Paratuberculose bovina Flashcards

1
Q

Qual’è l’agente eziologico della paratuberculosi bovina

A

La paratuberculosi Bovina è una malattia batterica, sostenuta da mycobacterium avium subsp. Paratuberculosis – MAP.

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2
Q

Com’è conosciuta la paratuberculosi bovina

A

Malattia di Johne

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3
Q

Quali sono gli animali colpiti dalla paratuberculosi bovina

A

Diverse specie di mammiferi, in particolare ruminanti, sono sensibili alla malattia, ma il batterio riconosce nel bovino il suo principale ospite.

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4
Q

Quando si verifica l’infezione e quando si manifestano i sintomi clinici della paratuberculosi bovina

A

L’infezione si verifica nell’arco del primo anno di vita, ma si manifesta clinicamente solo negli animali adulti, con diarrea acquosa e dimagrimento. MAP, infatti, causa un’enterite granulomatosa non curabile.

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5
Q

La paratubercuosi bovina eh una malattia a denunzia obbligatoria ? Il piano di risanamento eh obbligatorio?

A

Dal 2014 i casi di diarrea cronica associati a cachessia nei bovini di età superiore ai 24 mesi sono soggetti a segnalazione obbligatoria e la malattia è oggetto di un piano nazionale di risanamento su base volontaria.

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6
Q

Da cosa eh caratterizzata la paratuberculosi bovina

A

È caratterizzata da un’enterite infettiva cronica contagiosa ad eziologia batterica.

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7
Q

La paratuberculosi bovina eh una zoonosi?

A

Ha possibili implicazioni zoonotiche. La presenza del batterio ha una relazione con il morbo di Crohn (ileite cronica granulomatosa che colpisce la parte distale dell’ileo e il colon) nell’uomo, però, oltre al MAP, numerosi altri batteri sono stati proposti come corresponsabili della malattia; quindi, c’è un’associazione ma non un rapporto causa-effetto.

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8
Q

Quali sono i rischi all’uomo per la paratuberculosi bovina con relazione al consumo di prodotti di origine animale

A
  • Morbo di crohn: i fattori predisponenti sono fumo, stress, alimentazione squilibrata e predisposizione genetica che altera la barriera mucosale.
  • Il MAP resiste alla temperatura di pasteurizzazione del latte, quindi c’è un rischio legato al consumo di latte industrializzato, però la pastorizzazione è in grado di abbattere la MAP di almeno 4 logaritmi; quindi, la probabilità di sopravvivenza del batterio è in funzione dalla carica contaminante iniziale nel latte.
  • Rischio anche con il consumo di carne da animali di fine carriera poco cotte.
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9
Q

Quali sono le caratteristiche dell’agente ezioloico della paratuberculosi bovina

A
  • MAP appartiene a M. avium complex comprendente numerose specie di micobatteri a lenta crescita (patogeni e saprofiti ambientali)
  • Resistenza: il batterio si moltiplica solo all’interno dell’ospite, ma sopravvive in feci, acque e suolo (meglio se acido) per più di un anno se al riparo dalla luce solare diretta
  • Resistente ad acidi e alcali e alla clorazione delle acque
  • Inattivato da calore, formalina, disinfettanti fenolici, ipoclorito di calcio
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10
Q

Quali sono le specie recettive della paratuberculosi bovina e qual’è la diferenza nella manifestazione dei sintomi

A

Colpisce ruminanti domestici e selvatici (bovini. Ovi-caprini, cervidi), descritta anche in alpaca, coniglio volpi, ecc. il range di ospiti selvatici non è ancora definito
- Ruminanti domestici: si manifesta clinicamente nell’adulto (picco a 5 anni)
- Ruminanti selvatici: si manifesta più precocemente (età 8 mesi di età nei cervi)

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11
Q

Qual’è la relazione tra i cervidi e la paratuberculosi bovina

A

i cervidi sono particolarmente sensibili in grado di mantenere nel tempo l’infezione coinvolgendo eventualmente altre specie
o L’intensificazione dell’allevamento del cervo in Europa (recupero di aree non più agricole) ha portato ad un aumento di questa malattia nella specie

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12
Q

Qual’è la relazione tra i conigli e la paratuberculosi bovina

A
  • Possibili infezioni crociate dove selvatici eliminatori e domestici recettivi condividono lo stesso ambiente
  • Il coniglio sembra essere una specie particolarmente sensibile e in grado di mantenere l’infezione in natura e nel tempo. È un forte escretore di MAP, contaminando pascoli utilizzati dal bestiame. È in grado di eliminare MAP anche con l’urina.
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13
Q

Com’è la diffusione della paratuberculose bovina

A
  • Diffusione: Cosmopolita, prevalente in aree dove l’allevamento dei ruminanti è sviluppato, a clima umido e temperato
    o Italia: 42% a 65% degli allevamenti da latte bovino infetti. Scarsa disponibilità di dati negli ovicaprini. Possibile sottostima a causa delle limitate indagini e difficoltà di fare la diagnosi certa.
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14
Q

Quali sono i materiali infettanti della paratuberculosi bovina

A

 feci infette (contaminazione di acqua e foraggi) sia nelle fasi cliniche sia nelle subcliniche
 In fase avanzata di infezione: colostro e latte (per via esogena – mammelle imbrattate da feci- o endogena – localizzazione del Map nella mammella), seme, espettorato.

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15
Q

Quali sono le vie di trasmissione della paratuberculosi bovina

A

 Orale (map si infiltra nella sottomucosa dell’intestino tenue)
 Intrauterina (10% a 40%)
 Aerogena (in ambienti altamente contaminato)

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16
Q

Come la paratuberculosi bovina si introduce nell’allevamento

A

 Introduzione di capi subclinici
 Contatti diretti o indiretti con animali infetti (tramite condivisione pascoli, attrezzature, fertirrigazione con letame contaminato non maturo)

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17
Q

Come si diffonde la paratuberculosi bovina dentro un allevamento

A

 Inadeguatezza degli abbeveratoi e mangiatoie non protetti da contaminazione fecale

18
Q

Com’è l’eídemiologia della paratuberculosi bovina

A

 Nonostante la massiva escrezione fecale e conseguente contaminazione ambientale, spesso la malattia si presenta in forma sporadica e prevale in particolari momenti del ciclo produttivo degli animali

19
Q

Quali sono i fattori predisponenti per la paratuberculosi bovina

A

 Fattori predisponenti: pascoli umidi, acidità del terreno, concimazioni azotate, terreni argillosi, infestazioni intercorrenti, stagione degli amori nei maschi (selvatici), elevata densità di popolazione (selvatici)

20
Q

perche le razze da latte sono le piu colpite da paratuberculosi bovina

A

stress da gravidanza, parto, lattazione, squilibri alimentari, maggiore concentrazione degli animali

21
Q

Quale fascia etaria presenta maggiore recettivita alla paratuberculose bovina? perche? quali sono le vie di trasmissione?

A

 Il vitello (fino a 6 mesi) mostra la max recettività nei confronti dell’infezione, mentre l’adulto ha minori possibilità di infettarsi. Le vie di trasmissioni sono:
* Transplacentare
* Colostro e latte
* Suzione da mammelle imbrattate da feci infette
 Cause di elevata recettività del vitello:
* Immaturità del sistema immunitario
* Abomaso in presenza di colostro (ambiente favorevole allo sviluppo di MAP)
* Incompleto sviluppo della flora microbica competente ruminale ed intestinale in grado di contrastare il MAP.

22
Q

Quando si manifesta il quadro clinico della paratuberculosi bovina

A

o Sebbene l’infezione venga contratta da soggetti molto giovani, il quadro clinico nel bovino si manifesta nell’adulto (dopo 2 anni di vita con picco a 5 anni)

23
Q

Quali sono i sintomi della forma acuta della paratuberculosi bovina? quando occorre?

A

: a seguito di un fattore debilitante (parto, lattazione, ecc.). Anoressia, pelo secco ed opaco, cute anelastica, mancata ruminazione, sospensione della produzione lattea, dimagramento rapido, edemi, diarrea. Decorso di 3 a 5 giorni, mortale.

24
Q

Quali sono i sintomi della forma cronica della paratuberculosi bovina

A

esordio subdolo (inizio progressivo): disoressia, edema intermandibolare, riduzione della produzione lattea, dimagrimento, feci schiumose verdastre intermittenti. Tutto sempre più evidente. Lo stadio finale è un animale cachettico e dopo mesi o anni è mortale.
 Andamento stillicidio (molto lentamente) dopo qualche settimana dal primo caso se ne verifica un altro fino ad arrivare a 10% in un anno.

25
Q

Quali sono i sintomi della forma silente della paratuberculosi bovina

A

o Forma silente (20 volte più rappresentata in allevamento): sintomi generici (calo della produzione lattea, dell’indice di conversione, ipofertilità, mastopatie) questa è la forma più pericolosa dal punto di vista epidemiologico

26
Q

Quali sono le perdite economiche della paratuberculosi bovina

A

 Perdita dell’animale
 Calo produzione
 Peggioramento dell’incremento ponderale
 Sensibilità a alte patologie
 Riforma anticipata dei capi e diminuzione di valore dell’animale al macello (fino a 2000 in casi clinici)

27
Q

Com’è la sintomatologia della paratuberculosi bovina nei ruminanti e lagomorfi selvatici

A

(serbatoio selvatico) mostrano segni clinici e lesioni anatomo-patologiche sovrapponibili a quelle dei ruminanti domestici (enterite cronica granulomatosa)
* Cervo: sintomatologia in animali giovani (presenti anche portatori asintomatici)

28
Q

Qual’è la sintomatologia della paratubercuosi bovina in altre specie selvatiche oltre i ruminanti

A

forma subclinica, restando infetti probabilmente per tutta la loro vita e eliminando in modo intermittente il batterio con le feci. Il loro ruolo biologico non è ancora dimostrato, non stando chiara la loro capacità di diffondere il microorganismo in dosi infettanti.

29
Q

Quali sono i metodi di profilassi diretta e indireta della paratuberculosi bovina

A
  • Indiretta: non consigliata in alcun caso (generano interferenza con la prova tubercolinica, generano positivizzazione a prove sierologiche, inoculazione accidentale nell’uomo può provocare grave reazione locale)
  • Diretta: programmi che hanno l’attuazione di 3 punti:
    o Identificazione ed allontanamento dei soggetti positivi ed eventualmente della loro prole
    o Protezione degli animali giovani interrompendo il ciclo oro-fecale
    o Controllo degli animali da rimonta
    o Limitazione dei fattori stressanti: errori alimentari, alte produzioni, parassitosi intestinali, stress ambientali.
30
Q

Spiegare come funziona l’identificazione e allontanamento dei sogetti positivi nella profilassi della paratuberculosi bovina

A

 Testi diagnostici:
* Esame colturale da feci: sensibilità maggiore a quella dei test ELISA, tempi lunghi di esecuzione, costo elevato, possibile inquinamento della coltura
* PCR su feci: poco sensibile e costoso, utilizzato per conferma di sospetto clinico a tempo breve
* Esame sierologico (ELISA) per ricerca di AB su siero o latte. Sensibilità di 15% in fasi preclinica e di fino a 90% in soggetti con sintomatologia. Il teste individua le aziende con alta prevalenza di infezione ma non quelle a bassa prevalenza.
* In generale i test sono poco sensibili in fase preclinica. Non esiste un test che individue l’infezione in ogni sua fase (ripetere il test o associarli, in animali che abbiano partorito almeno 2 volte)

31
Q

Come si fa la protezione degli animali giovani interrompendo il ciclo oro fecale come profilassi della paratuberculosi bovina

A

 Sala parto igienicamente idonea: lavaggi, disinfezioni, solo per il periodo del parto; separazione immediata madre-vitello; evitare contaminazione fecale di colostro e latte per i vitelli (i figli da madre positiva prendono colostro di una unica bovina donatrice negativa), per gli altro non usare pool di colostro, solo quello della madre.
 Allevamento in gruppi omogenei di età fino allo stadio adulto, evitando il contatto degli animali da rimonta con gli adulti e con le loro feci. Curare i vitelli prima degli adulti con utilizzo di strumenti e calzature diversi
 Evitare contaminazione fecale di acqua e mangimi
 Evitare contato di animali selvatici con i pascoli
 Aree di pascolo diverse per giovani e adulti
 Non utilizzare letame non maturo per fertirrigazione
 Evitare ristagni di acqua, urina e liquami
 Utilizzare attrezzature diverse per pulizia e somministrazione di alimenti

32
Q

Come si fa il controllo degli animali da rimonta nella profilassi della paratuberculosi bovina

A

 Data la scarsa sensibilità dei test diagnostici, il test all’ingresso sul singolo animale non è attendibile
 Se l’allevamento è negativo, introdurre il meno possibile dall’esterno o solo da allevamenti controllati il più possibile e con standard sanitario non inferiore.

33
Q

Nel piano di risanamento della paratuberculosi bovina, quali animali devono essere segnalati al servizio veterinario locale

A
  • Segnalazione al servizio veterinario locale dei sospetti clinici (bovino di età superiore a 24 mesi con diarrea cronica associata a cachessia) da parte dei veterinari o detentori degli animali
34
Q

Come si conferma il sospeto clinico della paratuberculosi bovina e cosa succede con l’animale

A
  • Conferma del sospetto clinico per esami PCR del MAP dalle feci (a spese del fondo Sanitario Nazionale)
  • Animale con forma clinica è isolato fino alla macellazione obbligatoria (isolamento anche dei vitelli negativi da madre positiva)
35
Q

Cosa succede con l’allevamento che presenta casi di paratuberculosi bovina nel piano di risanamento

A
  • Visita clinica per controllo dello stato sanitario degli animali dell’azienda e prova sierologica in quelli con età superiore a 36 mesi
  • Divieto di movimentazione dall’allevamento interessato dai casi clinici verso allevamenti di riproduzione
36
Q

Quando decade il divieto di movimentazione dell’allevamento infetto dalla paratuberculosi bovina

A
  • Il divieto di animali sotto 36 mesi non sottoposti a esame sierologico o sopre i 36 mesi con risultati sieronegativi decade subito dopo la macellazione dei casi clinici
37
Q

Di cosa si ha bisogno per movimentare bovini verso allevamenti da riproduzione quando si considera la paratuberculosi bovin

A
  • Qualsiasi movimentazione di bovini verso allevamenti da riproduzione richiede una dichiarazione di provenienza che riporta la qualifica sanitaria per paratuberculosi (PT0 – senza casi clinici o PTC con casi clinici). Queste sono assegnate dall’ASL a spese del Fondo Sanitario Nazionale
38
Q

In cosa consiste il piano di risanamento volontario per la paratuberculosi bovina ?

A
  • Piano di risanamento volontario: esistono ulteriori livelli progressivi di qualifica sanitaria (PT1-PT5) che l’allevatore può richiedere, previo accertamento sierologico sui capi e valutazione della gestione dell’allevamento. I costi delle prove sierologiche in questi casi sono a carico dell’allevatore.
    o PT1: Allevamento infetto a basso rischio (prevalenza inferiore a 5%)
    o PT2: Allevamento negativo
    o PT3-PT5: allevamenti certificati ripetutamente negativi
  • Se vengono introdotti animali provenienti da allevamenti di qualifica inferiore, l’allevamento decade e assume la qualifica dell’allevamento di questo animale.
39
Q

Quali sono i vantaggi degli allevamenti certificati per la paratuberculosi bovina

A
  • Vantaggi della certificazione:
    o Fornire garanzie sugli animali venduti
    o Garanzie sui prodotti venduti
    o Tutelare gli allevamenti indenni
    o Ridurre i danni economici ed evitare possibili futuri vincoli alla commercializzazione di animali e prodotti (es. ci sono paesi che consentono la importazione di formaggio solo con garanzie sanitarie supplementare nel confronto della paratuberculosi) In presenza di casi clinici confermati gli allevamenti non sono certificabili per l’export verso questi paesi per 12 mesi
    o Sensibilizzare gli allevatori: occorrono anni prima di vedere dei risultati, perché la fase clinica (che è più facilmente individuabile) si manifesta dopo circa 4 anni. Alla diminuzione dei casi clinici l’allevatore abbassa la guardia e nel giro di qualche anno torna al punto di partenza.
40
Q

Quali sono i motivi per combattere la paratuberculosi bovina

A
  • Provoca danni economici elevati
  • È una malattia subdola (si sviluppa in modo lento)
  • I test sono poco sensibili nella fase preclinica
  • È una malattia molto diffusa
  • Una volta entrata in allevamento occorrono minimo 5-7 anni per riportare la situazione sotto controllo
  • MAP è estremamente resistente nell’ambiente
  • Altri paesi europei ed extraeuropei hanno iniziato a lavorare su questa patologia
  • Esiste possibile connotazione zoonotica
41
Q

Quali sono i fattori di rischio piu frequenti degli allevamenti rispetto alla paratuberculosi bovina

A
  • Scarsa igiene delle aree dedicate alle manze e alle vacche
  • Assenza di un’area parto
  • Acquisto di animali da allevamenti privi di garanzie sanitarie
  • Gestione non adeguata dei neonati
  • Sovraffollamento