Le emozioni Flashcards
Parla delle emozioni
Le emozioni sono risposte complesse a stimoli interni o esterni e svolgono diverse funzioni cruciali. Valutano la rilevanza degli stimoli, regolano lo stato di attivazione fisiologica, preparano all’azione, modellano il comportamento futuro e facilitano l’interazione sociale. Queste funzioni permettono agli individui di adattarsi in modo flessibile alle situazioni e di comunicare efficacemente le proprie esperienze emotive agli altri.
Quali sono le principali teorie sulle emozioni?
Le prime teorie sulle emozioni, come quella di Darwin, enfatizzavano il ruolo adattivo delle emozioni per la sopravvivenza. Successivamente, la teoria James-Lange propose che le emozioni fossero il risultato delle risposte fisiologiche agli stimoli. La teoria Cannon-Bard avanzò l’idea che le risposte fisiologiche e le emozioni fossero indipendenti ma simultanee. La teoria cognitivo-attivazionale di Schachter suggerì che le emozioni fossero il risultato di valutazioni cognitive dei segnali fisiologici. La teoria cognitivo-motivazionale-relazionale di Lazarus integrò aspetti cognitivi, motivazionali e relazionali nelle emozioni. La teoria psicoevoluzionistica di Plutchik esplorò le emozioni come adattamenti evolutivi. Infine, la teoria neuro-culturale considera l’interazione tra processi neurologici e fattori culturali nella formazione delle emozioni.
Parla della teoria James-Lange, o teoria periferica delle emozioni
La teoria periferica delle emozioni, proposta da James e Lange, suggerisce che le modificazioni fisiologiche precedono e causano l’esperienza emotiva. Secondo questa teoria, gli stimoli attivanti innescano cambiamenti fisici nel corpo, che poi sono interpretati come emozioni. Tuttavia, questa teoria è stata criticata per la lentezza dei cambiamenti viscerali rispetto alla percezione emotiva immediata, la mancanza di sensibilità dei visceri e la loro capacità limitata di generare una vasta gamma di emozioni. Inoltre, la scomparsa delle emozioni non avviene con la rimozione dei collegamenti tra organi interni e sistema nervoso centrale, e i cambiamenti fisiologici associati sono simili per emozioni diverse e stati non emozionali. Infine, i cambiamenti fisiologici da soli potrebbero non essere sufficienti a generare una reazione emotiva completa.
Parla della teoria centrale delle emozioni di Cannon-Bard
La teoria centrale delle emozioni di Cannon-Bard suggerisce che l’attivazione fisiologica e l’esperienza emotiva siano causate simultaneamente dallo stesso stimolo nervoso, ipotizzato a livello del talamo. Secondo questa teoria, il talamo avvia sia la risposta emotiva nel sistema nervoso autonomo, generando una risposta viscerale, sia la consapevolezza emotiva nella corteccia cerebrale. Tuttavia, scoperte successive hanno indicato che sono l’ipotalamo e il sistema limbico a giocare un ruolo importante nell’esperienza emotiva, non il talamo. Bard e Papez hanno ipotizzato un circuito emotivo che include l’ipotalamo, il talamo anteriore, il cingolo e l’ippocampo (circuito di Papez), integrato successivamente da MacLean con altre strutture come l’amigdala e i nuclei del setto, definendo il sistema limbico. LeDoux ha identificato un doppio circuito che collega l’amigdala ad altre strutture nervose, responsabile del processamento dell’informazione emotiva. Queste scoperte suggeriscono che varie emozioni attivano diverse strutture cerebrali, sia della corteccia sia delle regioni più profonde dell’encefalo.
Parla della teoria cognitivo-attivazionale delle emozioni
Schachter e Singer proposero la teoria cognitivo-attivazionale delle emozioni, che aggiunge una componente psicologica allo studio delle emozioni, considerando sia l’attivazione fisiologica che il ruolo della cognizione. Questa teoria, detta anche teoria bi-fattoriale o attribuzionale, suggerisce che le emozioni siano determinate da due componenti: l’attivazione fisiologica dell’organismo e la percezione e l’attribuzione causale di tale attivazione. L’interpretazione cognitiva di questa attivazione influisce sul tipo di emozione provata, variando in base all’evento attribuito. Tuttavia, la teoria è stata criticata per la sua inconsistenza in base ai risultati empirici.
Cosa si intende con appraisal?
Negli anni Ottanta, emersero le teorie cognitive delle emozioni, sostenendo che le emozioni dipendessero principalmente dall’interpretazione e dalla valutazione che gli individui fanno delle situazioni e degli stimoli ambientali. Il processo di valutazione, chiamato appraisal, rappresenta una valutazione diretta e immediata integrata nella percezione e consapevole solo dopo il completamento, senza richiedere riflessione o autoconsapevolezza. Secondo queste teorie, individui diversi possono rispondere con emozioni diverse alla stessa situazione in base alla valutazione cognitiva dell’evento e al significato ad esso attribuito, piuttosto che all’evento stesso. L’appraisal valuta immediatamente se l’evento è benefico o dannoso, presente o assente, e se facilita il raggiungimento di uno scopo o l’evitamento di uno stimolo dannoso.
Parla della teoria cognitivo-motivazionale-relazionale di Lazarus
Secondo la teoria cognitivo-motivazionale-relazionale di Lazarus, l’inizio dell’esperienza emotiva è determinato da un processo di valutazione cognitiva in cui gli eventi esterni vengono trasformati in qualcosa di rilevante e significativo per l’individuo, dando forma alle emozioni attraverso il significato attribuito agli eventi. Questo processo comprende tre stadi: l’Appraisal primario, che valuta immediatamente la pertinenza di una situazione; l’Appraisal secondario, che valuta le capacità di gestione dell’evento; e il Coping, la modalità di affrontamento effettivo della situazione. Tali stadi sono in rapporto circolare, con l’emozione come prodotto di un processo cognitivo continuo. Una critica a queste teorie è stata mossa da Zajonc, che ha teorizzato il primato dell’emozione sulla cognizione, sostenendo che la reazione emotiva sia la prima risposta a una situazione, con la comprensione che segue successivamente.
Parla della teoria psicoevoluzionistica di Plutchik
La teoria psicoevoluzionistica di Plutchik considera le emozioni come meccanismi di adattamento e sopravvivenza geneticamente determinati, composti da valutazione cognitiva, esperienza soggettiva, eccitazione fisiologica, impulso all’azione e comportamento manifesto. Plutchik identifica otto emozioni primarie, come gioia, tristezza, rabbia, paura, disgusto, sorpresa, fiducia e anticipazione, ciascuna con un ruolo di attivazione comportamentale. Il modello tridimensionale a forma di cono rappresenta le relazioni tra le emozioni, dove l’intensità emotiva è indicata dalla dimensione verticale del cono.
Cosa sostengono le teorie evoluzioniste?
Le teorie evoluzioniste considerano le espressioni facciali delle emozioni come innatamente universali, riflettendo stati motivazionali utili alla sopravvivenza. Esse suggeriscono che le emozioni siano risposte geneticamente determinate, con configurazioni specifiche di risposte neurofisiologiche ed espressive. Le espressioni emotive avrebbero una funzione adattiva e universale, con antecedenti emotivi comuni a tutti gli individui. Studi transculturali hanno in parte confermato l’universalità delle espressioni facciali, sebbene siano stati oggetto di critiche metodologiche.
Parla della teoria neuro-culturale di Ekman
La teoria neuro-culturale di Ekman cerca di conciliare l’universalità delle espressioni facciali con le variazioni culturali. Identifica sei emozioni di base, come rabbia, paura e gioia, associate a risposte neurofisiologiche innate. Tuttavia, riconosce anche emozioni secondarie, influenzate dalla cultura e dall’apprendimento, formate dalla combinazione delle emozioni di base. Le “display rules” culturali modellano l’espressione delle emozioni, determinando chi può manifestarle, quando e come, integrando quindi fattori innati con influenze culturali e sociali.