Bradiaritmie, tachiaritmie pt.1 Flashcards

1
Q

Tipi di aritmie

A
  1. Bradiaritmie/ar. ipocinetiche: alterazioni nella formazione o conduzione dell’impulso sinusale con possibile rallentamento di FC
  2. Tachiaritmie/ar. ipercinetiche: caratterizzate da aumento FC, che subentra al fisiologico ritmo sinusale
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2
Q

Bradiaritmie classificazione

A
  1. Blocchi seno-atriali
  2. Blocchi atrioventricolari
  3. Anomalie della conduzione
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3
Q

Bradiaritmia senoatriale, possibili meccanismi

A
  1. Alterata formazione dell’impulso: si distingue da una bradicardia fisiologica (es. costituzione, uso di farmaci, allenamento) per l’irregolarità delle pause
  2. Alterata conduzione dell’impulso: blocco senoatriale
    - di grado I: l’impulso è condotto, solo rallentato –> onde P presenti
    - di grado II: l’impulso viene bloccato a livello della giunzione senoatriale e salta un battito –> assenza di onda P e QRS. Si distinguono 2 tipi
    - di grado III: nessuno degli impulsi originati è condotto agli atri
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4
Q

Blocco senoatriale II grado, tipi (definizione e caratteristiche ECG)

A

tipo 1. periodismo di Wenckebach, RARO: impulso a conduzione decrementale, una condizione di rallentamento progressivo della conduzione seno-atriale con intervallo P-P che diminuisce sempre di più fino ad avere la pausa;

tipo 2. comportamento di Mobitz 2 PIÙ FREQUENTE: salto di conduzione con distanza P-P multipla dell’intervallo base (n+1 in cui n è il numero di impulsi bloccati)

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5
Q

Diagnosi di blocco senoatriale

A
  • di grado I: studio elettrofisiologico (SEF) intracavitario, mostra presenza di impulso seno-atriale a conduzione rallentata
  • di grado II:
    tipo 1: ECG è diagnostico con decremento di P-P fino alla pausa, la quale deve essere inferiore al doppio di qualsiasi intervallo
    tipo 2: ECG è diagnostico con assenza di onda P a intervalli P-P corrispondenti a n+1 (n impulsi bloccati, 1 P-P basale)
  • di grado III: SEF con presenza di impulso, ma bloccato in conduzione

in quelli non diagnosticabili con ECG si richiede SEF per distinguerli da blocco SA totale (impulso non generato)

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6
Q

Blocco senoatriale definizione

A

è un difetto di trasmissione dell’impulso dal NSA agli atri attraverso la giunzione senoatriale, che è alterata

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7
Q

giunzione seno-atriale

A

via che connette le cellule pacemaker del nodo al miocardio atriale, risulta alterata nel blocco SA generando un difetto di conduzione

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8
Q

Blocchi atrioventricolari definizione

A

difetto di conduzione caratterizzato da anomala diffusione dell’impulso dagli atri ai ventricoli

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9
Q

Blocchi AV classificazione e caratteristiche ECG

A
  • I grado: tutti gli impulsi sono rallentati, con allungamento di P-R >0.20 sec
  • II grado: uno o più impulsi sinusali non sono condotti (non raggiungono i ventricoli)
    > Mobitz1: allungamento progressivo di P-R fino al blocco, che si mostra con assenza di QRS. L’entità di allungamento di P-R diminuisce progressivamente fino al blocco –> generando un R-R che si accorcia sempre più (corrispettivo di P-P in blocco SA)
    > Mobitz2: onde P ritmiche, seguite da QRS, con intervallo P-R costante e salto di conduzione che si mostra con P non seguite da QRS
  • II grado avanzato: salto di conduzione di più onde P in successione (rapporto di conduzione 3:1, 4:1…)
  • III grado o completo: condizione di dissociazione atrio-ventricolare, in cui l’impulso sinusale si mostra con onde P regolari ritmiche tra loro (40-60 bpm) che NON SONO IN RAPPORTO con QRS, anch’essi ritmici (che seguono pacemaker ventricolari a 25-30 bpm)
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10
Q

Rapporto di conduzione

A

n di onde P:n QRS
es. 3:2 indica due impulsi condotti ogni 3.
Se il rapporto di conduzione è alto (come nel blocco di II grado avanzato) si ha aumento del rischio di sincope (es. 4:1)

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11
Q

Distinzione tra blocchi AV sopra- e sotto-hissiani

A

importante dal punto di vista clinico!
- nei soprahissiani l’impulso viene comunque generato da componenti del NSA –> 40-60 bpm, QRS stretti

  • nei sottohissiani hai pacemaker ventricolari, più lenti (25-30 bpm) e quindi QRS slargati (>0.12 s); la funzione cardiaca è più facilmente compromessa (episodi sincopali, scompenso emodinamico, > predisposizione a tachiaritmie ventricolari fino a fibrillazione)
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12
Q

Diagnosi sede blocco AV

A
  • SEF endocavitario ti dà la certezza;
  • all’ECG: se il QRS è stretto puoi fare diagnosi di blocco soprahissiano, mentre se il QRS è slargato devi aggiungere come criteri:
    > se c’è blocco di II grado tipo 1 –> è soprahissiano (Wenckebach è tipico del nodo AV, non del sistema sottohissiano)
    > se c’è blocco II grado tipo 2 –> sottohissiano (tipica risposta tutto-nulla)
    > se c’è blocco di III grado –> soprahissiani con blocco di branca (che giustifica slargamento QRS) se FC >40-50 bpm; sottohissiani se FC<40-50
  • MSC: il blocco soprahissiano peggiora, il sottohissiano migliora
  • stimolazione adrenergica (sforzo)/atropina (vagolitico): il blocco soprahissiano migliora, sottohissiano peggiora
  • Holter: blocco che peggiora durante la notte è soprahissiano, se migliora sotto
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13
Q

blocco AV + blocco di branca?

A

nel blocco AV di III grado hai una dissociazione atrio-ventricolare, con ventricoli che seguono i pacemaker ventricolari –> FC<40-50, e quindi QRS largo.
Il blocco di branca è invece quando l’impulso è sinusale (quindi anche in presenza di blocco AV soprahissiano), ma la conduzione ai ventricoli è alterata –> FC>40-50, QRS comunque largo.

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14
Q

Eziologia blocchi AV

A
  • congeniti, spesso associati a LES materno
  • acquisiti:
  • infezioni
  • cardite reumatica
  • cardiopatia ischemica
  • cardiomiopatie primitive
  • farmaci: verapamil, b-bloccanti, digitale, amiodarone
  • insorti in corso di IMA: importante distinguere tra IM inferiore –> coronaria dx che irrora NAV –> blocchi soprahissiani ; IM anteriore –> coronaria sx –> sottohissiani
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15
Q

Clinica BAV

A
Il blocco:
I grado non complicato è asintomatico
II grado sintomatico se complicato
III grado quasi sempre sintomatico
sintomi:
prevalentemente ipoperfusione cerebrale, quindi lipotimie, sincope, con evt. evoluzione in sindrome di Morgagni-Adam-Stokes.

segni:
II grado: pause all’auscultazione;
III grado: frequenza bassa, ritmo regolare, primo tono a intensità variabile a seconda che si sovrappongano o meno sistole atriale e ventricolare (in tal caso tono intenso a “colpo di cannone”)

strumentale:
ECG secondo Holter per 24-48h, altrimenti registratori di eventi o loop recorder (le aritmie possono essere eventi non costanti e richiedere un monitoraggio esteso almeno a 24h)

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16
Q

sindrome di Morgagni-Adam-Stokes

A

tipo particolare di sincope spesso associata a convulsioni, con improvvisa perdita di coscienza causata da mancanza di gittata per aritmia a durata variabile e prolungata

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17
Q

Blocchi di branca definizione

A

condizione in cui la conduzione dell’impulso è alterata a livello di una delle divisioni del fascio di His.

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18
Q

Blocchi di branca classificazione

A

Si distinguono in:

  • Blocco di Branca Destra
  • Blocco di Branca Sinistra: fascicolo anteriore o posteriore (non per forza sono fasci unici)
  • Blocco bifascicolare: BBD + un BFPS/BFAS
  • Blocco trifascicolare: 1) BBD + BFAS/BFPS + blocco AV I grado (rallentamento nella conduzione della branca sinistra sana); 2) BBD + alternanza di BFAS e BFPS.
  • Blocco AV completo: BBD + BFAS + BFPS
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19
Q

Blocco di branca destra, sequenza eventi

A
  1. Partenza della depolarizzazione nella parte sinistra del fascio, vettore diretto da sx a dx con piccola onda r in V1 e piccola q in V6 e DI
  2. Prosegue con vettore che si dirige a sx, depolarizza l’apice del VS con completamento di R nelle precordiali e inizio nelle derivazioni sinistre e DI
  3. Depolarizzazione della base VS, con vettore diretto posteriormente e inferiormente a sx: onda R nelle precordiali sx e in D1, S nelle precord. dx
  4. Completamento del setto e apice e parete dx con vettore diretto a dx e ant: R’ in precordiali dx, S in precordiali sx e DI.
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20
Q

BBD ECG

A

1) QRS slargato > 0.11 s per blocco completo, 0.10-0.11 blocco incompleto;
2) rsR’ in derivazioni dx. V1 e 2
3) qRS in derivazioni sx DI-aVL-V5-V6

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21
Q

Blocco di branca sinistra (BFAS), sequenza eventi

A
  1. L’attivazione settale inizia a dx con vettore diretto a sinistra, quindi onda R nelle derivazioni laterali sx DI-aVL-V5-V6 e onda negativa o r nelle dx
  2. completamento del setto e del ventricolo dx, ma prevalgono i vettori settali: vettore cardiaco diretto a sinistra e posteriormente con QS o rS in V1, R nelle laterali
  3. attivazione della base del VS, vettore diretto a sinistra e posteriormente (di nuovo)
  4. vettore diretto sempre a sinistra ma anteriormente con completamento di:
    QS o S nelle precordiali dx
    R nelle laterali sx
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22
Q

BBS ECG

A

1) QRS slargato >0.12 completo, 0.11-0.12 incompleto
2) R monofasica o RR’ in DI-aVL-V5-V6
3) QS o rS (morfologia S dominante) in V1-V3

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23
Q

Come avviene l’attivazione del miocardio sx in BBS e dx in BBD?

A

tramite il miocardio comune che conduce il fronte d’onda a velocità più lenta –> ritardo della depolarizzazione

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24
Q

Emiblocchi

A

BFAS: il vettore medio è quello che depolarizza per ultimo, diretto in alto e a sinistra; determina devazione dell’asse cardiaco a sinistra oltre -30* e aspetto qR in DI-aVL e rS in D2-D3-aVF

BFPS: vettore in basso a dx, con deviazione di +120* e qR in D2-D3-aVF e rS in DI-aVL

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25
Q

ripolarizzazione in blocchi di branca

A

alterata; è rappresentata da slivellamento ST e onda T negativa nelle derivazioni in cui R è dominante, ovvero le anteriori con R’ nelle precordiali dx in BBD e nelle laterali in BBS

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26
Q

Terapia bradiaritmie

A

solo quando

a) è sintomatica
b) è asintomatica ma a rischio evoluzione e complicanze.

URGENZA
Farmacologica:
In blocchi e arresto, atropina (vagolitico) 0.5-1 mg bolo e.v., MA non efficace (anzi peggiora il blocco) se sottohissiano né nei ritmi di scappamento/dissiociazione AV. In quel caso b-stimolanti (isoprotenerolo, metaprotenerolo) o adrenalina possono mette una pezza ma tendenzialmente devi impiantare d’urgenza uno stimolatore.

Stimolazione elettrica: può essere temporanea quando la causa della bradiaritmia è reversibile (farmaci, disordini elettrolitici, ischemia acuta) o definitiva (impianto pacemaker). Inserisci un elettrodo in cava attraverso una vena periferica e lo posizioni in apice del VENTRICOLO DX; all’estremità opposta è collegato esternamente a un generatore di impulsi.

ELEZIONE: impianto di pacemaker

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27
Q

Posizionamento pacemaker bradicardie

A

1-2 cateteri a contatto con le cavità cardiache DX introdotti tramite succlavia e collegati sottocute a un pacemaker, impiantato in una “tasca” sopra il pettorale in sottoclaveare sx.

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28
Q

Pacemaker: interpretazione del codice a 3 lettere

A

I pm possono essere mono- o bicamerari, o biventricolari.

1) A-V-D a seconda che stimoli atrio, ventricolo o entrambi
2) A-V-D-O definiscono il sensing, la capacità di percepire l’attività spontanea rispettivamente in atrio, ventricolo, entrambi o assenza di funzione “sensing”
3) O-I-D-T definiscono il comportamento del pm in risposta al sensing: 0 risposta, Inibizione dell’elettrodo stimolatore al sensing di attività autonoma, Doppio controllo atrio-ventricolare, Triggered da attività spontanea (non si usa)

i più usati sono VVI (fibrillazione atriale cronica con bassa frequenza ventricolare) e DDD.
Alcuni pm sono rate-responsive (R) e aumentano la frequenza durante l’attività fisica grazie a sensori che percepiscono aumento di attività muscolare.

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29
Q

Indicazioni all’impianto di pacemaker

A
  1. Qualunque bradiaritmia sintomatica
  2. Blocchi AV di II-III grado
  3. Blocco bilaterale di branca perché predispone a blocco completo
  4. Blocco bifascicolare con allungamento del PR che fa sospettare blocco del terzo fascicolo in pz con sincope; allo SEF vedo H-V allungato
  5. Malattie del seno carotideo con 5 sec di pausa tra i battiti
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30
Q

Tipi di tachiaritmia

A
  1. Extrasistoli: battiti ectopici prematuri (atriali, giunzionali, ventricolari e parasistolie)
  2. Tachicardie sopraventricolari (t. sinusale, da rientro SA o AV…)
  3. Flutter e fibrillazione atriale
  4. Tachiaritmie ventricolari (monomorfa, polimorfa o a torsione di punta)
  5. Flutter e fibrillazione ventricolare
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31
Q

Patogenesi delle tachiaritmie

A

Ci sono tre possibili meccanismi:

  1. ACCENTUATO AUTOMATISMO di cellule pm di altri centri (o anche di miocardiociti in caso di patologie cardiache come l’ischemia). L’attività del focus ectopico può esplicarsi saltuariamente (extrasistole) o essere ripetitiva e duratura;
  2. RIENTRO, che si verifica quando:
    - c’è un circuito (anatomico o funzionale) bipartito in due vie di conduzione A e B, entrambe in grado di attivare una zona di miocardio a valle;
    - si instaura un blocco unidirezionale, cioè l’impulso deve essere bloccato in senso anterogrado in una delle due vie, a causa di una differenza del periodo refrattario tra A e B;
    - la conduzione attraverso la via A è sufficientemente lenta da arrivare a B quando quest’ultima è tornata eccitabile.
  3. TRIGGERED ACTIVITY, causata da transitorio aumento di potenziale che può avvenire:
    - in fase 2 o 3 del PA –> postdepolarizzazione precoce. Questa è favorita da condizioni che causano allungamento della fase di ripolarizzazione e da bradicardia. È implicata nella genesi delle torsioni di punta, che insorgono in condizioni di allungamento di QT.
    - in fase 4 –> tardiva. Causata da condizioni che favoriscono aumento delle correnti depolarizzanti di Ca2+, favorite dalla tachicardia; tra le cause più tipiche c’è l’intossicazione digitalica.
32
Q

S. di Wolff-Parkinson-White

A

È una sindrome causata da un macrorientro […]

33
Q

Extrasistolia, definizione

A

Battito originato da un punto del cuore diverso dal NSA, che interviene prematuramente interrompendo la regolarità del ritmo cardiaco.

34
Q

Classificazioni delle extrasistoli

A
Si distinguono in base alla sede in:
1. Atriali;
2. Giunzionali; --> queste 2 formano il gruppo di ES sopraventricolari;
3. Ventricolari;
4. Parasistolie.
A seconda del numero:
- isolate
- bigemine
- trigemine
A seconda della morfologia:
- monomorfe 
- polimorfe
35
Q

Extrasistoli atriali, cause

A
  1. Stress
  2. Sostanze eccitanti (tè, caffè)
  3. disturbi GI (GERD, distensione gastrica)
36
Q

Extrasistoli atriali, intervallo P’P e PP

A
Caratterizzate da una morfologia P' extrasistolica: 
- l'intervallo tra l’extrasistole (P’) e
l’onda P precedente più corto del
normale intervallo PP sinusale;
- l'intervallo P’P (tra extrasistole e onda
successiva) simile all’intervallo PP
sinusale (questo perché l’impulso
penetra il nodo del seno e lo
depolarizza, resettando il ritmo
sinusale);
- L’intervallo tra due onde P sinusali
che contengono l’extrasistole (che è
dato dalla somma dei due intervalli
precedenti) è inferiore al doppio di un
normale ciclo PP sinusale.
37
Q

Extrasistoli atriali, QRS e P’R

A
Il complesso QRS è identico a quello fisiologico, salvo che
- Se l’impulso anomalo trova il NAV in
refrattarietà assoluta → P non
seguita da QRS (l’impulso ectopico
non potrà attivare il nodo AV, per cui
viene “bloccato” e non raggiunge i
ventricoli)
- Se l’impulso trova il NAV in
refrattarietà relativa → si allunga P’-
R (il tempo di conduzione
dell’impulso dagli atri ai ventricoli
risulta allungato rispetto a quello
rilevabile durante il ritmo sinusale)
38
Q

Extrasistoli atriali e intervallo di copula

A
Si parla di copula perché c'è una correlazione fisiopatologica tra battito extrasistolico e ritmo sinusale.
→ Intervallo tra extrasistole e batto
sinusale successivo (intervallo di
recupero): 1sec (simile a quello
normale)
→ Intervallo tra battito sinusale ed
extrasistole (intervallo di copula):
costante e caratteristico (più corto di
PP normale)
Recupero+copula dà sempre un valore <
del doppio dell’intervallo sinusale di base
(pausa non compensatoria).
- Se l’extrasistole ha un intervallo di
copula abbastanza ampio, trova le
branche entrambe eccitabili --> normale
conduzione (QRS normale)
- Può capitare che il battito sia talmente
anticipato che trova una branca
refrattaria --> conduzione aberrante
(QRS anormale).
- Se la copula è così breve da trovare
entrambe le branche refrattarie --> la
conduzione non avviene, extrasistole
atriale bloccata o non condotta
39
Q

Clinica dell’extrasistole atriale

A

Il pz. riferisce sensazione del cuore che si ferma, salto di un battito o sfarfallio; al polso si avverte ritmo regolare con salto di un battito

40
Q

Extrasistole atriale, terapia

A

generalmente sono benigne e non richiedono trattamento; antiaritmici di classe I, II o III se sintomatica

41
Q

Extrasistoli ventricolari, cause

A

Sono la forma di aritmia più frequente.

  • In assenza di cardiopatia hanno le stesse cause delle atriali (stress, sostanze eccitanti, disturbi GI);
  • In presenza di cardiopatia: si manifestano frequentemente in corso di infarto o scompenso cardiaco.
42
Q

Extrasistoli ventricolari, ECG

A
- QRS extrasistolico anormale:
o Prematuro
o Più lungo di quello del normale
ritmo sinusale (durata > 0.12 sec)
o Non preceduto da onda P.

Nella maggior parte dei casi, l’extrasistole
ventricolare non riesce ad attivare gli atri e,
quindi, a penetrare nel nodo del seno, in
quanto l’impulso elettrico è in genere
bloccato nel nodo AV.
L’onda P sinusale che cade all’interno del
battito ventricolare prematuro non riesce a
sua volta a propagarsi ai ventricoli ancora in
uno stato di refrattarietà (causata
dall’extrasistole appena occorsa). Ciò
determina una pausa dopo l’extrasistole,
che termina con la comparsa del successivo
battito sinusale.

43
Q

Extrasistole ventricolare, la pausa è compensatoria?

A

Poiché l’extrasistole ventricolare non
influenza il ciclo sinusale, ma causa
comunque la mancata conduzione della P
che interviene subito dopo la sua comparsa,
ne deriva che l’intervallo tra le due P
sinusali condotte che precedono e
seguono l’extrasistole è pari al doppio del
normale ciclo sinusale (intervallo di copula
+ intervallo di recupero): è una PAUSA
COMPENSATORIA.

[Raramente l’extrasistole riesce a passare il
NAV e viene retrocondotta agli atri e arriva
anche a depolarizzare il NSA –> va così a
resettare il ritmo sinusale e quindi sarà
seguito da una pausa non compensatoria.]

44
Q

Caratteristiche dell’extrasistole ventricolare

A
L’extrasistole ventricolare è caratterizzata
da:
 Frequenza elevata >= 10/h;
 Presenza di forme ripetitive;
 Polimorfismo;
 Precocità marcata → fenomeno R su T
(rischio di fibrillazione ventricolare).
45
Q

Terapia extrasistoli ventricolari

A
Niente sostanze eccitanti, ma correzione
dello scompenso cardiaco o della
ipokaliemia e sospensione farmaci
proaritmici.
 Battiti prematuri ventricolari -->
Antiaritmici classe I e II e amiodarone
 Extrasistoli frequenti, sintomatiche e
refrattarie ai farmaci --> ablazione transcatetere
46
Q

Clinica extrasistoli ventricolari

A

CLINICA: solo se le extrasistoli sono
ripetitive possono dare manifestazione di sé
con sensazione di cuore che si ferma e colpi
forti;
a volte anche segni di scompenso (dispnea e
bassa portata periferica).
DIAGNOSI: polso irregolare interrotto da
pulsazioni anticipate, seguite da battito
ampio.
All’auscultazione (fondamentale per porre
diagnosi) percependo i battiti prematuri.

47
Q

Parasistolia

A

forma rara di aritmia dovuta alla presenza di un centro automatico protetto dal ritmo sinusale. Diagnosticato sulla base di 3 criteri ECG:

  1. la copula è variabile
  2. gli intervalli dei battiti ectopici sono multipli di un comun denominatore
  3. sono presenti battiti di fusione ventricolare, quando l’attivazione del centro ectopico avviene contemporaneamente a quella sinusale
48
Q

SEF, studio elettro-fisiologico

A

Può essere intracavitario o transesofageo (quest’ultimo usato perlopiù in pediatria).
Nell’intracavitario viene fatto avanzare un sondino con elettrodi all’estremità in grado di percepire o stimolare l’attività elettrica cardiaca, che posizioniamo:
1. Nell’atrio destro, dove rileva l’attività del NSA e la depolarizzazione atriale (onda A);
2. A ridosso della tricuspide, dove misura la depolarizzazione atriale, del fascio di His e del ventricolo (onde A, H, V);
3. All’apice del Vdx, dove rileva l’onda V.
Possiamo scomporre il tempo di conduzione A-V in:
• intervallo P-A, che va dall’inizio dell’onda P all’ECG di superficie all’inizio dell’onda A (n = 30-55 msec);
• intervallo A-H (n = 60-130 msec);
• intervallo H-V (n = 35-55 msec).

49
Q

Extrasistolia giunzionale

A
Caratterizzata da un battito anticipato
che origina a livello del nodo AV, attiva i
ventricoli secondo la via normale e
attiva contemporaneamente anche gli
atri
50
Q

ECG extrasistolia giunzionale

A
1. Se origina da parte media NAV:
attivazione delle 4 camere è
contemporanea --> QRS normale non
preceduto da onda P (mascherata
dal QRS)
2. Se origina da parte inferiore NAV:
attiva prima i ventricoli e subito
dopo gli atri in senso retrogrado -->
QRS prematuro (ma uguale al
sinusale) e onda P subito successiva
(positiva e appuntita in V1; negativa
in D2, D3 e aVF)
3. Se origina da parte alta NAV:
attivazione prima retrograda degli
atri e poi anterograda dei ventricoli
--> QRS normale prematuro
immediatamente preceduto da
onda P’ ectopica (sono comunque
molto ravvicinate P’-R < 0.1s)
51
Q

extrasistolia giunzionale, pausa compensatoria?

A

Andando a depolarizzare il nodo del
seno, resetta il ritmo sinusale e, quindi,
la pausa in questa extrasistolia sarà NON
compensatoria (retroconduzione
dell’impulso)

52
Q

Terapia extrasistolia giunzionale

A

il trattamento non è specifico

53
Q

Extrasistole atriale, come localizzo il focus in base a ECG?

A
Se l’onda P’ è:
o	negativa in V1 → focus a dx
o	negativa in D2, D3, aVF → focus in basso a dx
o	negativa nelle laterali → focus a sx
o	Durata ~0.1s → setto interatriale
54
Q

DDx extrasistolia atriale e ventricolare, qual è la prima cosa che salta all’occhio?

A

La pausa: nella atriale non è compensatoria, nella ventricolare sì

55
Q

Definizione tachicardia

A

Per tachicardia si intende, in generale, un ritmo con una frequenza cardiaca ≥ 100bpm

56
Q

Tachicardia sinusale

A
caratterizzata da una sequenza ritmica di battiti con frequenza ≥ 100 bpm/min, a partenza dal NSA e che danno luogo a una normale successione dell'onda di attivazione elettrica del cuore. Fisiologica:
- stress
- attività fisica
- bambini
Patologica:
- febbre
- ipotensione
- ipertiroidismo
- scompenso cardiao
Consegue all'aumento di attività adrenergica e diminuzione del tono vagale --> aumento di FC.
57
Q

Tachicardia sinusale, ECG

A

solo una diminuzione dell’intervallo PP, morfologia normale

58
Q

Tachicardia sinusale vs tachicardia sinusale inappropriata, diagnosi e terapia

A

l’inappropriata si manifesta anche a riposo per minimi sforzi, a causa di una scarica spontanea del NSA; bisogna trattare il pz. con IVABRADINA, Ca2+-antagonisti NDH, beta-bloccanti.

59
Q

Terapia tachicardia sinusale

A

Si tratta la condizione di base. La risposta al MSC è minima.

60
Q

Tachicardia parossistica sopraventricolare (TPSV)

A

è una tachicardia di origine sopraventricolare, di durata variabile da pochi minuti a ore, che insorge e termina improvvisamente.
Tra le aritmie più frequenti, è riconoscibile in base all’anamnesi: il pz. individua bene inizio e fine della tachiaritmia.

61
Q

Tipi di TPSV

A

il 90% è divisibile in

  • TPSV da rientro nodale AV (2/3 dei casi)
  • TPSV da rientro atrioventricolare
62
Q

TPSV da rientro nodale AV

A

È la forma più frequente, si manifesta in soggetti sani e tende ad aggravarsi nel tempo. La sua caratteristica è la presenza di due vie di conduzione separate nel nodo atrioventricolare.

63
Q

caratteristiche del circuito di rientro

A
  1. Presenza di due vie di conduzione separate nel nodo AV;
  2. Le due vie hanno velocità di conduzione diversa: c’è una via lenta e una via veloce;
  3. Le due vie hanno differente durata del periodo refrattario.
64
Q

Meccanismo di rientro in assenza di extrasistole

A

In condizioni fisiologiche l’impulso viene condotto ai ventricoli lungo la via veloce, che ha periodo refrattario minore e viene trovata in condizioni di eccitabilità dall’impulso sinusale; a valle le due vie si congiungono e l’impulso tende a risalire lungo la via lenta, ma si scontra con l’impulso proveniente dall’alto e i due impulsi si annullano.

65
Q

Meccanismo di rientro in extrasistole ed ECG: slow-fast, fast-slow

A
  1. SLOW-FAST (via anterograda lenta, retrograda veloce) 95%:
    se abbiamo un’extrasistole ATRIALE, questa trova la via veloce refrattaria, imbocca la via lenta e a valle risale per la via veloce (ora eccitabile) in maniera retrograda, a depolarizzare gli atri (rientro), e poi di nuovo in senso anterogrado a condurre una seconda piccola depolarizzazione dei ventricoli (microrientro). Ha frequenze tra i 180-220 cicli al minuto.
    - QRS stretto;
    - onda di retroconduzione P’: o è mascherata da QRS, o immediatamente dopo, ed è negativa in d. inferiori e + in V1;
    - R-P’ assente o cortissimo.
  2. FAST-SLOW (anterograda veloce, retrograda lenta), 5%:
    riguarda i casi di extrasistole VENTRICOLARE. L’impulso parte dal basso, percorre la via veloce per arrivare agli atri e poi rientra ai ventricoli con la via lenta. Le frequenze sono minori.
    - P’ arriva più lentamente –> RP’ è più lungo di PR;
    - frequenze minori.
66
Q

Trattamento TPSV da rientro nodale AV

A

Semeiotico: rispondono a manovre vagali (MSC, Valsalva), che risolvono l’aritmia.
Farmacologico: curativo con adenosina (breve emivita e pochi effetti coll.), verapamil/diltiazem, b-blocc, digitale; preventivo con verapamil/diltiazem, b-blocc.
Chirurgico: ablazione, in caso di refrattarietà alla terapia

67
Q

TPSV da rientro AV

A

Rappresenta il 25% delle TPSV, e si può trovare inscritta nella sindrome di Wolff-Parkinson-White (quando quest’ultima è sintomatica).
La sua caratteristica è che le due vie di conduzione sono una la normale via presente nel nodo AV, e l’altra una via accessoria costituita da fasci di miocardiociti che scavalcano l’anello fibroso connettendo in maniera anomala atri e ventricoli.

68
Q

Caratteristiche del circuito di rientro AV e meccanismo fisiopatologico

A
  1. Presenza di due vie, una la normale via di conduzione nodale, l’altra una via anomala di connessione atrioventricolare costituita da fasci di miocardiociti;
  2. Le due vie hanno velocità di conduzione differenti; l’impulso trova la via anomala refrattaria, procede per la via normale, nell’attivare i ventricoli penetrerà anche nella via anomala ora eccitabile e verrà condotto in senso retrogrado, per poi essere nuovamente condotto lungo la via normale in senso anterogrado: si parla di MACROCIRCUITO (170-220 bpm);
69
Q

TPSV da rientro AV: ortodromica, antidromica

A
  1. Via ORTODROMICA (++): l’impulso procede prima nella via normale e poi in quella accessoria in senso retrogrado; la conduzione avviene in tempi normali, il QRS è stretto, l’intervallo RP’ è lungo e la P si trova nella T/nel tratto ST.
    Trattamento di sblocco: manovre vagali, adenosina/ca-ant/b-blocc/amiodarone (AAR III)/digossina.
    Prevenzione: farmaci, ablazione.
  2. Via ANTIDROMICA (2-3%): la via accessoria conduce l’impulso in senso anterogrado, quella AV in senso retrogrado. QRS molto slargati e atipici, RP’lungo, la P non si vede.
    Trattamento: CARDIOVERSIONE ELETTRICA, AAR IC (flecainide), III (amiodarone), IA (procainamide)
    Prevenzione: farmaci, ablazione.
70
Q

Sindrome di WPW

A

è una storia clinica di TPSV in presenza di un quadro ECG di pre-eccitazione ventricolare (onda delta) da via anomala ventricolare.

71
Q

WPW fisiopatologia

A

l’impulso extrasistolico eccita precocemente il ventricolo attraverso la via anomala, generando un tratto P-R ridotto in lunghezza (<= 0.12 sec) e un’onda delta di pre-eccitazione ventricolare, che può essere positiva o negativa a seconda del punto pre-eccitato:

  • tipo A: se l’onda d è positiva nelle der. ant. (++V1): pre-eccitazione nella parte post. del Vsx;
  • tipo B: onda d negativa o assente in precordiali, pre-eccitazione delle regioni ant. del cuore (vettore diretto post. e a sx).

La pre-eccitazione può essere anche occulta (non visibile all’ECG) o intermittente.

72
Q

Caratteristiche del fascio di Kent

A

La via anomala è normalmente presente in età fetale e scompare nella maggior parte dei casi; laddove rimane è perlopiù asintomatica. Solo in una minoranza dà origine alla WPW.
è caratterizzata da una maggior velocità di conduzione ma un periodo refrattario più lungo e menomale!, perché quando il p.r. è < 0.25 si può avere morte improvvisa (raro)

73
Q

Morte improvvisa nel WPW

A

incidenza in soggetti di ogni età pari a <1/1000/anno.
La TPSV da rientro può facilitare la degenerazione dell’aritmia in fibrillazione atriale in casi in cui il fascio di Kent ha periodo refrattario < 250msec. Questo può determinare un’attivazione ventricolare > 300bpm con il rischio di sviluppo di fibrillazione ventricolare e morte improvvisa.

74
Q

HRF morte improvvisa e WPW

A

Fattori di rischio elevati sono:

  • RR pre-eccitato <250 msec durante FA spontanea
  • per. refr. < 250 msec allo SEF
  • vie accessorie multiple
  • storia famigliare di morte improvvisa con WPW
  • Ebstein (malformazione della tricuspide raramente associata a WPW)
75
Q

LRF morte improvvisa e WPW

A
  • pre-eccitazione intermittente
  • scomparsa della pre-eccitazione sotto sforzo (!): bassi aumenti di FC riescono a inibire il rientro, per lunghi periodi refrattari del Kent
  • scomparsa pre-eccitazione con AAR IA (es. procainamide 10 mg/kg e.v)
  • asintomatici > 35-40 aa;
  • RR > 250 msec durante FA spontanea o indotta
76
Q

Terapia WPW

A

> Se asintomatico: nessun trattamento
Sblocco della TPSV: manovre vagali, se c’è FA con elevata frequenza ventricolare si fa CARDIOVERSIONE ELETTRICA, oppure AAR IC/III
Prevenzione TPSV: ablazione via accessoria