Persuasione - Cap. 5 - Dagli atteggiamenti ai comportamenti Flashcards
quali sono i motivi della scarsa correlazione tra atteggiamento e comportamento?
Fishbein e Ajzen (’75): problema di ordine metodologico nella rilevazione dei costrutti è necessario precisare un ‘principio di compatibilità’ indicatori di atteggiamento e comportamento sono compatibili quando sono rilevati a uno stesso livello di specificità (continuum specificità/generalità dato da: bersaglio, azione, contesto, momento)
Baron e Kenny (’86): variabili moderatrici, le cui diverse modalità influenzano la correlazione atteggiamento-comportamento. La metanalisi di Kraus (‘95) ne definisce molte, classificabili in:
o Caratteristiche degli atteggiamenti: stabilità temporale, accessibilità, modalità di formazione, …)
o Caratteristiche del comportamento in relazione al bersaglio: sono stati studiati prevalentemente alcuni bersagli come gruppi di minoranza, voto politico, giochi di pazienza, donazione di sangue o di organi, …)
o Caratteristiche personali: grado di automonitoraggio, livello di ragionamento morale, …
o Caratteristiche situazionali: ad esempio, segnali che aumentino la consapevolezza di sé, …
Le caratteristiche strutturali degli atteggiamenti forti sono quelle correlate maggiormente con comportamento coerente ad atteggiamento.
descrivi la TRA
Fishbein e Ajzen (’75) -> sviluppano la teoria in risposta a un sempre più diffuso determinismo ambientale. La loro visione riafferma il ruolo della razionalità, in quanto si presume che avvenga un’analisi razionale dei fattori in gioco nell’implementazione di un comportamento.
consapevole di uno sforzo.
• Atteggiamento: verso il comportamento, non verso l’oggetto (l’atteggiamento verso l’aborto in genere non coincide necessariamente con l’atteggiamento nei confronti di interrompere una gravidanza)
• Credenza comportamentale: componente cognitiva (vs. emotiva, rappresentata dall’atteggiamento) che riguarda le info che si possiedono in merito ad un oggetto-bersaglio
• Credenza normativa e norme soggettive: percezione o conoscenza delle preferenze di altri significativi (credenze) e motivazione al soddisfacimento o meno di queste preferenze (norme soggettive)
Questo modello intende l’essere umano come individuo razionale e volitivo, in grado di agire coerentemente con le proprie intenzioni e perseguendo i propri scopi.
in che casi si può applicare la TRA?
Il modello si applica in caso di comportamento volontario, con l’assunto che nella maggioranza dei casi i comportamenti siano tali. Ciò fa escludere però: comportamenti abituali, compulsivi, routinari, ma anche comportamenti che richiedono abilità e cooperazione da parte di altre persone.
quali sono le critiche alla TRA?
Critiche: nel modello non rientrano atteggiamenti generali (ad esempio rispetto alla ‘religione’, ma solo specifici come ‘andare a messa’), caratteristiche ambientali e disposizioni individuali, ma vengono trattate solo come variabili esterne. Inoltre, la teoria prevede che i comportamenti siano preceduti da una profonda elaborazione cognitiva (in particolare nell’analisi di credenze e loro valutazioni). Gli autori ribadiscono che una volta formati, gli atteggiamenti possano essere richiamati in memoria più facilmente una volta generati.
descrivi la TPB
Evoluzione della teoria precedente per spiegare anche i comportamenti non totalmente volontari. Viene inserito il concetto di livello di controllo, concepito come un continuum che va da atti pienamente controllati (votare), ad atti con controllo praticamente nullo (abbassare la propria pressione sanguigna).
Livello di controllo: è influenzato da:
o Variabili personali : possesso di informazioni, abilità necessarie all’azione, emozioni e pulsioni
o Variabili situazionali : opportunità disponibili, dipendenza dagli altri (comportamenti cooperativi)
In questa cornice, l’intenzione soggettiva diventa un piano d’azione, che presuppone un certo grado di incertezza. Il piano d’azione può essere inteso come intenzione a provare l’attuazione del comportamento.
Rispetto all’azione ragionata, la teoria del comportamento pianificato (TPB) introduce la percezione di controllo sull’azione. Questo fattore riflette le esperienze passate e le aspettative su impedimenti ed ostacoli, le credenze circa la presenza o l’assenza di opportunità necessarie per l’attuazione del comportamento. Questa variabile ha implicazioni motivazionali sull’intenzione, ma mostra anche una relazione diretta col comportamento. Quando il controllo percepito sull’azione è massimo, il modello coincide con la TRA.
descrivi il MODE
Tiene conto sia dei comportamenti volontari, intenzionali e controllati sia di quelli automatici (e quelli che si collocano fra questi due estremi).
Fazio (1990; 1999): Motivation and Opportunity as Determinants (MODE)
È basato sull’assunto che il livello di motivazione personale (interesse di evitare conclusioni errate, derivato dalla percezione dei costi di un possibile errore di giudizio) inneschi processi cognitivi di natura differenziata. Gli atteggiamenti sono qui visti con un ruolo funzionale di orientamento nella definizione di ogni situazione atteggiamento come struttura cognitiva che filtra la lettura della situazione.
Accessibilità dell’atteggiamento è un costrutto chiave: è intesa come la facilità (o difficoltà) con cui è richiamato in memoria il legame fra oggetto e rispettiva valutazione. L’accessibilità è influenzata da variabili situazionali, ma può essere anche cronica, caratteristica che rende conto della forza dell’atteggiamento. Il costrutto è misurato in termini di tempo di latenza in compiti di valutazione.
Il MODE prevede che la relazione fra atteggiamento e comportamento sia mediata da due tipi di processo, e la distinzione tra i due è data dalla presenza/assenza di analisi consapevole delle alternative di comportamento. In assenza dell’analisi, il comportamento è generato spontaneamente dalla percezione immediata della situazione.
descrivi le condizioni teoriche previste dal MODE e derivate dall’incrocio delle sue variabili chiave
Alta accessibilità + Bassa motivazione comportamento coerente con l’atteggiamento verso l’oggetto (processo theory driven)
Bassa accessibilità + Bassa motivazione comportamento non coerente guidato da elementi salienti in quel contesto (che possono risultare in contrasto con atteggiamento disponibile ma non accessibile)
Alta motivazione + Opportunità di elaborazione processo di analisi delle alternative di comportamento, della valutazione delle conseguenze (atteggiamento), dell’impatto sociale (norme soggettive) e possibilità di controllo. Questo processo coincide con TRA e TPB. L’analisi non si basa tanto sugli atteggiamenti quanto sull’analisi degli attributi del comportamento (data driven), e richiede dunque sforzo cognitivo elevato.
Alta motivazione + Bassa opportunità (tempo e risorse) il processo di analisi approfondita non può avvenire. La sola motivazione non è sufficiente. Si avvierà un processo basato sull’atteggiamento (se accessibile)
come possono nascere gli atteggiamenti? Che relazione c’è tra la loro origine e il comportamento?
Gli atteggiamenti possono nascere da:
Esperienza diretta con l’oggetto
Osservazione di esperienza altrui
Comunicazione di informazioni sull’oggetto
Correlazioni fra atteggiamento e comportamento molto maggiori quando il primo nasce da esperienza diretta-> stesso punteggio su scala di atteggiamento coglie costrutti con caratteristiche e influenza diverse. Perché?
Secondo Fazio: maggiore accessibilità dell’atteggiamento derivato da esperienza
Gli atteggiamenti nati da esperienza diretta sono anche più difficili da modificare e più stabili nel tempo