Persuasione - Cap. 2 - Il messaggio Flashcards

1
Q

cos’è la mera esposizione e quali sono le sue caratteristiche?

A

Primo livello di influenza che si esercita attraverso la percezione ripetuta di un dato oggetto-stimolo, che già di per sé potrebbe provocare un atteggiamento più favorevole verso lo stimolo (Zajonc, 1968). Secondo l’autore questo è dovuto alla riduzione della reazione di paura, che ogni nuovo stimolo provocherebbe.
Caratteristiche del fenomeno (evidenziate dalla metanalisi di Bornstein, 1989):
• Caratteristiche dello stimolo: l’effetto emerge chiaramente con quasi tutti gli stimoli (parole, foto, poligoni, oggetti reali) tranne che con i disegni. L’effetto è in genere più forte con stimoli complessi rispetto a quelli semplici
• Presentazione degli stimoli: non si riscontrano, negli esperimenti, più di 50 ripetizioni. L’effetto è positivamente correlato col numero di esposizioni, ma mostra un andamento non lineare: dopo n esposizioni, l’aumento di atteggiamento è più moderato. Durata dell’esposizione: meno di 1 secondo genera effetto più forte. Questo è legato al riconoscimento consapevole dello stimolo, che sembra ridurre la portata dell’effetto.
• Misurazione delle variabili: l’influenza dell’esposizione risulta più evidente se la rilevazione non è effettuata immediatamente dopo la sequenza di esposizione. Negli esperimenti si denota una variabilità temporale che va da qualche minuto a 2 settimane. Nell’ultimo caso si apprezza l’effetto più chiaro.
• Variabili relative ai partecipanti: disposizioni individuali correlate positivamente (aumento del favore verso lo stimolo più alto) con l’effetto sono: bisogno di approvazione, ricerca di sensazioni, tolleranza per l’ambiguità, ansia manifesta. Età: i bambini mostrano effetto contrario.
• Variabili di contrasto: noia rende effetto meno evidente.
L’interpretazione del fenomeno ‘mera esposizione’ non è ancora del tutto chiara, soprattutto in presenza di esposizioni di stimoli in forma subliminale.

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2
Q

quali sono gli elementi che, in generale, attengono all’organizzazione del contenuto?

A
  • conclusione (implicita o esplicita)
  • argomentazione (bilaterale o unilaterale)
  • ordine di presentazione
  • vividezza
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3
Q

cosa si può dire in merito alla conclusione del messaggio?

A

Conclusione implicita o esplicita
∞ Esplicita: sembra essere meno efficace quando il ricevente è molto intelligente. Può aiutare nella comprensione di comunicazioni complesse. Un esempio è lo slogan.
∞ Implicita: se il ricevente è molto motivato, può essere più efficace in quanto promuove l’autopersuasione.

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4
Q

cosa si può dire in merito all’argomentazione?

A

Argomentazione bilaterale o unilaterale
o Bilaterale: favorisce il cambiamento in concomitanza di alta scolarità e opinione preesistente molto diversa
o Unilaterale: più efficace con bassa scolarità e provoca rafforzamento di opinioni con messaggio coerente all’opinione preesistente.
Teoria della vaccinazione: poco sostenuta empiricamente. Nel caso di attacchi persuasivi, se il ricevente ha già fronteggiato argomenti contro-persuasivi, sarà maggiormente in grado di sviluppare ulteriormente la propria resistenza e conservare i cambiamenti di atteggiamento provocati in precedenza (applicazione per aumentare le resistenze alla pressione dei pari verso comportamenti a rischio tossicodipendenza)

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5
Q

cosa si può dire in merito all’ordine di presentazione?

A

Ordine di presentazione
Importanza dell’ordine sulla probabilità di attenzionare e ricordare.
Effetti di Primacy e Recency: sulla base di questi -> argomenti più convincenti all’inizio e alla fine
Il prevalere di uno o dell’altro effetto dipende dal fattore temporale, in particolare se c’è un intervallo tra una comunicazione e un’altra e quando viene effettuata la misurazione.
La correlazione fra ricordo e cambiamento di atteggiamento è però debole.
Primacy: prima informazioni come schema-filtro delle info successive
Recency: si manifesta quando c’è possibilità di utilizzare info disponibili nella memoria di lavoro

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6
Q

cosa si può dire in merito alla vividezza?

A

Vividezza: di un’informazione, intesa come concretezza, capacità di interessare sul piano emotivo, di provocare immagini e di essere percepita come vicina in senso spaziale, temporale o sensoriale (Nisbett e Ross, 1980)
Risultati empirici mostrano legame debole tra vividezza di un’info e impatto sul giudizio. Addirittura, in contesti reali, la vividezza sembra diminuire la persuasione –> gli elementi vividi, in situazione di attenzione libera, distraggono dal contenuto del messaggio (in particolare per i messaggi complessi)
Congruità fra elementi vividi e contenuto del messaggio = facilitazione dell’elaborazione approfondita (e viceversa)
Se vividezza interpretata come prova dell’intento persuasivo della fonte = aumento della contro-argomentazione e diminuzione impatto persuasivo

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7
Q

gli effetti del canale di comunicazione?

A

Non sono molte le ricerche che si sono contrate su questo effetto. Quelle citate rimandano al modello ES.
Effetto del canale di comunicazione sarebbe mediato da facilitazione o interferenza che la presentazione del messaggio provoca sulla comprensione del contenuto:
• Modalità audio/video: rendono salienti info non verbali della fonte che possono avere impatto positivo o negativo. Più efficaci nel caso di messaggi semplici.
• Modalità scritta: favorisce l’elaborazione approfondita. Quindi cambiamenti più stabili, meno rilevanza della fonte, favorita comprensione di messaggi complessi.
Classificazione dei mezzi di comunicazione: centrati sul testo, socialmente centrati. Possono indirizzare l’attenzione su diversi tipi di info e influire sul carico cognitivo.

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8
Q

teoria della motivazione alla protezione

A

attiene al “ricorso alla paura”
Rogers, 1983
una persona è motivata ad attuare comportamenti di protezione quando:
a) Percepisce il problema come effettivamente grave
b) Si sente vulnerabile rispetto ad esso
c) Percepisce i comportamenti raccomandati come efficaci nel fronteggiare la minaccia
d) Si percepisce in grado di attuarli. Self-efficacy
Motivazione diminuisce in relazione ai costi di risposte adattive e ricompense di risposte non adattive
in ogni caso Metanalisi (Witte e Allen 2000) mostra che relazione fra paura indotta ed effetto persuasivo è lineare e positiva. La relazione curvilinea sembra non avere riscontro empirico

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9
Q

il ricorso alla paura

A

Janis e Feschbach, 1953 esperimento sull’induzione di paura (alta, media, bassa) rispetto all’igiene orale -> i riceventi della condizione “bassa” mostrano maggiore cambiamento nel comportamento.
Interpretazione: paura come drive, con esiti differenti:
- Adozione comportamenti adattivi
- Disattenzione al messaggio
- Aggressione al comunicatore
- Squalifica della gravità delle conseguenze prefigurate
Nella teorizzazione di Yale (Janis, ‘67), se alla tensione di paura viene fatta seguire immediatamente una raccomandazione rassicurante (quanto più chiara, esplicita e dettagliata), essa riduce la tensione, e viene rinforzata come risposta adattiva nel repertorio comportamentale individuale.
Relazione tra paura ed effetto persuasivo è curvilinea
Leventhal (1970) modello delle risposte parallele: paura non causa effetto persuasivo, ma è associata ad esso -> dalla comunicazione persuasiva nascono due processi indipendenti:
- Controllo del pericolo: problem solving, cognitivo, si analizzano le alternative comportamentali tramite costi e benefici, guida delle informazioni. Pericolo come caratteristica intrinseca dell’oggetto.
- Controllo della paura: informazioni di natura emotiva (segnali corporei per esempio). Mediata dall’intensità percepita del pericolo
In questo modello si ribalta la logica: è la conoscenza che media l’emozione.

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10
Q

gli effetti del frame

A

Inquadramento della posizione che si intende sostenere: il frame comprende:
- Come viene presentato messaggio
- Come vengono presentate conseguenza di un comportamento
- Gli atteggiamenti bersaglio
Frame di perdita/guadagno: perdite hanno peso specifico maggiore. Tendenza alla riduzione delle perdite piuttosto che all’aumento dei guadagni (esperimento autopalpazione)
Frame di valori: nella comunicazione politica, un messaggio inquadrato sui valori (ad esempio: stesso intervento statale, come assegno per la scuola, definito in chiave di libertà o in chiave di uguaglianza) ha più effetto su chi ha più conoscenze di politica (più persuasivo se coerente con valori condivisi dal ricevente). Il messaggio politico che punta a modificare le credenze è più efficace sui meno abili e competenti (minore possibilità di contro-argomentazione).
Frame di atteggiamento: adozione di posizione di sostenitore (positivo) o oppositore (negativo) da parte del bersaglio (induzione sperimentale a pensare a se stessi in termini di oppositori o sostenitori). Frame negativo rende più resistenti alla persuasione = bias di negatività

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