GMN MEMBRANOPROLIFERATIVA Flashcards

1
Q

CARATTERISTICHE ISTOLOGICHE

A

1 alterazioni della nzemlørana basale,
2 proliferazione delle cellule glomerulari
3 infiltrazione leucocitaria

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2
Q

DOVE PROLIFERAZIONE

A
  • predominate nel mesangio
  • può interessare anche la struttura capillare,
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3
Q

MANIFESTAZIONI

A

86 SDR nefrosica
87 Alcuni pazienti presentano solo ematuria o proteinuria in range non nefrosico
88 altri pz manifestano un quadro combinato nefrosico Nefritico

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4
Q

ASSOCIAZIONE

A

89 Gnmp secondaria altre malattie sistemiche e agenti eziologici noti
90 Gnmp idiopatica

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5
Q

TIPI CLINICI, COME CLASSIFICAZIONE

A

91 due tipi principali sulla base di distinti aspetti istopatologici, di immunofluorescenza e ultrastrutturali
92 GNMP di tipo I
93 GNMP di tipo II (malattia a depositi densi).

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6
Q

PATOGENESI,

A

94 Complessi immunitari nel glomerulo
95 attivazione di cascate classiche o alterne del complemento
96 In gnmp 2 , anomalie attivazione complemento

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7
Q

ANTIGENI COINVOLTI

A

97 sconosciuti.
98 Nella maggior parte dei casi, si ritiene che possano derivare da agenti infettivi come i virus dell”epatite B e C, che presumibilmente si comportano come antigeni “impiantati” dopo il primo legame o che siano rimasti intrappolati all’interno delle strutture glomerulari o che siano contenuti in complessi immuni preformati,
depositati in loco dalla circolaz

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8
Q

ATTIVAZIONE COMPLEMENTO, COME

A

1 interazione iniziale di C3 con sostanze come polisaccaridi batterici, endotossine e aggregati di IgA in presenza di fattori B e D.
2 generazione di C3bBb,la C3 convertasi della via alterna. Questa C3 convertasi è instabile e viene degradata dai fattori I e H, ma può essere stabilizzata dalla properdina. Oltre il 70% dei pazienti con una malattia a depositi densi
presenta un anticorpo circolante detto jattore nefritico C3 (C3NeF),
un autoanticorpo che lega la C3 convertasi della via alterna (si veda
3 ll legame dell’anticorpo stabilizza la convertasi, proteggendola dalla degradazione enzimatica e favorendo, pertanto, la degradazione persistente del C3 e ipocomplementemia.
4 Inoltre la sintesi epatica di C3 è ridotta, contribuendo ulteriormente alla marcata ipocomplementemia

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9
Q

COME C3NeF E’ CORRELATO AL DANNO GLOMERULARE

A

Non è ancora chiaro come precisamente C3NeF sia
correlato al danno glomerulare e quale sia la natura dei depositi densi

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10
Q

IN QUALI ALTRI PZ E’ PRESENTE ATTIVITA’ C3NEF

A

L’attività di C3NeF è presente anche in alcuni pazienti con una malattia geneticamente determinata, la lipodistrofia parziale, alcuni dei quali sviluppano una malattia a depositi densi (GNMP di tipo II

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11
Q

MANIFESTAZIONI

A

1 consistente decremento del C3 sierico ma normali Cl e C4, con le componenti del complesso immunitario
attivate precocemente.
2 ridotto livello sierico di fattore B e properdina, componenti della via alterna del complemento

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12
Q

IMMUNOFLUORESCENZA

A

Nei glomerulì vengono depositati C3 e properdina, ma non IgG. Si ricordi che nella via alterna del complemento, C3 è direttamente clivato in C3b

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13
Q

MORFOLOGIA

A

Entrambi i tipi di gmnp sono simili

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14
Q

ORIGINE E ANDAMENTO IPERCELLULARITA’

A

L’ipercellularità deriva sia dalla proliferazione delle cellule mesangiali sia dalla proliferazione cosiddetta endocapillare, coinvolgente cioè l’endotelio capillare ei leucociti infiltranti.

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15
Q

PRESENZA SEMILUNE

A

In molti casi

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16
Q

aspetto glomeruli

A

Hanno aspetto lobulare, accentuato dalla proliferazione delle cellule mesangiali e dall’aumento della matrice mesangiale,

17
Q

aspetto parete capillare glomerulare

A

mostra doppio contorno e aspetto a binario , dato da sintesi di membrana basale, in risposta ad un deposito subendoteliale di immunocomplessi, deposito subendoteliale di immunocomplessi,

18
Q

differenza gnmp tipo i e ii

A

differiscono per il loro aspetto ultrastrutturale e all’immunofluorescenza.
1 GNMP di tipo I (la grande maggioranza dei casi) è caratterizzata da depositi elettrondensi subendoteliali. Possono osservarsi anche depositi in sede mesangiale e, occasionalmente, subepiteliale
2 Nella malattia a depositi densi (GNMP di tipo ll)
EPIDEMIOLOGIA, un’entità relativamente rara,

19
Q

patogenesi gnmp tipo 2

A

la lamina densa della MBG si trasforma in una struttura elettrondensa estremamente irregolare,
nastriforme, per deposizione di materiale denso di origine ignota nell’ambito della MBG stessa, da cui deriva il
nome di malattia a depositi densi. Il C3 è presente in focolai irregolarmente granulari o lineari su entrambi i lati della
membrana basale ma non nel contesto dei depositi densi. C3 è presente anche nel mesangio sottoforma di aggregati
circolari caratteristici (anelli mesangiali). Le lgG sono generalmente assenti, così come le componenti precoci del complemento (C1q e C4).

20
Q

immunofluorescenza

A

All’immunofluorescenza, il C3 si deposita secondo un pattern granulare, e spesso si associa deposizione anche di IgG e delle componenti precoci del complemento (C1q e C4), fatto che suggerisce una patogenesi da immunocomplessi.

21
Q

caratteristiche cliniche

A

1 In adolescenza o in età giovanile sindrome nefrosica ed una componente nefritica in presenza di macroematuria, più insidiosamente forma di lieve proteinuria,
2 remissione spontanea poco frequente,
3 malattia segue un decorso clinico lentamente progressivo,
4 alcuni pz sviluppano numerose semilune e quadro clinico di gnrp
5 50% va incontro a insufficienza renale cronica nei 10 anni successivi,
6 in pz trapiantati si osserva elevata incidenza di recidiva

22
Q

prognosi

A

terapia con corticosteroidi, agenti immunosoppressivi ed antiaggrefanti piastrinici non ha un’efficacia ben dimostrata,