9) la crisi dell Repubblica Flashcards
Quali problemi si manifestarono alla fine del 2 sec., determinando la crisi della Repubblica romana?
i problemi che determinarono la fine della Repubblica e la nascita del Principato nel 27 d.C si manifestarono durante le ultime conquiste di Numanzia e Numidia.
-gli alleati italici desideravano essere inclusi nelle decisioni politiche e un bottino di guerra diviso equalmente.
-rivolte schiavistiche (gli schiavi, aumentati date le conquiste di Roma, non erano più considerati parte della famiglia ma meri oggetti di proprietà del padrone)
-i provinciali si lamentavano della corruzione dei governatori, che depredavano i territori ed abusavano della loro posizione.
-il ceto equestre, il ceto più facoltoso di Roma, desiderava avere peso politico. Per questo nacque la ‘clientela militare’, in cui l’esercito diventava cliente del comandante esercitando forza politica.
la crisi agraria del 2 sec. a.C.
Data l’estensione del territorio Romano, si capì che non conveniva più coltivare cereali sul suolo italico (poiché territori come Sicilia e Africa erano invece particolarmente predisposti) e si decise di attuare una riconversione in agricoltura arboricola e di utilizzare le zone di pianura per far pascolare I greggi.
Tuttavia, per attuare tale riconversione era neccessario in ampio capitale, che possedevano solo i senatori, non i piccoli proprietari terrieri/contadini.
Questi non riuscivano a reggere la competizione con i senatori latifondisti, anche perché la leva militare li obbligava a lasciare incolta la terra per vari mesi e renderla inutilizzabile. Quindi, si attuò la ‘proletarizzazione’, cioè molti contadini vendevano il terreno e diventavano proletari nell’Urbe.
Ciò provocò mancanza di effettivi nell’esercito (oltre che per il calo demografico dovuto alle guerre).
la riforma agraria di Tiberio Gracco
La soluzione alla crisi venne proposta dal tribuno della plebe Tiberio Gracco:
-rivitalizzò una delle leggi Licinie Sestie, mai rispettata (quella che fissava il limite per famiglia a 500 iugeri di terra, a cui Tiberio aggiunse 250 iugeri per figlio maschi). Coloro che possedevano più di 500 iugeri dovevano restituire i territori in eccesso allo Stato (non in proprietà per evitare che venissero venduti ai latifondisti e scomparisse nuovamente la piccola proprietà), che li affidava in lotti da 30 iugeri ai proletari.
Tale legge venne chiamata ‘Legge Sempronia’.
Come finì Tiberio Gracco?
La sua proposta provocò molti consensi, ma anche indignazione da parte dei senatori (che investivano molto nei latifondi).
Quando Gracco ripropose la candidatura al tribunato della plebe nonostante la legge Villia non lo prevedesse, il suo venne visto come in tentativo di equipararsi a un re e per questo venne ucciso.
L’azione riformatrice di Gaio Gracco
Il fratello di Tiberio, Gaio Gracco, di candidò anch’esso al tribunato della plebe e presentò una riforma che salvaguardasse i diritti dei ceti subalterni, dell’ordine equestre e dei provinciali.
-legge frumentaria: distribuzioni di grano da parte dello Stato a prezzo politico per il proletariato
-riavvio delle deduzioni colonarie
-lo Stato non poteva reclutare giovani sotto i 17 anni
-attribuzione ai pubblicani l’appalto per la riscossione delle tasse in provincia d’Asia (a discapito dei provinciali)
-maggioranza della giuria in tribunale composta non più da Senatori, ma dall’ordine equestre.
-concessione della cittadinanza agli alleati italici
La sua riforma fallì in parte, poiché:
-si interruppero le operazioni di deduzioni colonarie
-si incominciò a vendere i territori ai latifondisti (e si ricrea così il latifondo)
-non viene concessa la cittadinanza agli alleati italici
fine di Gaio Gracco:
Gaio Gracco si attirò come il fratello le ostilità del Senato e non venne rieletto tribuno per l’anno successivo, cioè il 121 a.C.
Non avendo poteri, divenne una preda facile. Il Senato emanò quindi una legge straordinaria, la senatusconsultum ultimum, che dava ai consoli pieni poteri per difendere Roma.
Gaio fu costretto a rifugiarsi sull’Aventino, dove fu comunque attaccato dal console Lucio Opimio. Gaio si fece uccidere da uno schiavo, per non cadere nelle mani dei nemici.
schieramenti riguardo ai problemi citati della Repubblica:
Ottimati (come il censore Catone): tradizionalisti, contro la cittadinanza agli italici e favorevoli al mantenimento della situazione politica, economica e sociali esistente.
Popolari (ex. gli Scipioni): rappresentavano l’interesse del popolo, dell’ordine equestre e degli alleati italici.
soluzione alla carenza degli effettivi nell’esercito
la soluzione venne proposta dall’uomo nuovo Gaio Mario (comandante nell’esercito della guerra giugurtina); egli comprese che sarebbe stato più efficace avere un esercito non su base censitaria, ma composto da volontari stipendiati, che potevano usarlo come una posizione per acquisire una posizione di prestigio (ex. proletari)