Il NT e la Creazione Flashcards

1
Q

lez. 06 [4:46]; app. [pag. 62]

Quali libri dell’AT sono particolarmente improntati sullo schema creazione-esodo-alleanza?

A

I libri dei Profeti e dei Salmi

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Q

lez. 06 [5:00]; app. [pag. 62]

Quale termine tecnico del Deutero-Isaia può essere messo in relazione alla creazione e alla redenzione d’Israele?

A

Il termine barà (creare)

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3
Q

lez. 06 [6:00]; app. [pag. 62]

Nei momenti di crisi, nell’AT si scorge che la creazione è…

A
  1. Garanzia del potere di Dio su Israele e su tutti i popoli
    1. È modello e fondamento della futura salvezza, della nuova creazione che sarà anche la nuova alleanza annunciata dai profeti; la nuova alleanza, inoltre, sarà interiorizzata e perciò stabile
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4
Q

app. [pag. 63]

Due profeti che parlano di questa interiorizzazione della nuova alleanza.

A

Geremia (31, 31-34:“Ecco verranno giorni - dice il Signore - nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda io concluderò una alleanza nuova. Non come l’alleanza che ho conclusa con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dal paese d’Egitto, una alleanza che essi hanno violato, benché io fossi loro Signore. Parola del Signore. Questa sarà l’alleanza che io concluderò con la casa di Israele dopo quei giorni, dice il Signore: Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo”)

Ezechiele (36,24-28: “**Vi prenderò dalle genti, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi. Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio”)

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5
Q

lez. 06 [9:25]; app. [pag. 63]

In che senso si può dire che il racconto del diluvio (Gen 6-9) è l’“anticreazione”?

A

In quanto con il diluvio le acque sopra i cieli e quelle sotto i cieli, la terra e il mare non sono più separati come dall’atto creativo di Genesi 1 e tutto viene riportato al caos iniziale.

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6
Q

lez. 06 [11:00]; app. [pag. 63]

Il diluvio è però anche l’inizio di una nuova creazione?

A

Sì, dato che Noè, la sua famiglia e gli animali che Noè aveva portato con sé vengono salvati e Dio comanda loro di nuovo di essere fecondi e di moltiplicarsi per riempire la terra (Gen 9,1-11).

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7
Q

lez. 06 [11:25]; app. [pag. 63]

Qual è la ragione per cui Dio decide di distruggere ciò che aveva creato?

A

A causa del peccato dell’uomo.

La creazione era stata fatta per l’uomo, ma dopo che l’uomo si è perso con il peccato e ha rotto il vincolo di alleanza con Dio, la creazione non ha più ragion d’essere.

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8
Q

lez. 06 [14:40]; app. [pag. 64]

Come mai, mentre in Genesi 1 Dio comanda all’uomo di mangiare l’erba che produce seme e dei frutti, in Genesi 9, Dio comanda di mangiare la carne degli animali?

A

Perché dopo il peccato l’uomo si è corrotto ed è decaduto (anche se non completamente) dalla sua condizione privilegiata originaria. Ora la vita dell’uomo deve mantenersi con la violenza e con la morte degli altri esseri viventi.

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9
Q

lez. 06 [15:25]; app. [pag. 64]

La letteratura apocalittica si sviluppa prima o dopo l’esilio?

A

Dopo l’esilio. Più precisamente, nel periodo del dominio ellenistico (333-64 a.C.).

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10
Q

lez. 06 [16:40]; app. [pag. 64]

A cosa è dovuta la delusione che patisce Israele nei due secoli di dominazione persiana iniziati dopo la conquista di Babilonia da parte di Ciro (539 a.C.).

A

Al fatto che la costruzione del secondo Tempio, iniziata nel 537, fu osteggiata dai samaritani.

All’epoca di Esdra e Neemia, (520 a.C. ca.), il nuovo Tempio versava in uno stato di completo abbandono.

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11
Q

lez. 06 [17:15]; app. [pag. 64]

Dopo quella persiana, anche la dominazione greca arreca al popolo d’Israele una profonda sofferenza. Perché?

A

Per l’infiltrarsi della cultura greca su quella ebraica e soprattutto quando Antioco IV Epifane (170-164 a.C.) inizia una grande persecuzione contro gli ebrei per ragioni politiche e di controllo, cercando d’infondere un’uniformità culturale di tipo ellenistico in Israele.

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12
Q

lez. 06 [19:00]; app. [pag. 64]

In cosa si differenzia la letteratura apocalittica rispetto a quella precedente dei profeti?

A

I profeti vedevano il compimento della salvezza nella storia futura, gli autori apocalittici sono radicalmente pessimisti riguardo alla storia, che vedono tutta segnata dal male. Secondo gli apocalittici, la salvezza può avvenire solo dopo la storia, al suo termine.

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13
Q

lez. 06 [20:25]; app. [pag. 64]

Sono molti i libri apocalittici dell’AT?

A

No, solo il libro di Daniele può essere definito un testo quasi interamente apocalittico.

Come testo extrabiblico, ha avuto grande influenza sul pensiero ebraico il libro di Enoch.

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14
Q

lez. 06 [21:10]; app. [pag. 64]

Quali sono le caratteristiche principali dei testi apocalittici?

A

La presenza di visioni e delle loro spiegazioni, spesso ad opera di un angelo e il linguaggio simbolico, che nell’apocalittica abbraccia simboli biblici**, **cosmici (sole, luna rossa come il sangue, stelle che cadono), antropologici-antropomorfici (Gerusalemme celeste come sposa), il teriomorfismo (agnello, bestie, draghi), cromatico (i 4 cavalli dell’apocalisse), numeri (7: pienezza; 3½ parzialità; 6 imperfezione, eccetera).

L’idea di una fine dei giorni.

L’idea di un giudizio divino con un destino catastrofico per gli empi e uno paradisiaco per i giusti.

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15
Q

lez. 06 [22:47]; app. [pag. 65]

Quale altra letteratura si sviluppa nell’AT, durante il periodo ellenistico?

A

La letteratura sapienziale che, nonostante le difficoltà d’integrazione della cultura ellenistica con quella ebraica, è senz’altro un frutto di questa difficoltosa “contaminazione”.

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16
Q

lez. 06 [23:25]; app. [pag. 65]

Quali aspetti della letteratura sapienziale sono più rilevanti nell’AT?

A

Nei libri sapienziali dell’AT permane quel legame tra creazione e alleanza già visto in altri libri.

Si fa poi spazio all’interno della fede storico-salvifica una comprensione cosmico-metafisica della creazione.

Il ruolo della Sapienza mediatrice prepara all’idea della mediazione di Cristo nella creazione.

17
Q

lez. 06 [24:20]; app. [pag. 66]

Pur permanendo il legame tra il concetto di creazione e quello di alleanza, la cultura ellenistica aggiunge qualcosa alla concezione di creazione della cultura ebraica.

Che cosa?

A

L’idea che Dio sia conoscibile dalla creazione (vedi Sapienza 13,1-9:

“Davvero stolti per natura tutti gli uomini che vivevano nell’ignoranza di Dio, e dai beni visibili non riconobbero colui che è, non riconobbero l’artefice, pur considerandone le opere. Ma o il fuoco o il vento o l’aria sottile o la volta stellata o l’acqua impetuosa o i luminari del cielo considerarono come dèi, reggitori del mondo. Se, stupiti per la loro bellezza, li hanno presi per dèi, pensino quanto è superiore il loro Signore, perché li ha creati lo stesso autore della bellezza. Se sono colpiti dalla loro potenza e attività, pensino da ciò quanto è più potente colui che li ha formati. Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si conosce l’autore. Tuttavia per costoro leggero è il rimprovero, perché essi forse s’ingannano nella loro ricerca di Dio e nel volere trovarlo. Occupandosi delle sue opere, compiono indagini, ma si lasciano sedurre dall’apparenza, perché le cose vedute sono tanto belle. Neppure costoro però sono scusabili, perché se tanto poterono sapere da scrutare l’universo, come mai non ne hanno trovato più presto il padrone?”.

18
Q

lez. 06 [25:05]; app. [pag. 66]

Nel periodo ellenistico, anche la sapienza assume caratteristiche tipiche.

Quali?

A

La sapienza assume una funzione mediatrice, apparendo ad un tempo trascendente ma vicina agli uomini.

Questa sapienza invita gli uomini alla pietà, alla giustizia, all’alleanza.

19
Q

lez. 06 [32:45]

In sintesi, quali sono le tre “aperture” della cultura ebraica mediate dal periodo ellenistico che faciliteranno l’ingresso alla “filosofia” cristiana successiva?

A
  1. Creazione-Alleanza → Nuova Alleanza
  2. Apocalittica → Speranza escatologica (oltre la storia)
  3. Letteratura sapienziale → Creazione aperta alla comprensione metafisica
20
Q

lez. 06 [33:20]; key [pag. 11]

La creazione in Cristo: il NT.

Sintetizza elencando i punti fondamentali.

A
  1. Continuità con l’AT
  2. Gesù Cristo:
    1. Culmine della creazione (compimento)
    2. Principio della nuova creazione (redenzione)
    3. Mediatore della creazione e della redenzione
21
Q

lez. 06 [36:00]

Romani 4,17: “Infatti sta scritto: Ti ho costituito padre di molti popoli; [è nostro padre] davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all’esistenza le cose che ancora non esistono”.

Nella prospettiva della continuità rispetto all’AT, cosa viene ribadito in questo passo di San Paolo?

A

Il legame tra creazione e salvezza.

22
Q

lez. 06 [39:25]; key [12]

Nel NT è presente qualche passo che espliciti la conoscibilità di Dio dalla creazione?

A

Sì, Romani 1,19-21: “poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità; essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa”

23
Q

lez. 06 [41:45]; key [pag. 14]

1 Cor 15,45–49: “**Il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo. Quale è l’uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti. E come abbiamo portato l’immagine dell’uomo di terra, così porteremo l’immagine dell’uomo celeste”.

Cristo è qui descritto come:

  1. Culmine della creazione (compimento)
  2. Principio della nuova creazione (redenzione)
  3. Mediatore della creazione e della redenzione

?

A

Culmine della creazione, cioè compimento della creazione.

24
Q

lez. 06 [41:45]; key [pag. 14]

1 Cor 15,45–49: “**Il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo. Quale è l’uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti. E come abbiamo portato l’immagine dell’uomo di terra, così porteremo l’immagine dell’uomo celeste”.

Cristo è qui descritto come:

  1. Culmine della creazione (compimento)
  2. Principio della nuova creazione (redenzione)
  3. Mediatore della creazione e della redenzione

?

A

Culmine della creazione, cioè compimento della creazione.

25
Q

app. 06 [pag. 68]

Secondo Karl Barth l’alleanza è il presupposto intrinseco della creazione. Se questo è vero allora Cristo…

A

…è il presupposto intrinseco della creazione.

26
Q

app. 06 [pag. 68]

Is 66,22:“**Sì, come i nuovi cieli
e la nuova terra, che io farò, dureranno per sempre davanti a me - oracolo del Signore - così dureranno la vostra discendenza e il vostro nome”.

2 Cor 5,17: “Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove”.

Secondo la prospettiva esposta precedentemente, qual è il punto di contatto tra questi due brani, il primo dell’AT e il secondo del NT?

A

San Paolo riconosce in Cristo il principio della nuova creazione attesa nell’AT.

27
Q

app. 06 [pag. 69]

Quale categoria teologica esprime allo stesso tempo la signoria di Cristo nel piano della salvezza e in quello della creazione?

A

Quella della mediazione.

28
Q

app. 06 [pag. 69]

A quali concezioni del paganesimo e del giudaismo si contrappone questo passo?

1 Cor 8,5–6: E in realtà, anche se vi sono cosiddetti dèi sia nel cielo sia sulla terra, e difatti ci sono molti dèi e molti signori, per noi c’è un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi siamo per lui; e un solo Signore Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo per lui.

A

Il testo si contrappone al politeismo pagano e al monoteismo giudaico, indicando Dio con il Padre rivelato da Cristo, Dio da cui proviene tutto e fine ultimo della creazione.

29
Q

app. 06 [pag. 69]

1 Cor 8,5–6: E in realtà, anche se vi sono cosiddetti dèi sia nel cielo sia sulla terra, e difatti ci sono molti dèi e molti signori, per noi c’è un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi siamo per lui; e un solo Signore Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo per lui.

Cristo è qui descritto come:

  1. Culmine della creazione (compimento)
  2. Principio della nuova creazione (redenzione)
  3. Mediatore della creazione e della redenzione
A

Cristo è qui descritto come mediatore sia sul piano della salvezza, sia della creazione. Inoltre, dato che il Padre ci salva e ci unisce a Lui mediante Gesù Cristo, questo significa che ci ha fatti sin dal principio mediante Gesù. La Persona di Gesù Cristo cioè, conferisce unità interna alla creazione e alla salvezza.

30
Q

app. 06 [pag. 69]

1 Cor 8,5–6: E in realtà, anche se vi sono cosiddetti dèi sia nel cielo sia sulla terra, e difatti ci sono molti dèi e molti signori, per noi c’è un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi siamo per lui; e un solo Signore Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo per lui.

Cristo è qui descritto come:

  1. Culmine della creazione (compimento)
  2. Principio della nuova creazione (redenzione)
  3. Mediatore della creazione e della redenzione

?

A

Cristo è qui descritto come mediatore sia sul piano della salvezza (noi esistiamo per lui”*, dimensione *esistenziale* e *personale* della salvezza), sia dellacreazione(*“in virtù del quale esistono tutte le cose”), in quanto la sua signoria abbraccia entrambe le cose.

31
Q

app. 06 [pag. 70]

Colossesi 1,15-20: “Egli è l’immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione; poiché in lui sono stati creati tutti gli esseri nei cieli e sulla terra, i visibili e gli invisibili: Troni, Signorie, Prìncipi, Potenze. Tutte le cose per mezzo di lui e in vista di lui sono state create; egli è prima di tutte le cose e tutte le cose in lui hanno consistenza. È anche il capo del corpo, cioè della chiesa; egli è principio, primogenito dai morti, così da primeggiare in tutto, poiché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare tutti gli esseri a sé, pacificando mediante il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli”.

Evidenzia i passaggi in cui Cristo è definito primogenito e spiega cosa intenda San Paolo con “primogenito”.

A
  1. “primogenito di tutta la creazione”
  2. “primogenito dai morti”

San Paolo intende il termine “primogenito” non tanto in senso cronologico quanto in senso assiologico e ontologico.

Pur essendo primogenito in quanto generato eternamente dal Padre, Gesù non è, in quanto Figlio incarnato, cronologicamente primo, ma ha funzione paradigmatica per la creazione tutta.

32
Q

app. 06 [pag. 70]

Colossesi 1,15-20: “Egli è l’immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione; poiché in lui sono stati creati tutti gli esseri nei cieli e sulla terra, i visibili e gli invisibili: Troni, Signorie, Prìncipi, Potenze. Tutte le cose per mezzo di lui e in vista di lui sono state create; egli è prima di tutte le cose e tutte le cose in lui hanno consistenza. È anche il capo del corpo, cioè della chiesa; egli è principio, primogenito dai morti, così da primeggiare in tutto, poiché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare tutti gli esseri a sé, pacificando mediante il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli”.

Questo inno può essere diviso in due parti.

Dove e perché?

A

La prima parte (vv. 15-17) descrivono il ruolo di Cristo nella creazione, la seconda (vv. 18-20) il ruolo di Cristo nel piano di salvezza.

33
Q

app. 06 [pag. 70]

Colossesi 1,15-20: “Egli è l’immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione; poiché in lui sono stati creati tutti gli esseri nei cieli e sulla terra, i visibili e gli invisibili: Troni, Signorie, Prìncipi, Potenze. Tutte le cose per mezzo di lui e in vista di lui sono state create; egli è prima di tutte le cose e tutte le cose in lui hanno consistenza. È anche il capo del corpo, cioè della chiesa; egli è principio, primogenito dai morti, così da primeggiare in tutto, poiché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare tutti gli esseri a sé, pacificando mediante il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli”.

Da cosa si evince, in questo inno, il valore universale di Gesù Cristo?

A
  1. Dal fatto che Egli è primogenito di tuta la creazione (nel senso detto prima)
  2. Dal fatto che tutto è creato in lui, per mezzo di lui e per lui
  3. Dal fatto che tutte le cose sussistono in lui
  4. Dal fatto che Egli ha pacificato tutte le cose a sé
  5. Dalle figure retoriche del merismo utilizzate (“cielo e terra”, “visibili e invisibili”)
34
Q

app. 06 [pag. 71]

Colossesi 1,15-20: “Egli è l’immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione; poiché in lui sono stati creati tutti gli esseri nei cieli e sulla terra, i visibili e gli invisibili: Troni, Signorie, Prìncipi, Potenze. Tutte le cose per mezzo di lui e in vista di lui sono state create; egli è prima di tutte le cose e tutte le cose in lui hanno consistenza. È anche il capo del corpo, cioè della chiesa; egli è principio, primogenito dai morti, così da primeggiare in tutto, poiché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare tutti gli esseri a sé, pacificando mediante il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli”.

Qual è nell’inno il valore dell’espressione “in lui”?

A

L’espressione ha un significato strumentale (il Figlio è “strumento” della creazione di Dio) e indica anche che Cristo è il fondamento e l’ambito divino in cui le cose create sussistono.

35
Q

app. 06 [pag. 72]

Colossesi 1,15-20: “Egli è l’immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione; poiché in lui sono stati creati tutti gli esseri nei cieli e sulla terra, i visibili e gli invisibili: Troni, Signorie, Prìncipi, Potenze. Tutte le cose per mezzo di lui e in vista di lui sono state create; egli è prima di tutte le cose e tutte le cose in lui hanno consistenza. È anche il capo del corpo, cioè della chiesa; egli è principio, primogenito dai morti, così da primeggiare in tutto, poiché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare tutti gli esseri a sé, pacificando mediante il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli”.

Qual è nell’inno il valore dell’espressione “per mezzo di lui”?

A

La preposizione greca dià (δια, con funzione strumentale), è spesso utilizzata nel NT per parlare della rilevanza cosmica di Gesù.

36
Q

app. 06 [pag. 73]

Colossesi 1,15-20: “Egli è l’immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione; poiché in lui sono stati creati tutti gli esseri nei cieli e sulla terra, i visibili e gli invisibili: Troni, Signorie, Prìncipi, Potenze. Tutte le cose per mezzo di lui e in vista di lui sono state create; egli è prima di tutte le cose e tutte le cose in lui hanno consistenza. È anche il capo del corpo, cioè della chiesa; egli è principio, primogenito dai morti, così da primeggiare in tutto, poiché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare tutti gli esseri a sé, pacificando mediante il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli”.

Qual è nell’inno il valore dell’espressione “in vista di lui”?

A

Il valore è duplice: con la funzione di causalità esemplare, l’espressione vuol far probabilmente intendere che Gesù Cristo è il modello con cui Dio ha creato il mondo; con la funzione di causalità finale, l’espressione suggerisce un’interpretazione escatologica: Cristo è il fine della creazione che la anima da dentro.

37
Q

app. 06 [pag. 73]

In quali altri libri del NT è esplicitata la funzione mediatrice di Gesù?

A

Nella lettera agli Ebrei (8,6; 9,15; 11,1-3) e nel prologo del Vangelo di Giovanni (Gv 1,1-3)