Influenza - Cap. 4 - Processi interattivi e diffusi Flashcards

1
Q

cosa si intende con processi interattivi e diffusi? che tipi?

A

Fenomeni che si sviluppano in modo reciproco, anche se non necessariamente equivalenti, nell’interazione tra persone. Si può distinguere tra:

  • influenza interattiva e reciproca, attuata in maniera reciproca o unilaterale, ma da fonti visibili o individuabili.
  • influenza in rete (“a palla di neve” o a “macchia d’olio”)
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2
Q

l’effetto di normalizzazione (o moderazione) nei processi di decisione e nei giudizio collettivi

A

Esperimento di Sherif su effetto autocinetico: il giudizio in gruppo tendeva a normalizzarsi (valutazione più o meno comune, che si verifica quando non vi è un accordo maggioritario rispetto a un’unica risposta considerata esatta), e ne risultava una media diversa da quella ottenuta tramite i giudizi individuali.
Altri studi hanno messo in luce questa tendenza alla moderazione, spiegata sia in ottica motivazionale (volontà di instaurare e mantenere un rapporto soddisfacente, che conduce a mutue concessioni) che cognitiva (la valutazione proposta da altri è un’informazione che rientra nell’elaborazione individuale: influenza informazionale).

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3
Q

l’effetto di polarizzazione nei processi di decisione e nei giudizio collettivi

A

In altre situazioni si può invece osservare polarizzazione: l’iniziale posizione dei membri di un gruppo diventa più estrema in seguito a discussione collettiva. Questo fenomeno è spiegato in funzione di confronto sociale (l’assunto è che le persone cerchino di essere sempre ‘un po’ meglio’ degli altri, primus inter pares, superando di volta in volta le posizioni espresse dagli altri. Ci sarà dunque uno spostamento verso il valore sociale che raccoglie i consensi generali) e argomentazioni persuasive (influenza informazionale: se dalla discussione di gruppo emergono nuove argomentazioni a favore della propria posizione, essa si rafforza e, dunque, si estremizza. L’implicito è che, se dovessero emergere posizioni contrarie, la posizione individuale si moderi).
Le spiegazioni proposte rispetto a moderazione e polarizzazione sono simili: è importante capire quali condizioni favoriscono l’uno o l’altro esito.

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4
Q

quali fattori promuovono la moderazione?

A

Moderazione. Favorita quando i membri del gruppo sono poco coinvolti nel problema e non sono né particolarmente competenti né particolarmente determinati a far valere il proprio punto di vista. Il compromesso è favorito inoltre se il gruppo è strutturato in modo gerarchico e la discussione è regolamentata. È inoltre importante che non emergano differenze rilevanti tra le posizioni individuali. Quando si verificano queste condizioni, le persone cercano di evitare il conflitto all’interno del gruppo e, per mezzo di concessioni vicendevoli, convergono verso un punto di vista comune.

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5
Q

quando una persona è più disposta a fare concessioni in un processo di influenza collettivo?

A

Un processo reciproco di influenza non comporta, però, che tutti i membri del gruppo cambino idea o facciano concessioni a ognuno degli altri nella stessa misura -> si è disposti a concedere di più alle persone che a loro volta ci hanno fatto precedentemente concessioni, e concediamo meno alle persone che hanno opposto resistenza al nostro tentativo di influenzarle. È da sottolineare che l’influenza reciproca basata su meccanismi di compromessi e concessioni riguarda soprattutto le risposte esplicite e pubbliche. Il giudizio privato sembra che cambi in presenza di interlocutori fortemente motivati o che si avvalgano di forti argomentazioni

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6
Q

che ruolo ha la coesione sociale in un processo di influenza collettivo?

A

Un altro che fattore che promuove la moderazione sembra essere la coesione sociale, intesa come valutazione favorevole del gruppo da parte dei suoi membri e come motivazione a continuare a farne parte.

La coesione, sebbene promuova effetti positivi agendo come fattore di integrazione e rassicurazione (soprattutto in situazioni di emergenza), può portare a fenomeni negativi in condizioni di decisioni collettive.

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7
Q

cosa si intende con “pensiero gruppale”?

A

Pensiero gruppale. In condizioni forte coesione, e quando vi è una forte pressione temporale, si osservano prese di decisioni affrettate e spesso sbagliate (Janis, 1982). Tra questi fenomeni si annovera l’illusione di unanimità, che porta a non prestare attenzione e a censurare le opinioni divergenti da quelle della maggioranza in vista del consenso ad ogni costo.

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8
Q

il brainstorming: criticità

A

In particolare, rispetto alla soluzione di problemi, si è analizzato il brainstorming di gruppo. Tale tecnica si è dimostrata essere, alla prova sperimentale, meno produttiva, si in termini di qualità che di quantità di idee prodotte, rispetto ai brainstorming nominali (ogni individuo svolge il compito separatamente).
Questi risultati sono interpretati in termini proprio di influenza sociale, che fa sì che gli individui si attestino su una soglia prestazionale media. Nei gruppi nominali invece, la prestazione individuale dipende invece esclusivamente da altri fattori (caratteristiche personali, come intelligenza e motivazione, o situazionali, come il tipo di compito e le istruzioni fornite)

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9
Q

l’influenza in rete è un processo innovativo o conservativo?

A

Questi tipi di influenza diffusa racchiudono al loro interno sia processi innovativi (che sono in genere temporalmente limitati), sia processi di integrazione (che perdurano temporalmente e favoriscono la stabilità e l’uniformità). In questi rientra il controllo sociale, ossia una reta di norme informali che esercitano una pressione (di intensità variabile) costante sul comportamento individuale in modo tale da mantenerlo in linea con le aspettative altrui (generali), riducendo la devianza.
L’influenza a rete, in entrambe le sue finalità (innovativa e di integrazione), può sfociare in conseguenze tutt’altro che auspicabili

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10
Q

cos’è un rumore? qual è il miglior modo per contrastarlo?

A

Viene definito rumore o diceria un’informazione che si sviluppa e circola nel corpo sociale senza essere stata confermata dalle fonti ufficiali e che permane anche quando da questa è stata smentita. Così definito, il rumore non è sempre falso, e non ha necessariamente effetti negativi.
Studi sul tema mostrano che, il miglior modo per contrastare un rumore, non è la sua smentita, bensì modalità di dissociazione degli elementi negativi contenuti nella diceria dall’oggetto della stessa o riassociazione dell’oggetto del rumore con altri elementi positivi (es. McDonald e lombrichi)

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11
Q

cos’è una malattia psicogena di massa? quali variabili la promuovono? quali i meccanismi esplicativi?

A

Fenomeno per cui l’influenza di rete comporta diffusione di presunte malattie e gravi sintomi di disagio psicologico. Si sono riscontrati fenomeni simili riguardo la depressione e la bulimia, o anche comportamenti devianti come bullismo, uso di droghe, suicidio. La malattia psicogena di massa si riscontra in genere in luoghi ad alta densità con diffusione di epidemica di sintomi come vertigini, nausea e difficoltà respiratorie, senza che vi siano cause apparenti di tali disagi.
Questo fenomeno è assimilabili all’effetto nocebo, ovvero il corrispondente negativo dell’effetto placebo. I meccanismi psicologici utili a interpretare questi eventi sono il modellamento e la risposta attesa. Il primo si rifà alla teoria di Bandura che prevede la tendenza individuale a imitare il comportamento osservato in un’altra persona. Il secondo muove dall’assunto che le esperienze di dolore/piacere esperite dall’individuo siano in parte determinate dalle aspettative di quel soggetto relative a ciò che si dovrà esperire in una data situazione.

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12
Q

cos’è l’effetto camaleonte?

A

Effetto camaleonte. È interessante notare come le persone tendono ad assumere per imitazione vari tratti o caratteristiche con cui interagiscono. Mediato dalla piacevolezza e dalla frequenza di interazione, dalla volontà di farsi accettare dal gruppo e dall’appartenenza allo stesso.

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13
Q

cos’è l’ignoranza pluralistica? quali fattori la promuovono? in che fenomeni gioca un ruolo centrale?

A

È un fenomeno che deriva dall’interpretazione errata delle norme sociali preesistenti.
Due fattori principali concorrono al modo in cui una norma viene percepita:
• Comportamento pubblico. Che ne segnala l’esistenza
• Impressione di universalità. Ovvero l’impressione che una data norma sia condivisa da tutto il gruppo, variabile questa che ne rafforza l’impatto.
Si ha ignoranza pluralistica quando si percepisce una discrepanza fra una norma sociale vigente e il proprio modo di pensare, dando contemporaneamente per scontato che gli altri siano invece in sintonia con tale norma.
L’ignoranza pluralistica ha un ruolo nel fenomeno di apatia degli astanti, oppure concorre a mantenere norme sociali obsolete, ostacolando processi innovativi (es. un politico che pensa che la popolazione non sia ancora pronta ad accettare un determinato cambiamento).

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14
Q

che ruolo giocano i mass media nell’influenza sociale?

A

Dalle ricerche di Lazarsfeld (anni ’40 e ’50), si osserva che il potere dei media si limita al rinforzo di date opinioni (moda, voto, cinema), dettato in particolare dall’esposizione selettiva, e che il cambiamento vero e proprio si riscontra nell’influenza dei leader d’opinione, ovvero persone vicine ai bersagli, che esercitano ruolo di guida e orientamento e di mediazione tra i media e la popolazione. Questo risultato è stato denominato flusso di comunicazione a due tappe.
In genere, gli studi hanno mostrato come i media abbiano maggiore influenza sul cambiamento di conoscenza piuttosto che sul cambiamento di atteggiamenti.

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15
Q

cos’è la spirale del silenzio?

A

Nonostante il ridimensionamento generale del ruolo dei media rispetto al cambiamento d’atteggiamento, una teoria ne prevede l’impatto “forte”.
La spirale del silenzio. In questa visione, l’opinione pubblica corrisponde al clima sociale generale, che esercita una pressione al conformismo. I media rappresentano in questo senso il mezzo con cui l’opinione pubblica esercita tale pressione e sopprime le posizioni minoritarie. Il termine ‘spirale’ indica come, un individuo, considerandosi deviante rispetto all’opinione pubblica, tende a ‘silenziarsi’, e così facendo promuove e rafforza la solidità del quadro fornito dai media. Questa teoria delinea quindi una cornice di ignoranza pluralistica che sarebbe promossa dai media.

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16
Q

cosa si intende con “agenda setting”?

A

Agenda setting. È una teoria che ridimensiona l’effetto di cambiamento dei media sugli atteggiamenti, ma sottolinea invece la forza dei mezzi di comunicazione come diffusori di conoscenze e modalità comportamentali. In questa visione, il media non influisce direttamente sul cambiamento e sull’atteggiamento, ma sull’importanza percepita di un dato tema nella discussione pubblica, e sulle credenze relative al mondo sociale (es. l’effettiva presenza di minoranze nella comunità, mediata anche dalla rappresentazione che di queste è data nelle fiction).

17
Q

che legame c’è tra media e modelli?

A

Modelli proposti dai media. C’è comune accordo sul fatto che la visione della violenza aumenti la probabilità di assunzione di comportamenti violenti da parte del pubblico (sia bambini che adulti). È da sottolineare però che altre fonti di influenza, fattori individuali e socioculturali possono potenziare o ridurre l’effetto (bisogna capire quali).
In linea generale, inoltre, l’assunzione di un modello manifesta maggiore influenza tramite le azioni dello stesso piuttosto che tramite le parole. Questo fenomeno è ampiamento sfruttato in pubblicità.
Sembra che i media (tv) abbiano la capacità di proporre modelli che vengono imitati per 3 motivi principali:
a) Forniscono informazioni dettagliate riguardo a un dato comportamento e agli esiti a cui esso può portare
b) Inducono a pensare che i benefici ottenuti da un dato modello tramite l’implementazione del comportamento oggetto siano raggiungibili da chiunque applichi lo stesso schema comportamentale (soprattutto se il modello appare simile alla persona)
c) Fornisce indicazioni sulla legittimità, o illegittimità, di dati comportamenti

18
Q

cos’è l’effetto terza persona?

A

Effetto terza persona. Fenomeno per il quale si tende a sopravvalutare l’effetto dei media sugli atteggiamenti e i comportamenti degli altri. Ci si crede dunque meno vulnerabili all’influenza di quanto non lo siano gli altri. Nonostante sia un effetto generalizzato, esso mediato dal tipo di problema in questione (in genere è più forte per comportamenti non socialmente desiderabili). In genere poi, l’effetto è più forte se c’è disaccordo con la fonte e se il messaggio fa riferimento (termine di confronto) alla persona media, piuttosto che individui vicini al bersaglio.

19
Q

che legame c’è tra media e immaginazione?

A

I media possono condizionare l’attività immaginativa. Si fa riferimento a tre aspetti principali:
a) Il gioco immaginativo dei bambini (agire “come se”)
b) I sogni ad occhi aperti, le fantasie
c) L’immaginazione creativa, ovvero la capacità di generare idee nuove ed originali
Per ciascun aspetto si osservano due approcci:
• Ipotesi della stimolazione
• Ipotesi dell’inibizione
Per l’aspetto A sembra che programmi televisivi ideati per promuoverlo funzionino.
Per l’aspetto B sembra che promuovano, ma non ci sono evidenze determinanti
Per l’aspetto C, nonostante non ricerche determinanti, sembra che riducano (i media), in quanto tolgono tempo e favoriscono elaborazioni che contrastano i processi immaginativi