare
Si tratta verosimilmente di una TV o TSP con blocco di branca.
Somministrazione di amiodarone 300 mg ev in 20-60 min, seguiti da 900 mg ev nelle 24 h
Se si sospetta TSP con BB adenosina (come nei casi di tachicardia a QRS stretti)

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16
Q

Trattamento TV con stabilità emodinamica (ritmo irregolare)

A

Se il polso è presente (TVcp) e non vi sono segni avversi, la sequenza d’azione si basa in base al riconoscimento dell’origine ventricolare (QRS larghi, > 0,12 sec) o sopraventricolare (QRS stretti, < 0,12 sec)

Tachicardia a complessi larghi con ritmo irregolare
Spesso si tratta di una FA con BB, o FA con pre-eccitazione ventricolare (WPW) o una TV polimorfa (torsione di punta)
Se TV con torsione di punte, pacing overdrive e somministrazione di magnesio solfato 2 g in 10 minuti

17
Q

FV due tipi

A

o Primitiva → improvvisa, in genere dovuta a piccole aree di ipoperfusione del miocardio in cuori
solitamente già compromessi.
o Secondaria → spontanea o provocata in cuori compromessi ma ancora a ritmo, o comparire dopo
PEA o asistolia.

18
Q

FA definizione

A
  • Aritmia nella quale il ritmo cardiaco non è governato dal NS ma si generano impulsi ad elevata frequenza a
    livello atriale (fino a 600 bpm), a cicli irregolari.
  • Solo alcuni di questi impulsi sono condotti ai ventricoli, mentre un numero più o meno grande va incontro a
    blocco nel NAV, con frequenza ventricolare decisamente minore di quella atriale.
  • Distinta in:
    o Ricorrente se ≥ 2 episodi di FA parossistica (< 7 gg)
    o Persistente se FA > 7 gg
    o Permanente, in pz con cardioversione effettuata e fallita, o non effettuata
19
Q

fisiopatologia FA

A
  • Nella FA viene alterato il normale ritmo sinusale, cioè un impulso che nato nel NS venga trasmesso ad atri e
    ventricoli tramite il sistema di conduzione.
  • Al contrario, si generano molteplici fronti d’onda che in maniera disordinata e continuamente variabile
    attivano una regione più o meno limitata dell’atrio.
  • Inoltre, mentre nel ritmo sinusale l’atrio occupa solo una piccola parte del ciclo cardiaco, nella FA si attiva
    ininterrottamente → onde f (atriali) per tutto il ciclo cardiaco!
20
Q

meccanica FA

A

Dal punto di vista meccanico ciò si traduce in:
1. Paralisi atriale → contrazione non efficace nel favorire la progressione del sangue dal momento che
manca il sincronismo nelle diverse aree atriali.
2. In genere, non del tutto compromesso riempimento ventricolare: se la frequenza ventricolare non è
elevata, la maggior parte del sangue passa dall’atrio al ventricolo passivamente.
3. Se funzione diastolica ventricolare compromessa (es. ipertrofia ventricolare) → riduzione della CO e
scompenso cardiaco.

21
Q

clinica FA

A
  • Asintomatica nel 20% dei casi [individuabile con palpazione del polso radiale → completa irregolarità del
    ritmo e ampiezza variabile dell’onda]
  • Quando sintomatico:
    1. Cardiopalmo [↑FC e irregolarità del ritmo]
    2. Dispnea e facile affaticabilità
    3. Angina
    4. Deficit cuore-polso → frequenza cardiaca valutata al polso è minore di quella reale: la FC va valutata
    non solo al polso ma anche mediante auscultazione cardiaca sul focolaio della punta.
  • Complicanze [da elevata frequenza, irregolarità e perdita della contrazione atriale]:
    1. Scompenso cardiaco
    2. Formazione di trombi [specie nelle auricole] → col ripristino del ritmo sinusale, l’atrio riprende a
    contrarsi e un trombo formatosi nell’atrio può tramite la circolazione sistemica, embolizzare in un
    qualsiasi distretto periferico, specie cerebro-vascolare (ictus)
22
Q

ECG FA

A
  • Assenza di onde P (espressione dell’attività elettrica atriale normale), sostituite da
  • Onde fibrillato rie rapide (onfe f):
    1. Irregolari ondulazioni della linea isoelettrica, meglio individuabili in V1 e V2
    2. Continue, durano per tutto il ciclo cardiaco
    3. Frequenza variabile 350-600 bpm
    4. Ampiezza e morfologia molto variabili da momento a momento
    5. Di basso voltaggio (FA ad onde fini) o voltaggio più elevato (FA ad onde grossolane)
    6. Intervalli R-R irregolari [ritmo irregolarmente irregolare], dal momento che molti stimoli vengono
    bloccati a livello del NAV che funge da “filtro” nel passaggio degli impulsi elettrici tra atri e ventricoli
23
Q

trattamento FA alto rischio

A
  • Nei pazienti ad alto rischio (> 150 bpm, dolore toracico o perfusione critica) in successione:
    1. Eparina → profilassi di eventi cardioembolici [FA aumenta significativamente il rischio di TE]
    2. Cardioversione elettrica → azzeramento del pda di tutte le cellule cardiache, con interruzione
    dell’aritmia.
    3. Amiodarone al bisogno
24
Q

trattamento FA pz rischio medio

A
  • Nei pazienti a medio (100-150 bpm, dispnea, ipoperfusione) o basso rischio (<100 bpm, lieve sintomatologia
    e buona perfusione) dipende da:
    1. Presenza di alterazioni emodinamiche e/o miocardiopatie
    2. Durata dell’aritmia → se >48 h, rischio di embolizzzione
  • In questi casi può quindi essere orientata a:
    1. Terapia elettrica previa eparinizzazione
    2. Controllo della FC tramite β-bloccanti, procrastinando in tempi successivi l’eventuale trattamento
    dell’aritmia.
25
Q

generalità BAV

A

Alterazioni organiche o funzionali del sistema di conduzione possono comportare un rallentamento della
conduzione dell’impulso atriale, con prolungamento intervallo PR > 0,20 sec (BAV I grado) o un blocco
parziale della conduzione (BAV di II grado) o completa interruzione (BAV III grado)
 Il rallentamento del blocco può verificarsi a livello di tutte le strutture del sistema di conduzione:
o Nel NAV (sopra-hissiano)
o Nel fascio di His (intra-hissiano)
o Nelle branche (sotto-hissiano) → complessi QRS larghi (>0,12 sec); questi blocchi sono
emodinamicamente meglio tollerati di quelli più prossimali.

26
Q

BAV tipo I

A

Prolungamento dell’intervallo PR > 0,20 sec.
- Onde P sempre seguite dal complesso ventricolare.
- Sede del ritardo in qualsiasi punto del sistema di conduzione (in genere ritardo della conduzione dell’impulso
alla giunzione AV)
- Non necessita di trattamento d’urgenza.

27
Q

BAV tipo II Weckenbach

A

a. Progressivo allungamento dell’intervallo PR fino a quando l’impulso si blocca e non viene condotto ai ventricoli [onda è non seguita da un QRS]
b. Subito dopo la pausa, l’intervallo PR è normale / più breve del ciclo precedente mentre dopo si allunga di nuovo in maniera progressiva fino al blocco di un altro impulso (periodismi di Luciani-Wenckebach)

c. Spesso dovuto a somministrazione di farmaci che agiscono sul NAV es. digitale, β-bloccanti, Caantagonisti.
d. Frequente associazione con IMA inferiore, in cui è in genere transitorio.
e. Nella maggior parte dei casi non richiede trattamento immediato, ma è un segno d’allarme per
evoluzione verso gradi di blocco maggiori.
f. Il trattamento infatti non è richiesto se > 60 bpm e CO adeguata. Se instabile emodinamicamente,
vedi dopo.

28
Q

BAV di tipo Mobitz I

A

a. Improvviso blocco della conduzione di un impulso, con pausa sistolica uguale al doppio di un ciclo
sinusale.
b. Intervalli PR costanti prima e dopo il ciclo bloccato, senza allungamento del PR nel ciclo che precede
la P bloccata.

29
Q

BAV 2:1

A

a. Alternanza dell’impulso condotto e di un impulso bloccato.

30
Q

BAV tipo 3

A

 Gli atri e i ventricoli si attivano indipendentemente gli uni dagli altri: mentre negli atri sono attivati dal NS
(onde P sinusali) i ventricoli sono attivati da un pacemaker giunzionale, fascicolare o ventricolare [ritmo di
scappamento]
 La conseguenza di tale dissociazione è la compromissione del riempimento diastolico del ventricolo con
riduzione della CO.
 Se la FC è molto bassa, la CO può diventare insufficiente per mantenere la coscienza e la riduzione della
perfusione miocardica po’ causare insufficienza cardiaca, angina, TVsp, FV.

31
Q

BAV tipo 3 trattamento

A

In condizioni d’urgenza, se compromissione emodinamica,
a. Somministrazione di atropina 0,5 mg ev, eventualmente ripetibile ad intervalli di 3-5 min fino alla
dose massima di 3 mg.
i. Se atropina efficace, valutare il rischio di asistolia:
1. Rischio assente → osservazione
2. Rischio presente → trattamento definitivo con pacing endocavitario.
ii. Atropina non efficace → pacing endocavitario

Il trattamento definitivo prevede invece l’applicazione di un pacemaker permanente [BAV III, BAV II avanzato
o tipo Mobitz sintomatico hanno indicazione assoluta all’impianto di un pacemaker]

32
Q

BAV di tipo 3 ECG

A

o Frequenza atriale regolare, mentre 40-60 bpm se focus di scappamento giunzionale, 20-40 bpm se
ventricolare
o Ritmo regolare
o QRS normali se pacemaker di scappamento giunzionale in fascicolare; QRS slargati se ventricolare.
o Onde P normali senza alcun rapporto costante con QRS.
o Manca l’intervallo PR.

33
Q

trattamento bradiaritmie

A

Bisogna anzitutto distinguere tra:
1. Con instabilità emodinamica
a. Somministrazione di atropina 0,5 mg ev, eventualmente ripetibile ad intervalli di 3-5 min fino alla
dose massima di 3 mg.
i. Se atropina efficace, valutare il rischio di asistolia:
1. Rischio assente → osservazione
2. Rischio presente → trattamento definitivo con pacing endocavitario.
ii. Atropina non efficace → pacing endocavitario
2. Senza instabilità emodinamica → valutare il rischio di asistolia.
a. Rischio assente → osservazione
b. Rischi presente → anche se asintomatico, va avviato al trattamento definitivo con pacing
endocavitario

34
Q

ECG tachicardia da rientro nodale

A

o QRS stretti (<0,12 sec) con intervalli R-R costanti (ritmo regolare)
o Frequenza 150-250 bpm
o Onda P nascosta dal QRS (atri e ventricoli si attivano simultaneamente) o appena prima/dopo
risultando in un’onda r’ in V1 o pseudo-S in II, III e aVF.

35
Q

trattamento tachicardia da rientro nodale

A

Manovre che incrementano il tono vagale

Trattamento farmacologico con farmaci per via ev
 Adenosina [induce un blocco transitorio AV]
 Verapamil [Classe IV]
 Antiaritmici di Classe 1C [Chinidina, Anestetici locali es. Lidocaina, Flecainide]

Raramente è tanto grave da causare compromissione della CO tale da richiedere un immediato trattamento con cardioversione elettrica.

Ablazione trans-catetere
Nel trattamento a lungo termine
Erogando energia a radiofrequenza sulla via nodale lenta attraverso un catetere ablatore posto in corrispondenza del triangolo di Koch [seno coronarico-tendine di Todaro-lembo
settale della tricuspide]

36
Q

ECG tachicardia da rientro atrioventricolare

A

Tachicardia ortodromica
 QRS stretto
 R-R regolari
 Onda P nel tratto ST o onda T
 Intervallo RP > 70 msec

Tachicardia antidromica
 QRS largo (come nelle tachicardie ventricolari)

37
Q

trattamento tachicardia da rientro AV

A

o Trattamento farmacologico acuto → rallentamento della conduzione AV arrestando il rientro
 Adenosina
 Ca-antagonisti
o Trattamento farmacologico a lungo termine → farmaci antiaritmici di Classe I e III
o Ablazione trans-catetere nei pazienti sintomatici con TPS mal tollerata, sincope o FA.