Pierre Bourdieu Flashcards
Com’è considerato Bourdieu?
è considerato uno dei massimi sociologi dell’era contemporanea
Cosa sosteneva?
egli sosteneva che la teoria senza la ricerca empirica non poteva essere efficace
qual era la sua idea?
La sua idea era quella di comprendere la società attraverso le pratiche sociali.
Bourdieu utilizza il concetto di pratica considerandola come l’articolazione di azioni routinarie incorporate ( attraverso il corpo e i sensi) dentro quelli che egli definisce campi sociali.
Bourdieu che concetti introduce?
Per mettere in atto questa diversa prospettiva di analisi della realtà sociale il cui oggetto di analisi sono le pratiche, Bourdieu introduce due concetti, quello di habitus e campo.
Concetti che servono a superare il dualismo tra oggettività del mondo sociale e soggettività degli individui.
Cosa intende per campi sociali?
Con il campo sociale egli intende universi o microcosmi in cui attori e istituzioni sono integrati e che interagiscono fra loro in base a regole specifiche che valgono per quel specifico campo.
Spazi di posizioni sociali storicamente costruiti e autonomi come il campo religioso, letterario, artistico.
Le dinamiche all’interno sono dettate da conflitti tra attori sociali che cercano di occupare le posizioni.
Lo spazio sociale in cui si articolano le pratiche e in cui si distribuiscono i tre tipi di capitale è definito da Bourdieu campo.
Con che Bourdieu identifica il reale?
Dalla tradizione strutturalista, Bourdieu assume il punto vista che identifica il reale con le relazioni. Il reale è relazionale: il mondo sociale è come un’opera di Calder, in cui tanti piccoli universi si muovono gli uni rispetto agli altri, in uno spazio a più dimensioni.
Cosa avviene all’interno di ogni campo sociale?
Tuttavia, per il sociologo francese il conflitto, la lotta, si realizza prima di tutto all’interno di ogni campo sociale, dove si scontrano gli agenti sociali dominanti e quelli dominati di quello specifico campo. Lotta che ha come obiettivo la conquista del dominio del campo.
Cos’è l’habitus?
L’habitus, principio generatore di pratiche.
Si tratta di competenze naturali dell’individuo e attitudini sociali che lui stesso ha acquisito durante la socializzazione.
L’habitus varia in funzione del tempo, dei luoghi e della distribuzione del potere. Gli individui possono modificare il mondo sociale in cui vivono, percependo, classificando e facendo le cose a modo loro.
L’habitus è una struttura strutturata perchè legata al mondo sociale, strutturante perchè nasce nel sociale e si istituisce nei corpi.
Da cosa dipende la posizione occupata nello spazio sociale?
La posizione occupata nello spazio sociale è il risultato della quantità dei diversi tipi di capitale a disposizione degli individui:
Il capitale economico, costituito dalla ricchezza posseduta, dai beni materiali, dal reddito.
Il capitale culturale, costituito dal cosiddetto capitale scolastico ed ereditario.
Il capitale sociale, costituito dalle reti di relazione sociale di cui dispone l’individuo.
A questi Bourdieu affianca il capitale simbolico, che può essere definito come il risultato degli effetti che i tre tipi di capitale determinano quando sono esercitati come strumenti di potere.
Il sociale è relazione e ha una doppia esistenza:
Il sociale è relazione e ha una doppia esistenza, nelle cose e nei corpi: a) Le strutture sociali esterne, il sociale fatto cose, contenuto nelle condizioni oggettive (campo); b) Le strutture sociali interiorizzate, il sociale fatto corpo, incorporato nell’agente (habitus).
Come Bourdieu definisce la propria posizione teorica?
“Costruttivista Strutturalista”: a suo avviso, gli individui possono costruire fenomeni sociali tramite il loro pensare e il loro agire, ma tale costruzione avviene sempre all’interno di un’ineludibile struttura che mai può essere rimossa.
Le origini della diseguaglianza:
Gli individui sono diseguali per una iniquità originaria, quella della nascita.
Bourdieu sostiene che esiste una diseguaglianza determinata dalla trasmissione di capitale.
I genitori trasmettono ai figli una sorta di “bonus” che contiene una quota di capitale sociale (le conoscenze e le relazioni fruttuose di cui i genitori dispongono), una di capitale culturale (che concerne una variegata articolazione di conoscenze – dai prerequisiti di ingresso a scuola ai saperi specialistici) e una capitale simbolico (che ha a che fare con il prestigio e la distinzione con la famiglia di appartenenza) che li rende più o meno avvantaggiati sul piano dell’educazione, delle conoscenze e dell’effettiva possibilità di realizzare i propri progetti di vita.
Quando chi detiene capitale simbolico lo usa contro chi ne possiede di meno al fine di alterarne i comportamenti viene esercitata la violenza simbolica, ad esempio quando una ragazza presenta il ragazzo ai genitori e questi lo considerano non adatto a lei, gesti di disapprovazione.
Il potere simbolico così come i sistemi culturali vengono spesso percepiti come legittimi e di conseguenza la ragazza si sentirà in dovere di obbedire alle tacite richieste dei propri genitori, indipendentemente dalle qualità del partner.
In sostanza la violenza simbolica consiste di imporre categorie di pensiero e di percezione ad agenti sociali dominati. «La sociologia è un arte marziale»
In particolare:
Il capitale sociale è legato a un circolo di relazioni stabili che
si definisce come appartenenza a un gruppo
Il capitale culturale è legato al corpo e
presuppone un processo di incorporazione.
Per esempio, per apprezzare un’opera d’arte è
necessario il possesso di specifiche abilità,
conoscenze, ecc.. che fanno la differenza fra
una persona colta ed una che non lo è.
Per altri può essere solo conquistata al prezzo di grandi
fatiche e sacrifici per-sonali. In questo modo il sistema
d’istruzione finisce per perpetuare i privilegi che
appartengono alle classi medio-alte.
Il capitale simbolico si tratta di una proprietà qualunque –
forza fisica, ricchezza, coraggio.
Cosa condividono gli attori appartenenti alla stessa classe sociale?
Gli attori appartenenti alla stessa classe sociale condividono stile di vita, culture professionali, agire di consumo, e di conseguenze anche status sociale, prestigio, reputazione … in una parola condividono un “ethos”.
Violenza:
Ci si riferisce alle forme di violenza esercitate non con la diretta azione fisica, ma con l’imposizione di una visione del mondo, dei ruoli sociali, delle categorie cognitive, delle strutture mentali attraverso cui viene percepito e pensato il mondo, da parte di soggetti dominanti verso soggetti dominati. Costituisce quindi una violenza “dolce”, invisibile, che viene esercitata con il consenso inconsapevole di chi la subisce per conto del dominio maschile, e che nasconde i rapporti di forza sottostanti alla relazione nella quale si configura.
Alla base della teoria proposta da questo autore c’è essenzialmente l’idea che la discriminazione sessuale sia uno dei fondamenti dell’intera società.
Egli sostiene che la sociologia deve tentare di scardinare la logica sessista da cui prescindiamo (“la donna è inferiore”).