La filosofia di Bizantini, Arabi ed Ebrei Flashcards

1
Q

Da quale scuola filosofica è dominata la riflessione nell’area culturale bizantina?

A

La scuola di riferimento è quella platonica = vi è una sostanziale omogeneità nella riflessione filosofica. La scuola platonica arriva ad inglobare nella sua riflessioni elementi della scuole rivali, come quella peripatetica a quella stoica; a partire da Plotino e con i suoi successori Porifirio e Giamblico il platonismo assume la forma del neoplatonismo.

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2
Q

Quali sono le caratteristiche fondamentali del neoplatonismo?

A

1) la dottrina delle tre ipostasi: l’universo corporeo deriverebbe da tre supreme cause incorporee (Uno - Intelletto- Anima).
2) il fine ultimo dell’uomo è inteso in chiave mistica: esso coincide con l’abbandono del mondo terreno per fare ritorno al mondo divino e infine per unirsi all’Uno attraverso un’esperienza estatica che trascende la conoscenza intellettuale.
3) armonizzazione del pensiero aristotelico e del pensiero platonico attraverso il commento dei testi aristotelici in funzione preliminare allo studio dei testi platonici.

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3
Q

Quale visione dell’uomo porta avanti il neoplatonismo?

A

Nella visione neoplatonica l’uomo è un congiunto di un’anima razionale e di un corpo: questa unione è vista come una “caduta” dell’anima, la quale si deve risollevare e fare ritorno nel mondo divino.

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4
Q

Che cosa serve secondo i platonici affinchè l’anima possa risollevarsi dalla sua caduta terra?

A

Secondo Plotino la risalita dell’anima è possibile in quanto una parte dell’anima non discende mai nel corpo ma rimane in contemplazione delle forme intellegibili.
Secondo Porfirio basta la filosofia; secondo Giamblico e da lui in poi la filosofia non basta più ma deve essere affiancata dai culti politeistici e da una serie di rituali teurgici.

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5
Q

Chi è il primo a tentare un’armonizzazione del pensiero aristotelico e del pensiero platonico?

A

Il primo autore a proporre tale armonizzazione è Porfirio, il quale commenta opere di entrambi gli autori. Inoltre compone l’Isagogè, un’opera introduttiva al pensiero peripatetico dove vengono discusse cinque nozioni fondamentali: il genere, la specie, il proprio, la differenza, l’accidente.

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6
Q

Porfirio affronta il problema degli universali all’interno dell’Isagogè?

A

No, Porfirio non affronta questo problema, ritenuto troppo profondo. In particolare, non definsice lo statuto ontologico di genere e specie, se essi siano realtà sussistenti o concetti puri e semplici, se siano essi corporei o incorporei, se siano separati o immanenti.
» questa discussione avrà grande successo da Boezio in poi durante tutto il medioevo con la “disputa sugli universali”.

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7
Q

In che modo il dialogo chiave per il neoplatonismo si rivela essere il PARMENIDE?

A

Nel parmenide vengono trattati temi chiave della riflessione neoplatonica:
1) il platonismo deve essere capace di rispondere in modo efficace alle accuse e alle critiche che vengono rivolte alla dottrina delle Idee
2) nella seconda parte dell’opera si affronta una lunga discussione sul rapporto tra UNO ed ENTE indagando le varie conseguenze a seconda che l’uno sia o che l’uno non sia.

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8
Q

Che cosa è l’ente secondo la lettura neoplatonica del parmenide?

A

L’ente è ciò che ha il maggior grado di realtà, gli enti che sono davvero enti, ovvero LE FORME INTELLEGIBILI (LE IDEE).

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9
Q

Come vengono definite le idee dal medioplatonismo?

A

Il medioplatonismo si basa sulla lettura e l’interpretazione del Timeo di Platone: le idee sono definite come una totalità organica interna ad un intelletto divino.
Questo si dimostra essere il primo passo verso il neoplatonismo di stampo plotiniano: la sfera dell’essere (le idee) non si trovano separate rispetto all’intelletto divino ma coincidono con l’intelletto stesso.

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10
Q

In che modo nella visione neoplatonica dell’intelletto possiamo trovare un punto d’incontro tra il pensiero platonico e quello aristotelico?

A

La visione neoplatonica dell’intelletto combina il pensiero aristotelico e neoplatonico: le idee sono unificate ed interne ad esso (differenza con Platone ma presenza della molteplicità di idee); gli attributi del principio primo aristotelico (l’essere atto puro autopensante, oggetto di intellezione che ha per oggetto sè stesso) vengono trasferiti sull’intelletto.
L’intelletto diviene autopensante e si pensa come unità molteplice di forme intellegibili.

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11
Q

Quale primo assioma può essere identificato nel pensiero di Plotino?

A

Primo assioma: il molteplice non è mai originario, esso necessita sempre di essere spiegato con il semplice.
» intelletto è molteplice, dunque non può essere il principio prima della realtà&raquo_space; necessità di un principio primo che sia assolutamente semplice ed indivisibile.

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12
Q

Quale secondo assioma può essere identificato nel pensiero di Plotino?

A

Secondo assioma: la causa è sempre superiore all’effetto.
Rapporto gerarchico in cui la causa, ovvero l’Uno-Bene assolutamente semplice è il primo livello della realtà.

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13
Q

Che cosa s’intende con l’espressione TEOLOGIA NEGATIVA?

A

Con l’espressione teologia negativa s’intende il fatto che l’Uno-Bene non può mai essere indicato o descritto attraverso sentenze in positivo: esso è ineffabile e inconoscibile, di esso si può predicare solo in negativo indicando ciò che non è o utilizzando un linguaggio metaforico.

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14
Q

In che modo l’anima per Plotino è il demiurgo per Platone?

A

Demiurgo ed anima svolgono la stessa funzione: hanno una funzione di mediazione necessaria affinchè le idee possano essere idee di individui empirici realmente presenti nel mondo sensibile.
Così come il demiurgo contempla i paradigmi e li usa come modelli per plasmare il mondo, così l’anima del mondo emana dall’intelletto, ad esso si converte contemplando la sua origine e dotandosi di capacità produttiva: dall’anima del mondo emana la materia e nella materia pone delle forme che imitano le forme intellegibili presenti nell’intelletto.

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15
Q

Che cosa s’intende per “dottrina dell’anima non discesa”?

A

La dottrina dell’anima non discesa è un punto cardine della riflessione di Plotino: nella sua visione la possibilità dell’anima individuale di ricongiungersi in unione mistica alla fonte prima della realtà è legata al fatto che l’anima individuale non è scesa ad animare il corpo nella sua integrità, bensì una parre di anima è rimasto al livello dell’anima del mondo ed è sempre in contemplazione delle forme intellegibili.

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16
Q

Da dove deriva il termine MISTICA e che significato ha?

A

mistica deriva dal verbo MYO = chiudo la bocca.
Il suo significato è legato a quell’esperienza del sacro segreta ed indicibile che si pone a contatto con una realtà non esprimibile verbalmente perchè al di là delle parole.

17
Q

Che cosa s’intende per albero di Porfirio? Cosa permette di fare?

A

L’albero di Porfirio è un procedimento che permette di passare dai generi generalissimi (generi così ampi che non ve ne possono essere di più generici = esempio: Sostanza) alle specie specialissime (ovvero che non possono essere specificate ulteriormente = esempio: Uomo).

18
Q

Quale procedimento permette di passare dai generi generalissimi alle specie specialissime secondo Porfirio?

A

Il procedimento applicato da Porfirio per giungere alle specie specialissime consiste nello specificare ogni volta in modo BINARIO, dividendo il genere secondo la diairesis di stampo platonico.
Il genere viene diviso attraverso l’attribuzione di una determinata proprietà, detta differenza, ottenendo così due specie: si procede quindi specificando di volta in volta la divisione binaria attraverso l’attribuzione di differenze, fino a giungere alle specie specialissime.

19
Q

Quali autori principali possiamo identificare dopo Porfirio? Da quale elemento sono caratterizzati?

A

Gli autori seguenti a Porfirio sono tutti caratterizzati da questo tentativo di accordo tra Aristotele e il platonismo, al punto tale che alle volte non si riesce a distinguere chiaramente se l’autore sia platonico o peripatetico.
Autori identificabili sono Temistio (del quale abbiamo commenti parafrastici che lo avvicinano più al medioplatonismo che al neoplatonismo); Plutarco (del quale abbiamo solo testimonianze e si occupa di dare un’interpretazione sistematica delle ipotesi del Parmenide); Siriano (del quale abbiamo parte del commento alla Metafisica)

20
Q

Chi è Proclo e come viene considerato?

A

Proclo, successore di Siriano come scolarca di Atene, è considerato l’ultimo grande filosofo greco pagano e il maggior esponente del platonismo post-plotino.

21
Q

Quanti e quali opere compone Proclo?

A

Proclo compone all’incirca una cinquantina di opere, la metà andate perdute. Possediamo i commenti a Platone, la teologia platonica, gli elementi di teologia e i tria opuscola.

22
Q

Quale tentativo mette in atto Proclo nelle sue opere? Quale è la sua caratteristica più innovativa?

A

Nelle opere di Proclo il tentativo è quello di compiere una sistemazione ed un ordinamento organico di tutte le verità introno al mondo divino trasmesse dalla tradizione ellenica, riguardanti sia la filosofia come l’ambito poetico, matematico e religioso.
L’elemento certamente più innovativo di questo autore è la forma sistematica: questo è evidente in particolare negli Elementi di Teologia, dove l’autore propone 211 proposizioni seguite ciascuna dalla propria dimostrazione. Nessun assioma viene assunto senza giustificazione e tutto viene dimostrato!

23
Q

Quale è il maggior contributo di Proclo nei confronti del pensiero plotiniano?

A

Proclo non si limita a sistematizzare in modo organico il pensiero plotiniano: su alcuni punti prende le distanze (l’anima, ad esempio, per Proclo discende interamente nel corpo e non solamente in parte; respinge l’identificazione di Plotino del male con la materia, affermando come la materia non abbia alcuna sussistenza propria ma sia una sorta di effetto collaterale della produzione di realtà).
Il suo contributo principale risiede nelle proposizioni che compongono la triade permanenza-processione-conversione.

24
Q

Chi è Damascio? Da cosa si caratterizza il suo pensiero?

A

Damascio è l’ultimo scolarca di Atene: il suo pensiero si caratterizza per un ritorno al pensiero di Giamblico.
Introduce, prima e al di là dell’Uno (che è il principio di tutte le cose) un ulteriore principio ineffabile; inoltre dell’Uno distingue due aspetti: il Uno-Tutto, che garantisce unità della realtà e il Tutto-Uno, causa della molteplicità della realtà.

25
Q

Quali opere possediamo di Simplicio?

A

Di Simplicio possediamo solamente i commenti, grazie ai quali possiamo osservare il tentativo di mostrare l’armonia di fondo tra Platone ed Aristotele, forse nel tentativo di rispondere alle critiche dei cristiani, i quali denunciavano la forte divisione tra le scuole filosofiche antiche.

26
Q

Per cosa è ricordato Ammonio?

A

Ammonio è ricordato per essere il fondatore della scuola alessandrina di interpretazione di Aristotele: l’obiettivo era quello di mostrare l’accordo generale tra Aristotele e Platone attraverso lezioni dedicate a porzioni specifiche di testo, dapprima trattate dal punto di vista dottrinale e in seguito dal punto di vista letterale.

27
Q

Quale svolta radicale avviene con il pensiero di Giovanni Filopono?

A

Con la riflessione di Giovanni Filopono (allievo di Ammonio) avviene il passaggio radicale dalla concezione platonica alessandrina di Ammonio a una visione cristiana del mondo, basata sul concetto di creazione dal nulla.
Secondo Giovanni Filopono il mondo ha avuto origine dal nulla e dal tempo e questa sarebbe la vera posizione espressa da Platone nel Timeo&raquo_space; in questo modo la dottrina di Aristotele non sarebbe corretta e vi sarebbe contraddizione tra i due autori.

28
Q

Che cosa s’intende per teoria della causalità di Proclo?

A

Teoria della causalità: teoria fondamentale ritrovabile negli elementi di teologia di Proclo.
In questa teoria vengono individuati tre aspetti presenti in ogni azione triadica:
1) PERMANENZA (ogni effetto permane anche nella sua causa, esso non è mai del tutto staccato altrimenti sarebbe del tutto dissimile dalla causa che l’ha prodotto)
2) PROCESSIONE (ogni effetto si distanzia dalla causa che l’ha prodotto)
3) CONVERSIONE (ogni cosa tende al Bene - ogni effetto tende quindi alla causa prima, ovvero al bene, ovvero alla sorgente da cui proviene)