13 - sistema visivo Flashcards

1
Q

caratteristiche delle onde elettromagnetiche

A
  • lunghezza d’onda
  • ampiezza
  • frequenza (maggiore è la frequenza, maggiore è l’energia)
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2
Q

spettro visibile

A

piccolissima parte dello spettro elettromagnetico che corrisponde alle lunghezze d’onda a cui gli esser umani sono sensibili (tra i 400 nm e i 700 nm)

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3
Q

come avviene la messa a fuoco e quali diversi meccanismi di essa esistono

A

per poter vedere le immagini in maniera nitida, è necessario che la luce riflessa degli oggetti che guardiamo sia messa a fuoco in maniera precisa sulla superficie della porzione sensibile (retina).

  • occhio composto (insetti)–> tubi lunghi e stretti che fanno arrivare la luce perpendicolarmente alla superficie dell’occhio
  • modello scatola magica (animali molto semplici)
  • modello a fotocamera –> lente modificabile nella forma che permette la messa a fuoco; negli occhi più sofisticati si trova anche il diaframma, che serve a controllare la quantità di luce che entra
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4
Q

sclera

A

corrisponde al bianco dell’occhio ed è una membrana piuttosto resistente che circonda tutto l’occhio. Nella porzione anteriore, la sclera diventa trasparente per permettere alla luce di passare. (cornea)

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5
Q

sclera

A

corrisponde al bianco dell’occhio ed è una membrana piuttosto resistente che circonda tutto l’occhio. Nella porzione anteriore, la sclera diventa trasparente per permettere alla luce di passare. (cornea)

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6
Q

cornea

A

parte anteriore della sclera, che è trasparente per permettere il passaggio della luce verso l’interno, al fine della formazione dell’immagine.
La cornea non è irrorata dai vasi sanguigni, altrimenti non potrebbe essere completamente trasparente, ma riceve nutrimento da un liquido detto umor acqueo.

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7
Q

cristallino e la sua accomodazione

A

completa il processo di messa a fuoco della luce (iniziato dalla cornea) sulla retina, cambiando forma grazie ai muscoli ciliari, che rendono possibile il processo di accomodamento (piatto, rilassato per oggetti lontani e curvo, contratto per oggetti vicini)

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8
Q

pupilla e riflesso pupillare

A

apertura circolare posta tra la cornea e il cristallino che, a seconda dell’intensità della luce a cui è esposta, diventa più ampia (nella luce fioca) o più piccola (nella luce viva), così da assicurare il passaggio di un’adeguata quantità di luce sufficiente a mantenere la qualità dell’immagine–> riflesso pupillare alla luce, risposta controllata da centri del tronco dell’encefalo che ricevono informazioni dalla retina.

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9
Q

iride

A

L’iride (che dà il colore degli occhi) è un muscolo circolare che controlla l’apertura della pupilla.

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10
Q

umor vitreo

A

(o corpo vitreo) riempie la parte più consistente dell’occhio, che con la sua pressione positiva mantiene la forma sferica dell’occhio.

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11
Q

fotorecettori della retina

A

sono di 2 tipi:

  • bastoncelli–> visione notturna e immagini in scala di grigi
  • coni–> visione diurna, immagini colorate e ad alta risoluzione
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12
Q

epitelio pigmentato

A

tessuto di colore scuro che tappezza il fondo dell’occhio e che ha due funzioni:

  1. impedisce la riflessione della luce che non è stata catturata dai fotorecettori evitando che sia riflessa nuovamente sull’occhio, sfuocando l’immagine;
  2. nutre i fotorecettori e serve alla sintesi dei loro foto-pigmenti, che assorbono la luce.
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13
Q

fovea

A

piccola regione al centro della macula (zona deputata alla visione centrale) ricca di fotorecettori (soprattutto coni), numerosissimi e ammassati, che permettono una buona risoluzione (ragione per cui gli oggetti che proiettiamo sul centro della retina sono più definiti di quelli che vengono proiettati sulla periferia della retina)

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14
Q

interneuroni della retina

A
  • cellule bipolari
  • cellule orizzontali
  • cellule amacrine
  • cellule gangliari
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15
Q

dato che i fotorecettori si trovano sul fondo assoluto della retina, in che modo è possibile il passaggio della luce?

A

1) assoni delle cellule della retina sono amielinici (diventano mielinici in corrispondenza del nervo ottico)–> offrono poca resistenza al passaggio della luce
2) nella fovea ( zona di maggior acuità visiva), i corpi cellulari degli inter neuroni sono spostati lateralmente–> assoni delle cellule gangliari devono cambiare direzione per uscire dall’occhio

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16
Q

disco ottico

A

(macchia cieca/punto cieco) parte della retina in cui il nervo ottico lascia l’occhio, e dunque siamo privi di fotorecettori, quindi ciechi agli stimoli ( qui circolano anche i capillari che alimentano l’occhio e la retina)–> cervello lo riempie automaticamente, dunque non percepiamo punto cieco

17
Q

distribuzione dei fotorecettori sulla retina

A
  • centro –> maggiormente coni
  • periferia–> maggiormente bastoncelli (man mano che ci si allontana diminuisce il numero di recettori e aumenta il grado di convergenza, ossia di neuroni che convergono alla stessa cellula gangliare)
18
Q

in che modo è resa possibile la visione in scarse condizioni di luce

A
  1. sono in grado di captare luce non diretta assialmente,
  2. hanno maggiori quantità di foto-pigmento,
  3. hanno un grado maggiore di amplificazione durante la trasduzione,
  4. hanno un grado di convergenza più elevato con le cellule gangliari,
  5. hanno una bassa risoluzione temporale (rimangono eccitati più a lungo, 100ms i bastoncelli, 20ms i coni).
19
Q

potenziale di membrana della retina al buio e alla luce

A

buio–> -30mV
luce–> -60 mV–> iperpolarizzazione avviene in seguito alla chiusura dei canali del sodio (aperti in assenza di stimolazione)

20
Q

sezioni che compongono recettori

A
  • segmento esterno (contiene dischi e fotopigmento)
  • segmento interno (soma)
  • terminazione sinaptica
21
Q

dischi dei fotorecettori

A
  • -> nei bastoncelli: veri e propri organuli che galleggiano nel citoplasma
  • -> nei coni: introflessioni della membrana plasmatica.
22
Q

fototrasduzione nei bastoncelli

A

effettuata da una proteina di membrana dei dischi, la rodopsina, a cui si lega un pigmento, una molecola chiamata retinale
Retinale–> deriva dalla vitamina A ed è in grado di cambiare conformazione se colpito da un fotone di luce (si presenta in due forme isomeriche)–> quando è colpito dalla luce l’isomero 11-cis, si trasforma nell’isomero tutto-trans.

Questa trasformazione causa un cambiamento nei legami che il retinale forma con l’opsina, la quale viene attivata. Il processo è analogo a quello che accade per i recettori accoppiati a proteina G.

23
Q

passaggi del processo di foto-trasduzione nei bastoncelli

A

1) pigmento (RETINALE) si lega ad una proteina di membrana (RODOPSINA)
2) rodopsina attiva proteina G dei fotorecettori (TRASDUCINA)
3) trasducina agisce su una cascata del II messaggero (GMPc–> guanosin monofosfato ciclico, non AMPc!!)
4) attivazione della trasducina attiva enzima FOSFODIESTERASI
5) fosfodiesterasi converte GMPc–>GMP (non ciclico)

Quindi, la cascata di eventi scatenata dall’attivazione del retinale porta alla sottrazione di secondo messaggero (anziché alla sua produzione come nelle sinapsi).
Se il GMPc viene sottratto, i canali si chiudono e la cellula si polarizza (–60 mV). –> fotorecettori a riposo con la luce, si attivano con il buio

24
Q

retinale

A

pigmento che deriva dalla vitamina A e che cambia conformazione quando colpito dalla luce (due forme isomeriche):

  • buio–> isomero 11-cis
  • luce—> isomero tutto-trans

Questa trasformazione causa un cambiamento nei legami che il retinale forma con l’opsina, la quale viene attivata.

25
Q

zone binoculare e monoculari

A

binoculare–> zona sovrapposizione capi visivi sx e dx, molto ampia
monoculari–> zone laterali dei rispettivi campi visivi, più ristrette

26
Q

un che modo avviene il chiasma ottico

A

gli oggetti del campo visivo dx vengono proiettate sulle emiretine sx dei due occhi–> nervo dell’ emiretina sx dell’occhio sx prosegue nel proprio emisfero, mentre l’emiretina sx dell’occhio dx decussa, passando anch’essa all’emisfero sx

27
Q

zone principali dell’encefalo a cui proietta il nervo ottico

A
  • nucleo genicolato laterale
  • nucleo pretettale
  • collicoli superiori
28
Q

nucleo genicolato laterale

A

(90% delle fibre) nucleo del talamo la cui funzione principale è l’elaborazione delle informazioni visive provenienti dalla retina

da qui partono le fibre chiamate radiazione ottica che proiettano all’area visiva primaria V1–>secondarie V2, V3, V4…–>aree associative visive (trasmissione può avvenire anche in senso contrario)

29
Q

nucleo pretettale

A

ha la funzione del controllo dei riflessi pupillari agli stimoli luminosi

30
Q

collicolo superiore

A

sezione del tetto del mesencefalo (tetto ottico) che è principale responsabile della deviazione degli occhi e del capo verso uno stimolo visivo (presenta una rappresentazione topografica dei vari punti della retina, simile a quella che si trova nella corteccia visiva primaria)–>il sistema, dunque, è organizzato in modo tale che un movimento nella periferia del campo visivo, un suono improvviso, o qualcosa che ci tocca, determina la cattura automatica dell’attenzione visiva.

31
Q

tipologie di cellule gangliari e come sono distribuite nel NGL

A
cellule M (magnae)--> trasmettono informazioni sul movimento e sulle caratteristiche globali
cellule P (parvae)--> trasmettono informazioni sul colore e sui dettagli della forma
cellule nonM- nonP--> (5%) come le cellule P, trasmettono principalmente informazioni sul colore

Nel nucleo genicolato laterale si distinguono sei strati principali:

  • le prime due contengono cellule magnocellulari
  • le altre quattro contengono cellule parvocellulari
32
Q

corteccia striata e che cellule la caratterizzano

A

(area visiva primaria). che si trova in gran parte all’interno della scissura interemisferica, popolata da “cellule semplici”, ognuna delle quali risponde ad orientamenti leggermente differenti

33
Q

moduli corticali

A

moduli della corteccia visiva composti da
- colonne di dominanza oculare (occhio dx/sx)
- colonne di orientamento (rispondono a specifici orientamenti)
poste in maniera perpendicolare

Ce ne sono circa un migliaio ed hanno una dimensione di circa 2 x 2 mm. Ogni punto del campo visivo è analizzato da un modulo corticale. –> Danni ad un modulo corticale lasciano un punto cieco nel campo visivo.

34
Q

corteccia extrastriata

A

corteccia delle aree visive secondarie, dove le diverse caratteristiche (forma, colore, movimento) che hanno viaggiato in modo separato dalla retina alla V1 sono ri-assemblate a formare i percetti.
V2–>sensibilità alla lunghezza, all’inclinazione, al colore, alla direzione di movimento, alla frequenza spaziale, ai contorni illusori
V3–>direzione di movimento, orientamento, colore ma anche alla disparità binoculare
V4–> all’inclinazione, alla lunghezza, alla frequenza spaziale e, talvolta, alla direzione di movimento
V5–>MT (area temporale mediale) specializzata nell’analisi dell’informazione relativa al movimento degli oggetti

Le diverse aree visive sono interconnesse tra di loro e con altre aree corticali come la corteccia parietale e la corteccia inferotemporale

35
Q

via dorsale e ventrale

A
  • La via dorsale (dal lobo occipitale verso quello parietale) serve all’analisi del movimento (via del “dove”);
  • La via ventrale (dal lobo occipitale verso quello temporale) serve al riconoscimento degli oggetti (via del “cosa”).