Happycracy: L'individuo del XXI Secolo Flashcards

1
Q

Riesman - La folla solitaria: che cos’è il carattere sociale?

A

Il carattere sociale si incarna in tutte le attività lavorative, ricreative, educative e sociali che identificano le peculiarità di una società rispetto ad un’altra. E’ quella parte del carattere propria dei gruppi sociali rilevanti ed è determinato dall’ESPERIENZA di tali gruppi.

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2
Q

Riesman - La folla solitaria: dove va cercato il carattere sociale?

A

Va ricercato nel PROCESSO DI SOCIALIZZAZIONE. I legame tra carattere e società va cercato nel modo in cui la società SI ASSICURA UN CERTO GRADO DI CONFORMITA’ da parte degli individui che la compongono.

Essendo il carattere sociale determinato dall’esperienza dei gruppi che si conformano volontariamente alle norme sociali, è proprio il MUTAMENTO DELLE CONDIZIONI SOCIALI a modificare il carattere sociale.

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3
Q

Riesman - La folla solitaria: individui diretti dalla tradizione

A

Il loro carattere sociale è modellato dal gruppo familiare e dalle credenze mistiche e religiose. La persona diretta dalla tradizione non determina il suo destino secondo obiettivi individuali e durevoli, ma si affida alle credenze, al fato, alla religione.

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4
Q

Riesman - La folla solitaria: individuo autodiretto

A

I mutamenti sociali nel campo scientifico vedono una fiducia dell’uomo nell’influire sul proprio destino, il quale si stacca sempre di più dai vincoli e dalle credenze familiari. La crescita di una forma mentis scientifica fa spazio ad atteggiamenti individualistici e razionali. L’individuo autodiretto è colui che si dà obiettivi autonomi rispetto alla tradizione, sulla quale può assumere un atteggiamento anche critico, e orienta il suo comportamento in base a valori che risiedono nella ragione e su motivazioni individualistiche.

Tipico del vecchio ceto medio: banchieri, piccoli imprenditori

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5
Q

Riesman - La folla solitaria; l’individuo eterodiretto

A

Tipico della postmodernità, con l’avvento dei consumi di massa, dell’industrializzazione e della burocratizzazione, l’individuo necessita dell’APPROVAZIONE e della DIREZIONE esterna da parte degli altri che definiscono le sue scelte. L’eterodirezione è la tendenza a orientare il proprio comportamento sulla base di MODELLI proposti da figure di spicco all’interno del gruppo di riferimento.

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6
Q

Riesman - La folla solitaria: In che modo i tre individui si differenziano sulla base delle modalità di sanzione e controllo emotivo?

A
  1. Individuo diretto dalla tradizione: alto livello di VERGOGNA
  2. Individuo autodiretto: devianza percepita come comportamento difforme che provoca SENSO DI COLPA;
  3. Individuo eterodiretto: in allerta di cogliere segnali esterni da cui dipendono per il bisogno di approvazione, è caratterizzato da una forte INQUIETUDINE.
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7
Q

Riesman - La folla solitaria: che cos’è lo standard package?

A

Insieme dei consumi necessari all’individuo eterodiretto per sentirsi adeguato al giudizio degli altri.

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8
Q

Bauman - Il disagio della postmodernità: che cos’è la postmodernità?

A

E’ un PERIODO DI INTERREGNO caratterizzato da velocità, provvisorietà, identità in perenne divenire perché il cambiamento è diventato l’unica costante. La società si muove verso una DISSOLUZIONE dei valori e delle dinamiche sociali del passato SENZA che vi sia una SOSTITUZIONE con nuovi valori e nuove dinamiche.

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9
Q

Bauman - Il disagio della postmodernità: modernità e postmodernità nell’analisi freudiana

A

Ne “Il disagio della postmodernità” il sociologo distingue:

  • MODERNITA’: caratterizzata dalla prevalenza del SUPER-IO, che arginava le spinte individuali a favore della coesione alle norme sociali. La condizione di sicurezza esige il sacrificio della libertà.
  • POSTMODERNITA’: dominio incontrastato del PRINCIPIO DI PIACERE (l’ES). Gli uomini postmoderni hanno perso una dose di sicurezza in cambio di un’aumento della speranza di felicità e di libertà. Domina il principio della LIBERTA’ INDIVIDUALE come valore supremo.
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10
Q

Bauman - Il disagio della postmodernità: Baudrillard

A

Riprendendo il pensiero di Jean Baudrillard, Bauman ritiene che si sia verificato il passaggio dalla cultura della rappresentazione e quella della SIMULAZIONE. In assenza di sicurezza infatti, l’individuo postmoderno ricerca la GRATIFICAZIONE IMMEDIATA. L’unica speranza per il futuro è la interdipendenza.

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11
Q

Bauman - Il disagio della postmodernità: che effetto ha la nuova società sui valori di vita e amore?

A

Nella postmodernità le situazioni in cui agiscono gli uomini postmoderni si modificano prima che i loro modi di agire riescano a consolidarsi in abitudini e procedure. I valori fondamentali sono PRECARIETA’, INCERTEZZA E VELOCITA’. i valori sono volatili e l’imperativo è il consumo.

Gli oggetti hanno vita limitata e sono presto sostituibili e la stessa cosa vale per le relazioni: la FEDELTA’ appare ANACRONISTICA e ci si linera velocemente degli oggetti come delle persone.

  • Relazioni come le più diffuse e acute incarnazioni di ambivalenza;
  • Se il desiderio è autodistruttivo, l’amore è auto perpetuante;
  • Avere figli rappresenta un impegno a tempo indefinito e irrevocabile.
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12
Q

Christopher Lasch - La cultura del narcisismo: il clima contemporaneo può considerarsi terapeutico o religioso?

A

Gli individui sono ossessionati dal vivere per se stessi e per il presente e ritiene che il clima contemporaneo sia di tipo TERAPEUTICO: le persone non aspirano alla salvezza personale ma all’ILLUSIONE MOMENTANEA DI BENESSERE PERSONALE, salute fisica e tranquillità psichica. Il rivolgersi costantemente a se stessi è una fragilità dell’individuo insicuro e ansioso.

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13
Q

Christopher Lasch - La cultura del narcisismo: quali sono i 4 tratti distintivi del narcisista?

A
  1. Gode di SUCCESSO nella vita pubblica, in quanto seducente e competitivo;
  2. Ossessiva attenzione allo SPECCHIO;
  3. Fuga dal sentimento: incapacità di interessarsi a qualsiasi cosa al di là della propria vita;
  4. Spettro della vecchiaia: paura della vecchiaia
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14
Q

Christopher Lasch - l’Io Minimo: che cos’è l’io minimo e che differenza vi è tra egoismo e narcisismo inteso come strategia di sopravvivenza?

A

La perdita della fiducia nel futuro ha portato l’uomo a rivolgere l’attenzione su se stesso come strategia di SOPRAVVIVENZA. L’io si contrae e si riduce ad un nucleo difensivo contro le avversità. L’equilibrio emotivo richiede un io minimo, non l’io sovrano di ieri.

Il pericolo della disintegrazione personale conduce alla percezione di un’individualità che non è né sovrana né narcisista, bensì ASSEDIATA.

  • Egoismo: affermazione di sé
  • Cultura della sopravvivenza e narcisismo: l’apatia selettiva e il disimpegno emotivo diventano strategia obbligata di sopravvivenza.
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15
Q

Che cos’è l’hikikomori?

A

E’ l’isolamento dalla società, per cui gli adolescenti si rifugiano nelle proprie camere e interagiscono unicamente attraverso la Rete.

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16
Q

Adolescenza e infantilizzazione: che cos’è l’infantilizzazione?

A

Nella società contemporanea gli adolescenti tardano a diventare adulti e gli adulti spendono molto per restare giovani. l’infantilizzazione è una caratteristica della società dei consumatori in quanto richiede desiderio e dipendenza, caratteristiche del bambino. La distinzione tra bambini, adolescenti e adulti si assottiglia.

17
Q

Adolescenza e infantilizzazione: società adultocentriche o puerocentriche

A

Le società tradizionali erano adultocentriche, mentre quelle moderne sono chiamate PUEROCENTRICHE e per certi versi sono afflitte da un’infantilizzazione generale.

18
Q

Adolescenza e infantilizzazione: Talcott Parsons - youth culture

A

Talcott Parsons parla di youth culture. Inizialmente il termine adolescenza indicava il periodo intermedio tra l’età del bambino e dell’adulto. Nel 1939 viene coniato il termine TEENAGER e gli adolescenti vennero studiati per la loro appartenenza a una cultura particolare di consumi e stili. La youth culture ha una funzione tra la spensieratezza della childhood e i successivi ruoli professionali.

19
Q

Adolescenza e infantilizzazione: Talcott Parsons - concetto di devianza minorile

A

Il concetto di devianza minorile è intesa come risultato di una carenza nel processo di socializzazione, che deve essere emendata e integrata dagli agenti di socializzazione (chiesa, famiglia, scuola, istituzioni…). Il minore deviante non è un criminale ma un segno di disfunzione nel sistema sociale