Lesioni Elementari + Varie Flashcards

1
Q

DERMATOSI DEL VOLTO

A

Acne (comedoni, papule e pustole), Dermatite seborroica (chiazze eritematose ricoperte da squame giallastre), Dermatite atopica (lattante: mascherina atopica, bambino: inversione), Dermatomiosite (stria purpurea palpebrale), LECC, LES (eritema a farfalla), Verruche piane giovanili da HPV3-10, Gengivostomatite erpetica (HSV1) e herpes labialis, del naso, sindrome kaposi-juliusberg, Parvovirus (V malattia, guance schiaffeggiate), VZV (varicella/zoster -> vescicole), Impetigine (streptococcica/stafilococcica, pustole), Erisipela (lesione eritemato-edematosa a farfalla), Ostiofollicolite e foruncolo e sicosi piogenica Dermatofizie superficiali e tinee (faciei, barbae), Candidosi muco-cutanee croniche, Pytiriasi versicolor in età puberale, Sifilide (sifiloma a labbro e lingua, sifilodermi pustolosi, gomma luetica in corrispondenza di ossa e cartilagini nasali), sifilide connatale (forma precoce in zone periorifiziali e corizza luetica, forma tardiva con fronte olimpica, naso a sella, palato ogivale, denti), Pemfigo volgare ed eritematoso (eritema a farfalla), Tossidermie (AGEP, eritema polimorfo maior, ten, eritema fisso da farmaci, reazioni fototossiche e fotoallergiche, eruzioni lupus-like), Cloasma gravidico (ipermelanosi acquisita in gravidanza), Orticaria gigante (edema circoscritto), Eritrodermie e sindrome di Sezary (facies leonina), Efelidi, lentigo solare, nevi (spiz, miescher, ota, blu, verrucoso sebaceo, angioma piano e neo flammeo, melanoma lentigo maligna), Carcinoma basocellulare, spinocellulare, Vitiligine acro-facciale, Rosacea (eritema, pustole, eventuale rinofima), Psoriasi (padiglione auricolare), sebopsoriasi, Cheratosi attinica (chiazza eritematobrunastra con desquamazione e ipercheratosi), cheratosi seborroica, Sindrome di Lewandosky-Lutz, Xeroderma pigmentoso, adenoma sebaceo, iperplasia sebacea senile, idroadenoma, leishmaniosi cutanea, lupus vulgaris, complesso primario cutaneo tubercolare, reticoloistiocitosi multicentrica, xantesma, istiocitosi cefalica benigna, malattia di rosai-dorfman.

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2
Q

ASPETTI MICROSCOPICI EPIDERMIDE

A

La cute è composta da due tessuti sovrapposti separati da una membrana detta giunzione dermo-epidermica. L’epidermide, superficiale, è un epitelio pluristratificato formato in prevalenza da cheratinociti. 2 compartimenti: proliferativo e differenziativo. Il primo: strato basale con cellule staminali a formare un epitelio colonnare semplice unito da desmosomi, legato alla lamina lucida della GDE. Il differenziativo: strato spinoso (il più rappresentato), strato lucido (visibile meglio in regioni palmoplantari), strato corneo (cheratinociti appiattiti e privi di nuclei) diviso in propriamente detto e disgiuntum. Le mucose sono sprovviste di s. corneo e granuloso e più povere di tonofibrille. Altre cellule ospiti: melanociti, cell di Langherans (APC), linfociti T e cell di Merkel.
La GDE o membrana basale è costituita da lamina lucida e lamina densa a contatto con il derma. Il derma è un tessuto connettivo propriamente detto. Si divide in papillare/superficiale e profondo/reticolare. Ha 3 componenti principali: fibrosa (fibre collagene, reticolari ed elastiche), sostanza fondamentale, componente cellulare (fibroblasti, monociti-macrofagi, mastociti).

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3
Q

Macchia

A

Lesione elementare primitiva. Modificazione circoscritta del colurito cutaneo, senza apprezzabili alterazioni degli altri caratteri macroscopici dermo- epidermici. Ha aspetto piano, non rilevato (a differenza di papule e vescicole). Talvolta può apparire edematosa. Può presentarsi di dimensioni variabili: quando particolarmente ampia prende il nome di chiazza (chiazza madre in pitirisasi rosea di Gilbert). In base a eziopatologia riconosciamo: Variazioni quantitative/qualitative del contenuto ematico: da iperemia attiva (m. eritematose), da iperemia passiva (m. cianematose), da difetto di vascolarizzazione (m. anemiche), da esagerato sviluppo vascolare (es: nevi vascolari piani); Variazioni quantitative del pigmento melanico: da eccesso (m. pigmentate/ipercromiche), da difetto/assenza (m. ipo/acromiche); Alterazioni qualitative della pigmentazione (pigmento eterologo): da esterno (tatuaggi) o circolo ematico (ittero, amiloidosi..). Es: psoriasi, SSM, livedo a frigore, anemie, traumi, vasculiti, nevi pigmentari.

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4
Q

Vescicola

A

Lesione elementare primitiva. Piccola raccolta di liquido organico nell’epidermide (v. sottocornee o intraepidermiche) o subito al di sotto di essa (v. sottoepidermiche). L’aspetto è rilevato, la consistenza è liquida (a differenza delle papule, solide). Le dimensioni sono inferiori a 5 mm (al di sopra: bolle). La rsistenza della cupola è in rapporto allo spessore del tetto della vescicola stessa. Il colore può essere citrino o ematico, dipendente dal contenuto essudato o ematico. Il contenuto può passare da citrino a torbido per afflusso di polimorfonucleati, dando luogo a lesioni vescicolo-pustolose. Le lesioni possono accompagnarsi a sintomi come prurito (eczema), bruciore (HSV, VZV), dolore, parestesie (VZV). Si formano con 3 diversi meccanismi: spongiosi (eczema), degenerazione balloniforme (HSV, VZV) o autoimmune. Possono evolvere con riassorbimento spontaneo senza esiti (più frequente), formazione di erosione più o meno essudante, di crosta, squama o elementi vescicolo-pustolosi.

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5
Q

Papula

A

Lesione elementre primitiva. Rilevatezza solida circoscritta della cute dovuta ad un inspessimento a sede epidermica (p. epidermica) o ad inflitrato infiammatorio negli strati più superficiali del derma (p. dermica). Se i due fenomeni coesistono si parla di p. dermo-epidermica, tipica del lichen ruber planus. In alcune dermatosi può localizzarsi a livello dei follicoli piliferi (p. follicolare) come nella pitiriasi rubra pilare. Ha aspetto rilevato e consistenza solida diversamente dalla vescicola, liquida. Ha dimensioni inferiori a 5 mm, al di sopra nodulo/nodo. Ha sede più superficiale rispetto a quest’ultimo e in genere regredisce senza reliquati (nodo cicatrizza). Papule confluenti possono dar origine alla placca. In alcune patologie possiamo avere estensione periferica con risoluzione centrale e forma anulare. Esempi: Lichen ruber planus, pitiriasi rubra pilare, verruche da HPV, mollusco contagioso, sindrome Gloves and sock, melanoma, ca basocellulare, spinocellulare, sifilodermi.

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6
Q

Nodo

A

Lesione elementare primitiva. Formazione solida, circoscritta, a sede dermica profonda o ipodermica. Può essere dovuto ad infiltrato infiammatorio (lue), infiltrato neoplastico (melanomi nodulari, lipomi), accumulo abnorme di sostanze varie (acido urico, sali di calcio, lipidi -> tofi della gotta, calcinosi). Ha dimensioni maggiori della papula, generalmente >1 cm, mentre per situazioni comprese tra 0,5 e 1 cm si parla di nodulo. La localizzazione è di solito più profonda della papula, mentre l’esito è tendenzialmente cicatriziale (la papula tendenzialmente non lascia reliquati). L’aspetto è rilevato, la lesione è infiltrativa. Più nodi possono confluire nella placca. Il colore è variabile da eritematoso a pigmentato o acromico. Nodi particolari sono le nodosità (nodi dermo-ipodermici che costituiscono le lesioni elementari dell’eritema nodoso) e le gomme (nodi dermo-ipodermici in Lue e TBC). Altre patologie esempio: condilomi giganti, vasculiti.

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7
Q

Bolla

A

Lesione elementare primitiva. Raccolta circoscritta di liquido organico a sede intra o sotto epidermica, di dimensioni superiori a quelle della vescicola (sempre >5 mm). Può formarsi come tale o dalla confluenza di più vescicole. Ha aspetto rilevato e consistenza flaccida/tesa. Il contenuto può essere essudato sieroso, sangue, sieropurulento. Il colore risulterà citrino o ematico. Può insorgere su cute sana o eritemato-edematosa. La rottura del tetto è più facile e frequente per le lesioni più superficiali. Dopo la rottura permane un’erosione rosso-rosea, essudante, circondata da un lembo epiteliale residuo, su cui possono insorgere croste come lesioni secondare. A seguito della riparazione spontanea ci possono essere esiti cicatriziali o discromici

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8
Q

Pustola

A

Lesione elementare primitiva. Piccola raccolta circoscritta di essudato purulento nell’epidermide o subito al di sotto. Il contenuto, a differenza della vescicola è purulento: pus composto da polimorfonucleati e detriti cellulari. Il colore sarà di conseguenza giallastro. L’aspetto è rilevato e la forma emisferica. Può presentare ombelicatura, probabile indice di virosi. In base all’eziologia: p. primitive e p. secondarie a vescicole/bolle andate incontro ad evoluzione purulenta. In base alla sede istologica: p. follicolari (foruncolo, ostio-follicolite), p. sottocornea (impetigine, psoriasi pustolosa), p. intraepidermiche (vaiolo), p. sottoepidermiche (vasculiti pustolose). Nella psoriasi pustolosa riconosciamo p. sterili, senza infezione batterica/virale. La lesione tende a regredire con successiva comparsa di croste di colore giallastro e successiva presenza o meno di esiti cicatriziali, tanto favoriti quanto maggiore è l’approfondamento nel derma. Altri esempi: Varicella, ORF.

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9
Q

Pomfo

A

Lesione elementare primitiva, secondo alcuni autori patognomonica di oricaria. Edema roseo porcellaneo circoscritto e fugace della cute. Ha forma e dimensioni variabili e consistenza edematosa, duro-elastica. È causato da vasodilatazione capillare, infatti inizialmente abbiamo colore roseo-rosso. Alla vasodilatazione consegue edema dermico che comprime i vasi, dando alla lesione colore bianco- porcellanaceo centrale. Si associa sempre prurito. In genere regredisce in breve tempo, senza reliquati. Sono rari gli esiti pigmentari o eventuali soffusioni emorragiche. Può essere presente nell’eritema polimorfo in associazione ad altre lesioni primitive, o essere espressione di reazioni allergiche o iperergiche con aumentata liberazione locale di sostanze vasoattive (entodermatosi).

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10
Q

Strati dell’epidermide

A

L’epidermide è un epitelio pluristratificato formato in prevalenza da cheratinociti, in continuo rinnovamento con ciclo di 14-28 gg. E’ formato da 2 compartimenti principali: proliferativo -> costituito dallo strato basale contenente le cellule staminali che formano un epitelio colonnare semplice; differenziativo -> strato spinoso, più rappresentato con cellule ricche di cheratina disposta concentricamente al nucleo e ancorata in periferia ai desmosomi; strato granuloso, contenente granuli basofili di cheratoialina; strato lucido, visibile particolarmente nelle regioni palmo-plantari, con cellule con nucleo atrofico; strato corneo, costituito da cheratinociti appiattiti e privi di nucleo, suddivisibile in propriamente detto, con cellule ancora adese e disgiuntum formato da cellule in desquamazione. Le mucose sono sprovviste di corneo e granuloso, eccetto le masticatorie buccali, e più povere di tonofibrille.

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11
Q

Definizione lesione elementare

A

Insieme di alterazioni dell’apparato tegumentario rilevabili in corso di esame obiettivo dermatologico, espressione clinica di processi patologici. Vengono distinte in: primitive (macchia, papula, nodo, pomfo, vescicola, bolla, pustola) -> manifestazione iniziale di una dermatosi, conseguenza diretta del meccanismo patogenetico sottostante, insorgono su cute precedentemente sana; categoria particolare di lesioni primitive sono le lesioni patognomoniche (cunicolo- scabbia, disco favico/scutulo – tigna favosa, tragitto larva migrans – anchilostosoma) -> specifiche per un’unica patologia che consentono diagnosi certa; secondarie (crosta, squama, escoriazione, esulcerazione, ulcerazione, ragade, cicatrice, cheloide) sono la fase evolutiva o esito di una lesione primitiva.

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12
Q

Meccanismo di formazione della vescicola

A

Ci sono 3 possibili meccanismi: 1) spongiosi (tipica dell’eczema): un essudato di provenienza dermica va ad accumularsi negli spazi extracellulari cheratinocitari (exoserosi) inducendo rottura dei desmosomi e formazione di piccole cavità nell’epidermide, con aspetto a spugna; 2) Degenerazione balloniforme (HSV, VZV) danno diretto mediato da virus che infettano i cheratinociti: alterazione del cAMP di membrana con alterazione osmotica che causa intake di acqua, edema intracellulare fino alla rottura della cellula stessa. In alcuni casi c’è ombelicatura della vescicola, indice di virosi; 3) Autoimmune (pemfigo, pemfigoide): autoanticorpi diretti contro i desmosomi, o altri elementi strutturali della giunzione dermo-epidermica.

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13
Q

Ragade

A

Lesione elementare secondaria. Soluzione di continuo dell’epidermide e degli strati superficiali del derma per patologica riduzione/perdita di distensibilità della cute. Diversa dall’escoriazione, dovuta invece a danno traumatico. È in genere di forma lineare. Se è coinvolta solo l’epidermide la lesione sarà secca e indolente, se invece coinvolge il derma avrà fondo rosso, sanguinamento e sarà dolente per il coinvolgimento di nervi e vasi. Le sedi più frequenti sono le regioni palmo-plantari (r. psoriasica), il capezzolo (r. da suzione), le pliche anali (r. anali) e le commessure labiali, in cui è importate fare diagnosi differenziale con la perleche o stomatite angolare e le papule luetiche.

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14
Q

Crosta

A

Lesione elementare secondaria. E’ il prodotto dell’essiccamento di liquido organico, fisiologico o patologico (siero, sangue, pus) su preesistenti lesioni cutanee. Può costituire esito di tutti i processi che abbiano provocato una soluzione di continuo nella cute con fuoriuscita di liquido (vescicole, bolle, pustole). Prevale la componente sierosa nell’eczema, emorragica nella porpora bollosa, purulenta con abbondanza di neutrofili negli esiti delle pustole. In quest’ultimo caso possiamo distinguere caratteristiche croste mieliceriche, giallognole, nelle piodermiti, per essiccazione di siero e pus.

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15
Q

Cheloide

A

Lesione elementare secondaria. Particolare sottotipo di cicatrice in cui si ha una risposta esagerata del connettivo ad una perdita di sostanza, anche minima, di natura traumatica o patologica. Consiste in una neoformazione da apposizione di connettivo ed epidermide, con presenza sovrabbondante di fibroblasti e carenza di vasi, nervi e fibre elastiche. Diversamente dalla cicatrice ipertrofica si estende oltre l’area della lesione, con propaggini lateralmente e in profondità. Si associa a parestesie ed è dolente alla pressione (c. ipertrofica solo inizialmente), ha aspetto a cordone o placca, colore roseo tendente al biancastro e consistenza dura, non regredisce e se asportato chirurgicamente tende alla recidiva. In entrambi abbiamo noduli di collagene, assenti nella normalità. Fattori predisponenti: razza nera, gravidanza, capelli biondi e carnagione chiara, età infantile. Terapia medica (infiltrazioni cortisonici), fisica (crioterapia), radioterapia.

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16
Q

Cicatrice

A

Lesione elementare secondaria. Neoformazione di tessuto connettivo ed epidermide per riparare una perdita di sostanza cutanea, dermica e/o ipodermica, traumatica o patologica. Può presentarsi nella variante ipertrofica, con formazione esuberante di tessuto connettivo giovane che si mantiene vascolarizzato per un tempo più prolungato rispetto al normale, ma diversamente dal cheloide non si estende oltre l’area di lesione ed è dolente solo nelle fasi iniziali. Ha colorito inizialmente rosso e aspetto rilevato, tende poi a diventare bianco madreperlaceo e ad appiattirsi. L’aspetto è glabro per assenza di sbocchi follicolari. Può essere secondaria a pustole (acne), vescicole (varicella), bolle (pemfigoide cicatriziale). Il processo di cicatrizzazione è favorito dall’interessamento dermico e profondo della lesione. Esempi particolari: esiti gomma luetica (c. regolari, lisce, acromiche in centro e pigmentate in periferia) e della gomma tubercolare (irregolari, briglie e ponti fibrosi).

17
Q

Differenze cicatrice ipertrofica e cheloide

A

Sono due lesioni elementari secondarie, risposte ad una perdita di sostanza cutanea traumatica o patologica. Il cheloide si estende oltre l’area di lesione con propaggini laterali e in profondità, la c. ipertrofica no. Si associa inoltre a parestesie ed è dolente alla pressione, mentre la c. ipertrofica è dolente solo inizialmente. Il cheloide ha aspetto a cordone o placca, di colore roseo tendente al biancastro e consistenza dura, e non va incontro a regressione. La c. ipertrofica è inizialmente rosso viva e rilevata, tende poi a diventare bianco madreperlaceo e ad appiattirsi. In entrambi sono presenti noduli di collagene. Il cheloide tende alla recidiva se asportato chirurgicamente.

18
Q

Ulcera

A

Lesione elementare secondaria. Perdita di sostanza interessante epidermide, derma e talvolta anche il sottocutaneo, dovuta ad un processo patologico, con scarsa tendenza alla cicatrizzazione. Diversamente dall’esulcerazione ha inoltre localizzazione profonda e scarsa tendenza alla cicatrizzazione. La distruzione del tegumento è data da lesioni di nautra esterna, vascolari (u. arteriosa/venosa), infiltrato cellulare infiammatorio o patologia neoplastica. La cute circostante può essere normale o presentare un alone eritematoso. Può essere esito di lesioni bollose (ustioni), nodulari (ca basocellulare), necrosi (u. arteriose). In base alla sede: u. perforante, tende ad approfondarsi nel tessuto; u. fagedemica, si estende in superficie; u. terebrante, entrambe le caratteristiche.

19
Q

Escoriazione

A

Lesione elementare secondaria. Soluzione di continuo, spesso lineare, di natura traumatica che interessa epidermide e talvolta anche gli strati più superficiali del derma. Diversa da ragade ed esulcerazione perché causata da un danno traumatico, ad esempio il grattamento di lesioni primitive come scutulo (scabbia), pomfo (orticaria), vescicole (eczema). Si ha risoluzione spontanea senza esiti cicatriziali.

20
Q

Esulcerazione

A

Lesione elementare secondaria. Perdita di sostanza interessante l’epidermide e gli strati più superficiali del derma, dovuta ad un processo patologico. Diversamente dall’ulcera ha localizzazione superficiale e tende alla guarigione spontanea senza esiti cicatriziali o discromici. Diversamente dall’escoriazione ha eziologia non traumatica. Può essere esito di rottura di vescicola/bolla o da perdita di sostanza nel contesto di lesioni nodulari (ca basocellulare). Altra importante patologia in cui compare è il sifiloma primario.

21
Q

Cunicolo

A

Lesione elementare patognomonica della scabbia, una dermatite parassitaria dovuta al Sarcoptes Scabiei Hominisi, endoparassita obbligato uomo specifico non ematofago, che si trasmette per contatto diretto, con rapporti sessuali e tramite indumenti ed effetti letterecci. Il c. si presenta come un sottile tragitto lineare e sinuoso sulla superficie cutanea, della lunghezza di 5-10 mm, di colorito variabile dal rosso al grigiastro. Rappresenta il percorso che l’acaro femmina, dopo la fecondazione, effettua nello strato corneo depositando le uova. All’estremità di esso si può apprezzare un rilievo vescicoloso di contenuto chiaro (vescicola perlacea/eminenza acarica) dov’è contenuto l’acaro. Il c. è interpretabile come un insieme di papule. Localizzazioni tipiche: regioni interdigitali, polsi, asta, mammelle, ascelle, glutei, inguine. Nel neonato la topografia è meno specifica e può essere incluso anche il capo. Può essere mascherato dalle escoriazioni.

22
Q

Scotulo

A

Lesione elementare patognomonica della tinea capitis favosa. Anche detto disco favoso, è una formazione di 5-6 mm di forma rotondeggiante centrata da un pelo con depressione centrale, di consistenza friabile. Quasi “appoggiato” sul pelo, ha colore giallastro e se sfregata con alcool presenta odore di urina di topo. I peli nelle chiazze perdono lucentezza ma mantengono la resistenza meccanica. Il tricophyton Schoenleini, agente eziologico, ha limitata capacità di demolizione della sostanza pilare. La patologia coinvolge tutto il cuoio capelluto. Il parassitamento è endocapillare (endotrix), con le ife che si dispongono intorno al pelo dando una sorta di “elmetto crostoso”. A differenza di altre tinee non regredisce con la pubertà ma progredisce nell’età adulta, evolvendosi eventualmente in alopecia cicatriziale se non trattata. Negativa alla luce di Wood.

23
Q

Esempi di lesioni anulari

A

Pitiriasi rosea di Gilbert: esordisce con una chiazza madre, medaglione iniziale, ovalare, con zona centrale rosa pallido e depressa, bordo rosa vivo, più evidente e rilevato. Solitamente localizzata al tronco, si allarga fino a circa 3 cm di diametro. Lebbra: una o poche macule, papule, placche con bordi netti a volte rilevati che vanno incontro a guarigione centrale. Tinee (corporis): lesioni sono eritemato-desquamative anulari con tendenza all’espansione centrifuga, presentano orletto concentrico più arrossato e desquamante rispetto al centro, che non tende alla guarigione. Eritema polimorfo minor: le lesioni sono “a coccarda”, maculopapule concentriche centrate ad una vescicola-bolla rosso pallido. LECC, LESA, sclerodermia. Lichen anulare -> frequente in genitali, lesioni ad anello con bordo rilevato, più grosse e con dimensioni fino a 1-2 cm, dovute ad estensione della papula contestualmente a regressione centrale.