Ordine e imperium: dalle politiche aristoteliche del primo seicento al diritto naturale di Pufendorf Flashcards

1
Q

Quali concezioni diverse di maiestas emergono nei primi anni del 600 in ambito tedesco?

A

Due principali concezioni:
1) maiestas come autorevolezza personale del sovrano
2) maiestas come sommo potere della repubblica

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2
Q

In che modo la maiestas viene concepita come una autorevolezza personale del sovrano?

A

Questa concezione viene supportata da Pierre Gregoire di Tolosa e Lipsius
» forte presenza della tradizione antica e medievale
» la maestà è concepita come una dote personale del sovrano dotata di carattere soprannaturale e insondabile che stimola venerazione negli altri uomini
» questa maestà deriva direttamente da Dio, essendo un raggio della potenza assoluta “summa potestas” divina&raquo_space; il sovrano appare quindi come una rappresentazione di Dio e partecipa di attributi divini
» derivando direttamente da Dio, la sua maiestas non conosce limiti, non ammettere superiori e radica la sua legittimità in un piano superiore

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3
Q

In che modo la maiesas viene interpretata in modo giuridico, come il sommo potere della repubbica?

A

La maiestas viene interpretata come il sommo potere della repubblica da pensatori come Jean Bodin.
Per Bodin la maestà è fondamentalmente la facoltà legittimata dalle leggi o dalle consuetudini di ingiungere comandi ai sudditi&raquo_space; la venerazione e la fama sono una conseguenza di questa facoltà, che non è una dote personale del sovrano derivante direttamente da Dio ma è un diritto sancito da legge.

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4
Q

La maiestas così concepita nella dottrina primo secicentesca è assoluta?

A

Assoluta nel suo disporre delle leggi MA PRESENTA LIMITAZIONI:
1) deve sottostare alle prescrizioni divine, naturale e al diritto delle genti
2) deve sottostare alle leggi fondamentali del regno e alle forme di costituzione stessa del regno (ordinamento del regno)
3) con la riflessione di Grozio “de iure belli ac pacis” viene introdotto il concetto di PARTE POTENTIALES = maestà composta da pluralità di diritti che possono essere ripartiti tra soggetti diversi
4) introduzione della distinzione tra MAESTA’ REALE e MAESTA’ PERSONALE = la maestà reale nasce con la repubblica, dura per tutta la durata della repubblica e si esprime nelle leggi fondamentali del regno.
La maestà personale è propria del reggente, nasce e muore con lui e si trova in ruolo di subordinazione rispetto alla maestà reale

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5
Q

Che cosa s’intende per ordinamento superiore nella riflessione politica del primo seicento? Che rapporto deve avere il sovrano con questo ordinamento?

A

Ordinamento superiore = unione di tutte le leggi del diritto naturale, le prescrizioni di ragione e i comandi di Dio che sono palesi, immediati ed accessibili ad ogni uomo e permettono di riconoscere immediatamente un’infrazione all’ordinamento divino.
Il sovrano deve porsi in un atteggiamento di subordinazione e rispetto di questo ordinamento divino = se si devia e si infrangono ripetutamente queste disposizioni superiori, si incorre nella tirannia, che ogni politico del seicento ritiene assolutamente esistente e concreta

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6
Q

Come si pongono i pensatori riformati nei confronti della tirannide? E i seguaci del pensiero di Bodin?

A

Pensatori riformati = davanti alla tirannide e alla mancanza di rispetto della legge divina sono necessarie magistrature che controllino l’operato del sovrano e vi è diritto di resistenza al tiranno
Seguaci di Bodin come Bornitz e Arnisaeus = anche loro vincolano il sovrano all’esercizio della virtù, ma l’atteggiamento nei confronti della tirannide è diverso

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7
Q

Si può resistere contro un cattivo sovrano per Arnisaeus? Che cosa distingue un cattivo sovrano da un tiranno?

A

Cattivo sovrano = viola e devia dalle leggi dell’ordine naturale, non esercita la virtù = viola il patto con Dio ma essendo sovrano assoluto non è possibile sottometterlo al potere della legge&raquo_space; NON è POSSIBILE RESISTERGLI, L’UNICA ISTANZA IN GRADO DI GIUDICARLO è DIO STESSO
Tiranno = non solamente viola l’ordinamento divino ma nega la stessa esistenza di tale ordine = governa solamente per il proprio interesse personale distruggendo il fine della società politica e della sovranità. Contro il tiranno I SUDDITI HANNO DIRITTO DI RESISTENZA

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8
Q

In che modo la riflessione di Conring e del suo allievo Clasen porta ad un’evoluzione della figura del sovrano?

A

Conring e Clasen propongono una visione politica basata sul recupero e sulla purificazione della dottrina di Aristotele.
» visione della sovranità completamente slegata dalle leggi del diritto naturale e delle genti = perchè una norma richieda obbedienza è necessario che disponga della forza coattiva del sovrano, di conseguenza perchè questi diritti vengano rispettati serve non si limiti il potere del sovrano
» sovranità slegata dalle leggi divine e morali = il fine della vita politica non è identificabile a priori con il raggiungimento dell’autosufficienza e del vivere bene = diverse forme di repubblica avranno fini diversi che possono essere il bene comune o il bene del sovrano.
» VISIONE DELLA SOVRANITA’ CHE SI AVVICINA PROGRESSIVAMENTE A QUELLA DEL DIRITTO NATURALE MODERNO = IL FONDAMENTO DEL VIVERE POLITICO è IL SOMMO POTERE DEL SOVRANO

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9
Q

Quali trasformazioni subisce la riflessione politica nella seconda metà del seicento, a seguito delle considerazioni di Conring e Clasen?

A

> > fine della disciplina e della riflessione politica per come essa era intesa fino a quel momento
fine dell’impianto Aristotelico, in cui la politica era strettamente legata alla riflessione etica e trattava del discorso sulla virtù e dell’azione retta in comunità, della vita buona in comune
Aristotele differenziava tre ambiti di azione del politico: architettonico, deliberativo e giuridico&raquo_space; la parte architettonica prende il nome di DIRITTO PUBBLICO UNIVERSALE e tratta ora il tema della fondazione, dell’origine e dell’essenza dello stato e del potere
= alla politica rimane solo l’ambito di gestione degli affari del regno&raquo_space; totale perdita di ogni connotazione e riflessione di tipo etico, sulla virtù, la politica diviene mera prudenza nella gestione degli affari dello stato

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10
Q

Quale trasformazione subisce il concetto di IMPERIUM nel passaggio da una visione aristotelica politica del primo seicento alla visione giusnaturalistica del secondo seicento?

A

Aristotelismo politico = potere è una manifestazione della virtù o un mezzo per manifestarla all’interno della vita collettiva = il potere è la capacità di esercitare la propria virtù secondo bontà nel ruolo di guida di una comunità
Giusnaturalismo = il potere diviene la condizione stessa per la realizzazione della socialità e del diritto = senza il potere non vi sono leggi e non vi è nemmeno società/collettività

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11
Q

Quali somiglianza possono essere riscontrate tra la teoria giusnaturalistica di Pufendorf e l’impianto aristotelico?

A

Come per Aristotele anche per Pufendorf l’essere umano è un essere per natura manchevole ed indigente che necessita di doversi affidare agli altri e vivere quindi in società.
Differenza = per Aristotele l’uomo è animale intrinsecamente sociale, per Pufendorf la socialità dell’uomo è un’atto di finzione mentale e logica che permette di rendere coattive ed obbliganti le leggi del diritto naturale sugli uomini. Anche se gli uomini non fossero naturalmente sociali, basterebbe che essi ritenessero e credessero di esserlo (per poter garantire la propria conservazione) affinchè tutto l’impianto logico del giusnaturalismo sarebbe effettivo = gli uomini vivrebbero in società e le leggi del diritto naturale avrebbero forza obbligante su ognuno di loro in quanto prodotto della ragione a partire dalle caratteristiche stesse degli uomini.

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12
Q

Come è l’uomo nello stato di natura per Pufendorf?

A

Uomo impotente, debole, misero, incapace di garantire la sua stessa autoconservazione (che è il fine proprio dell’essere umano) = uomo in condizione di dissociazione dagli altri individui, isolato, se entra in qualche forma di socialità è solamente per raggiungere il proprio utile soggettivo, ovvero il soddisfacimento dei propri bisogni primari
» UOMO NON è LIBERO, PER POTER ESSERE LIBERO DOVREBBE PRIMA AVERE LA PROPRIA AUTOCONSERVAZIONE GARANTITA E QUESTO è POSSIBILE SOLO ALL’INTERNO DELLA VITA CON GLI ALTRI

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13
Q

Quale è il contenuto della prima legge di natura per Pufendorf?

A

Prima legge di natura afferma la socialità dell’uomo = non intrinseca, non naturale MA POSTULATA AFFINCHE’ L’INTERO SISTEMA DEDUTTIVO CHE REGGE IL GIUSNATURALISMO POSSA FUNZIONARE.
» finzione logica su cui tutti gli uomini convengono = forse non sono davvero sociali ma credono e consentono ad esserlo

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14
Q

Che cosa s’intende per principio di IMBECILLITAS in Pufendorf?

A

Principio fondamentale per l’istituzione della socialità e quindi del diritto&raquo_space; si basa sull’interesse personale di ogni individuo di uscire dallo stato di insicurezza, diffidenza e perenne inimicizia che caratterizza lo stato di natura.
Al di fuori della cerchia ristretta dei congiunti tutti gli altri soggetti sono considerati come nemici o amici inaffidabili = l’uomo entra in società non per paura di restarne escluso ma per ricavarne un qualche vantaggio

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15
Q

Come è possibile realizzare la socialità per Pufendorf?

A

La socialità è realizzabile attraverso la costruzione di una sovranità (si crea una relazione politica nella quale la socialità può ottenere il suo fine di rendere gli uomini liberi e sicuri)

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16
Q

Che cosa intende Pufendorf per sovranità?

A

Pufendorf riprende la concezione hobbesiana di sovranità come di trasferimento di volontà da parte dei sudditi ad una terza persona, riconoscendosi come autori delle azioni e delle parole della terza parola

17
Q

Quale è la differenza tra il pensiero di Hobbes e il pensiero di Pufendorf?

A

In Pufendorf non vi è una contemporanea unificazione della collettività in un solo corpo e l’istituzione del potere sovrano.
Vi sono tre momenti:
1) patto di unione tra tutti i futuri membri che si riconoscono come concittadini
2) decreto che sancisce la forma futura dello stato
3) patto di soggezione in cui ogni membro del corpo collettivo pattuisce obbedienza con il sovrano = la moltitudine viene unificata in una sola persona in questo momento

18
Q

In che modo la paura può essere considerata un principio fondamentale per l’istituzione della sovranità e del potere nel pensiero di Pufendorf?

A

Nella nascita dello stato e del potere la paura è il motore che spinge gli uomini a ricercare una socialità che permetta loro di autoconservarsi

19
Q

Per Hobbes può esistere qualche diritto fuori dalla sovranità (nello stato di natura)? Per Pufendorf?

A

> > i criteri di giustizia sono stabiliti interamente dalla volontà del sovrano, in quanto rappresentante della volontà collettiva = tutto ciò che egli compie e decide è espressione della volontà collettiva di conseguenza è giusto
La sovranità rende impossibile qualunque forma di giustizia precedente, superiore o indipendente allo stato
HOBBES = sposa in toto questa visione. NELLO STATO DI NATURA NON VI è ALCUNA GIUSTIZIA NE’ ALCUN DIRITTO = ordinamento superiore alla volontà individuale
E NELLO STATO NON VI è’ ALCUNA PRESCRIZIONE ANTERIORE O SUPERIORE AL GIUDIZIO DEL SOVRANO, CHE è CONDIZIONE STESSA PER LA DEFINIZIONE DEL CONCETTO DI GIUSTIZIA
PUFENDORF = nello stato di natura vi è una qualche forma di esistenza del diritto e della società anche se il rispetto di questi diritti è sempre vincolato alla presenza di un sovrano.
vi è un qualche autonomia delle prescrizioni di giustizia e un livello minimo di commercio tra gli uomini che li rende capaci di riconoscere un ordine giuridico e reciproche obbligazioni prima ancora che vi sia una fattuale istituzione della sovranità