valerio massimo Flashcards
sull’autore:
Valerius Maximus (conosciamo solo il nomen e il cognomen) è un autore di cui non sappiamo quasi nulla, tutto ciò che sappiamo su di lui lo si ricava dalla sua opera principale, ‘factorum et dictorum memorabilium libri IX’.
- Non sappiamo nemmeno quando scrisse l’opera, sappiamo però che visse sotto la corte di Tiberio (impero 14 d.C - 37 d.C.) poiché a lui dedica l’opera.
- Fu grande amico di Sesto Pompeo, che accompagnò in Asia (Sesto Pompeo divenne proconsole dell’Asia).
- Ha probabilmente umili origini
- Ebbe probabilmente una formazione retorica (lo vediamo dallo stile di scrittura) e forse l’opera stessa era concepita come esempio di retorica.
opera: qual è il suo obiettivo e come è strutturata:
L’opera pone esempi riguardo all’osservanza della religione romana o del mos maiorum (i costumi degli antichi).
La struttura è standard: inizialmente viene spiegato il tema, poi viene illustrato attraverso esempi prima romani e poi stranieri.
strumenti/indizi per datare l’opera:
- In un passaggio del libro II Valerio descrive un incidente avvenuto nell’isola di Ceo, in Grecia, quindi si ritiene che abbia assistito all’incidente mentre accompagnava Sesto Pompeo in Asia, motivo per cui stabiliamo che il libro secondo sia stato scritto dopo questo evento, quindi intorno al 26-27 d.C. (terminus post quem).
- Nel 6° libro si parla di Livia come ancora viva, quindi la sua morte è un terminus ante quem (sappiamo che il libro è stato pubblicato prima della sua morte).
- Nel 9° libro Valerio denuncia un cospiratore contro l’imperatore Tiberio (non dice il nome del cospiratore, ma è probabilmente Seiano), e si pensa che tale libro sia stato scritto dopo la morte di Seiano=31 d.C.
contenuto dell’opera:
Tratta fatti storici, ma non può essere definita un’opera storica (anche perché spesso commette errori storici nell’utilizzo delle sue fonti, cioè Cicerone, Sallustio, Livio, Varrone etc.)
Nella prefazione infatti dice che ha scritto l’opera con una finalità pratica, cioè per evitare al lettore la fatica di andare a leggere da solo di questi esempi.
Si pone con una posizione conservatrice (riguardo al mos maiorum, la religione) e filo-senatoria (pur non essendo in contrasto con l’ordine imperiale, anzi).
lo stile:
Lo stile è principalmente scorrevole, sulla linea di Cicerone e di Livio.
cosa ha di diversi il libro IX rispetto agli altri 8?
I primi 8 libri contengono esempi positivi, il nono è l’unico che presenta esempi negativi, cioè i vizi.
Il motivo per cui Valerio sceglie di rappresentare i vizi non è quello di spingere ad imitarli, ma denunciarli e spingerli al pentimento.
capitolo 1 - libro 9: de luxuria et libidine:
In latino, il termine ‘luxuria’ non ha una connotazione sessuale come in italiano, ma si avvicina all’idea di ricchezza.
I primi 5 esempi riguardano la luxuria, il 6° ha sia luxuria che libido e gli ultimi 3 riguardano principalmente la luxuria.
Alla ‘libido’ si contrappone la ‘pudicitia’, considerata dai romani una virtù molto importante.
Alla ‘luxuria’ si contrappone la ‘frugalitas’ (vita frugale: vita dei contadini, che caratterizzava Roma nei suoi primi anni di vita).
esempio 1 - capitolo 1 - libro 9: de luxuria et libidine: Sergio Orata:
Primo esempio è Gaio Sergio Orata (il praenomen Gaio non è esplicitato; vi sono ), che fece realizzare costruzioni che hanno rovinato un paesaggio.
Probabilmente, una fonte deve essere stato Cicerone (anche lui ne parla nel ‘De Oratore’ e successivamente nell’ “Ortensiuns”, “de Finibus” e nel “de Officis”.).
La colpa di Sergio Orata non è una colpa ambientale (i Romani non avevano la stessa sensibilità verso l’ambiente di noi), ma è l’eccesso di lussuria.
Orata è probabilmente un uomo campano, forse ingegnere, che visse fra il II e il I sec. a.C.
Il motivo per cui prenomi come Gaio e Gneo vengono appuntati con C. e Cn. è dato da un lascito etrusco: gli etruschi non avevano una distinzione fra i suoni C e G (non distinguevano sorde e sonore), come invece fecero i latini. I latini iniziarono a usare suoni differenti per indicare la C e la G, ma la sigla è rimasta la stessa per entrambe.
Non è chiara l’origine del soprannome ‘Orata’, ma eventi come quello descritto da Valerio Massimo fanno pensare a un collegamente con il pesce.
La costruzione di bagni pensili fa pensare a varie ipotesi:
* acque termali (la cui costruzione però risale a molto prima di Orata, quindi questa ipotesi fa discutere).
* collegati alla piscicoltura (Valerio descrive che un’attività di Orata era allevare pesci).
esempio 2 - capitolo 1 - libro 9: le donne romane e la Lex Oppia:
A raccontare la vicenda non è solo Valerio Massimo, ma anche Tito Livio (da cui probabilmente riprende il racconto).
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Durante la 2° guerra punica, in un momento di difficoltà economica, viene limitato attraverso la lex Oppia il lusso e lo sfoggio.
La legge colpisce soprattutto le donne (ex. viene proibito di portare gioielli), che non potevano partecipare alla guerra.
Quando la guerra finisce la legge sarebbe dovuta essere abolita, ma alcuni protestano per mantenerla. Da qui la rabbia delle donne (profondamente condannata da Valerio Massimo).
i Bruti di cui si parla erano i tribuni della plebe di quel tempo, che erano evidentemente a favore della lex Oppia (che fu infatti istituita da Gaio Bruto).
esempio 3 - capitolo 1 - libro 9: Publio Clodio
Il suo vero nome era Publius Claudius Pulcher (poi deciderà di cambiare nome in Clodio poichè questa era la versione popolare del nome Claudio, e quindi per essere più accettato dalla plebe).
La sua era una famiglia ricca (gens Iulia) e già il padre, Appio Clodio Pulcro, era stato console.
L’episodio a cui fa riferimento Valerio accade nel 62 a.C., quando a casa di Cesare si celebrò il culto della Bona dea. Dato che queste celebrazioni erano riservate alle sole donne, Clodio, invaghito di Pompea moglie di Cesare, si traveste da donna per infiltrarsi all’interno.
Probabilmente da questo episodio scaturiscono i vari problemi fra Clodio e Cicerone, poiché Cicerone testimonierà contro Clodio dicendo la verità (ex. Clodio condannerà Cicerone all’esilio per aver mandato a morte cittadini romani (i catilinari) senza possibilità di appello).
Probabilmente, la fonte di Valerio per scrivere di Clodio è stata proprio Cicerone.
L’accusa (‘crimen’) mosso contro Clodio è di incesto, che all’epoca era un crimine molto più ampio di quello che intendiamo oggi, poichè era inteso in generale come un crimine a sfondo sessuale che va contro la religione.
Il processo si apre nell’aprile del 61 a.C. con prove schiaccianti contro Clodio (gli accusatori principali sono le donne della famiglia di Cesare; Cesare non si mette contro Clodio, ma ripudia la moglie).
Nonostante le prove, alla fine, probabilmente dopo aver corrotto i giudici (riuscirà a corrompere la giuria anche grazie all’aiuto finanziario di Crasso), venne assolto.
esempio 4 - capitolo 1 - libro 9: Lucio Sergio Catilina:
La fonte di Valerio, oltre a Cicerone, è Sallustio (che presenta i difetti e i pregi di Catilina affiancati).
Faceva parte della decaduta gens Sergia; Catilina ci contraddistingue per la sua violenza durante la dittatura di Silla (uccidendo coloro che erano nelle liste di proscrizione).
Successivamente, essendo il suo obiettivo diventare console, si candida nel 65 a.C. Tuttavia viene ostacolato per via di un processo contro di lui; si ricandiderà nel 64 a.C. per il consolato del 63 (insieme a Cicerone e Antonio).
Alla fine fra i tre vincerà Cicerone, probabilmente anche per la paura che la nobilitas provava verso Catilina.
A questo punto Catilina decide di attuare una congiura, che verrà sventata da Cicerone; alla fine Catilina morirà in battaglia.
Valerio sottolinea, fra i difetti di Catilina, la libido; sappiamo che ebbe una relazione con una vestale e con donne sposate. L’episodio che riporta Valerio è però quello dell’uccisione del suo unico figlio per sposarsi con una donna.
Non è il fatto che abbia ucciso il figlio a destare di per sè scandalo (era comune che un padre uccidesse un figlio perchè questo aveva disubbidito), ma è scandalo il fatto che lo abbia fatto come una donna (avvelenandolo) per una donna.
Aurelia Orestilla è un personaggio di cui sappiamo poco; potrebbe essere la figlia di un console, che si sia sposata con Catilina poco prima della congiura.
Valerio sottolinea che come Catilina ha ucciso il proprio figlio, egli cerca di uccidere la propria patria. Ma questo lo conduce a una brutta fine (poenas dedit=paga dazio, pegno per l’azione compiuta).
In conclusione, Valerio pone a Catilina vari pregi, che però ha deciso di utilizzare in maniera sbagliata.
differenze e analogie con il racconto di Sallustio:
-V. Massimo: specifica il modo in cui Catilina ha ucciso il figlio (avvelenandolo, come farebbero le donne)
-Sallustio: non lo specifica
capitolo 2 - libro 9: ‘de crudelitate’
La crudelitas nella tradizione latina è considerata qualcosa di insaziabile, poichè ha una natura animalesca. A sua volta, l’insaziabilità è collegata a una mancanza di autocontrollo e a un godimento nel vedere gli altri soffrire.
La ‘crudelitas’ si contrappone alla ‘clementia’ (ex. il trattato di Seneca ‘de clementia’, in cui Seneca dice che la crudelitas va oltre ogni limite morale umano e cerca metodi di punizione e di tortura sempre nuovi).
Parlare di crudelitas nel periodo in cui vive Valerio è abbastanza delicato (poichè vive sotto il periodo di Tiberio, criticato per la sua crudelitas (ex. come riportato dal biografo Svetonio) e che cercava invece di creare di sè stesso un’immagine di clementia.
Motivo per cui tutti gli esempi presi da Valerio derivano dall’antichità, non dal suo presente.
Se la luxuria e la libido, pur nel loro eccesso, tendono a qualcosa di bello, la crudelitas è invece cattiva sin da subito. Questo è il pensiero da cui parte Valerio per descrivere questo uitium.
Se gli altri due vitia attraggono, la crudelitas ha un aspetto repellente.
esempio 1 - capitolo 2 - libro 9: Lucio Cornelio Silla:
Il primo e più lungo esempio di ‘crudelitas’ è quello di Silla, che inizia a distinguersi nella guerra contro Giugurta, durante la quale era alle dipendenze di Gaio Mario. Da qui comincia la sua ascesa.
Successivamente i due entreranno in contrasto (circa 89-80 a.C.); Silla è dalla parte degli ottimati e Mario da quella dei popolari.
Nell’88 a.C. Silla diventa console e per contrastare i popolari egli decide di marciare su Roma; così gli ottimati si impongono al governo.
Quando Silla dovrà però allontanarsi da Roma per combattere Mitridate 6°, in sua assenza i democratici si riorganizzano sotto Gaio MArio.
Nell’86 a.C. Mario muore, e il suo ruolo viene ereditato da Lucio Cornelio Cinna, che però verrà ucciso quando Silla, dopo aver sconfitto Mitridate, rientrerà a Roma.
Silla assume il ruolo di ‘dictator’ col fine di restaurare i principi della Repubblica, facendo passare una serie di riforme (ex. liste di proscrizione).
Una volta ottenuti i suoi obiettivi, Silla depone la dittatura.
Valerio utilizza l’esempio di Silla poichè quest’ultimo era passato alla storia per la sua crudeltà, a tal punto che in latino nasce il verbo ‘sullaturio’ (da Silla), che significa ‘comportarsi come Silla/comportarsi in maniera crudele’).
Valerio ci racconta di ben 9 esempi della crudeltà di Silla (la fonte principale è Tito Livio).
Si riferisce al massacro di 4 legioni che vengono messe a morte dopo essersi arrese, pur avendo ricevuto la garanzia che non sarebbero state uccise.
L’uccisione di 5000 abitanti di Preneste
Valerio ci parla delle proscrizioni
- 5. si riferiscono alla spettacolarizzazione della crudeltà, cioè un piacere quasi macabro nel provocare violenza pura.
La profanazione del cadavere di Gaio Mario.
Per parlare di Silla, Valerio ne fa un ‘ritratto paradossale’;
‘ritratto paradossale’ (termine introdotto dallo studioso La Penna parlando della letteratura latina): descrizione molto comune nella letteratura latina in cui viene presentato un personaggio eccezionale sia nel bene che nel male.
Il più famoso è quello di Petronio negli ‘Annales’ di Tacito; Petronio è un personaggio che viene costretto al suicidio da Nerone e che era probabilmente l’autore del Satyricon.
Valerio utilizzerà questa tecnica nel descrivere anche molti altri personaggi.
Riferimento ad Annibale: Annibale è un altro personaggio celebre per la sua crudelitas (la crudelitas era tipica dei cartaginesi secondo i Romani).
La ‘fides’ (valore importantissimo nel mos maiorum romano) viene tradita in nome della ‘crudelitas’
‘villa pubblica’: edificio nel Campo Marzio, in cui tutti i generali si fermavano prima di celebrare il loro trionfo.
Il fatto che la destra sia la mano fallace e ingannatrice è molto grave per i romani perché la destra era la mano usata per il giuramento.
Le liste di proscrizione vengono pubblicate con la Lex Cornelia. In queste liste sono inseriti tutti coloro considerati ‘nemici dello Stato’, che andavano quindi giustiziati (Silla sembra essere il primo ad introdurre le liste di proscrizione, ma lo seguiranno anche altri).
nomenclatori: speciale tipologia di schiavi; essi avevano come scopo ricordare al loro padrone il nome delle persone che incrociavano per strada (LOL).
L’episodio di Marco Pletorio, senatore che viene fatto uccidere da Silla, non è raccontato da molte fonti; Valerio Massimo è anzi quella più antica.
Il fatto grave è che viene fatto uccidere sul posto, senza processo.
hostis: nemico pubblico (inimicus: nemico personale ; in + amicus (» imicus per apofonia latina). In questo caso, pur facendo riferimento alla sfera personale Valerio Massimo utilizza ‘hostis’ poichè grazie alle fonti sappiamo che nell’88 a.C. la schiera di Silla aveva definito Mario nemico pubblico. Successivamente, nell’87 a.C. Silla viene definito nemico pubblico dalla schiera di Mario.
questo episodio ci viene confermato anche da Cicerone.
Questo gesto di Silla è così grave che talvolta era punito con pena capitale.
esempio 2 - capitolo 2 - libro 9: Gaio Mario:
Gaio Mario viene messo in diretta comparazione con Silla (entrambi uccidono in maniera molto simile: ex. trascinare un uomo su una tomba per ucciderlo).
Il Cesare di cui parla Massimo è vicino a livello di parentela a Gaio Giulio Cesare; tuttavia, le fonti ci dicono che esisteva un personaggio che fu console nel 90 e censore nell’89 a.C., ma si chiamava Lucio, non Gaio.
O Valerio sbaglia il prenome, oppure si riferisce a Gaio Giulio Cesare Strabone (fratello di Lucio), che però non rivestì queste cariche, ma fu edile, comunque anche lui ucciso da Gaio Mario perché suo nemico pubblico insieme al fratello Lucio.
Il nome completo di Vario era Quinto Vario Ibrida, tribuno della plebe nel 90 a.C. che fece approvare la lex Varia, legge che istituiva un tribunale di soli equites che aveva lo scopo di perseguitare e processare chi aveva promosso delle ribellioni interne.
Tuttavia, non appena Vario termina la carica viene processato secondo la sua stessa legge e viene mandato in esilio; quando tornerà in patria verrà poi ucciso dai seguaci di Silla. La sua legge gli si ritorce contro.
morale: a cosa servono tutte le sue vittorie (ex. quelle contro i Germani) nei confronti dei Romani si è comportato in maniera così crudele?
Marco Antonio: fu console nel 90 a.C. e verrà fatto decapitare da Mario (anche se secondo altri la morte è da attribuire a Cinna).
L’elemento che Valerio sottolinea è il fatto che Mario, esibendo la testa di Marco Antonio durante il banchetto, viola la natura sacrale del Convivio.
Il personaggio abbracciato, Publio Annio, si dice che uccise personalmente Marco Antonio poichè i suoi soldati si rifiutarono (per la grande eloquenza di Marco). (anche in questo caso, l’abbraccio è riferito solo da Valerio Massimo).
esempio 3 - capitolo 2 - libro 9: Cartaginesi:
Dato che nel libro nono per ogni capitolo il primo paragrafo descrive i termini generali del vizio, poi iniziano gli esempi del vizio di romani e infine di stranieri. Il seguente è il primo esempio relativo ai popoli stranieri della crudelitas.
I Cartaginesi, nella mente romana, sono la personificazione della crudeltà.
Attilio Regolo: personaggio della 1° guerra punica (264 - 241 a.C.). MAntenne la parola data a suo danno. Nel 256 a.C. diventa console sufeta (sostitutivo = entrato in carica dopo la morte del console precedente).
È famoso per una battaglia navale, uno dei primi casi in cui Roma si scontra con la flotta cartaginese e in cui risulta vincitrice (battaglia di Capo Ecomo).
Una volta conquistato il dominio marittimo, Attilio sbarca in Africa.
Attilio chiese condizioni di resa a Cartagine troppo pesanti, i Cartaginesi non rinunciarono alla vittoria e alla fine riescono a battere Attilio e a renderlo prigioniero, mandandolo alla fine a Roma per negoziare, con la scommessa che se non facesse approvare le trattative sarebbe ritornato in Africa (in realtà Attilio voleva far fallire la trattativa poichè non voleva che i Romani scendessero a compromessi con i punici). Non ci riuscì e come di patto tornò a Cartagine, dove venne ucciso.
Non si sa se l’episodio sia totalmente reale o anche frutto di propaganda romana.