Paralisi del faciale pt. 1 Flashcards

1
Q

Il nervo faciale ha un decorso che può essere diviso in 3 parti:

A
  • parte intracranica
  • parte della base cranica (5cm)
  • parte extracranica
    Non è una suddivisione anatomica, quanto pratica.
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2
Q

parte intracranica

A

nasce a livello bulbopontino, dove c’è il nucleo. Il nucleo è costituito da cellule comunicanti da cui si diparte un assone centrifugo verso la periferia. Il fascio di assoni costituisce il nervo.

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3
Q

Lesioni parte intracranica possono avvenire per

A

interventi chirurgici, traumi, accidenti/ictus a livello intracranico

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4
Q

parte della base cranica (5cm)

A

Lesioni da: traumi, tumori, altri accidenti. La paralisi più frequente è la paralisi di Bell, ancora chiamata la paralisi a frigore.

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5
Q

parte extracranica

A

fuoriesce dalla base cranica attraverso il foro stilomastoideo. All’inizio sta in profondità 3-4 cm sotto la pelle. Subito si dirige verso la periferia e verso la superficie. I rami in cui si divide non rimangono separati, comunicano fra loro, formando una sorta di rete. Il chiurgo divide la parete faciale in un lobo profondo, tutto ciò che sta in profondità rispetto a questa rete (circa un decimo), e un lobo superficiale.

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6
Q

NB: la chirurgia si fa per strati.

A

Cute, sottocute, platisma, che divide lo strato lamellare e lo strato areolare del sottocute.

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7
Q

Paralisi del facciale - Paralisi di Bell

epidemiologia

A

1/65 nel corso della vita avrà una paralisi di Bell 1/2500/anno ha una paralisi di Bell

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8
Q

eziopatogenesi paralisi bell

A

è dovuta a un’infezione da diversi virus (Herpes, Herpes Zoster che è più aggressivo). Infezione da virus -> edema. Il nervo che tende a gonfiarsi in una canale osseo non deformabile viene schiacciato. Se viene schiacciato, viene schiacciato insieme ai capillari che lo nutrono. Il flusso di sangue diminuisce e il nervo incontra un’ischemia. Se questa ischemia è sufficientemente prolungata o il nervo non è sufficientemente resistente, questo perde la sua funzione.

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9
Q

guarigione paralisi di Bell

A

In genere è in grado di ripararsi nel giro di qualche settimana, qualche mese.
Abbiamo:
-il 70% delle persone che recupera spontaneamente bene.
-il 27-28% ha un buon recupero, ma in realtà rimane con dei piccoli difetti (nella retrazione del sopracciglio, nel sorriso).
-il 2-3% che non recupera ed entra in paralisi.

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10
Q

cause paralisi facciale

A

–chirurgia neurinoma di VIII, molto vicino a VII, che viene compromesso. I nervi sono molto sensibili!
–Paralisi di Bell (ne arrivano meno, ma ne arrivano meno perché sono meno o perché non sanno a chi rivolgersi?)
–congenite (sindrome di Moebius)
–conseguenti a ictus
–conseguenti a traumi
–Herpes Zoster

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11
Q

conseguenze paralisi

A

Soprattutto nella persona anziana, caduta dei tessuti. Un muscolo che non viene usato si atrofizza. I muscoli pellicciai della faccia sono pure sottilissimi, la perdita di tono è molto rapida. Tenete presente questa ptosi, che però magari in un bambina è molto meno evidete perché i tessuti sono molto più elastici. Lo vedo solo quando fa le smorfie/piange. Dai 20 anni in su si vede l’asimmetria.

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12
Q

Problemi funzionali

A

1- non lubrificazione dell’occhio
2-Ala nasale deviata
3- Parla in maniera sbiascicata
4-Non mastica da quel lato perché altrimenti si morde la guancia
5-Depressione reattiva: persone che smettono di sorridere, che si vergognano, che si coprono la faccia quando parlano.

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13
Q

1- I problemi funzionali sono molti, il più importante è la lubrificazione dell’occhio.

A

Noi produciamo le lacrime superolateralmente, dove sta la ghiandola lacrimale, e le dreniamo inferomedialmente attraverso il dotto lacrimale. Tutto ciò è facilitato dal continuo ammiccamento (10-20 volte al minuto), che dipende da mille fattori. Se c’è vento/sabbia, l’ammiccamento è più frequente.
A meno che io non abbia un tic, la chiusura su stimolo volontario è molto meno frequente. Quante volte chiudete gli occhi volontariamente durante il giorno? Un paio. Viceversa, per avere una buona lubrificazione serve anche la chiusura involontaria che è l’ammiccamento.

In mancanza di ammiccamento si possono vedere lesioni corneali: la cornea si ispessisce per difendersi e si ha una perdita dell’acuità visiva, oppure si provocano delle vere e proprie lesioni che si infettano e possono sfociare nella perdita dell’occhio (non così rara nei Paesi in via di sviluppo).

Cosa succede in realtà all’occhio? Esso rimane molto spalancato per: ptosi della palpebra inferiore e la palpebra superiore rimane aperta, perché il meccanismo è dovuto al III nervo cranico che comanda l’elevatore della palpebra superiore e al VII che comanda l’orbicolare, che, quando si attiva chiude l’occhio. In questo caso è tutto sbilanciato verso l’apertura.

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14
Q

Tono del Viso

A

Noi non abbiamo mai un tono 0 del viso, abbiamo sempre un tono di base nei nostri muscoli. Il tono 0 è la paralisi.
Difficilmente chi parte dalla paralisi riesce ad arrivare al tono completo.

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15
Q

Come si dà stimolo a un muscolo che è denervato?

A

1) Mettendolo in contatto con un muscolo che invece è innervato.
2) Unisco i due nervi.
3) Innervazione diretta, la meno efficace delle tre. Nervo motore nel muscolo paralizzato, oppure nervo sensitivo nella porzione cutanea anestetizzata.

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16
Q

1) Mettendolo in contatto con un muscolo che invece è innervato.

A

Attento ai ruoli (non far comunicare AGONISTI con ANTAGONISTI o si attiveranno nel momento opposto a quello che ci interessa).
Questo vale per tutte le innervazioni: hai una zona anestetizzata perchè è stato tagliato il nervo che finisce in quella zona. Il nervo verrà reinnervato verso la periferia in seguito a meccanismo di proliferazione nervosa, per cui si intende non una proliferazione cellulare -le cellule nervose non si replicano-, ma una proliferazione assonale.

17
Q

Come si uniscono due nervi?

A

Si fa una sutura epineurale dell’epinevrio (NEURORRAFIA, corrispettivo nervoso dell’anostomosi). Perché non una sutura intrafascicolare? Perché quelle riguardono i grossi nervi, dove i fasci sono separati dal perinevrio ben evidente. Qua i nervi sono talmenti piccoli che è impensabile trovare i fascioletti.

18
Q

Come avviene la neurorrafia?

A

Io metto in contatto il nervo tagliato con il nuovo nervo. Gli assoni tagliati mandano un “comando biochimico” al nucleo, che nel giro di due o tre giorni “capisce” che è stato tagliato l’assone e inizia a produrre del materiale di riparazione. Questo è il flusso assoplasmatico, che si dirige con la velocità di un 1 mm al giorno verso la periferia. Quando arriva nel punto della neurorrafia, incontra un ostacolo: dovrà proliferare ed entratre dove abbiamo unito, arrivare al muscolo (che è stato paralizzato e deve revitalizzarsi) e indurre movimento. Dalla neurorrafia progredisce alla velocità di 1/3 di mm al giorno. Non è una misura standard per tutti i collegamenti, ma ci mette di sicuro molto tempo.

19
Q

Posso mettere in comunicazione i nervi in tanti modi:

A

1) anastomosi termino-terminale: uno sull’altro.
2) posso metterne due/tre su uno. (ie: un ramo del masseterino a 3 del faciale). È utile anche metterci un manicotto di vena.
3) termino-laterale /latero-terminale.

20
Q

3) termino-laterale /latero-terminale.

A

Con questa espressione intende il graft che si fa quando i nervi sono un po’ deficitari, ma mantengono ancora un po’ di funzione. Non c’è bisogno di donargli tutto il nervo, ma solo un po’ di fibre. Laterale = parziale. Se il nervo ricevente sta funzionando poco, è un po’ deficitario: contiene 50 assoni, anziché 100, non abbiamo bisogno di donare tutto il nervo donatore, basta che il donatore doni qualche assone in modo da aggiungere stimolo. Oltretutto fino a un 30% di funzione il nervo è in grado compensare senza che il pz si accorga del deficit di funzione. Il nervo donatore è sempre un nervo poco importante. Non prendo il frenico paralizzando il diaframma, prenderò il surale, ch mi darà un piccolo deficit a livello del tallone.

21
Q

I rametti di sviluppo del nervo faciale sono grossi 1/3 mm.

A

Il prof opera sulla periferia, sull’epinevrio (1/20 di mm), deve metterci dei punti. Senza microscopio non puoi sperarci.