fonologia soprasegmentale Flashcards

1
Q

cos’è la fonologia lineare

A

una modalità di descrizione di fenomeni fonetici e fonologici che accomuna la fonologia strutturalista e quella generativista standard.
Questo punto di contatto tra due approcci tradizionalmente considerati contrapposti è dovuto, con tutta probabilità, alla figura di Roman Jakobson e alla sua collaborazione con Morris Halle

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2
Q

cos’è l’SPE

A

la descrizione in tratti dell’inventario fonologico inglese e che spiega come dalla forma profonda si possa passare ad un’analisi più superficiale. Unisce i modelli generativista e standard perché entrambi sono lineari.

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3
Q

cosa propone SPE

A

The sound Pattern of English estende alla fonologia lo stesso approccio applicato da Chomsky alla sintassi, con l’obiettivo di identificare la rappresentazione profonda e di derivare da questa, attraverso le regole fonologiche, la rappresentazione superficiale.

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4
Q

crisi del modello SPE

A

Negli anni Settanta si iniziano a studiare modelli diversi da quello inglese per cui la corrispondenza 1-1 tra tratto ed elemento non funziona.
in particolare è stata oggetto di critiche la rappresentazione unidimensionale che ne caratterizza i formalismi, basata sul principio di “linearità” [cfr. Saussure 1916], ovvero la proprietà del significante del segno linguistico di essere prodotto e di svilupparsi in successione nel tempo e nello spazio

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5
Q

perché il modello lineare non funziona?

A

Il principio di linearità è violato dall’analisi dei segmenti in tratti, che sono fasci di proprietà che si realizzano in simultaneità.
La fonologia lineare (strutturalista o generativa) impone che tutte le caratteristiche sonore siano associate a un singolo segmento. Ma accade con frequenza che un tratto si applichi a domini più ampi, come la sillaba.

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6
Q

modelli non lineari

A

si sviluppano su due assunti base:
1. la stringa sonora non può essere rappresentata senza residui in elementi discreti
2. la linearità non è l’unico principio di ordinamento in fonologia: i segmenti sono organizzati in costituenti di ordine superiore

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7
Q

modelli non lineari 2

A

: quando vado a segmentare la stringa sonora non posso farlo senza avere dei residui se vado a cercare il segmento/fonema e la linearità, così come avviene negli altri livelli di analisi

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8
Q

i tratti nei modelli non lineari

A

i tratti non sono più concepiti come attributi «intrinseci» dei segmenti, ma come proprietà autonome dal materiale segmentale che vengono rappresentati su livelli diversi che specificano diverse proprietà della lingua sonora come tono e ritmo.
I livelli sono indipendenti gli uni dagli alti, ma vengono posti in corrispondenza attraverso la comune proiezione, mediante linee di associazione, all’ossatura o «skeleton»

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9
Q

cos’è lo skeleton

A

livello astratto della rappresentazione costituito da una serie di unità temporali, indicate con “x”, che stabiliscono l’ordine lineare degli elementi segmentali. lo skeleton è il punto di aggancio astratto tra i livelli non lineari

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10
Q

rappresentazione della fonologia non lineare

A

nuova modalità di rappresentazione tridimensionale. i livelli che descrivono i diversi tratti delle unità linguistiche corrispondono alle pagine, lo skeleton è la costola che li tiene insieme

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11
Q

cosa comporta il passaggio alla fonologia non lineare?

A

il nuovo formalismo consente di rappresentare si le condizioni di corrispondenza tra tratti e segmenti sia le situazioni più complesse di marcatura isomorfia. è possibile associare un tratto a due o più unità dello skeleton oppure una sola unità a più tratti.

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12
Q

modelli di fonologia non-lineare

A

i più noti e diffusi sono la fonologia autosegmentale e la fonologia metrica.
entrambi sono organizzati secondo costituenti fonologici e gerarchicamente.

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13
Q

Qual è l’unità della fonologia non lineare

A

la SILLABA, definita come unità che consiste almeno di un elemento sillabico detto nucleo.
esiste anche un elemento intermedio detto “rima” che si compone di nucleo e coda, utile per spiegare i meccanismi di assegnazione dell’accento in alcune lingue tra cui il latino.
Nei modelli generativisi la sillaba viene marcata col sigma

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14
Q

cos’è il piede

A

unità che sta sopra la sillaba, costituente che domina una o più sillabe.
è formato da una sillaba «forte» (sf), a cui è associato un certo di grado di salienza e definita «testa» del piede metrico,
preceduta o seguita da una o più sillabe deboli.
non è presente in tutte le teorie perché soprattutto nelle lingue che hanno un’alta frequenza di parole bisillabiche coincide con le parole fonologiche

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15
Q

cos’è la parola fonologica

A

costituente prosodico che si trova subito sopra il piede, è di solito definito come sequenza di elementi organizzati attorno ad un unico accento primario. Non coincide necessariamente con la parola morfologica.

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16
Q

cos’è un clitico

A

alcune stringhe fonetiche composte da più lessemi possono organizzarsi intorno a un unico accento, per la presenza di «clitici». Due parole catalogate in lessemi diversi si uniscono organizzandosi intorno ad un unico accento

17
Q

cos’è un sintagma intonativo

A

Tra la parola e l’enunciato le teorie fonologiche autosegmentali postulano la presenza di altri due costituenti:
- sintagma intonativo (definisce i confini del contorno intonativo)
- sintagma fonologico (dominio di applicazione di alcuni importanti fenomeni fonologici tra cui il raddoppiamento fonosintattico)

18
Q

qual è il modello più completo per la descrizione dell’intonazione

A

è la fonologia autosegmentale-metrica (AM). Un modello che cerca di descrivere come funziona l’intonazione in maniera strutturata. è il primo tentativo di adozione di una vera e propria teoria formale per l’interpretazione e la descrizione di fenomeni prosodici.

19
Q

cosa prevede l’AM?

A

l’assunto di base di questo modello è che il profilo, l’andamento della frequenza fondamentale e quindi del pitch ha valore fonologico in tutte le lingue storico naturali, non solo in quelle tonali.

20
Q

caratteristiche dell’intonazione

A

intonazione come sequenza di toni alti (H) e toni bassi (L) che si trovano in opposizione fonologica.
I toni H e L rappresentano metaforicamente i materiali attraverso cui le lingue realizzano unità tonali di livello maggiore:
1. pitch accent
2. phrase accent
3. boundary tone
il pitch accent realizza l’accento; il phrase accent e il boundary tone marcano i confini dell’unità.

21
Q

pitch accent

A

I «pitch accent» si associano alle sillabe «metricamente» forti e gli assegnano un ulteriore grado di prominenza.
la sillaba portatrice di accento lessicale (stressed) diviene intonativamente accentata.
I “pitch accent” possono presentarsi sia come toni singoli (H∗, L∗), sia in forma bitonale (L+H∗, L∗+H, H+L∗, H∗+L)

22
Q

Phrase Accent e Boundary Tone

A

marcano i confini del sintagma intermedio (una o più parole fonologiche) e del sintagma intonativo (uno o più sintagmi intermedi) manifestandosi al confine di queste unità

23
Q

cos’è il ToBI

A

Tone and Break Indeces, uno standard di trascrizione dell’intonazione basato sulle teorie dell’intonazione