Psicologia dello Sviluppo Ciclo Vita (breve) Flashcards

1
Q

Definisci la psicologia dello sviluppo

A

E’ lo studio scientifico del comportamento e dello sviluppo degli individui, ovvero dei cambiamenti che si verificano in funzione del tempo.

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2
Q

Quali domande vengono fatte durante lo studio della psicologia dello sviluppo?

A
  • Quando: lo sviluppo è un processo di continuo cambiamento ed è necessario individuare le pietre miliari (tappe dello sviluppo tipico) dello sviluppo. è importante conoscere sia le traiettorie comuni dello sviluppo che le differenze individuali.
    Come: viene fatta per cercare di rispondere ai modi del comportamento del soggetto che si sta studiando. (es. disegno bambino nelle loro fasi vita)
    Perchè: riguarda la spiegazione del comportamento con l’età: cerca di comprendere cause dello sviluppo; si cerca di capire i processi alla base di una certa cosa.
    >il quando e il come riguardano lo sviluppo umano, mentre il perché cause di esso<
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3
Q

Spiega la differenza tra maturazione e apprendimento

A

Mutazione: Sviluppo biologico dell’individuo determinato geneticamente no influenzato dall esterno
Apprendimento: processo di cambiamento influenzato dall’ambente e dall’esperienza

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4
Q

Periodi di sviluppo

A
  1. PERIODO PRENATALE → dal concepimento alla nascita
  2. PRIMA INFANZIA → dalla nascita fino ai 18-24 mesi d’età
  3. SECONDA INFANZIA → dai 18-24 mesi fino ai 5-6 anni d’età
  4. FANCIULLEZZA → dai 6 agli 11 anni d’età
  5. ADOLESCENZA → dai 12 ai 18-21 anni d’età
  6. GIOVANE ADULTO → circa dai 18 ai 25 anni d’età
  7. PRIMA ETA’ ADULTA → circa dai 25 ai 40 anni d’età
  8. MEDIA ETA’ ADULTA → circa dai 40 ai 60 anni d’età
  9. ETA’ ADULTA AVANZATA → circa dai 60 ai 75 anni d’età
  10. TARDA ETA’ ADULTA → dai 75 anni in poi
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5
Q

La prospettiva ecologica e lo sviluppo secondo Bronfenbrenner.

A

Considera l’insieme dell’ambiente sociale dell’individuo come il contesto dello sviluppo. Gli individui influenzano i sistemi che li circondano mentre, a loro volta, ne sono influenzati (cosi diversi sistemi si influenzano a vicenda).
Bronfenbrenner (1979), il principale fautore della prospettiva ecologica, lo sviluppo è visto come una serie di cerchi concentrici che descrivono le interazioni del bambino in crescita con un contesto ecologico in mutamento, in tutta la sua complessità.

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6
Q

Il sistema di sviluppo di Bronfenbrenner.

A

Si compone di una struttura teorica di riferimento che va dagli ambienti di cui il bambino fa esperienza più immediata e diretta ai contesti più remoti:
MICROSISTEMA: l’ambiente in cui il bambino vive e interagisce con le persone e le istituzioni a lui più vicini;
MESOSISTEMA: le relazioni reciproche tra i componenti del microsistema, come i genitori che interagiscono con gli insegnanti e così via;
ESOSISTEMA: composto dagli ambienti che hanno impatto sullo sviluppo del bambino, ma con cui in gran parte non esiste un contatto diretto, come il lavoro di un genitore che può influenzare la vita del bambino se richiede che viaggi spesso o ritorni a casa tardi la notte;
MACROSISTEMA: gli schemi ideologici e istituzionali di una particolare cultura o sottocultura.
CRONOSISTEMA: con il passare del tempo sia il bambino che l’ambiente che lo circonda sono sottoposti a dei cambiamenti che possono originarsi dal singolo o dal mondo esterno.
non tiene in considerazione i fattori e componenti biologiche del individuo

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7
Q

La prospettiva del ciclo di vita e l’effetto coorte di età.

A

Ipotesi sullo sviluppo come processo che continua nel corso dell’intero ciclo di vita, dal periodo neonatale alla terza età. Esso include nei propri studi anche i fattori storici che potrebbero influenzare lo sviluppo psicologico, ovvero considera l’EFFETTO COORTE D’ETA’: si considera un gruppo di individui nati nello stesso anno o durante uno stesso periodo storico in quanto condividendo le stesse esperienze storiche, possono portare la coorte a sviluppare problemi specifici e distintivi comuni a tutti.

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8
Q

Cosa accomuna le ricerche sullo sviluppo dei passati grandi autori?

A

influenza normative a seconda dell’età, a seconda della storia, e influenze non normative. Lo sviluppo è il risultato di un confronto vittorioso tra sfide del contesto della vita e/o perdite e mancanze; la natura di tali sfide varia a seconda del contesto, dell’età e della cultura = processo dinamico di interazione che dura tutta la vita.

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9
Q

I processi di sviluppo

A

lo sviluppo ha sempre bisogno di una sfida (fronteggiare l’esigenze della vita); esso avviene attraverso la capacità di risolvere tale sfida; l’insuccesso comporta l’insorgenza di alcuni problemi; risolvere una sfida (sviluppo) è un processo dialettico che provoca cambiamenti nell’ambiente, nell’individuo o in entrambi; gli individui possiedono quantità diverse di risorse.
I meccanismi del cambiamento agiscono dal concepimento e per tutta la durata della vita dell’individuo.

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10
Q

PRINCIPI CHIAVE SUGGERITI DA HENDRY E KLOEP:

A
  • lo sviluppo ha sempre bisogno di una sfida
  • lo sviluppo avviene attraverso la capacità di risolvere con successo questa sfida
  • l’insuccesso comporta l’insorgenza di problemi nell’affrontare le sfide successive
  • risolvere sfide è un processo dialettico d’interazione
  • gli individui dispongono di risorse diverse per affrontare le sfide.
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11
Q

I PRINCIPI DELLA PSICOLOGIA DEL CICLO DI VITA:

A
  • lo sviluppo è un processo che dura tutta la vita ( potenziale di crescita)
  • lo sviluppo è multidimensionale
  • lo sviluppo è il risultato dell’interazione tra individuo e ambiente ( continuo modificarsi)
  • lo sviluppo comprende conquiste e perdite ( attenzione al bilancio tra perdite e guadagni)
  • lo sviluppo è un campo d’indagine multidisciplinare.
    Lo sviluppo non è solo caratterizzato dall’acquisizione di competenze in momenti specifici e definiti ma dal continuo confronto con le esigenze della vita
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12
Q

Il TEMPERAMENTO:

A

Ha una base costituzionale (base genetica)
Include gli aspetti emotivi della personalità
Riguarda particolari modalità comportamentali osservabili in risposta all’ambiente.
I tratti temperamentali sono una delle prime caratteristiche individuali che emergono in maniera rapida nel neonato e costituiscono la base della nostra individualità. Sono fenomeni caratteristici della nostra natura emotiva che fanno riferimento, ad esempio, a quanto siamo suscettibili a certe situazioni o a quanto siamo veloci a reagire a certi stimoli, a com’è caratterizzato il nostro umore e via dicendo. Troviamo una componente genetica ( studi fatti sui gemelli) e poi troviamo l’influenza dell’ambiente

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13
Q

Nel temperamento, quali tratti sono influenzati dalla genetica e quali dall’ambiente.

A

Attributi temperamentali positivi: socievolezza, positività, influenzati dall’ambiente condiviso
Attributi temperamentali negativi: irritabilità, tendenza aggressiva, non influenzati dall’ambiente condiviso.
Uno stesso tratto temperamentale (timidezza) può essere più o meno promosso/accettato in base alla cultura, perciò è influenzato anche da esso.

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14
Q

Cosa studia Kegan (2003) ?

A

Si focalizzò sull’inibizione di fronte a eventi o persone sconosciute individuando bambini inibiti e disinibiti (rilevando parametri fisiologici come ritmo cardiaco, attività lobo frontale destro ecc in varie situazioni) . Questo modello fatto in questo modo, che non vuole creare una teoria, sembra meno completo, ma l’obiettivo era mettere in risalto la componente genetica e l’ambiente ,far vedere come funziona questa interazione. Il compito dell’educatore è quello di comprendere il bambino (reattività, autoregolazione…) e facilitare il proprio intervento educativo, lo sviluppo, il miglioramento. Come obiettivo il bambino deve essere in grado di autoregolarsi e regolare emozioni e comportamenti.

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