Conformismo e devianza Flashcards
Che cos’è il conformismo?
Secondo Merton, il conformismo è l’adesione, consapevole o inconsapevole, ai valori, alle norme e ai comportamenti predominanti nel gruppo di appartenenza o di riferimento.
Adeguarsi alla maggioranza rappresenta spesso la soluzione più semplice e ragionevole e capita di assumere certi comportamenti anche se contrastano con il nostro giudizio etico e morale. Vennero fatti diversi esperimenti da alcuni psicologi sociali americani per tentare di misurare la tendenza degli individui al conformismo, ossia la loro disponibilità a modificare il proprio giudizio e comportamento in base a quello degli altri a sottomettersi all’autorità e a farsi condizionare dall’ambiente sociale.
Esperimenti sul conformismo verso l’autorità: Milgram
1961: Università di Yale
Venne condotto un esperimento per indagare le dinamiche di obbedienza all’autorità e per studiare il comportamento di soggetti ai quali un’autorità ordina di eseguire azioni in conflitto con la loro coscienza e i loro valori etici.
Coinvolgendo un solo soggetto sperimentale, che fingeva da istruttore, questo doveva dare delle finte scosse elettriche da 15 a 450 Volt ad ogni risposta errata dello studente, su ordine di un controllore/scienziato (autorità). Si è visto come le cavie fossero disposte a raggiungere anche i 450 Volt nonostante la sofferenza degli allievi, nonostante non fossero presenti problemi psichici negli ispettori.
Milgram distingue fra OBBEDIENZA: azione di un soggetto che accetta il valore delle norme della società; e CONFORMITA’: azione di un soggetto che agisce semplicemente in accordo ai suoi simili.
Secondo Milgram vi sono quattro moventi che spingono al conformismo:
- UTILITA’ che si pensa di ricavare
- PRESSIONE della società o del gruppo sull’individuo
- INFORMAZIONE: che il comportamento degli altri forniscono all’individuo
- ATTRAZIONE suscitata nell’individuo da ciò che gli altri fanno
Esperimenti sul conformismo verso la disciplina: Jones
Ray Jones nel 1967 presso un liceo di Palo Alto conduce un esperimento sociale per verificare il potere della disciplina sugli studenti del suo corso di storia contemporanea, notando come questi tendevano a uniformarsi in maniera estrema alle regole dettate dal professore, andando a creare un vero e proprio movimento.
Esperimenti sul conformismo verso l’ambiente: Zimbardo
Zimbardo nel 1971 vuole verificare se le persone riescono ad entrare nello status e aderire ai ruoli richiesti e per farlo ricrea una prigione in cui metà dei soggetti sarà carcerato e l’altra metà carceriere e attua un processo di spersonalizzazione per rendere più facile l’assoggettamento alla situazione. Ai carcerati veniva dato un numero al posto del nome, coprivano i capelli e li spogliavano di biancheria per diminuire la mascolinità, mentre alle guardie vennero dati degli occhiali a specchio per rendere difficile il riconoscimento.
Gli atti devianti non sono solo propri di una personalità disturbata, ma dipendono dal contesto in cui gli individui sono inseriti e dal ruolo che sono richiamati a rivestire. Gli individui facenti parte di un gruppo tendono a perdere la propria identità e il loro senso di responsabilità, generando reazioni antisociali. Il comportamento umano non è solo il frutto della natura dell’individuo, ma anche dell’influenza di una serie di fattori situazionali e sistemici che modellano l’agire individuale.
Tre sfere di influenza: PERSONA, SITUAZIONE, SISTEMA.
- Effetto Lucifero: possibilità degli esseri umani di passare dal bene al male
Esperimenti sul conformismo verso il gruppo: Latané e Darley
Furono i primi studiosi a indagare l’effetto spettatore, detto BYSTANDER EFFECT, prendendo spunto da un fatto di cronaca del 1964 avvenuto a New York in cui delle 38 persone testimoni di un omicidio di una donna, nessuno di essi era intervenuto. Questo, secondo gli studiosi per due meccanismi psicologici;
- IGNORANZA PLURALISTICA: in un nuovo ambiente tendiamo a uniformarci al comportamento degli altri individui.
- DIFFERENZIAZIONE DELLE RESPONSABILITA’: si tende a non assumersi la responsabilità quando qualcun altro potrebbe farlo al posto nostro.
Esperimenti sul conformismo verso il gruppo: Solomon Asch
Somministrando un semplice esercizio Asch nota che tre quarti dei soggetti si conformano alla risposta errata del gruppo ma senza il condizionamento la percentuale di risposte esatte aumentava.
Il conformismo è dovuto all’INCERTEZZA delle persone che si adeguano alla volontà degli altri quando non sanno come comportarsi. Se da un lato il conformismo FACILITA LA SOCIALIZZAZIONE, dall’altro rende l’individuo impotente.
Che cos’è la devianza?
E’ il fallimento della socializzazione. La tendenza sociologia più affidabile è quella di identificarla come una mancata obbedienza alle norme (comportamento che si discosta dalle norme) ed è difficile da definire perché è RELATIVA ALLE ASPETTATIVE SOCIALI che variano con le culture, i tempi, i gruppi e le circostanze.
Alcuni sociologi si chiedono se all’interno della società vi siano dei processi tendenti a ridurne la stabilità e comprometterne la sopravvivenza e li definiscono come devianti o li identificano come sintomi di una disgregazione sociale, distinguendo quelle caratteristiche della società che sono funzionali o disfunzionali.
Howard Becker: devianza di tipo statistico
Secondo Becker l’interpretazione più semplice di devianza è di tipo statistico; definisce deviante qualsiasi cosa che sia troppo diversa dalla media (normalità= comportamento osservato con maggiore frequenza in una data popolazione).
Merton: innovazione, ritualismo, rinuncia, ribellione
Merton nella devianza distingue
INNOVAZIONE: accettazione delle mete culturali approvate dal conformismo ma con mezzi non istituzionalizzati (caso del ladro);
RITUALISMO: accettazione dei mezzi istituzionalizzati ma mancato raggiungimento delle mete (burocrate);
RINUNCIA: l’individuo respinge sia le mete che i mezzi (emarginati);
RIBELLIONE: rifiuto delle mete e dei mezzi ma vi si sostituiscono nuove mete e nuovi mezzi (rivoluzionari che sviluppano un’ideologia che crea nuovi valori, mete e mezzi).
Howard Becker: Outsiders e Labelling Theory
Nel saggio del 1963 Becker analizza le norme e i punti di vista del trasgressore, considerato un outsider.
Labelling theory (teoria dell’etichetta): teoria sociologica della devianza che focalizza l’attenzione sul processo di costruzione del criminale non occasionale che sarebbe favorito, in maniera involontaria e paradossale, proprio dalla reazione della collettività e delle istituzioni. Il fatto che un determinato atto sia deviante o meno dipende in parte dalla natura dell’atto stesso e in parte dalla REAZIONE delle persone. Secondo la teoria infatti la devianza è creata dalla reazione delle persone a particolari tipi di comportamento e dal processo di etichettamento di questi comportamenti come devianti. La devianza esiste solo quando questa viene scoperta.
Antipsichiatria
Movimento che si concentra sul deviante psichiatrico e che critica radicalmente il concetto di malattia mentale, considerata come una scelta dell’individuo in risposta alle contraddizioni vissute nel su ambiente sociale.
- Questo movimento in Italia ha favorito l’emanazione della Legge Basaglia, che considera la follia come una condizione umana e presente in ognuno di noi come la ragione. Basaglia ha fatto cadere i confini tra normalità e devianza e ha decretato la chiusura degli ospedali psichiatrici.
Henri Levy-Bruhl: delitto e pena
Riprende i concetti di delitto e pena di Durkheim, esplicando la differenza tra delitto e malattia:
- La MALATTIA si riconosce obiettivamente mediante segni e sintomi e possiede caratteri materiali.
- Il DELITTO: il suo autore sarà considerato un criminale solo se l’opinione comune del suo gruppo sociale la considera tale. Il delitto è un GIUDIZIO DI OPINIONE e quindi la valutazione di uno stesso modo di comportarsi differisce con il tempo.
Perché esiste il deviante?
Vi sono spiegazioni di tre tipologie:
- PSICOLOGICHE: le esperienze fanno mutare l’atteggiamento
- SOCIOLOGICHE: teoria dell’ANOMIA come mancanza d regole (Durkheim). Quando mancano regole in una società in transizione le persone sono prive di punti di riferimento. La scuola di Chicago parla di DISORGANIZZAZIONE SOCIALE dove è più facile che vi siano dei devianti.
- CULTURALI: sottoculture che hanno diritto di sopravvivenza ma compiono atti definiti devianti.
Cesare Lombroso: L’uomo delinquente
Lombroso sostiene l’ipotesi del criminale per nascita: a livello biologico vi sono delle particolari caratteristiche che etichettano un assassino piuttosto che un ladro. In questo senso l’origine del comportamento deviante è inserita nelle caratteristiche anatomiche del criminale, persona fisicamente differente dall’uomo normale dotato di anomalie.
Goffman: lo stigma
Uno stigma è una caratteristica di una persona o di un gruppo, considerata un difetto che spinge gli altri a punire o isolare chi lo possiede. L’individuo può
- immaginare che gli altri conoscano la sua diversità -> SCREDITATO
- pensare che non sia nota > SCREDITABILE
Esistono tre tipologie principali di stigma:
- deformazioni fisiche
- caratteristiche e aspetti del carattere criticabili
- stigmi tribali della razza, della nazione e della religione