veertigine Flashcards
DEFINIZIONE VERTIGINE
La vertigine è un sintomo riferito dal paziente
tipi di vertigine
- Oggettiva
- Soggettiva
definizione vertigine oggettiva
riferita come la sensazione di vedere tutto l’ambiente intorno ruotare
DEFINIZIONE VERTIGINE SOGGETTIVA
La vertigine soggettiva è definita come un’instabilità a mantenere la stazione eretta, sbandamento (soprattutto durante la marcia), ma anche come sensazione di svenimento.d
definizione vertigine vera
La vertigine vera è quella oggettiva, che è molto più spesso correlata alla patologia periferica, ovvero labirintica: il paziente vede girare tutto e non mantiene l’equilibrio per quello.
VERTIGINI, TIPI, CLASSIFICAZIONE EZIOLOGICA
La patologia può essere:
- Primitiva: il danno è sito a livello vestibolare;
- Secondaria: il problema è centrale e secondariamente coinvolge il vestibolo tramite le connessioni tra SNC e vestibolo
ANATOMIA VESTIBOLARE
recettori vestibolari sono rappresentati dalle creste ampollari dei canali semicircolari (che registrano le accelerazioni angolari del capo nello spazio) e dalle macule degli organi otolitici (l’utricolo e il sacculo, che registrano le accelerazioni lineari). Sulla superficie le cellule sensoriali hanno delle stereociglia e un chinociglio. Quando la deflessione di stereociglia e chinociglio è in direzione del chinociglio, le giunzioni tra le stereociglia (che sono dette tip-links) fanno in modo che si aprano i canali e si attivi un potenziale di azione; invece la stimolazione in senso contrario determina inibizione
CON CHE COSA E’ IN CONTATTO L’ORGANO VESTIBOLARE
L’organo vestibolare è in contatto:
- con i nuclei vestibolari, che a loro volta hanno delle connessioni con il cervelletto che ha la programmazione dei movimenti;
- con l’ipotalamo, che poi determina la sensazione spiacevole che si ha quando si ha la vertigine e la successiva paura che si possa ripetere la vertigine;
- con il tronco, che è responsabile invece della sintomatologia neurovegetativa.
DA CHE COSA E’ DATO L’EQUILIBRIO,
L’equilibrio è il risultato dell’interazione di tre tipi di afferenze (visive, vestibolari e propriocettive) che vengono poi integrate a livello cerebra
FATTORI CHE POSSONO DETERMINARE DISEQUILIBRIO
Quindi non solo alterazioni a livello vestibolare possono determinare disequilibrio, ma anche alterazioni della vista e del sistema propriocettivo. Inoltre questi circuiti permettono, in caso di presenza di danno ad un labirinto, di trovare delle strategie alternative per mantenere l’equilibrio, che sono il target della riabilitazione post-danno vestibolare.
DA COSA SONO DATI EQUILIBRIO E POSTURA
Raccolta di segnali propriocettivi, vestibolari, visivi e da integrazione di queste informazioni a livello del snc
FUNZIONE APPARATI VESTIBOLARI
nostri apparati vestibolari servono per tenere ferma la testa e lo sguardo nello spazio quando ci muoviamo attraverso i riflessi vestibolari
TIPI DI RIFLESSI VESTIBOLARI ED UTILITA’
il riflesso vestibulo-oculomotore permette di mantenere fisso l’oggetto nella fovea mentre ci muoviamo (testa e corpo in movimento);
- il riflesso vestibolo-collico permette di tenere ferma la testa;
- il riflesso vestibolo-spinale mantiene fermo tutto il corpo.
COSA AVVIENE QUANDO TESTA E CORPO SONO FERMI
per mantenere l’immagine nella fovea si attiva il riflesso visuo-oculomotore, per cui compaiono:
- Saccadi: movimenti rapidi di piccola ampiezza per mantenere fisso un oggetto di interesse nell’area foveolare;
- Inseguimento lento (smooth pursuit): serve ad inseguire un oggetto che si muove lento nel nostro campo visivo. Il movimento è inconscio e involontario: se la mira si muove troppo rapidamente il sistema fallisce ed intervengono dei sistemi correttivi volontari;
- Nistagmo ottico-cinetico: è il riflesso più filogeneticamente conservato (presente anche negli animali senza fovea), e consente di seguire tutto il campo visivo nel suo complesso che si muove davanti a noi e può dare vertigine. È la stessa cosa che succede quando guardiamo al microscopio
COSA AVVIENE QUANDO TESTA E CORPO SONO IN MOVIMENTO
si attiva il riflesso vestibolo-oculomotore per mantenere la mira. In questo caso si ha attivazione dei muscoli oculari che muovono i bulbi verso dove vogliamo guardare. Se la stimolazione continua, si ha un movimento degli occhi bifasico con una fase lenta e una successiva rapida per riprendere la mira, cioè il nistagmo fisiologico; il nistagmo diventa patologico se compare a testa ferma.