EZIOPATOGENESI DMII Flashcards

1
Q

EZIOPATO DMII

A

I pazienti con DMT2 hanno gradi variabili di insulino-resistenza e di relativa insulino-deficienza, cioè alterata secrezione insulinica. Non si sa quale delle due sia prevalente rispetto all’altra, ma è noto che ambedue contribuiscano allo sviluppo del diabete.

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2
Q

QUAL E’ IL MIGLIOR PREDITTORE DI INSORGENZA DI DMII

A

L’insulino-resistenza è il miglior predittore di DMT2. Consiste nell’attivazione di un recettore di insulina solo con concentrazioni progressivamente più elevate di insulina. E’ possibile che l’insulino-resistenza diventi più severa con il passare degli anni, anche a causa dell’aumento del peso corporeo o della massa grassa. Infatti sembra che quest’ultima produca delle sostanze, le citochine (anche dette visto che sono prodotte dal tessuto adiposo adipochine) che sembrano essere coinvolte nella patogenesi. Tra queste leptina ed adiponectina sono le principali, ma ce ne sono moltissime (resistina, viscoattina…).

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3
Q

COME SI QUANTIFICA L’INSULINORESISTENZA

A

Come facciamo a quantificare l’insulino-resistenza? Diciamo che esistono varie metodiche. Ad oggi quella più utilizzata è l’OMA, che è una formula matematica che prende in considerazione la glicemia, insulina e si divide per 2,5. Si ottengono quindi dei valori: nel soggetto sano sono inferiori a 2,5; se il soggetto invece ha insulino-resistenza, quindi è malato, i valori saranno sopra 2,5. Si tenga presente che maggiore è l’OMA e maggiore sarà il grado di insulino-resistenza. L’insulino-resistenza è un difetto primario nella maggior parte dei pazienti con diabete mellito di tipo 2. A lungo andare le beta cellule possono diventare esauste, quindi non sono più in grado di produrre una quantità di insulina sufficiente a compensare l’insulino-resistenza; questo comporta uno scarso controllo del glucosio ematico, che può portare allo sviluppo del DMT2

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4
Q

ALTERATA SECREZIONE DI INSULINA IN PZ CON DMII

A

L’altro aspetto importante è di sicuro l’alterata secrezione di insulina, ridotta capacità delle beta cellule di secernere insulina in risposta all’iperglicemia. La produzione di insulina in soggetti normali deriva dalla trasformazione di pre-pro-insulina in pro-insulina e poi in insulina; in genere solo una modica parte della pro-insulina sfugge a questo meccanismo e viene secreta come tale, quindi viene liberata come forma immatura. Nei pazienti con DMT2 la quota di pro-insulina in alcuni casi casi può essere anche aumentata, e questo è dovuto al fatto che i ß-acini del pancreas sono sottoposti ad uno stimolo continuo, quindi rilasciano anche forme immature

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5
Q

MECCANISMI COINVOLTI NELLA RIDUZIONE DELLA SECREZIONE INSULINICA NEL DMII

A

I meccanismi coinvolti nella riduzione della secrezione insulinica sono vari: possono essere fattori genetici. Possibili, esaurimento funzionale delle cellule b, ridotta massa delle cellule beta , ipersecrezione relativa di insulina

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6
Q

ESAURIMENTO FUNZIONALE DELLE CELLULE BETA, PATOGENESI DMII

A

Qualcuno ha ipotizzato che le nostre beta cellule nascono con la possibilità di produrre un certo quantitativo di insulina, esaurito il quale diventano esauste, non ce la fanno più. L’idea è affascinante, ma difficile da dimostrare, in quanto non abbiamo modo di quantificare in tutto l’arco della vita la capacità produttiva delle beta cellule. Dal punto di vista patogenetico però quest’idea ha dei fondamenti solidi e potrebbe essere anche brillante.

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7
Q

RIDOTTA MASSA DELLE CELLULE BETA, PATOGENESI DMII

A

L’altro aspetto importante è la ridotta massa delle beta-cellule: i dati ricevuti dalle autopsie hanno dimostrato che questi pazienti hanno una massa beta cellule ridotta. Inoltre, i pazienti con DMT2 hanno la massa beta-cellulare ridotta rispetto ai soggetti obesi, ma senza il DMT2. In altre parole, a parità di obesità, chi ha il diabete ha una ridotta massa beta cellulare, quindi quindi non è l’atto del mangiare a determina una ridotta massa cellulare.

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8
Q

IPERSECREZIONE RELATIVA DI INSULINA NELLA PATOGENESI DEL DMII

A

L’altro aspetto chiave è l’ipersecrezione relativa di insulina, che ha la funzione di compensare l’insulino-resistenza e può contribuire alla disfunzione beta-cellulare.

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9
Q

FATTORE INIZIANTE IL DMII

A

Nessuno sa quale sia il fattore iniziale. Certo è che, una volta che si è instaurato un circolo vizioso, l’insulino-resistenza determina la necessità di un quantitativo di insulina maggiore rispetto al necessario. L’eccessiva quantità di insulina prodotta determinerà un’alterata secrezione insulinica in quanto le cellule beta andranno in esaurimento. L’insulino-resistenza, quindi può essere definita anche come una ridotta risposta biologica all’insulina.

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10
Q

RIASSUNTO FINALE EZIOPATOGENESI DEL DMII

A

Fattori genetici ed ambientali hanno un ruolo nella patogenesi del diabete mellito di tipo 2. Il disordine è caratterizzato, quindi, da una combinazione di alterata secrezione insulinica da parte delle beta cellule pancreatiche e da una ridotta sensibilità delle cellule all’insulina, sebbene il contributo di questi due fattori è variabile da individuo ad individuo.
In alcuni soggetti è maggiormente prevalente l’insulino-resistenza, in altri invece è prevalente la ridotta secrezione insulinica. L’obesità è un fattore predominate per l’inizio della alterata sensibilità all’insulina, sebbene, appunto, ci siano anche fattori genetici, perché non tutti gli obesi sono diabetici.
Il pancreas endocrino, quindi le beta cellule, compensa la perdita della sensibilità insulinica espandendo la propria massa beta cellulare e la capacità secretoria di insulina. L’insulina però, alla fine, non è più prodotta in quantità adeguata, cioè le cellule beta non riescono più a compensare, quindi non producono più abbastanza insulina per contrastare l’insulino-resistenza,permettendo lo sviluppo della ridotta tolleranza glucidica o comunque ai carboidrati. Da qui poi si avrà lo sviluppo del diabete mellito manifesto.

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11
Q

GRAFICO DI UN SOGGETTO NORMALE

A

Se si guarda un soggetto normale abbiamo un livello basale di secrezione insulinica, che è quello che ci serve per contrastare la gluconeogenesi epatica, a questo livello basale ne segue poi uno, stimolato dopo che mangiamo,abbiamo un picco di secrezione insulinica che poi scende e poi si ha una seconda fase secrezione insulinica.

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12
Q

GRAFICO DI UN SOGGETTO CON DMI

A

Partiamo dall’esempio più semplice, il diabete di tipo 1,che è una linea piatta perché non si ha secrezione insulinica,c o n c e t t o mo l t o s emp l i c e .Guardate il soggetto con diabete di tipo 2, come il livello basale di secrezione insulinica è maggiore rispetto al soggetto normale,vedete che non ha il picco, ma tende ad avere un aumento progressivo diciamo della secrezione insulinica.

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13
Q

CARATTERISTICHE DEL DMI E DEL DMII

A

Riassumendo anche le caratteristiche del diabete di tipo 1 e di tipo 2 possiamo notare come siano due malattie con iperglicemia, ma con quadri clinici completamente diversi. Il diabete di tipo 1 ha insulina circolante ridotta nelle fasi iniziali e poi assente. Nel tipo 2 può essere normale o addirittura aumentata per insulino-resistenza.

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14
Q
A
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