EGEMONIA SPARTANA Flashcards

1
Q

Sparta e Persia

A

Sparta aveva avuto buoni rapporti con la Persia, che aveva finanziato la guerra contro Atene. Ma dopo la vittoria, Sparta però deve assumersi il ruolo di difenditrice delle città greche contro la persia, che era stato di atene. ma non si scontra con la persia solo pr ragioni ideologiche, ma perché si trova di fatto nemica del re si persia. Ciro, che era vicino soprattutto alla figura di Lisandro, dopo la morte del padre Dario, dà inizio a una rivolta per avere il trono invece del fratello artaserse ii, il legittimo erede. dopo la sconfitta di cunassa del 401, sparta si trova dunque contro il re.
sparta dal 400 dà il via a tre spedizioni contro la persia, di tibrone dercillida e del re agesilao; contro tissaferne farnabazo e tirauste

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Q

Sparta e città

A

-Sparta, trovandosi a dover controllare un territorio molto più ampio rispetto a quelli a cui era abituata, cerca di mantenere la frammentazione del mondo ellenico per tenerlo sotto controllo, e utilizza l’ideale dell’autonomia come principio di organizzazione panellenica. la impone sia alle poleis, dove era normale, sia agli stati federali, in cui si rinunciava a parte dell’autonomia per altri benefici. l’imposizione dell’autonomia avviene tramite spedizioni militari, di cui è subito chiaro il carattere pretestuoso.
la prima di esse è quella contro l’Elide, accusata di essere in buoni rapporti con alcune città perieciche, tra cui il Lepreon, capitale della trifilia (distretto dell’elide). senofonte sottolinea da subito il carattere pretestuoso dell’intervento.

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3
Q

Egemonia destabilizzante e azioni di sparta

A

-il territorio che sparta deve tenere sotto controllo è molto più ampio di quello a cui è abituata e di quello che la sua situazione sociale interna potrebbe permettere. sparta dunque trasforma i trattati bilaterali il alleanze difensive e offensive, imponendo agli alleati di avere gli stessi a mici e nemici di sparta e di “seguirla ovunque li conducessero”.
si ingenera grande malcontento da parte degli alleati, e scoppiano delle ribellioni, come quella di Cinadone, del 399, uno spartano che non apparteneva alla classe degli uguali, che approfitta del poco numero di spartiati presenti in città per fare un colpo di stato per tentare di ampliare la cerchia degli uguali.
ci è anche giunta, di questo periodo, la legge di epitadeo, che, introdotta dall’omonimo eforo, consentiva una parziale alienabilità del possesso della terra, e che finì per far concentrare nelle mani di pochi ricchi la maggior parte dei terreni.

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4
Q

Lisandro

A

-Lisandro rappresenta la personalità politica più importante degli anni dell’egemonia spartana. Fu lui a garantire, attraverso i rapporti con la persia, il denaro necessario alla guerra, a imprimere la spregiudicatezza necessaria a imporre un controllo militare e politico costante sul territorio delle città greche; fu lui, allo stesso tempo, ad alienare l’appoggio degli alleati di sparta, tanto che nella vita di lisandro di plutarco si legge: “gli spartani avevano fatto assaggiare ai greci la dolce bevanda della libertà e poi avevano versato loro da bere dell’aceto”, e a costruire un culto della personalità che provoca del malcontento all’interno della stessa sparta.
-Lisandro era di discendenza eraclide, ma di famiglia non illustre, tanto che si diceva che fsse motace, ovvero figlio di uno spartiata e di una donna in condizione servile.
la sua personalità emerge in particolar modo dal confronto con il sosstituto alla navarchia del 407-6, Callicratida, di cui le fonti dicono che era un uomo giusto, fedele allo stato, insofferente nei confronti della persia, attento alla autonomia delle città greche. Lisandro invece era descritto come vicino alla persia, indifferente rispetto all’autonomia delle città greche, e insofferente alle leggi della città. da questa descrizione emerge la sfiducia nei confronti di una figura difficilmente imbrigliabile nella tradizione spartana. lisandro seppe costruire un vero e proprio culto della personalità,, che culmina con l’attribuzione da parte dei sami di onori eroici.

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5
Q

trenta tiranni

A

-dopo la pace con atene Lisandro si dirige nella città per abbattere le lnghe mura. davanti a lisandro e all’esercito spartano, su istigazione di teramene, di cui le fonti sottolineano la responsabilità, i cittadini sono costretti ad abbattere la democrazia e ad adottare la non meglio definita patrios politeia. vengono scelti 30 membri di un consiglio, tra cui lo stesso teramene e crizia, lo zio di platone, incaricati di redigere una nuova costituzione.
inizialmente, la loro azione repressiva si dirige ai soli sicofanti, gli accusatori di professione causa della degenerazione demagogica di atene; successivamente, ai ricchi meteci e stranieri, in modo da eliminare possibili potenti oppositori politici e per impossessarsi delle loro ricchezze. molti, scappati da atene, si rifugiano a megara, argo, tebe; queste ultime due città rifiutano espressamente di accogliere le richieste di sparta di non ospitare gli esuli democratici.
—-
-la caduta dei trenta tiranni avviene ancora una volta per via di teramene. in un confronto con Crizia davanti alla boulè, afferma che è ingiusto mandare a morte degli innocenti e si scaglia contro i trenta tiranni. le sue affermazioni non sono dovute a ragioni umanitarie, ma al fatto che temeva che una oligarchia così dura potesse essere poco mantenibile, come nota anche senofonte.
Crizia lo accusa di essere “traditore per natura”, di avere tradito la democrazia per i quattrocento e i quattocento per la democrazia, mentre teramene ribadisce l’ideale moderato di ammettere nella vita politica cavalieri e oliti, escludendo i teti. cn una procedua irregolare, crizia lo elimina dalla lista dei tremila e lo condanna a morte. muore con una morte quasi socratica, bevendo la cicuta e brindando a crizia, che gli vale l’ammirazione di senofonte, che lo definisce “martire per la libertà”, mentre lisia, non diversamente la crizia, lo definisce “due volte traditore”.
nell’inverno del 403 trasibulo, con un esercito di esuli (circa 70), prende file, al confine con la beozia, per poi attestarsi sulla collina di munichia; qui, l’esercito, a cui si aggiungono stranieri e meteci, a cui è promessa l’isoteleia, cioè l’equiparazione fiscale agli atniesi, raggiuge il migliaio di componenti. nel maggio del 403 a munichia l’esercito di trasibulo sconfigge i tenta; al governo va un collegio di Dieci, che chide aiuto a sparta. lisandro è pronto a intervenire, ma pausania iii, in odio a lisandro, fa opera di mediazione tra “quelli della città”, i trentae “quelli del pireo”, i democratici.
il 12 boedromione (sett ott) trasibulo entra in città e restaura la democrazia. stabilisce una amnistia, concede a chi non si sente sicuro a tornare ad atene di andare a Elea, e, giunto sull’acropoli per sacrificare ad atena, giura di ne mneikakein, cioè di non ricordare il male subito.

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6
Q

anno di Euclide

A
  • l’anno 403-2 è quello in cui è arconte euclide. sotto di lui avviene una massiccia restaurazione democratica. viene introdotto, su iniziativa di Agirrio, il misthòs, per incentivare la partecipazione alla vita politica, un consiglio di nomoteti si dedica alla revisione delle leggi, anche se l’assemblea mantiene il suo ruolo, con l’emissione di decreti, e con applicando il potere giudiziario, intervenendo in particolar modo sull’eisanghelia (In ogni caso la natura peculiare dell’eisangelia era quella di un’azione pubblica eccezionale volta a perseguire delitti che mettevano in pericolo la sicurezza dello stato o della democrazia) , o le cause di alto tradimento, che potevano colpire gli strateghi. i tribunali popolari aumentano la loro attività.
  • è tuttavia presente ancora, durante gli anni della restaurazione, l’ideologia terameniana. Archino infatti si impegna per evitare ogni aggiramento dell’amnistia, ad arginare gli spostamenti a eleusi, in modo da evitare un esodo delle classi più elevate. sono comportamenti non in contrasto con la linea democratica, ma altri elementi mostrano la vitalità dell’ideologia terameniana: nella difesa di eratostene emerge l’elogio di teramene, mentre Formisio tenta di introdurre una costituzione fondata sul censo.
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7
Q

guerra beotica

A
  • Beoti e Corinzi erano stati fedeli alleati di Sparta, ma l’imperialismo guidato da Lisandro provocano negli alleati numerosi malcontenti, che emergono nel rifiuto di beoti e corinzi di partecipare alla spedizione contro i democratici ateniesi organizzata dai Dieci, e dal rifiuto dei beoti di partecipare alla spedizione in asia di agesilao e dal loro offerto agli ateniesi. di questa situazione vuole approfittare nel 395 la persia, che ha imparato dalla guerra deceleica a sfruttare e creare fratture interne alla grecia, in modo da tenerla occupata sul fronte interno e renderla più vulnerabile alle minacce esterne.
  • nel 395 scoppia una guerra tra focesi e locresi, orientali secondo senofonte e occidentali secondo le elleniche di ossirinco. i tebani intervengono in favore dei locresi, e gli spartani attaccano la beozia. i tebani chiedono aiuto ad atene, facendo leva sul malcontento nei confronti degi spartsni, che si comportano da padroni con gli alleati. l’assemblea ateniese decide infine per l’intervento, ponendosi in un pericolo mortale, come sottolinea trasibulo nel suo discorso agli ambasciatori, poiché atene è totalmente priva di fortificazioni.
  • lisandro, in beozia, fa defezionare dalla lega beotica orcomeno, promettendole l’autonomia; cerca di fare lo stesso con aliarto, ma senza successo; l’applicazione del principio dell’autonomia anche agli stati federali, in particolare in beozia, fu costante caratteristica della politica spartana fino al 371. lisandro doveva attendere pausania per ricongiungersi con il suo esercito, ma, o per un errore di comunicazione, o per impazienza, agisce prima, e viene ucciso. pausania, giunto in beozia, si trova gli ateniesi e preferisce firmare una tregua. tornato in patria, viene accusato, così si ritira in arcadia, doce vive fino al 381, scrivendo una riforma sull’eforato.
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8
Q

guerra corinzia

A

-le città nemiche di sparta formano un sinedrio, con base a corinto: argo, tebe, corinto, atene; nasce così la guerra corinzia, denominata così dalla città dove hanno luogo le operazioni. avrà fine ufficilamente con la pace del 487-6.
-un primo scontro avviene nei pressi di corinto, a Nemea, seguito da uno a Coronea, in beozia, dopo che agesilao, come sperava la persia, era stato richiamato dall’asia; in entrambi agli antispartani vengono sconfitti. negli stessi giorni avviene uno scontro a cnido, in asia minore, in cui la coalizione antispartana ha la meglio. questo scontro segna la fine della talassocrazia spartana, mentre lemno, imbro e sciro tornano sotto il controllo ateniese. atene pone così le basi per le reti di relazioni alla base dell’alleanza del 378/7.
-Argo e Corinto si uniscono; la corrente oligarchica di corinto vede negativamente questa unione; senofonte ne riporta la visione; vedevano i cippi di confine tolti dal terreno, la loro città che iniziava ad essere ciìhiamata argo invece di corinto, e i cittadini corinzi erano trattati come meteci. questa unione ebbe però molti vantaggi, dal punto di vista demografico, economico e militare, e contribuì al superamento della frammentazione del mondo greco.
Sparta, per via delle sconfitte che stava subendo, cerca un accordo con la persia, i modo da incrinarne l’intesa con atene (atene e farnabazo). a sardi iniziano le trattative tra antalcida e tiribazo; il primo promette che sarebbero state riconosciute alla persia le rivendicazioni aulle città greche d’asia minore in cambio dell’autonomia delle città greche. le trattative spaventano atene, che teme di dover perdere lemno, imno e sciro, mentre argo e corinto temono di dover sciogliere l’unione. le trattative hanno esito negativo, ma l’aver trattato con la persia è un duro colpo per l’egemonia spartana; proprio in questi anni, nel 392, isocrate inizia a comporre il panegirico, dove auspica che atene guidi sotto la sua egemonia la grecia, per poi fare guerra alla persia.
teramene muore, in panfilia.

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