Immunità attiva e passiva Flashcards

1
Q

Quali sono i fattori di colonizzazione dei batteri

A

adesine (strutture di superficie che si legano a recettori cellulari dell’ospite, contrastando i flussi dei liquidi organici (apparato urinario), i movimenti peristaltici (intestino) o l’azione delle ciglia vibratili del muco (app respiratorio).

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2
Q

Quali sono i fattori di diffusione dei batteri

A

enzimi che permettono la penetrazione e diffusione nei tessuti dell’ospite
o Jaluronidasi: dissolve l’acido jaluronico che cementa tra loro le cellule dei tessuti conettivi
o Fibrinolisina: dissolve i coaguli di fibrina che hanno la funzione di isolare il sito di infezione ed impedire la disseminazione del patogeno
o Collagenasi: determina colliquazione tissutale, dissolvendo le proteine di ossa, cute e cartilagini.

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3
Q

Quali sono i fattori che intrferiscono con a fagocitosi dei batteri

A

o Capsula: maschera le strutture batteriche a cui dovrebbero legarsi i fagociti
o Fattori anticheiotattici: inibiscono la migrazione dei fagociti verso il sito di infezione
o Fagocitosi come messo di sopravvivenza: alcuni batteri si lasciano fagocitare ma resistono alla lisi intracellulare per cui migrano nei tessuti grazie alle cellule fagocitarie che li trasportano (es. Mycobacterium tuberculosis nei macrofagi alveolari)

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4
Q

Quali sono i fattori tossici dei batteri

A

esotossine: proteine solubili prodotte e secrete nel torrente circolatorio ca microrganismi Gram positivi e negativi. Termolabili ed immunogene, se trattate con formalina perdono il loro potere tossico, mantenendo le proprieta antigeniche – anatossine o tossoidi usate a fini immunizzanti.

endotossine
o Fanno parte integrante del corpo batterico, quindi si liberano solo dopo la morte e dissoluzione del microrganismo. Presenti in tutti i batteri ma di più nella parete dei Gram negativi. Azione tossica meno specifica rispetto a quella delle esotossine: ipertermia, debilitazione, diarrea, ipotensione, emorragie, trombosi vascolari. Natura lipopolisaccaridica: termostabili, scarso potere immunogeno. Dose letale molto più alta rispetto a quella delle esotossine.

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5
Q

Quali sono i tipi specifici di tossina, esempi di agenti causatori

A

 Neurotossine: clostridium botulinum, clostridium tetani
 Enterotossine: escherchia coli, vibrio cholerae
 Citotossine: corynebacterium diphteriae

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6
Q

Cosa puo indurre la replicazione endocellulare dei virus

A
  • Destabilizzazione delle membrane lisosomiali con rilascio degli enzimi e autolisi
  • Interferenza con la sintesi proteica dell’ospite
  • Inibizione della sintesi degli acidi nucleici
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7
Q

Quali possono essere le strategie di replicazione di un patogeno

A

-mancato passaggio nell’ambiente esterno (trasmisssione verticale, venerea, carnivorismo, vettori);
-protezione dall’essiccamento attraverso eliminazione con escreti (urine, feci)
- forme di resistenza (spore, antibioticoresistenza);
- allargamento dello spettro d’ospite;
-infezioni inapparenti in alcuni ospiti (difficoltà di controllo);
-rapido ciclo all’interno dell’ospite prima che esso elabori delle difese immunitarie (alcuni virus respiratori);
-agenti non immunogeni (encefalopatie trasmissibili);
-resistenza alla fagocitosi (capsula);
-elusione dell’immunità umorale (localizzazione intracellulare);
-integrazione o associazione dell’acido nucleico nel genoma cellulare;
-moltiplicazione in siti protetti (cellule nervose);
-infezioni del sistema immunitario;
-infezione di cellule contigue con passaggio diretto cellula-cellula;
-variazioni antigeniche di superficie (virus influenzali);
-alterata espressione delle molecole MHC;
-infezioni congenite: tolleranza immunitaria (diarrea virale bovina o BVD).

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8
Q

Come succede la tolleranza immunitaria

A

Nelle prime fasi di sviluppo fetale, durante la maturazione dei linfociti T e B, viene fatto un inventario di tutti gli Ag presenti nell’organismo, che verranno considerati self, sia che si tratti di Ag endogeni che di Ag esogeni acquisti ad es. durante la gravidanza dalla madre infetta. Nei confronti di tutti questi Ag il sistema immunitario sarà areattivo o tollerante.

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9
Q

Quali sono le due categorie di vaccino

A

2 categorie, spento (microorganismo ucciso) e attenuato (ceppo vivo però con patogenicità ridotta – normalmente virus, così sono capaci di penetrare le cellule e generare risposta più efficiente) – esame – tipo di risposta immunitaria del vaccino spento (risposta prevalentemente umorale perché non può penetrare nella cellula quindi non ci sarà l’esposizione dei peptidi sulle cellule, non attivando il t citotossico in questa maniera).

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10
Q

Cos’è immunità attiva

A

stimolazione del sistema immunitario dell’individuo (contatto con l’AE – naturale, vaccini – artificiale)

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11
Q

Cos’è immunità passiva

A

quando un organismo riceve anticorpi da altri (madre attraverso il colostro – naturali, siero profilassi – artificiale)

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12
Q

Cos’è l’immunità passiva naturale e a cosa serve

A

protegge il neonato nella fase in cui non è ancora in grado di elaborare una risposta immunitaria. Viene trasmessa durante la gravidanza (via transplacentare) o dopo la nascita (colostro, latte), quindi nel sangue del neonato si trovano Ab senza che ci sia stata una stimolazione antigenica.

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13
Q

Da che anticorpo eh composta la immunitá passiva naturale della placenta

A

solo IcG – oltrepassano la barriera placentare (non in tutti gli animali) I suini e ruminanti dipendono solo dal colostro. I carnivori hanno un passaggio trans placentare eh di solo 20% (colostro essenziale)

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14
Q
A
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15
Q

Quali sono i tipi di placenta con relazione al passaggio di anticorpi al feto

A

Placenta emocoriale – passaggio di IgG al feto (uomo, primari, coniglio, roditori)
Placenta epiteliocoriale – senza passaggio di Ig al feto (suini, cavalli) – dipendono dal colostro
Placenta sindesmocoriale – passaggio trascurabile (ruminanti) – dipendono dal colostro
Placenta endoteliocoriale – passaggio di una certa quota di IgG (20%) (carnivori) – colostro essenziale

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16
Q

Cosa compreende il colostro

A

– secrezione che si accumula nella ghiandola mammaria qualche settimana prima del parto, tasso di anticorpi più elevato nelle pluripare e la varietà di anticorpi dipende dalla varietà di microorganismi che la madre ha avuto contato. Il contenuto in vitamine dipende dall’alimentazione della madre negli ultimi giorni di asciutta.
- Ha azione lassativa sul contenuto intestinale del neonato (meconio – prima sostanza eliminata dallo intestino)

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17
Q

Che anticorpi predominano nel colostro e nel latte dell’umano, primati, canivori, ruminanti, suini e cavalli?

A

o Umano, primati e carnivori – predominano IgA sia nel colostro che nel latte (trasferimento transplacentare di IgG)
o Ruminanti – IgG predominanti sia nel colostro che nel latte
o Suini e cavalli – IgG nel colostro e IgA nel latte (non ricevono alcun isotipo prima della nascita)

18
Q

Da cosa eh ricco il colostro e da cosa dipende il suo contenuto

A
  • Ricco di IgG e IgA e sono presenti IgM e IgE. Il suo contenuto è in funzione dello stato sanitario della bovina, razza, numero di gravidanze (più elevato nelle pluripare). La specificità anticorpale dipenderà dai patogeni che hanno stimolato il sistema immunitario della bovina.
  • Oltre agli Ab, il neonato riceve con il colostro e il latte il 25% dei leucociti materni.
19
Q

Spiegare l’asse entero-mammario

A

plasmacellule secernenti IgA e sono trasferiti al neonato attraverso il colostro, proteggendo l’intestino del neonato – asse entero-mammario. Il colostro prima e il latte poi saranno ricchi di Ab specifici per quegli Ag coi quali la madre è venuta a contatto nel suo habitat e che proteggeranno l’intestino del neonato.

20
Q

Quando dev’essere assunto il colostro e perche

A
  • Il colostro dev’essere assunto fino a 8ore dopo la nascita. In questo periodo ce un’attività minima dell`digerente, rischio minore di idrolizzazione delle proteine nel tubo digerente del neonato. La permeabilità dell’intestino eh massima nelle prime ore di vita, quindi più efficienza del colostro. Dopo questo periodo la parete intestinale viene sostituita da cellule specializzate che non permettono il passaggio di macromolecole (IgG e IgA non entrano in circolo). Ossia il colostro se assunto nelle prime ore di vita, fornisce una protezione sistemica, mentre gli Ab forniti con il latte garantiscono una protezione locale. Le IgA restano sempre a livello mucosale
21
Q

Cosa si fa quando il colostro non eh prodotto in quantità sufficiente?

A
  • Quando il colostro non eh prodotto in quantità sufficiente (parti prematuri o malattie infettive), gli anticorpi vengono somministrati attraverso donatrici – salute, pluripare, buono stato di nutrizione, che hanno ricevuto vaccini. Il colostro viene congelato dopo il parto. Adesso si evita il pool di colostro per garantire una sua rintracciabilità. Questo viene somministrati in 3 pasti al giorno di 2 litri per 3 giorni. Prima vaccinazione a 2 mesi (gli anticorpi del colostro rimangono in circolo a fino 30 giorni, quindi i vaccini prima di questo sarebbero neutralizzati dagli anticorpi materni – blunting )
22
Q

Come si fa la raccolta di colostro e quali sono i tempi e quantità dei pasti

A

o Raccolta del colostro: in prima mungitura, suddividendo in aliquote di 2 litri, congelato immediatamente indicando sul contenitore data di raccolta e numero della bovina donatrice. Prima della somministrazione si deve riscaldare il colostro a 38 gradi.
o Tempi e quantità: almeno 6-8 litri di colostro entro 24 ore della nascita in più somministrazioni (3 pasti) pe 2 giorni e dopo latte in 2 pasti al giorno.

23
Q

Cosa si fa quando il colostro non eh assunto in quantità sufficiente?

A
  • Quando il colostro non eh assunto in quantità sufficiente (prole numerosa, debole, mancanza di istinto materno) – somministrazione per via orale
24
Q

Cosa si fa quando il colostro non eh assorbito in quantità sufficiente

A
  • Colostro non assorbito in quantità sufficiente: stress del neonato – somministrazione sottocutanea o intramuscolare di anticorpi
25
Q

Dopo qual’età si può fare la vaccinazione

A

L’immunità passiva materna blocca la stimolazione da parte dell’Ag Vaccinale, del sistema immunitario del neonato – no vaccinazione sotto i due mesi di età

26
Q

Cosa comprende l’immunità passiva artificiale

A
  • Somministrazione di siero contenenti anticorpi che viene da animali che vengono vaccinati a certo patogeno e dopo qualche giorno (20 – 30) il siero viene estratto. La protezione eh immediata, non ce stimolazione del sistema immunitario dell’individuo che riceve, ossia l’individuo eh protetto a quella esposizione, però non si attiva la memoria immunitaria; quindi, questo non è protetto a lungo periodo. Nell’uomo si fa la vaccinazione insieme alla somministrazione del siero in punti distanti del corpo per evitare l’incontro tra il vaccino e l’anticorpo somministrato.
  • Si deve verificare la compatibilità tra specie donatrici e ricevente per evitare che gli anticorpi siano riconosciuti come patogeni. In una prima somministrazione non succede questa reazione di incompatibilità, però dopo si ha una reazione anafilattica al siero di specie non compatibile.
27
Q

Cos’è un vaccino

A

somministrazione per via orale, respiratoria o parenterale, in un soggetto sano (perché necessita del sistema immunitario per produrre anticorpi) di una preparazione antigenica che può essere un microrganismo intero, frazione glicoproteine o sue tossine inattivate. C’è una induzione della risposta immunitaria specifica e attiva dopo 15-30gg

28
Q

Da cosa dipende l’efficacia di un vaccino e queli devono essere le sue caratteristiche

A

dipende dalla corrispondenza del disegno del ceppo antigenico del vaccino e quello dell’patogeno selvatico. Deve indurre la risposta immunitaria giusta, deve essere stabile nel tempo (per i vaccini vivi che devono essere conservati a temperature giuste). Il vaccino dev’essere sufficientemente immunogeno e innocuo (non dev’essere patogeno o contaminato).

29
Q

Quali sono gli elementi che condizionano l’efficacia di un vaccino

A

o Dose (determinata caso per caso, una dose troppo alta puo indurre paralisi immunitaria)
o Tolleranza indotta (l’animale adulto non reagisce ad un Ag con il quale è venuto in contatto durante la prima fase della vita intrauterina
o Blanketing (presenza di Ab passivi – materni o sieri iperimmuni – che bloccano l’Ag vaccinale
o Vaccini polivalenti (più Ag vaccinale): concorrenza antigenica
o Dimensione dell’Ag
o Effetto Booster (potenziamento): in seguito a contatto naturale con lo stesso Ag
o Vie di somministrazione: parenterale (immunità sistemica) orale o respiratoria (immunità locale – IgA)
parenterale).

30
Q

Perché non esiste la possibilità di vaccinare contro tutti i microrgnismi?

A

o Certi A.E come batteri e protozoi sono poco immunogeni
o Infezioni localizzate a cute o mucose: non ci sono IgAs della memoria
o Alcuni patogeni sono immunodepressori
o Alcuni virus si integrano nel genoma della cellula ospite
o C’è difficoltà di coltivazione in vitro di alcuni AA.E.
o Modificazione periodica degli Ag di superficie
o Alcuni patogeni (es. protozoi ed elminti) mimetizzano i loro Ag di superficie, ricoprendosi con proteine ematiche dell’ospite

31
Q

A seconda delle tecniche di preparazione come si distinguono i vaccini?

A

o Vaccino spento (inattivati o uccisi);o Vaccino stabulogeno;o Vaccino vivo attenuato; Vacini a subunita; o Vaccini vivi eterologhi attenuati ed ingegnerizzati;o Vaccini a DNA

32
Q

Caratterizzare il vaccino spento

A

microorganismi uccisi, non patogeni però immunogeni. Si preferiscono i metodi chimici per spendere i microrganismi. I metodi termici denaturano le proteine degli antigeni. Sono microrganismi completi che perdono la capacità di moltiplicarsi e il loro potere patogeno, conservando il potere immunogeno

33
Q

Quali sono gli svantaggi e vantaggi del vaccino spento

A

 Vantaggi: innocui (possono essere usati in persone in fragilità)
 Svantaggi: necessita di diverse dosi, dose vaccinale elevata (difficoltà di concentrare una quantità di Ad sufficiente, problemi allergizzanti, svantaggio economico); necessita di adjuvanti (svantaggio economico). Risposta prevalentemente umorale, bassa risposta locale e cellulo-mediata (no attivazione dei linfociti T citotossici se non per via indiretta tramite T helper attivati dai macrofagi perché manca uno dei segnali necessari all’attivazione dei T citotossici, cioè l’esposizione del peptide antigenico associato a MHCI sulla superficie della cellula infetta)

34
Q

Cosa sono gli adiuvanti utilizzati nei vaccini spenti

A

 Ci sono anche degli adiuvanti che sono aggiunte per aumentare il potere immunogeno del patogeno (per i Gram -) Aumentando il peso molecolare dell’antigeno, determinando un effetto deposito con lento rilascio dell’antigeno vaccinale (più efficace che una dose elevata), determinano reazioni di irritazioni locali che richiamano i fagociti che dopo la processazione del Ag attivano linfociti T helper. Normalmente gli adiuvanti generano effetti collaterali o reazioni. L’altro svantaggio eh il tipo di risposta immunitaria (soprattutto umorale, la cellulo mediata non eh bene stimolata).

35
Q

Caratterizzare il vaccino stabulogeno

A

allestito con il ceppo microbico isolato da un focolaio e inattivato. Uso legale solo all’interno del focolaio

36
Q

Caratterizzare il vaccino vivo attenuato e le modalità di attenuazione

A

microrganismo capace di riprodurre, però attenuato ossia, il cui potere patogeno è stato diminuito o eliminato (infezione ma no malattia)
 Modalita di attenuazione:
* microrganismi correlati antigenicamente provenienti da un’altra specie animale
* mutanti termosensibili – ceppo vivo che replica bene a 38gradi ma replica male a 39,5 (temperatura naturale di determinato animale)
* riassortimento genetico (si coinfeta una coltura cellulare con un ceppo selvatico e un attenuato che si rimescolano e diventano meno patogeni.
* Somministrazione del patogeno per vie non naturali (virus della laringotracheite del pollo somministrato per via intracloacale

37
Q

Quali sono gli svantaggi e vantaggi del vaccino vivo attenuato

A

 Vantaggi: costo minore perché non sono necessarie alte dosi o adiuvanti, generano le due risposte immunologiche; Stimolazione dell’intero spettro della risposta immunitaria; immunizzazione di lunga durata.
 Svantaggi: non possono essere utilizzati su individui fragili come gravide. Possono essere contaminati, possono subire mutazioni che aumentano la patogenicità, può infettare altri animali e generare positivizzazione sierologica (non si riesce a capire chi è stato vaccinato e chi è stato infetto dalla malattia)

38
Q

Caratterizzare i vacini a subunità

A

proteine o frazioni proteiche immunologiche. Stessi vantaggi e svantaggi del vaccino spento
 Vaccini virali: proteine capsidiche o dell’envelope
 Vaccini batterici: proteine di adesione (Ag delle fimbrie) o anatossine

39
Q

Caratterizzare i vaccini vivi eterologhi attenuati ed ingegnerizzati

A

si utilizzano non patogeni dove sono inseriti geni del patogeno che codificano le proteine immunogeniche. (escherichia coli).
 Vaccino deleto: herpes virus – si tolgono 2 geni. Uno che sintetizza sostanze responsabili della virulenza e uno che codifica una glicoproteina E che serve come marker immunologico negativo (nel siero non si troveranno anticorpi antiglicoproteina e, ossia se distingue anticorpi vaccinale da anticorpi da infezione). Non tutti i microrganismi hanno genoma grande per fare questo. In questo sono utilizzati i microrganismi vivi attenuati.

40
Q

Caratterizzare I vccini a DNA

A

o Vaccini a DNA – dna plasmidico prodotto dai batteri, che produce antigeni. questo DNA entra nella cellula, eh tradotto e i suoi prodotti sono esposti sulla superficie della cellula generando la risposta immunologica. Svantaggi: Difficile da inoculare il DNA nelle cellule.

41
Q

Quale sono le caratteristiche del vaccino ideale

A

o Produzione di una risposta immunitaria atta a prevenire l’insorgenza della malattia
o Indurre il giusto tipo di immunità a seconda della natura intra o extracellulare del microrganismo target
o Risposta stabile e duratura
o Facilità di somministrazione
o Assenza di effetti collaterali generali o locali al punto di inoculazione
o Compatibilità con altri vaccini inoculati contemporaneamente o a breve distanza di tempo
o Se si tratta di un vaccino vivo, non deve diffondersi ad altri animali che vengano in contatto con il soggetto vaccinato
o Protezione di un’elevata percentuale di soggetti vaccinati
o Costo accettabile
o Permettere, se si effettua un esame sierologico, la differenziazione tra anticorpi di origine vaccinale ed anticorpi originati dal contatto con l’agente eziologico in natura