DOLCI - 8) Neoplasie Maligne Flashcards

1
Q

Cosa si intende per MARCATORE TUMORALE e quali sono le sue caratteristiche principali?

A

Un MARCATORE TUMORALE è un segnale biologico misurabile nei liquidi corporei associato alla presenza di una NEOPLASIA

  • NON ha SPECIFICITA’ ASSOLUTA per il tumore
  • Da INFO che dipendono da altre variabili

–> NON ESISTE un MARCATORE TUMORALE IDEALE, sono influenzati sempre da condizioni NON NEOPLASTICHE

Di conseguenza sono utili solo per il MONITORAGGIO

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2
Q

Quali sono le CARATTERISTICHE IDEALI di un MARCATORE TUMORALE?

A

Le CARATTERISTICHE IDEALI di un MARCATORE (TUMORALE ma non solo) includono:

1) ALTA SENSIBILITA’

  • RILASCIO RAPIDO per diagnosi PRECOCE
  • LUNGA PERMANENZA nel sangue per diagnosi TARDIVA

2) ALTA SPECIFICITA’

  • PRODUZIONE ESCLUSIVA da parte del tessuto in proliferazione (ASSENTE nel tessuto non considerato)
  • NON RILEVABILE rilevabile nel sangue in soggetti che non presentano quel tipo di danno

3) CARATTERISTICHE ANALITICHE:

  • RAPIDO tempo di analisi (TAT)
  • RIDOTTO BIAS = precisione e veridicità

4) CARATTERISTICHE CLINICHE:

  • Capacità di influenzare la TERAPIA
  • Capacità di MIGLIORARE la GUARIGIONE del paziente
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3
Q

Quali sono le principali APPLLICAZIONI TEORICHE dei MARCATORI TUMORALI?

A

Le principali APPLICAZIONI TEORICHE dei marcatori tumorali includono:

1) SCREENING

  • Rilevazione della presenza del tumore in una popolazione non selezionata / in gruppi ad alto rischio

2) DIAGNOSI di TUMORE PRIMITIVO

  • Diagnosi differenziale tumore / malattia benigna in pazienti con segni o sintomi

3) IDENTIFICAZIONE di SEDE PRIMITIVA

  • In base ai biomarcatori specifici di organo, tessuto e di determinati tipi cellulari, es. per METASTASI di ORIGINE IGNOTA

4) BILANCIO di base di NEOPLASIA NOTA

  • Estensione / dimensione (stadiazione)
  • Prognosi
  • Valori basali prima della terapia

5) MONITORAGGIO:

  • Risposta alla terapia
  • Radicalità di asportazione chirurgica
  • Recidive o metastasi
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4
Q

Come vengono utilizzati i marcatori tumorali nella PRATICA CLINICA e quali sono i loro LIMITI?

A

Nella PRATICA CLINICA, l’impiego dei marcatori tumorali è LIMITATO rispetto alle applicazioni teoriche:

1) Uso FREQUENTE:

  • Risposta alla terapia
  • FOLLOW-UP –> Rilevamento precoce delle recidive

2) Uso LIMITATO (non proprio assente ma poco)

  • per DIAGNOSI e PROGNOSI

3) Uso MOLTO LIMITATO

  • STAGING

4) NON USATO per:

  • SCREENING, con l’eccezione del SANGUE OCCULTO nelle feci per il carcinoma colon-retto) e PSA

LIMITI:

  • SPECIFICITA’ TROPPO BASSA per lo SCREENING in popolazione generale (teorema di BAYES) –>
    RISCHIO SOVRADIAGNOSI (falsi positivi)
  • ALTA VARIABILITA’ in base al metodo usato
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5
Q

Quali sono le principali INSIDIE ANALITICHE dei metodi IMMUNOMETRICI per i marcatori tumorali?

A

Le principali INSIDIE ANALITICHE dei METODI IMMUNOMETRICI includono:

1) INTERFERENZA da AUTOANTICORPI:

  • Es. ANTI-TIREOGLOBULINA possono interferire con la misurazione della Tg

–> SOVRA o SOTTOSTIMA a seconda del metodo

2) INTERFERENZA da ANTICORPI ETEROFILI (HAMA):

–> anticorpi umani che reagiscono contro quelli MURINI usati nei saggi = FALSI POSITIVI e NEGATIVI

3) EFFETTO GANCIO (hook effect):

  • ALTE CONCENTRAZIONI di ANTIGENE possono fare CALARE il SEGNALE e dare falsi valori bassi

4) INTERFERENZA da BIOTINA:

  • Può interferire con i metodi che utilizzano il sistema AVIDINA-BIOTINA per amplificare il segnale –> FALSI POSITIVI o NEGATIVI

5) VARIABILITA’ fra METODI

  • Se usano ANTICORPI DIVERSI possono risconoscere EPITOPI DIVERSI e quindi non essere paragonabili fra loro
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6
Q

Cosa si intende per STANDARDIZZAZIONE dei marcatori tumorali e perché è importante?

A

La STANDARDIZZAZIONE dei marcatori tumorali è cruciale per garantire la comparabilità dei risultati tra diversi laboratori e metodi.

1) DEFINIZIONE del MISURANDO
–> Identificazione precisa della molecola o forma molecolare che si sta misurando (Es. PSA totale vs PSA libero)

2) CALIBRATORI
–> usare quelli internazionali (Es. nuovo calibratore per il PSA che meglio rappresenta le forme CCIRCOLANTI in vivo -NB: è cambiato il valore normale!)

3) IMPATTO CLINICO:

  • Una scarsa standardizzazione può portare a DIAGNOSI ERRATE dei pazienti, alterate decisioni terapeutiche e follow-up dei pazienti
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7
Q

Quali sono i principali MARCATORI TUMORALI SPECIFICI per organo o tipo cellulare?

A

I principali MARCATORI TUMORALI SPECIFICI includono:

1) SPECIFICI per ORGANO:

  • PSA (Antigene Prostatico Specifico)
  • TIREOGLOBULINA –> Tiroide

2) SPECIFICI per TIPO CELLULARI:

  • hCG (Gonadotropina Corionica Umana) –> per il sinciziotrofoblasto
  • CALCITONINA –> cellule C parafollicolari della tiroide
  • NSE (Enolasi Neurospecifica) –> tumori neuroendocrini e microcitoma polmonare
  • CROMOGRANINA A (CgA) –> per neoplasie neuroendocrine

3) SPECIFICI per TESSUTO (istologia)

  • SCC-ag (Antigene del Carcinoma Squamoso) –> per carcinomi squamosi
  • CEA (Antigene Carcino-Embrionario) –> per adenocarcinomi
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8
Q

Come vengono utilizzati i marcatori tumorali nel MONITORAGGIO della malattia e quali sono i CRITERI interpretativi?

A

L’utilizzo dei marcatori tumorali nel MONITORAGGIO della malattia si basa su:

1) VALUTAZIONE LONGITUDINALE
–> confronto i valori nel tempo (DIFFERENZA CRITICA = Reference Change Value), con variazioni minime clinicamente significative

  • Necessario un CAMPIONE BASALE prima di qualsiasi intervento diagnostico o terapeutico –> MINIMO 2 determinazioni a distanza di 1 SETTIMANA
  • Monitoraggio seriato durante e dopo il trattamento

2) APPLICAZIONI:

  • Valutazione della risposta alla terapia
  • Identificazione precoce di recidive
  • Monitoraggio della progressione della malattia

3) LIMITI:

  • NON PER TUTTI i tumori ci sono marcatori misurabili
  • FLUTTUAZIONI NON LEGATE alla progressione del tumore
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9
Q

Cosa si intende per “LIVELLO DECISIONALE” di un marcatore tumorale e come viene stabilito?

A

Il LIVELLO DECISIONALE di un marcatore tumorale è il valore soglia utilizzato per discriminare tra risultati normali e patologici

–> viene STABILITO spesso sul 95° o 99° percentile della distribuzione in una popolazione di riferimento sana, e AGGIUSTATO con STUDI CLINICI

ESEMPI:

  • PSA: livello decisionale di 4 ng/mL per lo SCREENING del cancro alla prostata
  • CA 125: > 35 U/mL suggestivo di CARCINOMA OVARICO in contesto clinico appropriato
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10
Q

Quali sono le principali LIMITAZIONI dell’uso dei marcatori tumorali nello SCREENING di popolazione?

A

Le principali LIMITAZIONI dell’uso dei marcatori tumorali nello SCREENING di popolazione includono:

1) BASSA SPECIFICITA’

  • Possono essere elevati in condizioni benigne o infiammatorie
  • Alto tasso di FALSI POSITIVI positivi in popolazione generale asintomatica

–> TEOREMA di BAYES =
in una popolazione a BASSA PREVALENZA di malattia, il VALORE PREDITTIVO POSITIVO di un test è BASSO

ESEMPIO:
–> popolazione di 100.000 persone con 40 casi attesi di tumore, un test con sensibilità 85% e specificità 90% darebbe:

  • 34 veri positivi
  • 9996 falsi positivi

= VALORE PREDITTIVO POSITIVO di solo 0,003 –> Rischio di SOVRADIAGNOSI, con possibili test invasivi non necessari e stress psicologico

ECCEZIONI che sono COSTO-EFFICACI:
- Screening del cancro colon-rettale con test del sangue occulto nelle feci (FOB)

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11
Q

Come vengono utilizzati i marcatori tumorali nell’IDENTIFICAZIONI della SEDE PRIMITIVA di una METASTASI?

A

I marcatori tumorali possono essere utili nell’IDENTIFICAZIONE della SEDE PRIMITIVA di una metastasi nei seguenti modi:

1) SPECIFICI per ORGANO
–> PSA, Tireoglobulina

2) SPCIFICI per TIPO CELLULARE

  • hCG
  • Calcitonina (carcinoma midollare della tiroide)
  • NSE (microcitoma polmonare o altre neoplasie neuroendocrine)
  • Cromogranina A (CgA) –> neoplasie neuroendocrine

APPROCCIO:

–> si utilizza un PANNELLO di MARCATORI per aumentare la probabilità di identificazione e si interpreta assieme all’ESAME ISTOLOGICO

–> Considerare sempre possibili elevazioni NON docute a tumore

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12
Q

Quali sono le principali CONSIDERAZIONI PRE-ANALITICHE e ANALITICHE nella misurazione dei marcatori tumorali?

A

Le principali CONSIDERAZIONI PRE-ANALITICHE e ANALITICHE nella misurazione dei marcatori tumorali includono:

1) PRE-ANALITICHE:

  • TIMING del PRELIEVO –> PRIMA di qualsiasi intervento diagnostico o terapeutico
  • STATO del PAZIENTE –> (es. funzionalità renale, epatica)
  • TIPO di CAMPIONE –> Siero o Plasma
  • STABILITA’ –> adeguata conservazione / trasporto

2) ANALITICHE;

  • METODO di misurazione validato e standardizzato
  • CALIBRAZIONE –> tracciabili a standard internazionali quando disponibili
  • CONTROLLI di QUALITA’ interni ed esterni
  • INTERFERENZE –> es. anticorpi eterofili, effetto gancio, biotina

3) INTERPRETAZIONE:
–> considerare la variabilità intra-individuale del marcatore, dei metodi, e usare la DIFFERENZA CRITICA

4) REPORTING

  • Riportare sempre l’unità di misura standardizzata
  • Livelli decisionali appropriati
  • Commenti interpretativi
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13
Q

Cosa si intende per “EFFETTO GANCIO” (hook effect) nella misurazione dei marcatori tumorali e come può essere prevenuto o identificato?

A

L’EFFETTO GANCIO (hook effect) nella misurazione dei marcatori tumorali:

–> Fenomeno che si verifica in SAGGI IMMUNOMETRICI quando CONCENTRAZIONI molto ELEVATE di ANALITA causano una CADUTA PARADOSSALE del SEGNALEs misurato = risultati FALSAMENTE BASSI

  • es. in caso di malattia avanzata mi ritrovo con valori bassi sospetti che farebbero SOTTOSTIMARE LA GRAVITà della malattia

CAUSA
–> SATURA sia gli anticorpi di cattura che quelli di rilevazione, formando IMMUNOCOMPLESSI INCOMPLETI che non generano segnale

PREVENZIONE:

  • protocolli di DILUIZIONE SERIALE per campioni sospetti –> AUMENTO PARADOSSALE
  • Implementazione di SAGGI a 2 STEP che SEPARANO la FASE di LEGAME dell’antigene dalla FASE di RILEVAZIONE

–> Sistemi AUTOMATIZZATI che possono RILEVARE l’EFFETTO GANCIO

  • Conffronto con ALTRI MARCATORI o metodi
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14
Q

Quali sono le principali CONSIDERAZIONE nell’uso dei marcatori tumorali per il MONITORAGGIO della terapia e la RILEVAZIONE PRECOCE delle RECIDIVE?

A

Le principali CONODERAZIONI nell’uso dei marcatori tumorali per il MONITORAGGIO della terapia e la RILEVAZIONE PRECOCE delle RECIDIVE includono:

1) SCELTA del MARCATORE:
–> scegli più appropriato in base al tipo di tumore e alla sua sensibilità/specificità, oppure MULTIPLI

2) VALORE BASALE
–> da ottenere un valore basale AFFIDABILE pre-trattamento (idealmente la media di MINIMO 2)

3) FREQUENZA delle MISURAZIONI:
–> Stabilire un programma appropriato in base al tipo di tumore e al trattamento, più FREQUENTI durante il TRATTAMENTO e nelle FASI INIZIALI del FOLLOW-UP

4) INTERPETAZIONE:

  • usare la DIFFERENZA CRITICA
  • Considerare la CINETICA del marcatore (tempo di dimezzamento, velocità di incremento)
  • interpewtare assieme a IMAGING e/o ISTOLOGICO

LIMITI:

  • NON SEMPRE la RECIDIVA fa alzare i livelli
  • Possibili FALSI POSITIVI dovuti a condizioni benigne o terapie concomitanti
  • Spiegare ai pazienti i limiti dei marker
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15
Q

Quali sono le principali SFIDE nella STANDARDIZZAZIONE dei MARCATORI TUMORALI e come possono essere affrontate?

A

Le principali SFIDE nella STANDARDIZZAZIONE dei MARCATORI TUMORALI e le possibili soluzioni includono:

1) ETEROGENEITA’ MOLECOLARE

  • Molti marcatori tumorali esistono in multiple FORME MOLECOLARI –> dovremo sviluppare metodi che riconoscono solo le forme clinicamente rilevanti

2) VARIABILITA’ fra METODI

  • Diversi metodi commerciali possono dare RISULTATO DIVERSI per lo stesso marcatore –> usare MATERIALI di RIFERIMENTO (es. calibratori) internazionali e standardizzati

3) LIVELLI DECISIONALI

  • possono variare tra diverse POPOLAZIONI e contesti clinici –> STUDI MULTICENTRICI per avere valori armonizzati

4) INTERFERENZE

  • Varie sostanze possono interferire con la misurazione dei marcatori tumorali –> sviluppo di metodi più ROBUSTI verso le interferenze più comuni

5) VARIABILITA’ BIOLOGICA

  • La variabilità biologica INTRA-INDIVIDUALE può complicare l’interpretazione –> stabilire criteri di DIFFERENZA CRITICA specifici per ciascun marcatore

6) UNITA’ di MISURA

  • Diverse unità di misura utilizzate in diversi paesi o laboratori –> Adozione di un sistema di unità di misura STANDARDIZZATO a livello internazionale

7) EDUCAZIONE e FORMAZIONE:

  • Mancanza di conoscenza sulle BEST PRACTICES –> FORMAZIONE CONTINUA per professionisti di laboratorio e clinici
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16
Q

Come influisce la VARIABILITA’ BIOLOGICA sull’interpretazione dei marcatori tumorali e come si può gestire questa variabilità?

A

La VARIABILTA’ BIOLOGICA influisce significativamente sull’interpretazione dei marcatori tumorali:

  • Fluttuazioni naturali intra-individuali
  • Valori basali diversi inter-individuali

–> DIFFICILE INTERPRETARE se un cambiamento è clinicamente signifcativo

NB: al solito, usare la DIFFERENZA CRITICA (Reference Change Value, RCV), su MISURAZIONI SERIALI

17
Q

Quali sono le principali CONSIDERAZIONI nell’uso dei marcatori tumorali in pazienti con INSUFFICIENZA RENALE o EPATICA?

A

L’uso dei MARCATORI TUMORALI in pazienti con INSUFFICIENZA RENALE o EPATICA richiede considerazioni speciali:

1) INSUFFICIENZA RENALE

Molti marcatori tumorali sono eliminati per via renale e possono ACCUMULARSI in caso di insufficienza renale, specialmente:

  • CA 125
  • β2-microglobulina
  • Cromogranina A

–> usare LIVELLI DECISIONALI adattati ai pazienti con CDK, e marcatori meno influenzati, dove possibile

2) INSUFFICIENZA EPATICA

Può influenzare la PRODUZIONE e il METABOLISMO di alcuni marcatori tumorali, specialmente:

  • AFP
  • CEA

–> usare marcatori meno influenzati, stare attenti a pazienti con CIRROSI e usare le DIFFERENZE CRITICHE

IN GENERALE:

  • usare più marcatori
  • associare imaging
  • educare i clinici
  • nel FOLLOW-UP monitorare bene anche le FUNZIONALITA’ RENALE ed EPATICA
18
Q

Quali sono le PROSPETTIVE FUTURE nello sviluppo e nell’uso dei marcatori tumorali?

A

Le PROSPETTIVE FUTURE nello sviluppo e nell’uso dei marcatori tumorali includono:

1) BIOMARCATORI MOLECOLARI:
–> basati su MUTAZIONI genetiche specifiche dei tumori, come l’uso di microRNA CIRCOLANTI

2) BIOPSIA LIQUIDA
–> Rilevazione di DNA tumorale CIRCOLANTE (ctDNA) nel sangue o di CELLULLE tumorali circolanti (CTC)

3) PROTEOMICA e METABOLOMICA:
–> profili proteici o metabolici specifici dei tumori, con sviluppo di PANNELLI con MARCATORI MULTIPLI per aumentare sensibilità e specificità

4) AI e MACHINE LEARNING:
–> algoritmi avanzati per interpretare complessi pattern di marcatori, e integrare dati clinici, imaging, ect.

5) MEDICINA PERSONALIZZATA:
–> sviluppo di MARCATORI PREDITTIVI, monitoraggio basato sul PROFILO MOLECOLARE del tumore del paziente

6) NUOVE TECNOLOGIE
–> metodi di misurazione ULTRASENSIBILI, e POCT per test rapidi e decentralizzati

7) STANDARDIZZAZIONE
–> migliorare la comparabilità dei risultati tra diversi laboratori e metodi, con LINEE GUIDA INTERNAZIONALI

8) APPLICAZIONI EMERGENTI
–> uso marcatori tumorali per lo SCREENING in POPOLAZIONI ad ALTO RISCHIO