CAP. 7 - Le forme di governo Flashcards
Separazione dei poteri
Teoria classicamente formulata da Locke e Montesquieu.
Il senso di questo principio è che i tre ambiti di esercizio del potere (legislativo, esecutivo e giudiziario) devono essere attribuiti tre organi diversi al fine di evitare la concentrazione di potere tipica dello stato assoluto.
Nello stato moderno l’unico ad essere realmente separato dagli altri è il potere giudiziario; gli altri due sono invece coordinati alla luce di una comunità di intenti.
Funzione di indirizzo politico
Significa individuare i fini generali di una comunità e guidarla in quella direzione attraverso la produzione e attuazione di norme (= funzione legislativa ed esecutiva).
Forma di governo
Modo attraverso il quale uno stato organizza ed esercita il potere politico, modo cioè in cui vengono individuati soggetti a cui è riconosciuta la capacità di esercitare la funzione di indirizzo politico.
Per parlare di forma di governo, e quindi di organizzazione del potere, va presupposta la separazione dei poteri.
L’evoluzione del parlamento inglese
La monarchia inglese nel ‘700 era diventata una monarchia costituzionale, regolata da una costituzione non scritta.
Nel sistema inglese si assiste a una progressiva evoluzione da un governo parlamentale dualista, in cui il governo era legittimato sia dal capo dello stato (il re) che dal parlamento, a un governo parlamentare monista in cui l’indirizzo politico era basato solo sul rapporto tra il governo e il parlamento.
L’evoluzione della forma di governo in America e Europa continentale
In America viene preso come riferimento l’iniziale dualismo inglese e si delinea una netta separazione tra il presidente (esecutivo) e il Congresso (parlamento americano), ponendo le basi del moderno governo presidenziale.
Anche in Europa continentale viene preso come riferimento il modello inglese nella sua interpretazione dualista. In Francia, nel 1830 si istituisce un regime detto monarchico orleanista, caratterizzato dal fatto che il governo rispondeva sia al parlamento che al re. Questo assetto si è dimostrato instabile.
4 forme di governo tradizionali
- Governo presidenziale
- Governo parlamentare
- Governo semi-presidenziale
- Governo direttoriale
- altre tipologie
Governo a direzione monocratica
governa un organo costituito da una sola persona
Governo presidenziale
Riferimento: Stati Uniti d’America
Il presidente detiene in prima persona il potere esecutivo = governo a direzione monocratica.
Il corpo elettorale elegge il presidente e il Congresso (parlamento). Tra i due organi vige una stretta separazione dei poteri per cui il legislativo non può sfiduciare il presidente e il presidente non può sciogliere le camere.
Il parlamento emette leggi e il presidente ha solo potere di veto nei loro confronti.
Il presidente ha esteso potere di nomina (ministri, alti funzionari, giudici, etc.) con l’approvazione del senato.
La principale variabile in questa forma di governo è quella del governo diviso, cioè gli assetti di governo in cui il presidente e la maggioranza nel congresso appartengono a due partiti diversi.
L’unica forma di intervento da parte del parlamento nei confronti del presidente è quella di messa in stato d’accusa, formulata però per far valere una responsabilità di tipo penale e non politico.
Governo parlamentare
Riferimento: modello Westminster inglese, adottato dalla maggior parte dell’Europa
Così chiamato perché l’esecutivo (governo) è espressione/legittimato dal parlamento.
L’esecutivo è nominato da un terzo organo, il capo dello stato, e dipende dalla disponibilità del parlamento a sostenerlo. L’esecutivo è collegiale, ma nella maggior parte dei casi emerge la figura del primo ministro/premier.
Il parlamento può decretare la sfiducia dell’esecutivo e portarlo a dimettersi. Nei sistemi parlamentari è sempre prevista la possibilità di scioglimento del parlamento, in genere in mano al capo dello stato.
La figura del capo di stato nei sistemi parlamentari ha ruolo e importanza variabili. In alcuni casi il suo ruolo è prevalentemente cerimoniale, in altri svolge invece funzioni importanti (nomina dell’esecutivo, scioglimento del parlamento).
Governo semi-presidenziale
Riferimento: Francia della quinta repubblica
Così chiamato perché condivide caratteristiche del modello presidenziale e di quello parlamentare.
Il capo dello stato (presidente) e parlamento sono eletti dal corpo elettorale separatamente. Il presidente può sciogliere il parlamento e il parlamento può far dimettere il governo con la sfiducia.
Il primo ministro, a capo del governo, è di nomina presidenziale.
Il presidente ha tutti i poteri dei capi di stato dei regimi parlamentari e in aggiunta altri forti poteri soprattutto in ambito di politica estera e la presenza nel consiglio dei ministri.
Anche in questa forma di governo si possono verificare situazioni di uniformità (Presidente e maggioranza parlamentare dello stesso schieramento) o difformità. In caso di difformità, si possono verificare casi di coabitazione, ovvero di un presidente e primo ministro di schieramenti diversi. Per limitare i casi di coabitazione, la costituzione è stata modificata per uniformare la carica presidenziale a quella dell’Assemblea Nazionale (parlamento).
Governo direttoriale
Riferimento: Svizzera
Il direttorio è un organo che è allo stesso tempo vertice dello stato e vertice del governo, ed è eletto dal parlamento. Non esistono rapporti fiduciari, il parlamento non può sciogliere l’esecutivo e il direttorio non può sciogliere anticipatamente il parlamento.
Si tratta di una forma di governo a direzione collegiale, senza un vertice e senza gerarchie interne. Funziona secondo la dinamica della democrazia consensuale, in cui forze politiche anche molto diverse devono collaborare nella gestione del governo.
Forme di Premierato
• Governo del primo ministro e governo del premier direttamente elettivo
Entrambe forme di governo in cui il premier ha poteri forti che essenzialmente gli permettono di determinare l’indirizzo politico (nomina/revoca ministri, solo titolare del rapporto fiduciario, elezioni anticipate, etc.)
Forme di governo in Italia, profilo storico
Nel 1848 con lo Statuto Albertino l’Italia si profila come una monarchia costituzionale. Ha luogo un’evoluzione in direzione del governo parlamentare e di fatto, fino all’avvento del fascismo, il regime italiano fu un governo parlamentare dualista.
Con la costituente emergono due forze politiche: una maggioritaria che sosteneva un ordinamento monista, e una minoritaria favorevole invece a un assetto dualista. Le contrattazioni tra i due gruppi risultarono nell’assegnazione di poteri abbastanza estesi al presidente (in particolare di nomina del presidente del Consiglio e scioglimento delle camere). Questi poteri, se usati per intervenire in situazioni difficili rapporti tra partiti, possono fare emergere delle potenzialità dualiste del sistema.
La forma di governo in Italia nella costituzione e nella prassi
La costituzione definisce un governo parlamentare, ma si limita a disciplinare solo lo stretto indispensabile. Non sono presenti elementi che rimandino in modo decisivo a una superiorità del presidente del Consiglio. In definitiva, la forma di governo italiana non può essere interamente ricondotta alla tipologia del governo parlamentare a direzione monocratica.
A parte il governo De Gasperi del 48-53, in cui il presidente del consiglio era anche leader del partito di maggioranza (DC), questa ambiguità ha prodotto un governo a direzione plurima dissociata, il cui effetto è stato un susseguirsi di governi instabili fino agli anni ‘90.
Forma di governo italiana dagli anni ‘90 ad oggi
Governabilità e stabilità iniziarono ad essere percepite come condizioni necessarie negli anni ‘90, di qui il referendum abrogativo del ‘91 per trasformare il sistema da proporzionale a maggioritario.
A questo si aggiunse un progressivo rafforzamento della figura del presidente del Consiglio, che hanno orientato il paese in direzione di governi di legislatura a direzione monocratica.