Severino Boezio Flashcards

1
Q

Quando e dove nasce Boezio?
Quali sono le tappe principali della sua vita?

A

Severino Boezio nasce intorno all’anno della deposizione dell’ultimo imperatore romano d’occidente, Romolo Augustolo, ad opera di Odoacre, nel 476.
- Famiglia aristocratica, alla morte del padre è affidato a Simmaco, del quale sposerà una delle figlie.
- 510 viene nominato console
- 522 nominato direttore degli uffici
- 523 difende un senatore dall’accusa di complotto contro il re goto Teodorico, accusato a sua volta di tradimento e imprigionato a Pavia
- condannato a morte nel 525

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2
Q

Quale è l’opera fondamentale di Boezio e quale è il suo tema centrale?

A

Opera fondamentale: PHILOSOPHIAE CONSOLATIO (La consolazione di Filosofia)
- dialogo in prosa e versi scritto durante il periodo di prigionia
- la Filosofia appare a Boezio cercando di convincerlo del fatto che la perdita di tutte le sue fortune mondane non ha intaccato la vera felicità né l’ordine provvidenziale delle cose

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3
Q

Quale progetto di Boezio rimane incompiuto a causa della sua morte prematura?

A

Progetto incompiuto: opera di traduzione in latino e commento di tutte le opere di Platone e Aristotele, con l’obiettivo di mettere in luce l’accordo di base tra i due filosofi.
Riesce solamente a tradurre parte dell’Organon: Categorie, analitici primi, topici, de interpretatione, confutazioni sofistiche = uniche opere aristoteliche conosciute durante tutto il medioevo.
Commenta due volte anche l’Isasogè di Porfirio, le Categorie e il de interpretazione sempre di Porfirio e i Topica di Cicerone.

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4
Q

Quale posizione sostiene Boezio nel quinto opuscolo teologico?

A

Nel quinto opuscolo di carattere teologico, intitolato Contro Eutiche e Nestorio, Boezio difende il dogma dell’esistenza di una duplice natura nella persona di Cristo, umana e divina.
Propone la definizione di persona come di: sostanza individuale di natura ragionevole.

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5
Q

Quale posizione prende Boezio sulla questione degli universali?

A
  • secondo commento all’Isagogé
  • universali: concetti ai quali non corrisponde, nella realtà, alcuna sostanza
  • non hanno esistenza extramentale: tutto ciò che è extramentale ha caratteristica dell’unicità, la quale risulta incompatibile con la nozione di universale
  • NON SONO CONCETTI VUOTI O FALSI: un concetto vuoto è quello di centauro (ottenuto per addizione tra due concetti). I concetti che si ottengono per sottrazione sono invece fondati: concetto di linea.
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6
Q

Come vengono trattati i generi e le specie da Boezio?

A

Generi e specie non hanno esistenza separata dalle cose sensibili: sono immanenti alle cose sensibili ma possono essere pensati prescindendo dalle cose sensibili, ovvero attraverso un processo di astrazione basato sulla somiglianza.

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7
Q

Quale definizione dà Boezio della specie?

A

Specie: pensiero raccolto dalla somiglianza sostanziale tra individui numericamente diversi

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8
Q

Quale definizione dà Boezio del genere?

A

Genere: pensiero raccolto dalla somiglianza tra specie

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9
Q

Quale problema affronta il terzo opuscolo teologico di Boezio? In quale modo?

A

Il problema affrontato dal terzo opuscolo teologico riguarda la necessità di capire in che modo le sostanze sono buone in ciò che sono senza essere beni sostanziali.
Per affrontare questa tematica in modo corretto, Boezio propone nove proposizioni che fanno da termini e regole per il ragionamento.

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10
Q

Quale è la regola più famosa e più importante proposta da Boezio?

A

Proposizione fondamentale ma di difficile interpretazione: LA SECONDA.
» secondo questa regola VI E’ DISTINZIONE TRA L’ESSERE E CIO’ CHE E’:
Essere = indica la forma sostanziale
Ciò che è = indica la sostanza
Esempio: prendiamo la sostanza Socrate
Essere = la forma sostanziale = la forma umana
Ciò che è = la sostanza stessa = Socrate stesso

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11
Q

Quali caratteristiche possiede la forma sostanziale secondo Boezio?

A

La forma sostanziale NON può esistere SEPARATAMENTE dalla sostanza che informa; ciò che esiste sono le singole sostanze!
Essa non può partecipare di qualcosa, in quanto non sussiste; né può avere delle proprietà accidentali.

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12
Q

Quali caratteristiche possiede la sostanza secondo Boezio?

A

La sostanza è ciò che effettivamente sussiste, essa partecipa di una forma sostanziale che la rende la sostanza che effettivamente è; può inoltre partecipare di forme accidentali che le attribuiscono determinate proprietà o qualità (accidenti).

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13
Q

Nelle sostanze composte secondo Boezio essere e ciò che è coincidono?

A

NO!
Questa coincidenza avviene solamente nelle sostanze semplici.

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14
Q

In che modo per Boezio tutte le cose sono buone?

A

Nona proposizione: la somiglianza va desiderata, ogni diversità è discordia&raquo_space; ciò che desidera un’altra cosa si mostra naturalmente tale alla cosa che essa desidera.
» dal momento che tutte le cose desiderano e tendono al bene, bisogna ammettere che tutte le cose sono buone!

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15
Q

Le cose per Boezio sono buone in senso accidentale o sostanziale?

A

Per Boezio le cose sono buone in senso SOSTANZIALE: se fossero buone in senso accidentale, allora non sarebbero buone in ciò che sono, perchè la bontà sarebbe una qualità aggiunta a ciò che già esse sono in sé stesse.
Bisogna quindi ammettere che le cose siano buone in senso sostanziale&raquo_space; il concetto di sostanza è sempre legato al concetto di essere&raquo_space; se l’essere coincidesse però con la bontà ogni cosa sarebbe buona in tutto e per tutto, cioè sarebbe DIO&raquo_space; NON AMMISSIBILE.
BISOGNA QUINDI CONCLUDERE CHE LE COSE SIANO SOSTANZIALMENTE BUONE (in ciò che sono) MA CHE NON SIANO DEI BENI SOSTANZIALI COME INVECE E’ DIO STESSO.

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16
Q

Perchè l’essere delle cose secondo Boezio è sostanzialmente buono? Quale è il motivo alla base?

A

Le cose in ciò che sono sono buone in quanto derivano da quel BENE PRIMO che è Dio: esse non sono quindi dei beni accidentali (non sarebbero buone in ciò che sono ma lo sarebbero come qualità aggiunta) né sono dei beni sostanziali come è Dio stesso (in cui vi è coincidenza tra sostanza e forma sostanziale: la sua sostanza semplice è un tutt’uno con la forma sostanziale, la bontà).

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17
Q

Quale è il tema centrale dei libri 2 e 3 della consolazione della filosofia?

A

Il tema centrale dei libri 2 e 3 della consolazione della filosofia è il BENE

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18
Q

Di cosa tratta il libro 2 della consolazione della filosofia?

A

Nel libro 2 la filosofia invita Boezio a riflettere sulla natura dei beni che ha perduto: la ricchezza, la notorietà, la buona reputazione, il potere: tutti questi beni sono sottoposti alla fortuna che li dà e li toglie, sono caduchi, non ci appartengono mai veramente e di conseguenza non possono mai renderci davvero felici.

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19
Q

Perchè la fortuna è quasi più utile quando è avversa secondo Boezio?

A

La fortuna si dimostra più utile quando avversa in quanto dimostra ciò che essa è realmente e aiuta a comprendere che il sommo bene non può risiedere nei beni caduchi e fugaci che dipendono da essa

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20
Q

Quale definizione di FELICITA’ viene proposta nel 3 libro della CONSOLAZIONE DELLA FILOSOFIA?

A

Nel terzo libro della consolazione della filosofia viene proposta una definizione di felicità come STATO RESO PERFETTO DALLA RIUNIONE DI TUTTI I BENI.
FELICITA’: fine ultimo, sommo bene ottenuto il quale non si può desiderare nulla di più

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21
Q

Dove risiede secondo Boezio l’errore degli uomini nel tentativo di perseguire la felicità?

A

L’errore degli uomini risiede nel voler raggiungere la felicità attraverso delle vie diverse: la ricchezza, il potere, l’onore, il rispetto, la gloria, la celebrità… tutti questi beni sono in realtà solo facce di quello che è davvero il BENE PERFETTO, LA SOMMA FELICITA’, che coincide con DIO STESSO.

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22
Q

Con cosa coincide il BENE PERFETTO nella visione di Boezio?

A

Nella visione proposta da Boezio il bene perfetto coincide con DIO STESSO: egli è la felicità e il fine ultimo di tutte le cose.

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23
Q

Quali corollari trae la Filosofia dalla conclusione secondo la quale il bene perfetto a cui tutto tende coincide con Dio stesso?

A

Corollari:
1) ogni persona felice in un certo senso è un dio perchè partecipare della felicità significa partecipare della divinità
2) il Bene = Uno
3) Dio governa tutte le cose = tutte le cose sussistono grazie all’unità, garantita dal Dio-Uno-Bene
4) Dio governa senza aiuti esterni = sua caratteristica è l’autosufficienza
5) Dio governa con dolcezza = tutte le cose tendono naturalmente al Bene
6) Dio governa insieme con forza = la potenza è uno dei suoi attributi
7) IL MALE è NULLA = Dio può fare ogni cosa, non può però fare il male quindi il male non è una cosa.

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24
Q

Quale paradigma interpretativo viene usato da Porfirio in poi nei confronti della filosofia platonica ed aristotelica?

A

Il paradigma interpretativo iniziato con Porfirio e portato avanti in seguito è un paradigma neoplatonico basato sull’esistenza di un’armonia di fondo tra i due filosofi: i due pensieri vengono unificati, non visti come contrapposti l’uno all’altro. La teoria aristotelica è ritenuta perfettamente valida a livello del mondo sensibile, quando ci si avvicina alle cose divine la teoria di riferimento diviene quella platonica.

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25
Q

Come si organizza il percorso di studi nel paradigma neoplatonico portato avanti da Porfirio in poi?

A

Gli studi filosofici iniziano con lo studio dell’Isagogè di Porifirio, un’introduzione che permette la conoscenza dei concetti cardine della logica aristotelica. In seguito si procede con lo studio della filosofia aristotelica, in particolare dell’organon, quando ci giunge al livello della divinità i testi di riferimento diventano alcuni dialoghi cruciali di Platone, come il Parmenide.

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26
Q

Quali trattati di logica vengono composti da Boezio?

A

Boezio compone una serie di trattati di natura logica per integrare i suoi commenti alle opere aristoteliche: essi vengono chiamati LOGICA VETUS (logica antica) e costituiscono un riferimento fondamentale per tutto il Medioevo.

27
Q

Chi pone per primo il problema degli UNIVERSALI? A partire da quale testo e come influenza il corso del Medioevo?

A

La discussione intorno agli UNIVERSALI si dimostra un tema ricorrente e fondamentale durante tutto il corso del Medioevo.
Essi appaiono già nell’Isagogè di Porifrio, laddove egli menziona cinque voci, ovvero cinque parole fondamentali usate da Aristotele difficili da chiarire: genere, specie, differenza, accidente, proprio.
Porfirio non si occupa delle implicazioni ontologiche intorno agli universali (se essi esistano davvero nella realtà o se invece siano solamente dei concetti della mente. Se esistono, sono essi immanenti alle cose o esistono separati, sono corporei o incorporei) in quanto è consapevole della distanza del pensiero aristotelico e platonico nei confronti di questo tema.
Porfirio si limita quindi a compiere una trattazione di tipo logico, trattando gli universali come predicati che appaiono all’interno di proposizioni.
Boezio affronta direttamente e per la prima volta il tema degli universali, aprendo una discussione che si protrae nel corso di tutto il medioevo.

28
Q

Quale posizione assume Boezio nei confronti degli UNIVERSALI?

A

La posizione assunta da Boezio corrisponde alla posizione di Alessandro di Afrodisia: gli universali come tali esistono solo NELLA MENTE, non hanno una corrispondenza nella realtà.
POSIZIONE ASTRAZIONISTA

29
Q

Quali sono i due modi secondo Boezio in cui è possibile formare dei concetti?

A

ANALOGIA CON LA GEOMETRIA:
1) PER ADDIZIONE: 2 concetti che hanno una corrispondenza diretta con la realtà vengono sommati tra loro dando vita ad un concetto falso, che non ha alcuna corrispondenza reale.
2) PER SOTTRAZIONE: ad un concetto sottraiamo elementi fino a giungere ad un concetto vero. Esempio della linea: essa non sussiste nella realtà ma nella realtà abbiamo oggetti composti da linee; scomponendo tali oggetti e separandone una dimensione possiamo ottenere la linea.

30
Q

In che modo è possibile ottenere il concetto di SPECIE secondo Boezio?

A

Il concetto di specie è ottenibile trattenendo ciò che è simile tra individui numericamente distinti.
Il concetto di uomo si ottiene per sottrazione: ad ogni singolo essere umano bisogna sottrarre ciò che lo rende diverso dagli altri esseri umani, trattenendo solo ciò che lo rende somigliante agli altri. In questo modo è possibile ottenere il concetto di specie.

31
Q

In che modo è possibile ottenere il concetto di GENERE secondo Boezio?

A

Il concetto di genere è ottenibile trattenendo ciò che è simile tra specie diverse. Confrontiamo più specie, sottraiamo ciò che le differenzia, tratteniamo ciò che le rende somiglianti ed in questo modo otteniamo il concetto di genere.

32
Q

Perchè il terzo trattatello di teologia di Boeazio è anche detto HEBDOMADIBUS? Che cosa significa?

A

Titolo misterioso: non si sa con esattezza che cosa siano le EBDOMADI, letteralmente “gruppi di sette”.
Secondo una tradizione esegetica esse sarebbe le proposizioni assiomatiche proposte da Boezio sulla base delle quali risolvere il problema del trattato.

33
Q

Quale problema affronta Boezio nelle ebdomadi?

A

Problema: come è possibile che le sostanze sono buone in ciò che sono nonostante la bontà non costituisca l’essenza di tale sostanza?
L’essere solitamente è tale in virtù dell’essenza&raquo_space; se la bontà fosse elemento dell’essenza delle cose, allora tutte le cose sarebbero il bene&raquo_space; non ammissibile

33
Q

Quale metodo utilizza Boezio per risolvere il problema della bontà delle cose?

A

METODO ASSIOMATICO: propone una serie di proposizioni assiomatiche (autoevidenti) sulla base delle quali ricavare le conclusioni intorno al problema.

34
Q

Quale problema viene sollevato nel 4 libro della Consolazione di Filosofia?

A

Sollevato un problema riguardo al bene: se il mondo è governato da un Dio buono e onnipotente, allora perchè talvolta i buoni non vengono premiati e i malvagi non vengono puniti?

35
Q

Come risolve il problema esposto nel 4 libro Boezio?

A

Risposta: i buoni vengono sempre premiati e i malvagi sempre puniti!
I buoni infatti sono tali in quanto possiedono il Bene e quindi potenza e felicità, i malvagi sono tali in quanto, pur desiderando il Bene, ne sono privi, quindi sono deboli e infelici.
Il Bene è il premio dei buoni, la malvagità la punizione dei malvagi.

36
Q

Perchè secondo Boezio, alle volte i malvagi vengono premiati e i buoni vengono puniti?

A

Questa domanda è di difficile risoluzione perchè chiama in causa la questione della provvidenza divina e il suo rapporto con il fato, la libera volontà, il caso e la conoscenza che Dio ha degli eventi nel mondo.
La conclusione a cui giunge è che la fortuna sia sempre buona: quella gradita premia i buoni e punisce i malvagi (in quanto li getta nella loro condizione di miseria più profonda), quella avversa serve ai buoni come esercizio e ai malvagi come correzione.

37
Q

Che cosa è la provvidenza secondo Boezio?

A

La provvidenza secondo Boezio è l’ordine delle cose stabilito da Dio per come esso è pensato ed esiste nell’intelligenza divina.

38
Q

Che cosa è il fato secondo Boezio?

A

Il fato secondo Boezio è l’ordine delle cose stabilito da Dio per come esso si attua e si svolge nel mondo e nelle cose.

39
Q

Quale rapporto si instaura tra provvidenza e fato nella visione di Boezio?

A

Provvidenza e fato sono al tempo stesso due forme dell’ordine stabilito da Dio distinte ma collegate tra loro:
distinte in quanto afferiscono a due livelli livelli di realtà: il livello divino ed il livello del mondo; collegate in quanto il fato dipende dalla provvidenza come la realizzazione di un progetto dipende dal progetto stesso.

40
Q

Come è considerato il caso nella visione di Boezio?

A

Il caso inteso come: evento prodotto da un moto accidentale e senza alcuna connessione causale NON ESISTE&raquo_space; vi è un ordine provvidenziale a cui nulla sfugge.
Il caso inteso aristotelicamente come evento inatteso derivante da cause confluenti nelle cose che si compiono per qualche scopo, allora è ammissibile.

41
Q

Nella visione provvidenzialistica e fatalista proposta da Boezio vi è spazio per la libera volontà?

A

sì, vi è spazio per la volontà dell’arbitrio!
essa infatti è la caratteristica che inerisce alla natura stessa degli esseri razionali: ogni essere capace di far uso della ragione è in grado di discernere quali oggetti ricercare e quali invece rifuggire&raquo_space; può desiderare i primi e rifiutare i secondi.

42
Q

In che modo nella visione di Boezio la volontà dell’arbitrio si dimostra incompatibile con l’onniscienza divina?

A

Se Dio conosce sin dall’eternità non solo le azioni umane ma anche gli atti della volontà da cui tali azioni derivano, allora gli atti della volontà dovranno essere solamente quelli che Dio ha previsto, altrimenti la conoscenza divina sarebbe incerta e fallibile.
Gli uomini non sarebbero quindi liberi nei loro atti della volontà, in quanto essi sarebbero conosciuti da Dio sin dal principio.

43
Q

Quali problemi porta con sè l’annullamento della libertà negli atti della volontà secondo Boezio?

A

La mancanza di libertà negli atti della volontà rende nullo il merito: la punizione dei malvagi e la retribuzione dei buoni appare come un atto ingiusto, inoltre speranze e preghiere risultano del tutto prive di senso.

44
Q

Quale è il presupposto erroneo su cui si basa l’idea che non sia possibile avere prescienza di conoscenze non necessarie?

A

Il presupposto erroneo è che la conoscenza rifletta proprietà delle cose conosciute.
Questo ci fa pensare che se la conoscenza di una cosa è certa, ovvero necessaria, allora anche la cosa stessa è necessaria.

45
Q

La conoscenza secondo Boezio riflette le proprietà delle cose conosciute?

A

No! Questo è un presupposto errato!
In realtà la conoscenza riflette le proprietà del soggetto conoscente, non dell’oggetto conosciuto.

46
Q

Quale è il modo secondo Boezio in cui Dio conosce?

A

Facoltà diverse conoscono in modo diverso il medesimo oggetto: L’Intelligenza, facoltà propria dell’intelletto divino, conosce la “forma semplice” delle cose, ovvero l’Idea contenuta all’interno della mente stessa.
La condizione di Dio non è la nostra stessa condizione: la sua è quella dell’immutabilità e dell’eternità, una condizione di presenza immobile alla pienezza del proprio essere.
Di conseguenza, egli non conosce secondo una consequenzialità temporale ma conosce SIMULTANEAMENTE TUTTE LE COSE COME SE FOSSERO TUTTE PRESENTI, ANCHE QUELLE PASSATE E FUTURE.

47
Q

Quale differenza vi è tra necessità in senso assoluto e necessità in senso condizionato secondo Boezio?
Quale tipo di necessità caratterizza i nostri atti futuri che Dio conosce come già presenti?

A

Necessità in senso assoluto = dipende dalla natura di una cosa.
Necessità in senso condizionato = dipende dall’aggiunta di una condizione.
I nostri atti sono per loro natura liberi (potrebbero non realizzarsi) ma Dio li conosce come necessari in senso condizionato.

48
Q

Da cosa è caratterizzato il panorama filosofico latino dalla morte di Boezio alla fine dell’ottavo secolo?

A

Periodo di desolazione filosofica; vi sono pochi testi e dotati di scarsa originalità.
Uniche opere da notare: Istituzioni di Cassiodoro e le Etimologie di Isidoro di Siviglia.

49
Q

Di cosa trattano le Istituzioni di Cassiodoro?

A

Le Istituzioni di Cassiodoro trattano le sette arti liberali, con un focus particolare sulla dialettica, ovvero la logica.
Questa opera avrà grande diffusione nel corso del medioevo.

50
Q

In che modo negli assiomi proposti da Boezio emerge il tentativo di stabilire un’armonia di fondo tra Platone e Aristotele?

A

Negli assiomi di Boezio l’armonia tra i due pensatori è evidente nel concetto di partecipazione di stampo platonico unito all’idea invece aristotelica di sostanza.

51
Q

Quali caratteristiche possiede la personificazione della Filosofia all’interno dell’opera di Boezio?

A

Età che non la rende assimilabile a qualcuno nato in quel secolo = è antichissima.
La sua statura varia: in alcuni parti mantiene statura umana (laddove si occupa delle questioni umane riguardanti l’etica, l’essere umano), in altri punti si erge fino a toccare il cielo (laddove si occupa della fisica e della filosofia della natura), in altri momenti ancora essa penetra il cielo (laddove si occupa della metafisica come scienza del divino, della teologia).
Indossa una veste con ricamate sull’orlo inferiore la lettera PI e sull’orlo superiore la lettera THETA, nella mano destra regge alcuni libri, nella sinistra uno scettro, sulla sua veste è ricamata una scala.

52
Q

Che significato allegorico possiamo attribuire alle due lettere ricamate sulla veste della Filosofia?

A

Significato allegorico: la lettera PI starebbe ad indicare la PRAXIS, ovvero l’agire, l’etica = indica la parte inferiore della filosofia, quella che si occupa dell’agire concreto e pratico.
La lettera THETA indicherebbe invece la parte speculativa della filosofia, starebbe ad indicare la THEORIA.

53
Q

Quale significato allegorico avrebbero i gradini della scala rappresentata sulla veste della Filosofia?

A

I gradini andrebbero ad indicare i passaggi necessari per il raggiungimento della filosofia più elevata, ovvero la filosofia teoretica.
Potrebbero stare ad indicare le SETTE ARTI LIBERALI, le quali permettono il passaggio dell’uomo dalla sfera in cui egli opera (arti del linguaggio) alla studio delle realtà superiori e indipendenti (arti del quadrivio)

54
Q

Che cosa accade del libro primo della consolazione di Filosofia?

A

Libro primo: presentazione della situazione in cui si trova l’autore. Situazione di prigionia e disperazione, Filosofia gli appare e diagnostica la malattia dell’autore: la letargia mentale. Egli ha dimenticato una serie di verità che aveva appreso attraverso il percorso filosofico ed è necessario che le riporti alla mente attraverso l’aiuto di Filosofia.

55
Q

Quali sono i beni secondo Boezio? Sono illimitati?

A

I beni per Boezio non sono illimitati ed egli ne identifica una parte: potere, buona reputazione, piacere, autosufficienza, onore.
L’errore è pensare che essi possano essere ottenuti separatamente gli uni dagli altri.

56
Q

Il Dio presentato da Filosofia è il Dio cristiano?

A

No, non vi sono caratteristiche peculiari del dio presentato da Filosofia che ci permetta di ricondurlo alla divinità cristiana. Per questo motivo fino all’800 si è dubitato del fatto che l’autore della consolazione di Filosofia fosse lo stesso degli opuscoli filosofici, arrivando a dubitare che egli fosse cristiano.

57
Q

Perchè essere buoni secondo Boezio equivale ad essere felici?

A

Secondo Boezio essere buoni equivale ad essere felici: essere buoni significa partecipare della bontà, la quale si identifica con Dio, il quale a sua volta si identifica con la felicità: di conseguenza essere buoni equivale ad essere felici; essere malvagi equivale a non essere felici.

58
Q

Quale problema affronta Boezio nei libri 4 e 5?

A

Nei libri 4 e 5 Boezio affronta una questione: la conclusione a cui lui è giunto per via logica, ovvero che bontà e felicità si equivalgono, si scontra con l’evidenza della realtà ed in particolare con la sua stessa situazione: egli si ritiene infatti buono in quanto innocente, ma la sua condizione non è di felicità bensì di miseria.

59
Q

Quali modi ha l’essere umano secondo Boezio per conoscere qualcosa?

A

3 modi per conoscere qualcosa:
1) ATTRAVERSO I SENSI = in particolare nei cinque modi permessi dai cinque sensi. Questo tipo di conoscenza necessita della presenza materiale dell’oggetto da conoscere, di conseguenza non si può avere conoscenza di una realtà immateriale attraverso i sensi.
2) ATTRAVERSO L’IMMAGINAZIONE = presuppone la sensazione, permette la riproduzione dell’immagine dell’oggetto percepito attraverso i sensi
3) ATTRAVERSO LA RAGIONE = presuppone sia la sensazione che l’immaginazione: permette di cogliere la forma essenziale di qualcosa attraverso una via astrattiva = cogliamo la nozione universale e la applichiamo all’oggetto.

60
Q

Quale è il modo di conoscere proprio di Dio secondo Boezio?

A

Dio non conosce per via sensibile, nè per via dell’immaginazione nè per via razionale: egli conosce cogliendo LA FORMA SEMPLICE, l’esemplare ideale dell’oggetto, quel modello dell’oggetto che è presente nella mente divina.

61
Q

Come viene definita l’eternità da Boezio?

A

ETERNITA’: POSSESSO SIMULTANEAMENTE TOTALE E PERFETTO DI UNA VITA INTERMINABILE (priva di limiti e confini).
Il modo di vivere dell’eternità è proprio di Dio, il quale non è soggetto alla successione temporale, nella quale ciò di cui siamo in possesso è il singolo e fugace istante; egli possiede una vita interminabile di cui ha il possesso simultaneo
» di conseguenza il suo modo di conoscere deve essere un riflesso del suo modo di essereI

62
Q

Secondo Boezio Dio determina il mondo?

A

No, secondo Boezio Dio conosce tutti gli eventi del mondo e li ordina, ma non li determina! Egli dispone invece un ordine tra i vari eventi, i quali sono tutti causati da lui, collegando eventi che dipendono da lui ad eventi che dipendono da altro.

62
Q

In che modo Boezio dimostra che la contrapposizione tra il libero arbitrio e la prescienza divina è del tutto priva di fondamento?

A

Boezio dimostra che prescienza e libero arbitrio non sono incompatibili: Dio non conosce gli eventi come futuri, egli non li conosce PRIMA che essi avvengano nel futuro; egli conosce invece TUTTI GLI EVENTI SIMULTANEAMENTE E COME SEMPRE PRESENTI.