Genesi 1-2 e il suo contesto Flashcards

1
Q

lez. 04 [4:10]; key 04 [pag. 4]

Passaggi fondamentali nell’esegesi di un testo biblico.

A
  • Critica testuale
  • Geografia, storia, storia delle religioni
  • Contesto
  • Analisi sincronica: la struttura
  • Analisi diacronica: la storia del testo
  • Analisi semantica: il significato
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2
Q

lez. 04 [18:15]; key 04 [pag. 5]

Delimita i due racconti della creazione presenti nella Genesi.

A

Il primo: Genesi 1,1-2,4a

Il secondo: Genesi 2,4b-25

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3
Q

lez. 04 [19:10]; key 04 [pag. 5]

Differenze di vocabolario tra il primo e il secondo racconto di creazione.

A
  1. Elohim
  2. Jahvé-Elohim
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4
Q

lez. 04 [19:10]; key 04 [pag. 5]

Differenze di costruzione tra il primo e il secondo racconto di creazione.

A
  1. Sei giorni
  2. Narrativo, non strutturato
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5
Q

lez. 04 [19:10]; key 04 [pag. 5]

Differenze di stile tra il primo e il secondo racconto di creazione.

A
  1. Conciso, solenne
  2. Vivace, immediato
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6
Q

lez. 04 [19:10]; key 04 [pag. 5]

Differente idea del mondo nel primo e nel secondo racconto di creazione.

A
  1. Cosmica, universale
  2. A misura d’uomo (inizia dal Giardino dell’Eden)
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7
Q

lez. 04 [19:10]; key 04 [pag. 5]

Differente strutturazione del primo e del secondo racconto di creazione.

A
  1. Piramidale (dal cosmo alla Terra)
  2. Concentrica (partendo dall’uomo)
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8
Q

lez. 04 [19:10]; key 04 [pag. 5]

Posto dell’uomo nel primo e nel secondo racconto di creazione.

A
  1. Apice
  2. Centro
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9
Q

lez. 04 [19:10]; key 04 [pag. 5]

Inizio della creazione nel primo e nel secondo racconto di creazione.

A
  1. Caos acquatico
  2. Deserto
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10
Q

lez. 04 [19:10]; key 04 [pag. 5]

Diversa valenza dell’acqua nel primo e nel secondo racconto di creazione.

A
  1. Elemento nemico/caos
  2. Elemento amico/utile (nel deserto iniziale)
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11
Q

lez. 04 [19:10]; key 04 [pag. 5]

Modalità di creazione nel primo e nel secondo racconto di creazione.

A
  1. Dio crea con la sua parola
  2. Dio plasma
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12
Q

lez. 04 [30:00] key 04 [6]

L’inclusione è un espediente retorico con cui i testi antichi venivano delimitati.

Spiega in che modo esso viene impiegato nei due racconti di creazione.

A
  1. Nel primo racconto, Gen 1,1: “In principio Dio creò il cielo e la terra”; Gen 2,4a: “Queste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati.
  2. Nel secondo racconto, Gen 2,7: “allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo”; Gen 2,22: “Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo”.
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13
Q

lez. 04 [31:50] key 04 [6]

Quali elementi strutturali depongono a favore dell’unità di ciascuno dei due racconti della creazione?

A
  1. Primo racconto: lo stile unitario e lo schema fisso e ripetitivo per ognuno dei giorni della creazione
  2. Secondo racconto: il testo è centrato sulla creazione dell’uomo ed è delimitato nel finale dal successivo racconto (il serpente e il peccato originale)
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14
Q

lez. 04 [33:00]; app. [pag. 37]

Quali sono gli elementi comuni ai due racconti riguardo all’azione creatrice?

A

Entrambi raccontano dell’origine delle cose e la realtà è interamente opera di Dio (anche se nel primo racconto Dio crea e nel secondo fa).

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15
Q

lez. 04 [33:00]; app. [pag. 37]

Quali sono gli elementi comuni riguardo all’uomo e agli animali creati, nei due racconti?

A

La somiglianza dell’uomo rispetto agli animali: nel primo racconto sia l’uomo, sia gli animali vengono creati il sesto giorno; nel secondo racconto sia l’uomo, sia gli animali sono plasmati dal suolo.

La differenza dell’uomo rispetto agli animali: nel primo racconto l’uomo è creato ad immagine di Dio, mentre gli animali sono creati “secondo la loro specie”; nel secondo racconto nessun animale è di aiuto all’uomo.

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16
Q

lez. 04 [33:00]; app. [pag. 37]

Quali sono gli elementi comuni riguardo al rapporto tra l’uomo e Dio nei due racconti?

A

L’uomo è creato a immagine di Dio nel primo racconto.

Nel secondo racconto, l’uomo passeggia con Dio in amicizia nel giardino.

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17
Q

lez. 04 [33:00]; app. [pag. 37]

Quali sono gli elementi comuni riguardanti l’uomo e la donna, nei due racconti?

A

In entrambi l’uomo e la donna hanno pari dignità: nel primo racconto sono creati a immagine di Dio, maschio e femmina, nel secondo l’uomo esclama: “questa volta essa è carne della mia carne e osso dalle mie ossa”.

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18
Q

lez. 04 [33:00]; app. [pag. 37]

Il dominio che l’uomo avrebbe dovuto avere sulla creazione è espresso in modo diverso nei due racconti?

A

Sì: nel primo racconto il comando è dato da Dio in Gen 1,26 nel seguente modo: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».

Nel secondo (Gen 2,15) si dice invece che Dio “prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse”**.

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19
Q

lez. 04 [33:00]; app. [pag. 37]

Quali sono i due diversi comandi che Dio dà all’uomo nei due racconti?

A

Nel primo (Gen 1,28): “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate…”

Nel secondo (Gen 2,17): “dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti”**.

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20
Q

lez. 04 [33:00]; app. [pag. 37]

Quale nutrimento viene dato da Dio all’uomo nei due racconti?

A

Nel primo (Gen 1,29): Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo”**.

Nel secondo (Gen 2,16-17): “Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti”.

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21
Q

lez. 04 [33:00]; app. [pag. 37]

Quale nutrimento viene dato da Dio all’uomo nei due racconti?

A

Nel primo (Gen 1,29): Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo”**.

Nel secondo (Gen 2,16-17): “Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti”.

22
Q

lez. 04 [36:40]; app. [pag. 37]

Il redattore finale dei due racconti non si preoccupa di lasciare entrambi, nonostante le differenze di stile, strutturali e la terminologia utilizzata in ciascuno rispetto all’altro. Per quale motivo?

A

Perché non è interessato alle modalità con cui vengono espressi i concetti, alle apparenti contraddizioni dei due testi e, evidentemente neppure a come sia avvenuta realmente la creazione. La sua preoccupazione è invece quella di trasmettere un messaggio teologico coerente sulla creazione in generale, sull’uomo e sul peccato.

23
Q

lez. 04 [40:30]; app. 04 [pagg. 39-40]

Quali sono i quattro concetti fondamentali che emergono dallo studio del contesto dei primi due capitoli della Genesi rispetto alla Scrittura nella sua totalità?

A
  1. Esodo
  2. Alleanza
  3. Esilio
  4. Rapporto tra storia e Legge
24
Q

lez. 04 [41:50]

Cosa spiegano i primi undici capitoli della Genesi?

A

I primi undici capitoli danno una lettura teologica dell’origine delle cose, dell’uomo, del male, del peccato, delle diverse professioni, dei conflitti tra popoli…

25
Q

lez. 04 [42:35]

Con quale capitolo della Genesi inizia la storia dei Patriarchi?

A

Genesi 12

26
Q

lez. 04 [45:00]

Quale dei cinque libri del Pentateuco rappresenta l’esperienza fondante e paradigmatica per il popolo d’Israele?

A

L’Esodo.

27
Q

lez. 04 [47:30]; key 04 [pag. 11]

Quale testo fondamentale per la fede d’Israele si trova nel Pentateuco?

A

Deuteronomio 26,1-11: “Quando sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio ti darà in eredità e lo possiederai e là ti sarai stabilito, prenderai le primizie di tutti i frutti del suolo da te raccolti nel paese che il Signore tuo Dio ti darà, le metterai in una cesta e andrai al luogo che il Signore tuo Dio avrà scelto per stabilirvi il suo nome. Ti presenterai al sacerdote in carica in quei giorni e gli dirai: Io dichiaro oggi al Signore tuo Dio che sono entrato nel paese che il Signore ha giurato ai nostri padri di darci. Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti all’altare del Signore tuo Dio e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore tuo Dio: Mio padre era un Arameo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi, e ci condusse in questo luogo e ci diede questo paese, dove scorre latte e miele. Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato. Le deporrai davanti al Signore tuo Dio e ti prostrerai davanti al Signore tuo Dio; gioirai, con il levita e con il forestiero che sarà in mezzo a te, di tutto il bene che il Signore tuo Dio avrà dato a te e alla tua famiglia”.

28
Q

lez. 04 [50:21]; key 04 [pag. 11]

In Esodo 26,1-11 sono presenti alcuni termini significativi. Quali sono e in che senso possono essere considerati significativi?

A
  1. L’appellativo dato a Dio: “Signore” (fa parte del testo più antico) e “Signore tuo Dio” (fa parte del testo più tardivo)
  2. “Sacerdote”, “luogo” (cioè il Tempio) e “altare”: si riferiscono al culto e fanno parte del testo più tardivo, quando Israele aveva costruito il Tempio
  3. “Terra” (fa parte del testo più tardivo, quando Israele s’impossessò della terra promessa)
29
Q

lez. 04 [50:21]; key 04 [pag. 11]

In Esodo 26,1-11, sorprendentemente, non si fa riferimento ad un importantissimo elemento della fede d’Israele. Quale?

A

In Esodo 26,1-11 non si fa riferimento alla Torah (né al Sinai).

30
Q

lez. 04 [54:00]

Il brano di Es 26,1-11 è tutto incentrato sull’esperienza dell’Esodo fatta dai Padri e dal piccolo popolo che ne discende.

Come si spiega, nelle Scritture, il passaggio all’idea che tale esperienza sia collegata al concetto di creazione e che possa essere condivisa universalmente anche da tutti gli altri popoli?

A

Fondamentalmente si spiega con il fatto che, partendo dall’esperienza dell’Esodo, in cui viene liberato da un Dio che ha potere sulla natura (i prodigi operati in favore del popolo e le piaghe d’Egitto), Israele va maturando nel tempo anche la fede in un Dio che ha potere sulle cose in quanto creatore di tutte le cose.

Tale aspetto della fede d’Israele emerge chiaramente nel racconto di creazione della Genesi.

31
Q

lez. 04 [57:00]

Cita due salmi in cui questo legame tra Esodo e creazione è particolarmente evidente.

A

Salmo 95,1-7: “Venite, applaudiamo al Signore, acclamiamo alla roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, a lui acclamiamo con canti di gioia. Poiché grande Dio è il Signore, grande re sopra tutti gli dèi. Nella sua mano sono gli abissi della terra, sono sue le vette dei monti. Suo è il mare, egli l’ha fatto, le sue mani hanno plasmato la terra. Venite, prostràti adoriamo, in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati. Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, il gregge che egli conduce”.

Salmo 124: “Se il Signore non fosse stato con noi, - lo dica Israele - se il Signore non fosse stato con noi, quando uomini ci assalirono, ci avrebbero inghiottiti vivi, nel furore della loro ira. Le acque ci avrebbero travolti; un torrente ci avrebbe sommersi, ci avrebbero travolti acque impetuose. Sia benedetto il Signore,
che non ci ha lasciati in preda ai loro denti. Noi siamo stati liberati come un uccello dal laccio dei cacciatori: il laccio si è spezzato e noi siamo scampati. Il nostro aiuto è nel nome del Signore che ha fatto cielo e terra.

32
Q

lez. 04 [1:06:25]

Nel 721 e nel 701 a.C. si verificano due episodi sui quali erroneamente gli abitanti di Giuda basano la loro sicurezza di essere protetti da YHWH, a prescindere dalla loro adesione all’Alleanza.

Quali? Che cosa accadde poi?

A

Nel 721 a.C. viene presa Samaria (Regno del Nord), mentre nel 701 a.C. Gerusalemme viene miracolosamente salvata, come preannunciato dal profeta Isaia (2Re 18-19).

Sebbene Geremia profetizzerà che Gerusalemme sarebbe stata comunque presa, se il popolo non si fosse convertito, egli viene tacciato di eresia, ma la profezia si realizzerà prima nel 597 a.C. e poi nel 587 a.C., anni in cui Nabucodonosor prima assedierà e quindi saccheggerà la città, deportando gli abitanti di Giuda in Babilonia.

Sono questi due episodi che purificano la fede d’Israele, portandolo finalmente a credere che tutta la storia è comunque sempre governata da YHWH.

33
Q

lez. 04 [58:50]; key 04 [pag. 14]

Dunque Dio agisce essenzialmente per mostrare a Israele che Egli è onnipotente oppure nella Scrittura viene sottolineato qualcos’altro?

A

No, Dio non agisce fondamentalmente per la sua onnipotenza, ma per misericordia nei confronti del popolo che si è eletto.

Dio desidera poi mantenere questo rapporto privilegiato con Israele tramite l’Alleanza.

L’Alleanza, sancita nella Legge, diventa per questo motivo, anche l’orizzonte entro il quale la fede d’Israele trova la sua forza vitale.

34
Q

lez. 05 [5:20]

Il libro della Genesi è stato probabilmente redatto subito dopo l’esilio.

Vero o falso?

A

Vero. La fede in un Dio creatore e che è perciò anche Signore della storia si va maturando nel popolo d’Israele proprio dopo la terribile prova dell’esilio.

L’esperienza dell’Esodo viene compresa durante l’esilio in modo più profondo e universale: Dio agisce favorendo il popolo eletto o mettendolo alla prova in vista di un bene futuro più grande e di beni maggiori a favore non solo d’Israele, ma anche di altri popoli.

35
Q

lez. 05 [9:20]

L’autore dei capitoli 1 e 2 della Genesi utilizza miti pagani per esprimere la fede in un Dio creatore.

Vero o falso?

A

Vero.

Appare evidente che l’autore (e i vari redattori), utilizzando elementi della narrazione mitica, ne abbiano rovesciato il significato, costruendovi sopra elementi teologici propri della fede d’Israele.

36
Q

lez. 05 [14:00]: app. 05 [pag. 48]

Qual è l’elemento che depone maggiormente a favore di una costruzione teologica sul fondamento di un racconto scritto secondo i canoni dei testi mitologici dell’epoca in Genesi 1?

A

La marcata struttura in otto fasi, utilizzata anche da altre culture antiche nello scrivere testi mitologici.

In Genesi, nelle prime quattro fasi Dio prepara gli spazi entro i quali crea e pone i vari elementi della sua creazione nelle successive quattro fasi.

37
Q

lez. 05 [14:00]: app. 05 [pag. 48]

Qual è l’elemento che depone maggiormente a favore di una costruzione teologica sul fondamento di un racconto scritto secondo i canoni dei testi mitologici dell’epoca in Genesi 1?

A

La marcata struttura in otto fasi, utilizzata anche da altre culture antiche nello scrivere testi mitologici.

In Genesi, nelle prime quattro fasi Dio prepara gli spazi entro i quali crea e pone i vari elementi della sua creazione nelle successive quattro fasi.

38
Q

lez. 05 [17:48]: app. 05 [pag. 48]

In Genesi 1 Dio separa le acque superiori da quelle inferiori e la terra dal mare. Anche in altri miti antichi si narra della separazione di alcuni elementi naturali, ma in un diverso contesto e associando alla separazione di questi elementi un’altra azione degli dèi. Quale?

A

Il combattimento delle varie divinità tra loro.

Ad esempio, nel poema babilonese Enùma Elish (II millennio a.C.), il dio Marduk divide in due il corpo di Tiamat, la cui parte superiore diventa la volta celeste con le stelle e i pianeti e la parte inferiore alla terra.

39
Q

lez. 05 [20:56]

Quali sono gli elementi temporali presenti in Gen 1? Quale significato hanno?

A

Il tempo viene scandito dalla ripetizione della sequenza “…e fu sera e fu mattina, n giorno” che allude all’Esodo e all’Alleanza. Ad esempio: Dirai loro: Questo è il sacrificio consumato dal fuoco che offrirete al Signore; agnelli dell’anno, senza difetti, due al giorno, come olocausto perenne. Uno degli agnelli lo offrirai la mattina e l’altro agnello lo offrirai al tramonto. (Nm 28,2–4).

Inoltre, l’operare di Dio porta dalle tenebre (notte) alla luce (giorno) così come è descritto nella Genesi.

Infine, la creazione ha come suo scopo il riposo sabbatico del settimo giorno, che viene benedetto, così come gli animali e le piante.

40
Q

lez. 05 [41:10]

Genesi 2,4a: “Queste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati”.

Perché si ritiene che si tratti di una specie di “gancio” che colleghi il primo ed il secondo racconto di creazione?

A

Perché già il verso 3 (“Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto.”) conclude il primo racconto e il v. 2,4a risulta ridondante (anche perché il verbo bara, con cui inizia il racconto, è già utilizzato in 2,3 per definire la fine del racconto [espediente letterario dell’inclusione]).

41
Q

lez. 05 [45:00]

Perché l’autore/redattore di Genesi ha sentito la necessità di aggiungere al primo racconto di creazione anche ciò che leggiamo nei capitoli 2 e 3?

A

Il primo racconto parla delle origini del mondo, ma rimane irrisolta la domanda sul male, la cui eziologia è narrata in Genesi 2-3.

42
Q

lez. 05 [46:18]

Perché si ritiene che il primo racconto di creazione sia stato scritto/redatto dopo l’esilio?

A

Per la presenza di materiale utilizzato nei racconti mitologici babilonesi, dai quali gli agiografi avrebbero attinto durante l’esilio.

43
Q

lez 05 [46:40]

Anche il secondo racconto di creazione attinge dalla letteratura mitologica babilonese e dunque dovrebbe essere stato anch’esso scritto dopo l’esilio.

Vero o falso?

A

Falso.

Sebbene non sia ancora possibile stabilire se il secondo racconto sia stato scritto prima o dopo l’esilio, Genesi 2-3 utilizza termini e stile del tutto autoctoni.

44
Q

lez. 05 [47:40]; app. 05 [pag. 54]

Genesi 1-3 mostra in filigrana lo schema dell’alleanza sperimentato da Israele e che si basa su quello dei patti di vassallaggio dell’antico Oriente.

Qual era lo schema di tale patto?

A

Lo schema dei patti di vassallaggio dell’antico Oriente seguiva pressappoco il seguente schema:

  1. Presentazione del re e dei benefici da lui conferiti (Genesi: i beni creati da Dio)
  2. Determinazione degli obblighi del vassallo (Gen 2,16-17: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti»)
  3. Benedizioni o maledizioni conseguenti (Gen 3,16-19: “Alla donna disse: «Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà». All’uomo disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell’albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare, maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l’erba campestre. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!»”).
45
Q

key 05 [pag. 2]; lez. 05 [50:55]

Secondo André Wenin, Genesi 2 può essere letto secondo uno schema diviso in due parti.

Prova a descrivere questo schema.

A

Introduzione: Gen 2,4

Prima parte (costituzione ontologica dell’uomo): Gen 2,5-17

  1. Mancanza iniziale: Gen 2,5
  2. Apparizione: Gen 2,6–9 (costituzione ontologica ed esistenziale dell’uomo, Dio infonde un alito di vita nell’uomo [nishmat] dimensione estetica di bellezza negli alberi del giardino)
  3. Interrelazioni: Gen 2,10-17

Seconda parte: Gen 2,18-23

  1. Mancanza iniziale: Gen 2,18
  2. I° tempo di realizzazione del consiglio divino: Gen 2,19-20 (l’uomo impone i nomi [shemot] agli animali)
  3. II° tempo di realizzazione del consiglio divino: Gen 2,21-23

Conclusione: Gen 2,24-25

46
Q

lez. 05 [1:02:35]

Perché in Gen 2,11-12 si menzionano l’oro, la resina e l’onice?

A

Molto probabilmente perché sono elementi utilizzati nel culto e come decorazioni degli abiti sacerdotali.

47
Q

lez. 05 [1:03:50]

In Gen 2, Dio colloca l’uomo nell’Eden (v. 8) e poi di nuovo lo prende e lo pone nello stesso giardino perché lo coltivasse e lo custodisse (v. 15).

Qual è la differenza tra i due versetti?

A

Il primo verbo indica una collocazione spaziale (il giardino è la casa dell’uomo), il secondo una collocazione funzionale, nel senso che all’uomo sono dati due compiti precisi (il giardino è anche il luogo di lavoro dell’uomo).

Il verbo custodire è utilizzato in altri passi della Bibbia per significare anche l’osservanza di precetti e di festività religiose.

48
Q

lez. 05 [1:07:00]

In Genesi 2,16-17 Dio dà all’uomo un comando, ma pone anche un limite.

Qual è il comando? Quale il limite? Che cosa significano?

A

Il comando è quello di mangiare di ogni albero del giardino, il limite è rappresentato dal divieto di mangiare dell’albero del bene e del male.

Dio ha posto l’uomo nell’Eden dandogli piena libertà di agire e di esercitare il proprio dominio a proprio vantaggio e utilità, ma con il limite di usarne solo per coltivarlo e custodirlo e non per esercitare sulle cose un potere illimitato.

Qui l’Autore sacro vuole significare che l’appetito naturale dell’uomo sulle cose e sulla conoscenza di esse deve autolimitarsi per non incorrere nel peccato e nella morte. L’uomo deve insomma stabilire una relazione di fiducia con Dio che gli chiede di limitarsi nell’essere, nell’agire e nel conoscere.

49
Q

lez. 05 [1:11:10]

I versi 16-17 di Genesi 2 si collegano, secondo A. Wenin, grazie al concetto di relazione presente in entrambi.

In che senso?

A

In Genesi 2,16-17 l’uomo è chiamato a fidarsi di Dio e del comando da Lui ricevuto. In altre parole, Dio propone all’uomo di entrare in una relazione di fiducia con Lui.

Questo non consente però all’uomo di raggiungere un completo rapporto di comunione con le cose più prossime a lui, dato che Dio non aveva ancora creato altri esseri viventi a lui simili e perciò crea prima gli animali (behemah, etimologia incerta, forse “esseri muti”) e infine la donna.

50
Q

lez. 05 [1:16:15]

In Genesi 2,21-24 Dio crea la donna da una costola dell’uomo. Sai dire in che senso si possono notare delle mancanze nell’essere e nella conoscenza da parte dell’uomo nella scena che viene qui narrata?

A

Nell’essere: all’uomo viene tolta una costola

Nella conoscenza: Dio fa scendere un torpore sull’uomo

Quando l’uomo vede la donna, non le rivolge la parola ed è convinto di averne pieno possesso (“questa è osso delle mie ossa e carne della mia carne”): il rapporto uomo-donna non è del tutto promettente, all’inizio.

Inoltre, il diventare una carne unica indica un’unità nella debolezza, significata dalla carne e contrapposta all’osso, che è invece resistente e duro.

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Q

lez. 05 [1:22:00]

In che senso i racconti di Genesi 1-3 sono rilevanti, nella storia di salvezza?

A

Perché sono frutto di una riflessione maturata nella storia d’Israele, vissuta con i suoi momenti più esaltanti e i suoi momenti di crisi.

Il credente ritiene che la Parola di Dio sia frutto dell’azione di Dio nella storia e della maturazione della fede di fronte agli eventi con cui Dio guida la storia degli uomini (vedi DV 2).

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Q

lez. 05 [1:26:25]

Rapporto tra Creazione e Alleanza.

A

Dio ha creato il mondo per fare Alleanza.