Erving Goffman Flashcards

1
Q

Chi è?

A

E’ un osservatore della realtà, realtà che finisce di trasformare inconsapevolmente le sue analisi in vere e proprie denunce sociali

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2
Q

A cosa è rivolto il suo interesse?

A

Il suo interesse è rivolto sia alla microsociologia ovvero le relazioni interpersonali, sia alla macrosociologia cioè le istituzioni sociali.

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3
Q

Quali sono state le tre ricerche sul campo?

A

In una piccola comunità di coltivatori delle isole di Shetland
In un ospedale psichiatrico a Washington
Nelle sale da giochi del Las Vegas

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4
Q

La sua teoria considera due aspetti:

A

da un lato un approccio drammaturgico ( i due aspetti del sé che sono l’attore e il personaggio), dall’altro il ruolo delle istituzioni sociali dedite al controllo sociale sulle relazioni interindividuali.

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5
Q

Chi è considerato Goffman?

A

è considerato il sociologo della sfera pubblica

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6
Q

Per Goffman, cosa esiste in ogni cultura?

A

In ogni cultura esiste un insieme limitato di schemi di reinterpretazioni delle situazioni.
La realtà è influenzata dalla società poiché si muove all’interno di frames ( cornici interpretative).

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7
Q

Come sono definite tutte le attività svolte dall’individuo?

A

Sono definite performance ( interpretazioni) che avvengono in uno spazio pubblico ( il palcoscenico) o in uno spazio privato ( il retroscena)

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8
Q

In uno dei suoi primi volumi, cosa rappresenta? Come?

A

In uno dei suoi primi volumi «La vita quotidiana come rappresentazione» (1959) egli rappresenta l’idea del Sé (approccio drammaturgico della vita sociale):
Come attore che esprime la parte più libera e autonoma del soggetto
Come personaggio che manifesta le caratteristiche sociali ogni qualvolta che entra in rapporto con gli altri sul palcoscenico del mondo. Gli individui pertanto si “adeguano” al contesto situazionale, modellando la loro immagine in relazione a quelle che sono le aspettative esterne. In questo modo, l’individuo guida e controlla le idee che gli altri si fanno di lui.

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9
Q

Cosa viene assegnato all’attore sociale? Cosa comprende questa?

A

Quando l’attore assume un determinato ruolo sociale, generalmente scopre che a questo è stata assegnata una particolare facciata
La facciata comprende colui che assume particolari caratteristiche quali il rango, il sesso, l’età, il vestiario, l’espressione del volto, i gesti.

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10
Q

A cosa è attento Goffman?

A

Goffman è particolarmente attento a come ogni personaggio eserciti il controllo delle impressioni nella ribalta

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11
Q

Chi è il personaggio più apprezzato?

A

Il personaggio più apprezzato è quello che indossa in ogni occasione la maschera giusta; il personaggio mette in gioco, ad ogni istante sé stesso e, così facendo, controlla le impressioni che produce negli altri, cercando di definire nel modo migliore ogni situazione ed evitando tutto ciò che possa provocare di sé negli altri un’immagine negativa.
La parte del sé che si riconosce nel “personaggio” è dunque estremamente sensibile ai giudizi altrui, e per questo tende a rispettare tutte quelle regole che dominano nel contesto relazionale in cui vive.

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12
Q

Quali sono i tre principi della ribalta di Goffman?

A

Goffman enumera i tre principi concernenti il controllo delle impressioni della ribalta:
1 la lealtà drammaturgica: gli attori non devono tradire la linea d’azione concordata sia durante la rappresentazione sia nell’intervallo fra un’interpretazione e l’altra
2 la disciplina drammaturgica: un attore deve conoscere la sua parte e attenersi ad essa.
3 circospezione drammaturgica: l’attore deve sapere quando entra in scena e quando può rilassarsi

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13
Q

Cosa ne consegue?

A

Da questi principi ne consegue che:
Il personaggio è sempre implicato nella relazione
Deve esercitare un controllo sulle impressioni
La caratteristica dell’attore è quella di essere eterodiretto e di essere condizionato scenicamente.

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14
Q

Cos’altro possiede il palcoscenico della vita?

A

un retroscena.
Lo studioso lo descrive come un luogo chiuso, al sicuro, dove il soggetto può permettersi di non recitare, di non assumere il ruolo del personaggio, può essere semplicemente se stesso, essere attore.

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15
Q

Le relazioni face to face cosa indicano?

A

costituiscono un particolare aspetto delle dinamiche sociali.
Ognuno, pur avendo diverse maschere, dispone di poche variazioni della propria faccia e di un numero limitato di possibilità di salvarla nell’ambito del medesimo contesto.

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16
Q

Cosa esprime la faccia?

A

La faccia da un lato esprime le aspettative sociali, dall’altro il proprio stile con il quale ci si relaziona agli altri: le qualità positive attribuite alla propria faccia rendono l’uomo carceriere di se stesso.

17
Q

Quale altro concetto introduce Goffman?

A

Goffman introduce il concetto di distanza dal ruolo, con il quale l’attore può segnalare agli altri personaggi in scena con lui di non voler essere identificato nel ruolo che sta svolgendo, senza per questo volersi porsi contro l’adesione alle regole.
La posta in gioco non è un ruolo fittizio, bensì il ruolo vero che si interpreta nella società.

18
Q

Con quali opere Goffman descrive le conseguenze derivanti dal rifiuto delle regole sociali?

A

Asylums ( 1961) e Stigma: l’identità negata (1963)

19
Q

Quali sono queste conseguenze?

A

L’estraneazione del soggetto deviante ( per la società)
Per Goffman la trasgressione conduce al vacillare dell’identità sociale del trasgressore, che dovrà ridefinirla.

20
Q

Cos’è lo stigma?

A

Lo stigma è quell’attributo personale, stereotipo, la cui osservazione suscita negli altri un dubbio sull’identità sociale.
Lo stigma evidenzia e costituisce una particolare frattura tra l’identità sociale virtuale e quella attualizzata.

21
Q

Cosa fa l’individuo portatore di stigma?

A

L’individuo portatore di stigma cerca di gestire lo scarto tra le due dimensioni della sua identità sociale: identità virtuale ( è l’identità che ipotizziamo e ci aspettiamo che abbia questa persona) e identità reale (è la categoria a cui quella persona appartiene e con cui possiamo dimostrare che gli attributi forniti a quella persona sono quelli che è legittimo assegnargli) attraverso strategie di controllo dell’informazione sociale, oppure di evitarne lo svelamento proprio inibendo ogni azione che può suscitare disapprovazione sociale.

22
Q

Quali sono i comportamenti stigmatizzabili?

A

Sono considerati stigmatizzabili i comportamenti di chi apertamente e volontariamente rifiuta di accettare il posto sociale che gli è assegnato e si comporta in modo irregolare e ribelle nei confronti delle nostre istituzioni fondamentali ( i disaffiliati); di chi prende posizione indipendente ed a titolo puramente personale ( gli eccentrici o i personaggi); di chi esercita un’attività collettiva e focalizzata come i culturisti, di chi si riunisce in una sottocomunità ( i devianti sociali).

23
Q

Per quali motivi l’individuo può essere screditato?

A

Lo stigma non è desiderabile, soprattutto quando produce profondo discredito.
Lo screditato può esserlo in relazione a 3 tipi diversi di stigma:
a) per deformazioni fisiche.
b) per aspetti criticabili del carattere come:
mancanza di volontà (che può essere connessa con stigmi come disoccupazione, tossicodipendenze, alcolismo, malattie mentali, comportamenti di suicidio); - passioni sfrenate o innaturali (che possono essere connesse con stigmi come omosessualità, gioco d’azzardo, pedofilia ecc.);
credenze malefiche e dogmatiche (connesse a stigmi come estremismo politico, terrorismo, appartenenza a sette sataniche, ecc.).
Gli stigmi di a) e di b) sono individuali, cioè propri del singolo.

24
Q

Esistono poi altri stigma, quali sono?

A

Esistono poi stigmi tribali [cioè collettivi] della razza, nazione, religione.
Questo tipo di stigmi è attribuito in egual misura a tutti i membri del gruppo, in questo senso è diverso dagli stigmi individuali.

25
Q

Cosa c’è tra gli screditati e i normali?

A

Nelle interazioni tra screditati e normali al centro c’è il controllo della tensione.
Quando, nell’interazione, l’attributo stigmatizzante non è visibile o noto, il problema non è più il controllo della tensione, ma diventa il controllo dell’informazione relativa all’attributo stigmatizzante.

26
Q

Che differenza c’è tra lo screditato e lo screditabile?

A

Mentre lo screditato deve affrontare il pregiudizio contro se stesso, lo screditabile deve fronteggiare la possibilità di una reazione condizionata da pregiudizi da parte dei normali”, qualora venissero a conoscenza del suo attributo stigmatizzante.

27
Q

Che considerazioni finali fa Goffman in merito?

A

I “normali” credono «che la persona con uno stigma non sia proprio umana [in senso negativo e positivo].
Partendo da questa premessa pratichiamo diverse specie di discriminazioni.
Goffman:
Gli stigmatizzati sono membri della società allo stesso modo dei normali, un essere umano come chiunque altro, una persona dunque che merita opportunità e riconoscimenti»
Lo stigmatizzato basa le sue richieste sul suo essere membro di una categoria sociale allo stesso modo degli altri.

28
Q

Come lo stigmatizzato può reagire?

A

Goffman individua due strategie per lo stigmatizzato relative a come potrebbe reagire:
1. Può cercare di modificare la propria condizione. Se può, fa un tentativo diretto di correggere l’attributo giudicato negativamente: si sottopone a operazioni di chirurgia plastica se ha qualche tratto deforme, a cure mediche per correggere o compensare malattie, può fare corsi se si tratta di istruzione ecc.
2. Può attribuire un significato particolare al proprio attributo giudicato negativamente.
A) Può considerare le sofferenze che lo stigma gli procura come una condizione che gli consente di imparare dalla propria sofferenza e comprendere la vita da un punto di vista più profondo e più autentico.
B) Può pensare che questa conoscenza più profonda della vita lo mette in un piano dal quale considera i “normali”, come superficiali perché carenti di una consapevolezza più autentica. Sono loro ad essere deficitari su un piano esistenziale e hanno bisogno del suo aiuto, anche se non lo sanno. I cosiddetti contatti misti.

29
Q

Come Goffman definisce i contatti misti?

A

Goffman definisce così i contatti misti:
«quei momenti in cui la persona stigmatizzata e quella normale vengono a trovarsi nella stessa situazione sociale.

30
Q

Come Goffman chiama la situazione di interazione tra persone che condividono lo stesso stigma? Come invece il saggio?

A

Goffman chiama proprio (the Own) la situazione di interazione tra persone che condividono il medesimo stigma.
Chiama saggio (the Wise) quella condizione in cui un normale entra in relazioni stabili con stigmatizzati e condivide con loro alcuni aspetti della loro condizione, come confidente o per altre ragioni.

31
Q

Cosa significa fare il porta voce?

A

Esporre le esigenze degli stigmatizzati. Essi dimostrano che un individuo di quella certa specie può essere una brava persona.

32
Q

Cosa dice Goffman riguardo il concetto di carriera morale?

A

Goffman utilizza il concetto di carriera morale per studiare i cambiamenti nel rapporto che lo stigmatizzato ha con il proprio stigma.
La carriera morale si sviluppa in relazione all’interdipendenza di due fasi fondamentali: l’interiorizzazione e l’apprendimento
4 tipi di carriere morali:
1) nascere con lo stigma ed esserne presto consapevoli.
2) nascere con lo stigma, ma esserne tenuto all’oscuro.
3) entrare in relazione con lo stigma in età avanzata, probabilmente gli sarà molto difficile ritrovare una sua identità e sarà particolarmente portato all’autodisapprovazione
4) essere socializzato come normale in una comunità e poi doversi nuovamente socializzare ad una diversa comunità nella quale il primo tipo di socializzazione è stigmatizzato.

33
Q

Cosa indica il termine passing?

A

Il passing o passaggio, termine con il quale si indica lo spacciare denaro falso, bluffare le carte, truffare.
Il termine può significare anche il meticcio che si dichiara bianco.
Goffman indica con Passing l’insieme delle strategie con le quali gli stigmatizzati dissimulano la propria carenza nell’interazione con i normali.
Il fenomeno del passing ha sempre sollevato una serie di problemi sullo stato psichico di chi lo compie. In primo luogo, si presume che egli debba necessariamente pagare un elevato prezzo psicologico, un alto livello di ansia, per vivere una vita che può collassare in qualsiasi momento. Lo mostra bene la dichiarazione di una moglie di un paziente psichiatrico.
In secondo luogo, si ritiene spesso, ed è dimostrato, che chi fa il passing si senta combattuto nell’appartenenza a due mondi differenti. Si sentirà distante dal nuovo gruppo e a disagio. Quando qualcuno faceva battute sui “finocchi”, dovevo ridere con tutti gli altri; quando le conversazioni riguardavano le donne dovevo inventare delle mie conquiste. Mi odiavo in quei momenti, ma sembrava che non ci fosse nient’altro che potessi fare. Tutta la mia vita era diventata una bugia .
In terzo luogo, sembra scontato, e si direbbe a ragione, che chi compie il passing dovrà essere attento ad aspetti della situazione sociale che gli altri considerano non previsti e trascurabili. Quelle che per le persone normali sono abitudini svolte senza pensarci possono diventare problemi da risolvere per le persone esposte a discredito.

34
Q

In quale testo Goffman affronta il tema delle istituzioni totali?

A

Asylums ( 1961).
Soffermandosi sulle cliniche psichiatriche definite istituzioni totali, il suo approccio è quello di osservare coloro che non hanno voce.
Ma cosa sono le istituzioni totali? Le istituzioni totali sono gruppi di persone che , tagliate fuori dalla società per un periodo di tempo, si trovano a dividere una situazione comune, trascorrendo parte della loro vita in un regime chiuso e formalmente amministrato, senza relazioni con il mondo esterno, privati della loro identità personale, es.l’ospedale psichiatrico.
Gli internati lavorano a ritmi
forzati o eccessivi ( paragonabili alla schiavitù).
Nel 1978 in Italia si approvava la legge Basaglia sulla chiusura dei manicomi.