Cardiomiopatie Flashcards

1
Q

cosa sono le cardiomiopatie

A

Malattie del muscolo cardiaco che risulta strutturalmente o funzionalmente alterato.
Dovute a mutazioni autosomiche dominanti a dominanza incompleta in quanto la manifestazione fenotipica non insorge alla nascita ma è correlata con l’età.
Sono la principale causa di morte improvvisa nei pz con meno di 40 anni, soprattutto maschi (la manifestazione della malattia è favorita da sforzi).

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2
Q

definizione di cardiomiopatia dilatativa

A

Malattia del miocardio caratterizzata da dilatazione (a cui segue riduzione dello spessore della parete) e disfunzione contrattile del vs
Patologia grave ad esito infausto

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3
Q

eziologia di cardiomiopatia dilatativa

A

molto eterogenea

PRIMARIA FAMILIARE
geni per pt di citoscheletro, sarcomero, sarcolemma e membrana nucleare

-miosina binding pt 3 +freq anche in ipertrofica
-lamina associata a blocchi di conduzione
-canali del sodio come SCN5A molto aritmogena

-filamina C attacca il sarcomero alla membrana: fenotipo grave
-titina
-catena pesante della b miosina
-troponina T

-fosfolambano

-distrofina: su cromosoma X in associazione con la distrofia muscolare di Duchenne
- in associazione con la distrofia muscolare di Becker

PRIMARIA NON FAMILIARE
La più frequente è la postinfiammatoria conseguenza di una miocardite cronica

SECONDARIA
-agenti infettivi e tossici (antiblastici/alcol/droghe)
-malattie sistemiche autoimmuni

-tachiaritmie (es da feocromocitoma o disturbi della tiroide)
-postischemica

-peripartum (ultimo mese o primi 5 mesi dopo)

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4
Q

patogenesi della cardiomiopatia dilatativa

A

Il primum movens geneticamente determinato è la dilatazione, a cui segue riduzione dello spessore della parete e ulteriore perdita di contrattilità.
Ciò determina riduzione della fe e persistenza di un importante residuo telesistolico.
I ventricoli si dilatano ulteriormente.
La difficoltà di scarico nei ventricoli già pieni a inizio diastole determina dilatazione di as.
Congestione polmonare.
Scompenso dx.

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5
Q

clinica della cardiomiopatia dilatativa

A

-dispnea, astenia
-edemi declivi, turgore giugulari, stasi epatica, ascite, ins tricuspide
-aritmie
–per dilatazione: la distensione meccanica eccessiva del sarcomero è uno dei fattori che altera il rilascio del calcio e quindi provoca delle aritmie
–per sostituzione fibrosa e meccanismo da rientro

-terzo e quarto tono
-soffio da insufficienza mitralica da dilatazione dell’anulus

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6
Q

diagnosi della cardiomiopatia dilatativa

A

-ECO: dilatazione e disfunzione contrattile vs, dilatazione as, insufficienze valvolari, flussi
-ECG: voltaggi bassi (poche cellule nella parete); sottosliv da sovraccarico; e aritmie
-RM: per dd con forme secondarie da infarto o miocardite e con vs non compatto non distinguibile all’eco
-coronarografia: per la postischemica
-biopsia miocardica: quadri infiammatori

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7
Q

prognosi della cardiomiopatia dilatativa

A

NTproBNP e FE possono essere indicatori prognostici

progressiva esito infausto

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8
Q

terapia della cardiomiopatia dilatativa

A

PER LO SCOMPENSO
b bloccanti + ACE inibitori/sartani + diuretici ansa + antagonista recettore aldosterone + Dapa/Empagliflozin

PER ARITMIE
amiodarone
pacemaker per blocchi

PER PREVENIRE MORTE IMPROVVISA
ICD se:
-fe<35
-tachicardie ventricolari sostenute
-lamina mutata

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9
Q

definizione di cardiomiopatia ipertrofica

A

ispessimento asimmetrico (coinvolge solo una parte del ventricolo, spesso il setto) delle pareti del ventricolo sx, ne è intaccato anche il ventricolo di dx ma in misura minore, in assenza di cause che possano giustificarlo.

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10
Q

cut off spessore della parete nella cardiomiopatia ipertrofica

A

14 mm
12 mm se c’è familiarità
nei bambini 2 derivazioni standard in base a sesso ed età

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11
Q

epidemiologia della cardiomiopatia ipertrofica

A

è la più comune tra le cardiomiopatie e la principale causa di morte improvvisa nei giovani atleti insieme alla cardiomiopatia aritmogena

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12
Q

fattore che aggrava l’esito della cardiomiopatia ipertrofica

A

sport perché induce ulteriore ipertrofia del ventricolo

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13
Q

cause della cardiomiopatia ipertrofica

A

a differenza della dilatativa le varianti genotipiche e fenotipiche sono poche:

FORMA FAMILIARE 50%
mutazione proteine del sarcomero +++
-myosin binding pt C3 con prognosi favorevole
-catena pesante b miosina
-troponina

pt non sarcomeriche
-PRKAG2 per una chinasi: associata a difetti di conduzione intraventricolare

SECONDARIA AD ACCUMULO LISOSOMIALE
-malattia di Anderson fabry
-amiloidosi
-malattia di noonan con ipertrofia vd
-malattia di danon

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14
Q

patogenesi della cardiomiopatia ipertrofica

A

IPERTROFIA PRIMITIVA dovuta ad aumentata affinità dei miociti per il calcio

a cui consegue:

-modificazione dell’orientamento spaziale delle miofibrille

-fibrosi nella porzione centrale di parete per focolai ischemici dovuti alla compressione dei capillari da parte della parete ipertrofica

-dilatazione atrio sx

tutti fenomeni che predispongono allo sviluppo di aritmie
inoltre la dilatazione dell’as predispone anche a tromboembolismo

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15
Q

Essendo un’ipertrofia asimmetrica come viene classificata ?

A

In base a dove si localizza:

SUBAORTICA (detta ostruttiva) +++
Causa un’ostruzione dinamica al flusso di sangue attraverso la valvola aortica, determinando una ridotta frazione d’eziezione che può esitare in sintomi da ipoperfusione cerebrale e periferica. Simula una stenosi aortica con soffio a diamante durante la sistole, non irradiato alle carotidi (dd stenosi aortica) e che non diminuisce ma aumenta con la manovra di valsalva (soffio dinamico).
Inoltre l’aumento della velocità del sangue in uscita determina una riduzione della pressione intraventricolare e un risucchio della mitralica in direzione della valvola aortica: SAM O SYSTOLIC ANTERIOR MOTION. Questo causa insufficienza mitralica e contribuisce alla dilatazione striale e alle sue conseguenze.

MEDIOVENTRICOLARE

APICALE
può esitare in aneurisma della punta e dare luogo a tromboembolismo per cui aumenta il rischio di morte improvvisa

DIFFUSA

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16
Q

fattori di rischio di morte improvvisa in pazienti con cardiomiopatia ipertrofica

A

-età (aumenta proporzionalmente)
-grado di ipertrofia (spessore)
-localizzazione (APICALE grave)
-grado di dilatazione atriale
-storia di sincopi soprattutto durante l’attività fisica
-storia familiare di morte improvvisa
-evidenza di aritmie

(se subaortica)
-grado di ostruzione dinamica al flusso in uscita: aumenta quando aumenta la forza di contrazione del cuore; quando diminuisce il precarico e quando si riduce il postcarico.
-gradiente pretossorio che causa la SAM

-ultimamente il grado di fibrosi risulta fattore prognostico negativo

17
Q

clinica della cardiomiopatia ipertrofica

A

90% asintomatici

10%
-sincope da ipoperfusione
-dispnea da ingombro polmonare
-palpitazioni da aritmia
-angina da sforzo per aumentato fabbisogno di ossigeno

se subaortica
-soffio sistolico a diamante
-eventuale soffio da insufficienza mitralica

18
Q

possibili evoluzioni della cardiomiopatia ipertrofica

A

-morte improvvisa per aritmia 1.5%/anno
-scompenso per evoluzione in dilatativa 0.5%/anno

19
Q

diagnosi differenziale con ipertrofia da stenosi aortica

A

nella cardiomiopatia ipertrofica l’ipertrofia è asimmetrica mentre nella stenosi aortica è simmetrica

20
Q

diagnosi della cardiomiopatia ipertrofica

A
  1. ECG: rivela la cardiomiopatia ipertrofica anni prima dell’eco
    -aumento dei voltaggi con distribuzione coerente alla localizzazione dell’ipertrofia: indice di Sokolow Lyon con somma di S di V1 e R di V6 e valori >30
    -inversione T (se storta in V5 è apicale)
    -per la fibrosi vedo alterazioni ST e T e onde Q pseudoischemiche (soprattutto se coinvolto setto)
    -aritmie eventuali
  2. ECO
    -dimensioni e distribuzione ipertrofia
    -eventuale SAM
    -ECODOPPLER: nella subaortica efflusso a tenda canadese (come in brugada) ed effetto Coanda perché il flusso è così veloce che il doppler non lo becca.
  3. RM con contrasto al gadolinio
    focolai fibrotici postischemici
    -con mappaggio parametrico riesce anche a caratterizzare questi focolai dal punto di vista emodinamico e ritmico
  4. Biopsia se si sospetta Anderson Fabry
21
Q

terapia della cardiomiopatia ipertrofica

A

RALLENTARE L’EVOLUZIONE
-b bloccanti e ACE inibitori per ridurre frequenza e pressione e quindi lavoro cardiaco

-disopiramide antiaritmico classe I con effetto isotropo negativo ma va tenuto sottocontrollo per il potenziale proaritmico

PREVENZIONE MORTE IMPROVVISA
-IDC: se il rischio a 5 anni è >6% o se il pz ha già avuto un arresto

RIDURRE L’IPERTROFIA
-miectomia
-iniezione di etanolo

22
Q

cos’è la malattia di Anderson fabry e come la tratti

A

rara malattia ereditaria causata dal deficit dell’enzima lisosomiale alpha galattosidasi A, il cui gene si trova sul cromosoma X.
coinvolge oltre al cuore anche
-cute, occhio, orecchio
-rene
-SN
si cura con infusione bimensile della forma ricombinante dell’enzima

23
Q

definizione di cardiomiopatia aritmogena

A

Patologia genetica caratterizzata dalla sostituzione del tessuto miocardico con tessutofibroadiposo. quindi è una definizione istologica (necessaria RM).
Intacca principalmente il vd per le pareti sottili, con il progredire della malattia è coinvolto anche il vs.

24
Q

Eziologia della cardiomiopatia aritmogena

A

GENETICA

mutazione frame shift dei geni che codificano per le pt del desmosoma

-PLACOGLOBINA: malattia di Naxos
-DESMOCOLINA e DESMOGLEINA: componenti transmembrana
-PLACOFILINA (soprattutto VD) come la placoglobina collega la desmoplachina alle componenti transmembrana
-DESMOPLACHINA (soprattutto VS e in malattia di Carvajal) collega il desmosoma con i filamenti intermedi

ALTRE MUTAZIONI
-fosfolambano da QRS a bassissimo voltaggio e interessamento biventricolare
-TMEM43

25
Q

Patogenesi della cardiomiopatia aritmogena

A

Il desmosoma è coinvolto nel signaling della beta catenina e la mutazione delle sue pt altera la trascrizione facendo differenziare le cellule in adipociti.
In più i desmosomi sono deboli e determinano distacco e necrosi (dovuta a infiammazione=miocardite) dei miociti sostituiti da tessuto fibroso.

Ne conseguono:
-PERDITA DI TESSUTO MUSCOLARE e quindi discinesia e possibile evoluzione in cardiomiopatia dilatativa
-ARITMIE DA RIENTRO dovute all’infiltrazione fibroadiposa (cellule non eccitabili) e all’allontanamento dei miocardiociti (l’impulso non riesce a trasmettersi attraverso le connessine)

26
Q

Clinica della cardiomiopatia aritmogena

A

Inizialmente asintomatici poi sviluppano

ARITMIE: prima extrasistoli ventricolari (dal triangolo della displasia) e nella fase dilatativa aritmie monomorfe da rientro che possono esitare in fibrillazione ventricolare e arresto
+
DOLORE TORACICO x miocardite
+
Dato che i desmosomi si trovano anche a livello di cute e cheratina ci saranno anche MANIFERSTAZIONI EXTRACARDIACHE:
-cheratosi palmo plantare
-capelli cotonosi
Soprattutto nella forma autonomia recessiva detta Malattia di Naxos

27
Q

Decorso della cardiomiopatia aritmogena

A

Esordisce a 15-20 anni e ha una mortalità a 20 anni del 10% e a 40 anni del 20%.
Il decorso peggiora se si svolge un’attività fisica superiore alle 6 ore alla settimana.
La morte improvvisa è dovuta all’aritmia.

28
Q

Diagnosi della cardiomiopatia aritmogena

A
  1. ECG: si altera prima dell’eco ed è diagnostico nell’80% dei casi.
    -QRS largo e onde epsilon (patognomonic) per ritardo nella depolarizzazione (malattia avanzata)
    -T negative per ritardo nella ripolarizzazione
    -aritmie ventricolari polimorfe con asse superiore
    -tachiaritmia ventricolare con aspetto a BBS se extrasistole che origina dal vd e depolarizza il tessuto da dx a sx e dal basso verso l’alto
  2. ECO: disfunzione contrattile e dilatazione
  3. RM: definizione istologica per la diagnosi di certezza inoltre si fa diagnosi differenziale con il tessuto fibroso post ischemico: l’infiltrazione fibroadiposa della cardiomiopatia aritmogena è dall’epi all’endocardio. Se il pz ha defibrillatore non si può effettuare.

+

Analisi genetica compatibile
Biopsia compatibile (non si fa)

29
Q

Trattamento della cardiomiopatia aritmogena

A

VITA
limitare esercizio fisico a meno di 6 h alla settimana

ANTIARITMICI
b bloccanti-sotalolo (anche di classe 3)
amiodarone
ablazione

SCOMPENSO
ACE/sartani
Antagonisti aldosterone
diuretici

+anticoagulanti

DEFIBRILLATORE se ha avuto già arresto o se ha alto rischio di morte improvvisa

TRAPIANTO

30
Q

Definizione di cardiomiopatia restrittiva

A

Malattie miocardiche diverse caratterizzate da un pattern di riempimento ventricolare restrittivo in presenza di volumi ventricolari normali o ridotti.

31
Q

Cause di cardiomiopatia restrittiva

A

-fibrosi del miocardio
-fibrosi endomiocardica: esito di endomiocardite ipereosinofila in cui gli eosinofili provocano la necrosi con pt cationica. Intacca le valvole av.
-ipertrofia massiva
-infiltrazione: emocromatosi, glicogenosi, neoplasie, amiloidosi

32
Q

Patogenesi della cardiomiopatia restrittiva

A

La ridotta compliance ostacola il riempimento diastolico

33
Q

Clinica della cardiomiopatia restrittiva

A

INTACCATO IL VS
-sintomi da ridotta gittata e quindi ipoperfusione
-dispnea da ingombro polmonare

INTACCATO IL VD
-ipertensione venosa sistemica (segno di Kussmaul)

rischio di trombosi intracavitaria da stasi

+terzo e quarto tono
+itto palpabile 8differenziale con pericardite costrittiva)
+problemi alle valvole se f. endomiocardica

34
Q

Diagnosi della cardiomiopatia restrittiva

A
  1. ECG: voltaggi ridotti nelle forme infiltrative soprattutto amiloidosi ad eccezione di emocromatosi e glicogenosi
  2. ECO: si vede il quadro restrittivo
  3. RM: diagnosi differenziali con altri quadri restrittivi
  4. cateterismo: segno della radice quadrata
  5. biopsia per la causa della cardiomiopatia (dd tra le forme infiltrative)
35
Q

Terapia della cardiomiopatia restrittiva

A

FORME DI AMILOIDOSI
-AL: depositi di amiloide per iperproduzione di Ig da parte di un clone di plasmacellule. Si ca CHEMIO/TRAPIANTO AUTOLOGO DI STEM
-AA: terapia antiinfiammatoria o immunosoppressiva
-ATTR: si tratta solo la familiare (non senile) con trapianto cuore fegato

EMOCROMATOSI
salassoterapia/chelanti Fe

FIBROSI ENDOMIOCARDICA
decortication dell’endocardio e sostituzione delle valvole

36
Q

diagnosi differenziale della fibrosi endomiocardica

A

fibroelastosi endocardia infantile associata a malformazioni congenite e dovuta a proliferazione di tessuto fibroelastico dell’endocardio