Rousseau - Il Contratto Sociale Flashcards

1
Q

Quando viene pubblicato il contratto sociale, con quali modalità e da che parti si compone?

A

Il contratto sociale viene pubblicato nel 1762 in forma anonima ad Amsterdam, nel tentativo di aggirare la censura.
Non è un’opera a sè stante ma dalle dichiarazioni di Rousseau sappiamo che è un estratto di un’opera maggiore e più sistematica che non è mai stata realizzata&raquo_space; in questo modo si spiegano certe incompletezze e contraddizioni
COMPOSTA DA QUATTRO PARTI:
PRIMO LIBRO = fondazione del potere politico
SECONDO LIBERO = potere legislativo e concetto di sovranità
TERZO LIBRO = potere esecutivo
QUARTO LIBRO = vari argomenti

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2
Q

In che modo viene esplicitato l’obiettivo dell’opera nel primo capitolo del primo libro?

A

L’obiettivo (e il problema) dell’opera è il seguente: l’uomo è per natura libero ed uguale ad ogni altro uomo ma in ogni società civile contemporanea è in catene, è schiavo e governato, in quanto ha dimenticato la sua vera natura e considera giusto il governo di uomo su un altro uomo.
Ormai l’uomo è socializzato e non è possibile ritornare allo stato di natura, quindi è necessario fondare un potere politico legittimo all’interno della società, in modo da poter mantenere tutti gli uomini liberi e uguali come erano prima = bisogna rendere legittimo e razionale lo stato sociale

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3
Q

Che cosa viene analizzato nel capitolo due del primo libro? Perchè è una questione problematica?

A

Nel secondo libero viene analizzata la famiglia, definita unica forma di società naturale. Questo è un problema perchè ogni società implica il governo di un uomo su un altro (in questo caso dei genitori sui figli) e naturalmente non vi può essere nessun governo di uomini su altri uomini.

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4
Q

Come risolve Rousseau il problema del governo naturale dei genitori sui figli?

A

Rousseau afferma che il governo dei genitori (del padre, in particolare) sui figli è sì naturale, ma solamente fino a quando i figli non siano autonomi ed in grado di provvedere da sè alla loro autoconservazione. A quel punto la famiglia si scioglie, ogni membro recupera la propria indipendenza e se la famiglia permane è solamente per convenzione e non per natura.

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5
Q

Quale critica muove Rousseau ai pensatori precedenti a lui? E chi sono questi pensatori?

A

Sempre all’interno del capitolo due Rousseau muove una critica ad alcuni pensatori precedenti, accusandoli di aver scambiato fatti con diritti: nella realtà empirica è evidente che vi siano rapporti di potere e di comando tra gli uomini, ma questo non li rende in alcun modo legittimi. I rapporti di comando tra uomini sono dovuti al fatto che essi hanno accettato passivamente la loro schiavitù come naturale, ma non significa che naturalmente esistano uomini adatti a governare e uomini adatti ad obbedire.
Cita Grozio (giurista occupatosi del diritto delle genti), Caligola, Aristotele (male, travisandolo e reinterpretandolo) ed Hobbes (MOLTO STRANO, o non conosceva Hobbes di prima mano o vuole distaccarsene mettendo in risalto l’esito assolutistico a cui perviene)

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6
Q

Quale riferimento a Filmer è presente nel capitolo due?

A

Nella conclusione del capitolo due è presente un riferimento ironico a Filmer, in quanto vengono citati ironicamente Adamo, Noè e i patriarchi per criticare sarcasticamente la teoria del diritto reale come discendente dal diritto degli antichi patriarchi.

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7
Q

Quale argomento specifica Rousseau nei capitoli tre e quattro?

A

Nei capitoli tre e quattro Rousseau ribadisce come DALLA FORZA non sorga NESSUN DIRITTO LEGITTIMO, si deve obbedire solamente ad un potere razionale e legittimo.
Anche se un re dovesse con la forza obbligare molte persone a sottomettersi a lui, e anche se queste persone fossero convinte della naturalità della loro sottomissione al regnante, il potere non sarebbe comunque legittimo = potrebbe essere usurpato, è fragile, nessun uomo ha il diritto di comandare un altro uomo
» necessità di fondare un potere legittimo!&raquo_space; il comando deve essere anche in questo caso di un attore autorizzato, anche se di un attore diverso da quello di Hobbes

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8
Q

Un popolo può darsi un re secondo Rousseau?

A

Rousseau nel capitolo cinque propone la dottrina di Grozio secondo cui un popolo può darsi un re, ovvero può scegliere autonomamente di sottomettersi al potere di un regnante.
Prima però di affrontare questa questione è necessario domandarsi cosa sia un popolo e dove trovi la sua origine = bisogna indagare l’atto che rende un popolo un soggetto collettivo, ovvero il patto sociale

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9
Q

Dove avviene il patto sociale per Rousseau?

A

Il patto sociale per Rousseau non avviene nelle società storiche a lui contemporanee, ma compie un ipotesi logica ritornando allo stato di natura, prima che subentrasse la socialità e gli uomini cadessero nello stato di guerra.&raquo_space; i soggetti escono dallo stato di natura attraverso il patto sociale&raquo_space; ma perchè ne devono uscire se sono liberi? perchè storicamente ne sono usciti!&raquo_space; devono unirsi in modo razionale e legittimo per evitare di cadere nel conflitto e nello stato di guerra di tutti contro tutti.

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9
Q

Quali caratteristiche ha il patto sociale per Rousseau?

A

Il patto sociale per Rousseau è un patto (come per Hobbes) d ciascun individuo con ciascun altro = ciascuno pattuisce con ciascun altro di cedere tutto il proprio diritto al corpo collettivo e di riconoscere la volontà del corpo collettivo (che si esprimerà attraverso la maggioranza) come propria.
» in questo modo il diritto viene dato a tutti = non viene dato a nessuno&raquo_space; individui rimangono tutti liberi e uguali.
» obbedendo al potere collettivo ognuno obbedisce alla propria volontà, di conseguenza tutti mantengono la propria libertà

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9
Q

Con che nomi viene chiamato il corpo collettivo così costituito?

A

Il corpo collettivo così costituito si chiama STATO quando si riferisce al popolo che obbedisce alle leggi, si chiama SOVRANO quando si riferisce al popolo che comanda ed in generale si chiama REPUBBLICA o CORPO COLLETTIVO

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10
Q

Con che nomi vengono chiamati i singoli membri della repubblica?

A

I singoli membri vengono chiamati POPOLO nella loro interezza, SUDDITI quando vengono considerati come privati individui e CITTADINI in quanto parte del popolo.
» vi è una duplice natura dei membri della repubblica.

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11
Q

In che modo la duplice natura dei membri del popolo si traduce in una duplice volontà?

A

Ciascun individuo in Rousseau ha anche due volontà: una volontà di suddito (volontà di privato individuo, diversa e specifica per ogni individuo) e una volontà di cittadino (ovvero la volontà generale che in una condizione ideale dovrebbe essere uguale per tutti i membri del corpo collettivo)

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12
Q

Il corpo collettivo per Rousseau ha volontà assoluta?

A

SI’! Il corpo collettivo (ovvero il popolo) ha volontà assoluta e non può non averla, altrimenti non sarebbe un popolo.
Il popolo per essere tale deve essere SOVRANO, se è obbligato da qualcuno vuol dire che esiste una forza esterna che non lo rende libero e sovrano, di conseguenza non è un popolo.
» L’unico sovrano è il popolo, che è obbligato verso sè stesso e verso nessun altro = è obbligato a rispettare le leggi che lui fa ma può sempre cambiarle, altrimenti non sarebbe libero

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13
Q

Che cosa accade secondo Rousseau quando la volontà personale come suddito differisce dalla volontà generale?

A

Può accadere che i sudditi in quanto privati individui abbiamo una volontà soggettiva diversa dalla volontà generale&raquo_space; abbiamo un’infrazione della legge&raquo_space; è necessario punire questa irregolarità riportando l’individuo alla volontà generale, ovvero alla sua stessa volontà&raquo_space; di fatto si riporta l’individuo ad essere libero

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14
Q

Che cosa afferma Rousseau nel capitolo otto e perchè questa affermazione appare in contraddizione con quanto detto nel secondo discorso?

A

Nel capitolo otto Rousseau afferma che la società civile, fondatasi con il patto sociale, riporta l’uomo alla sua condizione di libertà e di felicità, separando e dissociando gli individui. Inoltre afferma che la libertà civile, ovvero la libertà che deriva da un potere sovrano legittimo, è la libertà migliore di tutte, anche di quella naturale > questo è in contraddizione con quanto affermato nel discorso sull’origine della disuguaglianza, dove si affermava che la libertà naturale era la condizione migliore e preferibile a tutte.

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15
Q

Quale tema tratta Rousseau nel nono capitolo del primo libro?

A

Nel nono capitolo Rousseau tratta il tema della proprietà privata, dando una posizione molto simile a quella espressa da Hobbes nel leviatano: allo stato di natura non esiste proprietà privata, serve una legge affinchè la proprietà privata acquisti fondatezza = mi serve una legge che attesti che una cosa sia mia e interdica tutti gli altri dalla proprietà di quella stessa cosa

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16
Q

Come si conclude il primo libro del contratto sociale?

A

Il primo libro del contratto sociale si conclude con l’affermazione che il patto sociale, lungi dal provocare disuguaglianza tra gli uomini, elimina le disuguaglianze e produca invece UGUAGLIANZA: quell’assioma degli uomini naturalmente liberi e uguali, empiricamente non dimostrabile, assume validità e certezza attraverso il patto sociale, in quanto tramite esso gli uomini diventano effettivamente tutti liberi e uguali

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17
Q

Di cosa si tratta nel secondo libro del contratto sociale?

A

Nel secondo libro del contratto sociale si entra più nello specifico del pensiero di Rousseau, in particolare si tratta di come si manifesta la sovranità ed il potere legislativo.
In particolare, i primi cinque capitoli trattano dei caratteri propri della volontà del popolo, ovvero della legge

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18
Q

Quali caratteristiche ha la sovranità per Rousseau?

A

La sovranità è:
- INALIENABILE
- INDIVISIBILE
- SEMPRE RETTA
- ASSOLUTA

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19
Q

Che cosa significa che la sovranità è inalienabile? (capitolo uno del secondo libro)

A

La sovranità è inalienabile in quanto essa appartiene al popolo e non può in nessun modo essere ceduta o rappresentata o trasmessa = non vi può essere rappresentanza, perchè la volontà particolare di un individuo non può mai rappresentare la volontà generale del popolo

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20
Q

Che cosa significa che la sovranità è indivisibile? (capitolo due del secondo libro)

A

La sovranità è indivisibile perchè il soggetto collettivo è UNO ed è detentore della sovranità = vi può essere solo una volontà collettiva, se vi sono più autorità all’interno di uno stato esse sono emanazioni della volontà generale del corpo collettivo

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21
Q

Che cosa significa che la sovranità è sempre retta?

A

La sovranità è sempre retta perchè tende sempre all’utilità del corpo collettivo, ovvero del popolo. Il popolo non farebbe mai una legge che andrebbe a danno di sè stesso, di conseguenza tutte le decisioni che prende sono sempre rette.

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22
Q

Che cosa significa che la sovranità è assoluta?

A

La sovranità è assoluta perchè se non lo fosse sarebbe soggetta ad un’altra volontà, di conseguenza il popolo non sarebbe libero ma nuovamente schiavo di qualche altra volontà.

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23
Q

Dove si manifesta il popolo per Rousseau?

A

Il popolo per Rousseau non si manifesta nel suo rappresentante, bensì IN ASSEMBLEA = ha un’idea di democrazia diretta, ovvero tutti i membri del corpo collettivo riuniti in un’unica assemblea (da un punto di vista concreto molto difficile da realizzare su larga scala) = tutti i cittadini votano le singole leggi secondo il PRINCIPIO DI MAGGIORANZA, che ci permette di individuare la volontà generale

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24
Q

Come può emergere la volontà generale in assemblea secondo Rousseau? (capitolo tre del secondo libero)

A

Dall’assemblea devono essere escluse le volontà individuali dei singoli individui, ognuno deve ragionare da cittadino e non secondo interessi personali
» in una situazione ideale vi sarebbe l’unanimità di voto dato che tutti ascoltano la volontà generale e non quella personale

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25
Q

Quali problemi possono sorgere dall’idea secondo la quale la volontà generale emerge mettendo da parte la volontà individuale del singolo individuo?

A

PROBLEMI:
1) come si può sapere se effettivamente si sta ragionando secondo la volontà generale o se invece si sta seguendo la propria volontà individuale e non ce ne si rende conto?&raquo_space; e come si fa a capire se gli altri non stanno tutti facendo i loro interessi personali?
2) come faccio a sapere se chi sta votando (l’assemblea del suo complesso) lo sta facendo da cittadino o da suddito? Come faccio a sapere se quella che emerge è effettivamente la volontà generale o una volontà particolare e parziale, in quanto magari il popolo è stato ingannato da qualcuno?
3) i cittadini votano una legge&raquo_space; ma chi ha proposto questa legge? necessario che qualcuno formuli tale legge, che la proponga. Come può quel qualcuno essere autorizzato a proporre una legge che dovrebbe esprimere la volontà generale?

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26
Q

Come risolve questi problemi Rousseau?

A

Rousseau cerca di risolvere questi problemi identificando la volontà generale con la volontà DELLA MAGGIORANZA.
Viene stabilito questo criterio di scelta (che potrebbe anche essere diverso e l’impianto non cambierebbe), di modo che la maggioranza sia il meccanismo che produca la volontà collettiva. Quando la maggioranza si è espressa la volontà generale è prodotta e deve essere riconosciuta da tutti come tale e rispettata da tutti, anche da coloro che avessero votato diversamente.

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27
Q

In che modo nel pensiero di Rousseau ritroviamo un sistema di autorizzazione di fondo?

A

Nel meccanismo di Rousseau è presente un sistema di autorizzazione di fondo in quanto ogni individuo votando autorizza la legge a rappresentare la volontà del corpo collettivo e quindi riconosce tale legge e tale volontà come propria.

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28
Q

Può errare la volontà generale?

A

La volontà generale per Rousseau non può errare, ma può errare il singolo individuo quando ragiona da suddito e non da cittadino. Se un individuo vota la minoranza, allora ha sbagliato, non ha compreso quale fosse effettivamente la volontà generale.

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29
Q

Perchè è importante che gli individui non comunichino tra di loro? (capitolo tre del secondo libro)

A

Rousseau afferma che se gli individui non comunicassero tra di loro, la volontà generale (ovvero la legge) sarebbe sicuramente sempre buona, infallibile ed unanime. Se gli individui parlano tra di loro non lo fanno dal punto di vista della volontà generale che sono chiamati ad adottare in sede di voto, bensì dal punto di vista soggettivo e particolare, portando alla nascita di fazioni, gruppi contrastanti e associazioni che provocano interessi diversi e non permettono la nascita di una volontà generale.
Se invece gli uomini non comunicassero tra di loro ma astraessero dalla loro particolare volontà riuscirebbero a riungere alla volontà collettiva
VISIONE FORSE TROPPO OTTIMISTA

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30
Q

Possono esistere società parziali all’interno dello stato?

A

No! In questo Rousseau è anche più rigido di Hobbes: all’interno dello stato non possono esistere società parziali (comuni, associazioni, corporazioni), in quanto queste producono differenze politiche tra gli uomini = di conseguenza non possono e non devono emergere

31
Q

Quale è il carattere specifico della legge che viene introdotto nel capitolo quarto del secondo libro?

A

LA LEGGE è UGUALE PER TUTTI = la legge è una massima universale che vale per tutti al medesimo tempo, ciascuno si sottomette ad essa alle medesime condizioni con cui gli altri si sottomettono ad essa.
La legge inoltre ragiona sul generale, non si occupa del particolare = per quello serve il DECRETO.

32
Q

Che cosa è un decreto per Rousseau?

A

Un decreto è l’applicazione della legge generale al caso particolare ad opera del governo.
Essendo la legge generale e non occupandosi dei casi particolari dei cittadini, serve un organo che possa mediare tra la legge generale e il caso particolare = quell’organo è il GOVERNO, il quale detiene il POTERE ESECUTIVO, ovvero il potere di applicare la legge generale al caso specifico attraverso l’emanazione di un decreto

33
Q

Che rapporto si instaura tra potere legislativo e potere esecutivo?

A

Il potere legislativo (ovvero la sovranità) è detenuta sempre e solamente dal popolo riunito in ASSEMBLEA DI CITTADINI. Il potere esecutivo, detenuto dal governo, è direttamente dipendente dal potere legislativo (come certificato dal suo nome) e si occupa di applicare la legge generale ai casi particolari.

34
Q

La distinzione tra leggi e decreti è davvero così forte?

A

In teoria sì = legge si occupa dell’universale e decreto del particolare. Nella pratica il confine tra i due appare molto sfumato e labile.

35
Q

Di cosa si tratta nel capitolo cinque del secondo libro del contratto sociale?

A

Nel capitolo cinque Rousseau parla della pena di morte = argomento molto in auge nel dibattito giusnaturalista = se l’uomo entra all’interno della società per la propria sicurezza e conservazione, come si legittima la possibilità da parte dello stato di ucciderlo?&raquo_space; discussioni e posizioni anche di giusnaturalisti contrari alla pena di morte (Beccaria)
Rousseau cerca di giustificare la pena di morte facendo leva sulla dicotomia dell’individuo tra suddito e cittadino = non è suddito che viene messo a morte come privato individuo ma il cittadino come parte dello stato.

36
Q

Di cosa si tratta nel capitolo sesto del secondo libro?

A

Nel capitolo sesto si tratta il tema della LEGGE
» Vi sono svariati rimandi alle leggi di natura come intese da Hobbes ma soprattutto da Rousseau = parla di una giustizia che non si riesce a realizzare senza il potere collettivo, rimandando alle leggi di natura che non bastano a produrre la pace.

37
Q

Che nome da Rousseau alla società razionale e ben fondata?

A

La società razionale e ben fondata, l’unica dove il potere è legittimo e l’individuo obbedisce solamente alla propria volontà privata e alla propria volontà politica viene chiamata REPUBBLICA = non si sa perchè usi questo termine, oggi noi la chiameremmo democrazia.

38
Q

Come si conclude il capitolo sei? Quale problema mette in luce?

A

Il capitolo sei si conclude mettendo in luce un problema nel fare emergere la volontà collettiva = come può la moltitudine cieca di individui riuniti in assemblea, i quali non conoscono la loro volontà generale ma tendono a guardare ognuno la propria volontà individuale, a far emergere la legge? Il giudizio che guida l’assemblea non è sempre illuminato, anzi, molto spesso tende solamente ai propri interessi privati. Serve la figura del LEGISLATORE.

39
Q

Chi è il LEGISLATORE per Rousseau? Quali caratteristiche e funzioni ha?

A

Il legislatore viene presentato nel settimo capitolo del secondo libro.
Si tratta della figura di un uomo colto, dotato di grande intelletto, profondo conoscitore della natura degli uomini (Rousseu fa una sorta di volo pindarico e lo paragona a un dio), il quale ricopre una funzione di GUIDA, proponendo delle leggi che secondo lui corrispondono alla vera volontà del popolo.
Ha la funzione di influenzare gli altri uomini, deve avere grandi capacità di convincimento perchè deve lavorare sulle idee della gente e convincerla che quella che sta presentando lui corrisponde alla volontà generale.

40
Q

Quale elemento problematico viene inserito nella riflessione nei capitoli otto-nove-dieci?

A

Nei capitoli otto-nove-dieci, denominati “il popolo” viene portata avanti una definizione di popolo molto diversa da quella presentata finora: il popolo viene descritti come un insieme di individui che hanno determinate qualità oggettive e naturali (estensione, territorio, numero di abitanti, omogeneità dei costumi etc).
il ruolo del legislatore diviene quello di studiare le caratteristiche del popolo per identificare le leggi più o meno consone ad esso.
Elemento problematico: se i popoli per loro caratteristiche naturalmente necessitano alcune leggi ed altre no, dove si colloca la volontà generale?

41
Q

Da dove trae Rousseau questa definizione di popolo?

A

Questa definizione di popolo Rousseau la trae dalla lettura di Monstesqieu, in particolare dallo “spirito delle leggi”, opera politica non giusnaturalista.

42
Q

In che modo nel capitolo 12 viene introdotto il tema delle leggi migliori o peggiori e perchè è problematico?

A

Il problema delle leggi migliori o peggiori per un popolo era un tema di matrice classica (Tacito, Aristotele, Polibio) e base dello studio di Montesquieu dal quale Rousseau attinge a piene mani.
Emerge dall’affermazione che il popolo può anche scegliere per sè le leggi peggiori se desidera il suo stesso male = ma come è possibile che delle leggi siano buone o cattive? La legge è sempre la cosa giusta in quanto espressione della volontà sovrana! E come può il popolo volere il male? Quello che il popolo vuole è ciò che a lui appare come bene, non può quindi volere il male.

43
Q

Quali sono i tre tipi di leggi secondo Rousseau?

A

1) FONDAMENTALI O POLITICHE = sono le leggi che determinano e organizzano lo stato, in particolare la legge che definisce la forma di governo che lo stato deve assumere
mettono in relazione l’intero corpo politico con sè stesso, il corpo politico attivo con il corpo politico passivo.
2) CIVILI = mettono in rapporto i singoli membri con lo Stato o con tutti gli altri membri. Sono le leggi ordinarie che determinano cosa un cittadino può fare o no.
3) PENALI = sono le leggi che sanciscono le sanzioni alle infrazioni della legge.

44
Q

Quale è la quarta legge per Rousseau?

A

La quarta legge non scritta per Rousseau sono le opinioni, i costumi e le usanze di un popolo. Le leggi definiscono un certo obbligo ma lo scarto tra le leggi e i costumi di un determinato popolo non può essere troppo grande altrimenti si cadrebbe nella confusione e il popolo non rispetterebbe più le leggi.
Il legislatore deve lavorare su questo scarto attraverso l’EDUCAZIONE (in qualche modo potremmo chiamarla educazione civica), il legislatore deve proporre deve leggi che vadano nella direzione di ciò che il popolo vuole, anche se il popolo stesso ancora non lo sa, e così modificare le usanze e i costumi di un popolo.

45
Q

A cosa è dedicato il terzo libro del Contratto sociale?

A

Il terzo libro è interamente dedicato al concetto di governo

46
Q

Che cosa s’intende per governo in Rousseau?

A

Nel primo capitolo del terzo libro Rousseau cerca di definire che cosa s’intende per governo attraverso una metafora del corpo: per compiere un’azione servono sia la volontà che il potere di eseguirla; di conseguenza anche per le leggi serve la volontà di applicarle ma anche la potenza necessaria per applicarle.
L’organo preposto all’applicazione della legge sarà appunto il governo = applica le leggi ai casi particolare e si occupa di farle rispettare&raquo_space; compito di mantenere l’ordine pubblico.

47
Q

Perchè il popolo stesso riunito in assemblea non può applicare la legge?

A

Il motivo per cui il popolo riunito in assemblea non può applicare la legge è che essa deve esprimersi in modo del tutto indifferente rispetto al caso particolare (i singoli sudditi) per poter mantenere l’imparzialità e l’uguaglianza di tutti i sudditi. Se il popolo applicasse la legge diverrebbe espressione di parzialità e la purezza della volontà generale verrebbe compromessa.

48
Q

Il governo viene definito da Rousseau come “corpo intermedio”. In che modo questa definizione è problematica?

A

L’uso del termine corpo intermedio è problematico se non comprendiamo esattamente che uso egli faccia del termine: non intende i corpi intermedi come erano intesi da Althusius, i quali rappresentavano il popolo dinnanzi al governo: qui davanti al governo non vi è nessun popolo, il popolo riunito in assemblea detta anzi la volontà generale che deve essere rispettata dal governo, il quale da quel momento in poi ha carta bianca nell’agire. Davanti al governo non vi è nessun popolo ma solo una motitudine di sudditi che non possono ribellarsi.
Il governo è un organo mediatore tra il popolo come assemblea e il popolo come moltitudine di sudditi = vi è un’unica volontà che è quella del popolo sovrano.

49
Q

In che senso governo ed assemblea non possono coesistere?

A

In Rousseau pensare ad un governo e ad un’assemblea che si pongono uno davanti all’altro è assurdo: entrambi sono la stessa volontà, ovvero quella stabilità dall’assemblea che fatto questo si ritira.
Ogni tot anni si riunisce e a quel punto il governo decade = il governo è il potere della volontà collettiva, non possono esistere insieme.

50
Q

In Rousseau il principio rappresentativo è escluso, la volontà generale deve emergere dall’assemblea dei cittadini. In quali passaggi del sistema rousseiano sembra però riemergere il principio rappresentativo?

A

1) nel legislatore che deve guidare e indirizzare la volontà generale
2) nella maggioranza, che è ciò che rappresenta l’unità.
L’autorizzazione ad una legge si esprime attraverso il voto a maggioranza, quando essa appare rappresenta la volontà generale ed è autorizzata ad incarnarla
3) nel governo. Il governo su un livello puramente teorico dovrebbe solamente rappresentare una volontà già esistente, ovvero la volontà generale (persona ficta vera), in realtà i principi di applicazione della legge al singolo caso non sono contenuti all’interno della legge stessa (in tal caso conterrebbe decreti e si occuperebbe del particolare) , di conseguenza chi prende effettivamente la maggior parte delle decisioni è il governo stesso.
Di conseguenza, nel suo compito di applicare la legge ai casi particolari il governo non si limita a seguire la volontà generale ma produce lui stesso la volontà generale attraverso le decisioni che di volta in volta prende&raquo_space; e una volta che la decisione è stata presa, se è all’interno dell’orizzonte di legalità stabilito dalla legge stessa, essa è incontestabile.

51
Q

Quali sono le tre volontà che si manifestano all’interno del governo (capitolo due del libro terzo)?

A

1) VOLONTA’ GENERALE = governo dovrebbe seguirla
2) VOLONTA’ PARTICOLARE = degli individui che costituiscono il governo
3) VOLONTA’ DI CORPO = volontà del governo in quanto tale che si manifesta nell’azione di governo.

52
Q

In uno stato ideale in che rapporto dovrebbero essere le re volontà? Come è invece il rapporto negli stati esistenti?

A

In uno stato ideale il rapporto dovrebbe essere questo:
VOLONTA’ GENERALE > VOLONTA’ DI CORPO > VOLONTA’ INDIVIDUALE.
Negli stati effettivamente esistenti il rapporto è completamente rovesciato perchè ogni governo è strutturalmente destinato a corrompersi e a decadere, a svolgere le proprie funzioni in modo inadeguato e a mettere al primo posto la volontà individuale rispetto a quella generale.

53
Q

Quali sono i due caratteri dell’attività di governo e in che relazione sono tra di loro?

A

FORZA e RETTITUDINE, si trovano tra di loro in un rapporto inversamente proporzionale&raquo_space; quando la forza della volontà di governo aumenta tende ad identificarsi sempre di più con la volontà della singola persona, perdendo di rettitudine; quando la forza della volontà di governo diminuisce il legame tra le volontà individuali e la volontà generale si fa più labile e aumenta la rettitudine.
Un governo grande è più retto ma meno forte.
Un governo piccolo ha il massimo della forza ma è meno retto

54
Q

Quali tipi di governo vanno bene per le diverse tipologie di stato?

A

Uno stato grande necessita di un governo forte, che non sia dispersivo&raquo_space; difficilmente però tale governo sarà retto
Uno stato piccolo può essere anche governato da un governo più grande, meno forte ma più retto&raquo_space; è preferibile che gli stati siano piccoli!

55
Q

Cosa s’intende per forma di governo (capitolo 3) e quali sono le diverse forme di governo?

A

Per forma di governo s’intende sostanzialmente come esso è costituito, quanto è grande e da quante persone è composto.
1) MONARCHIA = il governo è nelle mani di una persona sola
2) ARISTOCRAZIA = il governo è nelle mani di una minoranza
3) DEMOCRAZIA = il governo è nelle mani di tutti i cittadini
» usa nomenclatura classica per intendere un concetto nuovo

56
Q

In che modo l’uso di questi termini (monarchia, aristocrazia, democrazia) si discosta dall’uso che ne fa Hobbes?

A

Hobbes utilizza questi termini in relazione alla forma che la sovranità deve assumere (nelle mani di chi deve stare); in Rousseau la sovranità è sempre nelle mani del popolo ed è manifestata nell’assemblea cittadina, qui si intendono solamente le varie forme che il governo stesso può assumere

57
Q

Perchè la democrazia come è presentata da Rousseau è problematica?

A

La democrazia come presentata da Hobbes è problematica (e lui stesso afferma che non è possibile) in quanto vi sarebbe una completa identificazione tra il potere esecutivo e il potere legislativo, scomparirebbero quindi i sudditi (su chi vengono applicate le leggi?)
Inoltre afferma che sarebbe una forma di governo adatta ad un popolo di dei e non di uomini, perchè non ci sarebbe nessuno da ricondurre all’interno del piano della legge&raquo_space; tutti lo farebbero autonomamente e non vi sarebbe coazione.

58
Q

Di cosa tratta nel capitolo 8 del terzo libro? Perchè anche questo capitolo è problematico?

A

Nel capitolo otto del terzo libro si afferma come non ogni forma di governo sia adatta per ogni popolo. Prendendo a piene mani dalla teoria del clima di Montesquieu Rousseau afferma che il buon legislatore deve riuscire ad identificare la forma di governo più adatta per ogni popolo.
Ma dove finisce la volontà generale in tutto questo? Bisogna guardare alla volontà di un popolo o all’oggettività delle sue condizioni?

59
Q

Di cosa tratta il capitolo 9 del terzo libro?

A

Il capitolo nove del terzo libro tratta di come riconoscere i segni di un buon o di un cattivo governo. Anche questa distinzione è problematica: finchè un governo è legittimo dovrebbe sempre essere buono

60
Q

Come si misura la bontà di un governo secondo Rousseau?

A

La bontà di un governo secondo Rousseau si misura nel livello di benessere della popolazione&raquo_space; il governo deve produrre una popolazione florida, ricca e produttiva.

61
Q

Perchè Rousseau nel capitolo dieci afferma che il governo tende inevitabilmente a degenerare?

A

Rousseau presenta una visione pessimistica in cui ogni stato è condannato a distruggersi e a morire a causa della sua stessa costituzione: il governo infatti contiene una volontà di corpo&raquo_space; la volontà di corpo non è una volontà generale ma una volontà particolare&raquo_space; le volontà particolari non dovrebbero esercitare alcuna funzione politica ma in questo caso lo fanno attraverso i decreti e attraverso l’applicazione della legge ai casi concreti&raquo_space; la purezza della volontà generale non può essere mantenuta intatta
Il governo è quindi necessario ma strutturalmente corrotto e portato a decadere&raquo_space; il governo tende per sua natura ad usurpare il potere e ad allungarsi oltre al suo ambito di azione naturale

62
Q

Quali sono i due modi in cui un governo può degenerare?

A

1) nel primo caso abbiamo un governatore che governa fuori dalla legge&raquo_space; in questo caso si parla di DESPOTA, ovvero di un governante che esce dall’orizzonte legale stabilito dalla legge&raquo_space; despota distrugge il potere sovrano governando secondo il proprio arbitrio
2) nel secondo caso abbiamo un governante che governa secondo le leggi ma non è stato legittimato a rimanere in quel posto&raquo_space; in questo caso si parla di TIRANNO (ad esempio un governo che si mantiene all’interno dell’orizzonte della legalità ma che continua a governare anche dopo la fine del suo mandato, governando quindi in modo illegittimo)

63
Q

In che senso con un governo dispotico avremmo il precipitare in un governo di fatto e non di diritto?

A

In tutte le società sarà presente qualche forma di governo, la differenza sostanziale è che nei governi legittimi il sovrano segue la legge correttamente istituita dal potere sovrano; quando il sovrano pretende di governare secondo il proprio arbitrio distrugge il potere sovrano, si causa lo scioglimento del popolo e si ripiomba in uno stato di natura in cui i singoli individui sono sottoposti ad un governo di fatto ma non legittimato in alcun modo

64
Q

In che modo la concezione di tiranno di Rousseau si discosta da quella di Althusius?

A

La concezione di tiranno di Rousseau si colloca in una visione d’insieme molto diversa da quella pre giusnaturalistica: qui non si parla più di tiranno in relazione ad un concetto di buon o cattivo governo; il tiranno si riconosce dal fatto che uno stato sia legittimo o illegittimo = se è illegittimo non è nemmeno uno stato ed è puro dispotismo.

65
Q

Di cosa si tratta nel capitolo 12 del terzo libro?

A

Nel capitolo 12 si tratta di come si possa frenare l’inevitabile corruzione del governo&raquo_space; questo è possibile convocando abbastanza spesso l’assemblea dei cittadini, in modo che il governo venga meno e il potere ritorni nelle mani dell’assemblea.
Ovvia difficoltà del problema empirico di come riunire una tale quantità di cittadini in un’unica assemblea.
Più un governo è forte più spesso è necessario convocare l’assemblea&raquo_space; ma dove il governo è più forte lo stato è più grande&raquo_space; difficoltà a convocare l’assemblea sempre maggiore&raquo_space; servono degli stati molto piccoli per riuscire a frenare la corruzione del governo.

66
Q

Di cosa tratta il capitolo 15 del terzo libro? Che cosa intende Rosseau con il concetto di rappresentanza?

A

Nel libro 15 Rousseau afferma che il popolo, per ignoranza e per pigrizia, molto spesso non è propenso a riunirsi in assemblea e il rischio è che essi nominino dei rappresentanti che vadano in assemblea al posto loro&raquo_space; rischio di ricadere nel concetto di rappresentanza che Rousseau cerca in ogni modo di evitare.
In questo capitolo critica in modo confuso l’idea di rappresentanza affermando che essa ci arriva dalla concezione feudale medievale&raquo_space; confusione! non riesce a distinguere quanto la rappresentanza medievale (come concepita da Althusius ad esempio) sia radicalmente diversa dalla concezione di rappresentanza di Hobbes, che invece è il vero bersaglio della sua critica.

67
Q

Quale è la differenza sostanziale tra la rappresentanza pre giusnaturalistica e quella di stampo hobbesiano?

A

La rappresentanza pre giusnaturalistica (sul modello di Althusius) funziona solo in una concezione in cui vi siano molte volontà già esistenti che possono effettivamente essere rappresentate davanti al sovrano. Dove invece vi è solamente una moltitudine di individui irrelati ma ognuno con una volontà propria ed indipendente scissa dalle altre, non esiste una volontà generale che possa essere rappresentata ma anzi essa inizia ad esistere solo nel momento stesso in cui è rappresentata.
Althusius&raquo_space; vi sono volontà davanti al sovrano
Hobbes e giunaturalismo&raquo_space; la volontà è incarnata nel sovrano.

68
Q

Di cosa tratta Rousseau nei capitoli conclusivi del terzo libro?

A

Nei capitoli conclusivi del terzo libro (17 e 18) Rousseau tratta di come un governo venga effettivamente istituito.

69
Q

Come viene istituito il governo per Rousseau?

A

L’istituzione del governo avviene in due fasi:
1) ISTITUZIONE DELLA LEGGE = viene decisa la forma del governo attraverso una legge
2) ESECUZIONE DELLA LEGGE = vengono decise le persone concrete che occuperanno il posto del governo.
PASSAGGIO PROBLEMATICO! La decisione di chi occuperà la sede del governo è una decisione di tipo particolare ma deve essere compiuta dall’assemblea, che come sappiamo non può occuparsi del particolare ma solamente del generale. L’assemblea sovrana si tramuta per qualche tempo in una forma di governo democratica per poter prendere questa decisione di tipo governativo prima ancora che il governo inizi ad esistere!&raquo_space; tutta l’assemblea prende una decisione particolare

70
Q

Di quali questioni si occupa l’assemblea riunita periodicamente?

A

Ogni volta che l’assemblea si riunisce si trova davanti a due ordini del giorno fondamentali:
1) decidere se mantenere la forma di governo vigente
2) decidere se mantenere quelle stesse persone al governo
» popolo può sempre cambiare il governo e anche la forma del governo ma essendo il cambiamento della forma di governo un momento sempre rischioso sarebbe bene farlo solamente quando incompatibile con il bene pubblico.

71
Q

Di cosa trattano i primi due capitoli del libro quarto?

A

I primi due capitoli del libro quarto trattano delle questioni delle quali l’assemblea riunita deve occuparsi e di come effettivamente possa essere ritrovata la volontà generale.
In uno stato ben funzionante l’assemblea riunita non necessita di fare molte nuovi leggi, anche se in caso di necessita può sempre farle. Il problema è che dopo la prima assemblea la figura del legislatore non è più presente quindi non abbiamo più chi propone le leggi. Chi può farlo? Con che diritto? E come può emerge la volontà generale dall’assemblea?

72
Q

Come emerge la volontà generale secondo Rousseau?

A

In uno stato composto da buoni cittadini secondo Rousseau la volontà generale è vista e riconosciuta da tutti immediatamente come tale, al punto che non è necessario nemmeno discuterne e che quando qualcuno propone una legge come volontà generale, già tutti gli altri erano giunti alla medesima conclusione&raquo_space; non serve convincere nessuno, il popolo vota all’unanimità.
» se però vi è qualche capopopolo o sobillatore che cerca di far passare la sua volontà particolare come volontà generale allora si inizia a discutere&raquo_space; la comunicazione inquina la politica, più gli uomini comunicano tra di loro e peggio è.
» a questo punto, non potendo veramente distinguere tra la volontà generale pura e la volontà generale corrotta (cioè, quella volontà generale è il prodotto del processo di convincimento di qualcuno o è veramente la volontà generale) bisogna assumere come volontà generale quella che emerge dalla maggioranza dei voti.

73
Q

In che modo l’unanimità può essere sia l’espressione della massima purezza che della massima corruzione?

A

L’unanimità può essere espressione della massima purezza quando essa sia espressione della volontà generale immediatamente riconosciuta come tale da tutti; ma può anche essere il prodotto dell’opera di convincimento di un capopopolo.

74
Q

Perchè anche chi ha votato in minoranza è tenuto a seguire una legge?

A

Dal momento che la maggioranza si è espressa e la volontà generale è stata identificata tutti, anche chi ha votato in minoranza, sono tenuti a seguire la legge ed a rispettarla. Questo perchè la volontà generale non è espressione della volontà della maggioranza ma della volontà della totalità dei cittadini&raquo_space; se la volontà individuale di qualcuno contraddice quella che è la volontà generale vuol dire che tale cittadino ha un’idea sbagliata della volontà generale e che se anche riuscisse ad imporre la sua idea di volontà generale a quel punto sarebbe più schiavo di prima perchè starebbe obbedendo ad una volontà particolare e non generale.

75
Q

Di cosa trattano i capitolo dal 4 al 7 della quarta parte del contratto sociale?

A

In questi capitoli Rousseau fa una lunga digressione su Roma e sulla sua organizzazione politica partendo da fonti romane e da testi di Machiavelli&raquo_space; cerca di dimostrare il perfetto funzionamento e la sovrapponibilità con il suo pensiero, anche se nella fattispecie il modello romano è difficilmente sovrapponibile a quello giusnaturalistico proposto da Rousseau stesso.

76
Q

Di cosa tratta nell’ottavo capitolo della quarta parte del contratto sociale?

A

Nell’ottavo capitolo Rousseau tratta il tema della religione, intesa da un punto di vista fortemente laico: la religione viene vista come uno strumento da affiancare al potere sovrano per lavorare sui costumi dei popoli e riuscire a tenerli uniti.