Mastiti Flashcards

1
Q

Qual’è la rappresentatività della mastite negli allevamenti da latte? qual’è il suo andamento ?

A

Mastiti – rappresentano circa 30% delle malattie negli animali da latte. Andamento endemico.

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2
Q

Cosa sono le mastiti e perché si manifestano

A

Le mastiti sono infiammazioni della ghiandola mammaria, a carattere acuto o cronico dovute a più fattori (sono patologie multifattoriali), tra i quali un agente infettivo (generalmente un batterio). Queste malattie si manifestano in presenza di fattori predisponenti.
Sono patologie tipiche dell’allevamento delle bovine da latte (hanno andamento endemico), per il quale costituiscono la patologia più frequente (circa 31%).

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3
Q

Quali sono i danni economici delle mastiti

A
  • Diminuita produzione di latte
  • Riduzione del valore nutritivo e danni alla caseificazione (più sodio e cloruri e meno grasso, lattosio, caseina, fosforo e calcio)
  • Danni per il consumatore (fenomeni allergici da antibiotici utilizzati in terapia, tossinfezioni)
  • Spese per profilassi, diagnosi e trattamenti
  • Minor prezzo di vendita dell’animale
  • Costo rimonta anticipata
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4
Q

Quali sono i tipi di mastiti

A
  • Mastiti discendenti: l’AE arriva al parenchima mammario attraverso i vasi sanguigni (brucella, escherichia coli, micobatterio tubercolare)
  • Mastiti ascendenti: l’AE penetra attraverso il capezzolo, risale lungo i dotti e si localizza nel parenchima inducendo infiammazione con danneggiamento dell’epitelio ghiandolare. Alcuni AE producono e liberano tossine.
  • Mastiti contagiose: gli AE albergano nella mammella e hanno scarsa resistenza nell’ambiente. La trasmissione avviene attraverso le operazioni di mungitura (mani del mungitore, macchine, latte) sono spesso subcliniche e di lunga durata
  • Mastiti ambientali: l’habitat degli AE è ambiente (feci, suolo, lettiera, acqua). Mastiti a decorso breve, più frequenti durante l’asciutta e nelle bovine in lattazione durante i caldi mesi estivi.
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5
Q

Quali sono i principali AE delle mastiti

A

stafilococchi e streptococchi ed escherichia coli – capaci di causare malattie all’uomo se ingeriti in grande quantità nel latte oppure le sue tossine (sono termostabili, quindi sopravvivono alla pastorizzazione.

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6
Q

Quali sono i fattori predisponenti estrinseci delle mastiti

A

o Macchine mungitrici (vuoto eccessivo, pulsazioni errate, svuotamento eccessivo o insufficiente della mammella, scarsa pulizia e disinfezione, tettarelle inadatte)
o Ricoveri (scarsa pulizia, umidità eccessiva, T elevate, maggior carica microbica ambientale, correnti d’aria, poste corte o scivolose – traumi alla mammella)
o Alimentazione: carenze vitaminiche (vitamina A epitelio-protettrice) e di oligoelementi; deficienza della quota energetica della razione (più nelle prime settimane dopo il parto); eccesso di proteine (concentrati, erba medica, trifoglio)
o Traumi ai capezzoli o alla mammella (provocati dal personale, da cattiva mungitura o dalle strutture)

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7
Q

Quali sono i fattori predisponenti intrinseci delle mastiti

A

o Volume della mammella: maggiore la grandezza, minore la resistenza (a causa delle elevate sollecitazioni e del possibile incompleto svuotamento una volta che il latte residuo è un ottimo terreno di coltura per i batteri)
o Attacco della mammella: più basso e debole, maggior possibilità di contato con la lettiera e di traumatismi
o Dimensioni e forma del capezzolo: migliori quelli corti e non troppo larghi (6-7cm di lunghezza e 3-3,5 cm di larghezza) e forma ad imbuto che consentono buona mungibilità per adattamento al macchinario e ridotte probabilità di traumatismi
o Anomalie dello sfintere del capezzolo (tonicità ed integrità): rappresenta una barriera allo ingresso dei patogeni
o Deficienza di sostanze inibenti che limitino la moltiplicazione batterica (es. lisozima)
o Corredo ormonale: maggiore la produzione di estrogeni, maggiore la sensibilità
o Età: più elevata, maggiore la sensibilità (a causa dell’accumulo di fattori negativi per la mammella e per diminuzione delle diffese)

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8
Q

Come si evidenziano le mastiti subcliniche ? perche questa eh la forma piu comune?

A
  • Solo la mammella infetta in condizioni ambientali sfavorevoli diventa malata.
  • Le mastiti subcliniche presentano la forma più frequenti e sono evidenziabili mediante conta cellulare ed esame batteriologico del latte.
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9
Q

perche durante le mastiti si ce un aumento del contenuto cellulare del latte

A

si verifica in seguito al richiamo di neutrofili e, più limitatamente, di macrofagi dal tessuto interalveolare e dal circolo ematico, come risposta difensiva dell’organismo all’impianto di un AE. Aumentano anche i linfociti e le cellule epiteliali di sfaldamento, normalmente presenti per il rinnovamento degli epiteli ghiandolari

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10
Q

Qual’è la quantità di cellule somatiche nel latte che caratterizza mastite?

A

 350 – 700 – mastite (x 1000) per ml

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11
Q

Quali sono le cellule sommatiche trovate nel latte a causa della mastite

A

Neutrofili – principalmente, fino a 90% - , Macrofagi e Linfociti B e T

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12
Q

Il late con una quantita di 200.000 a 300.000 cellule sommatiche eh acettabile?

A

accettabile solo in bovine fine lattazione, preallarme se bovine ad inizio lattazione e anche di più se sono primipare.

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13
Q

L’aumento delle cellule somatiche cambia la produzione lattea?

A

 Con l’aumento delle cellule somatiche si riduce la produzione lattea

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14
Q

Perché la presenza di cellula sommatiche nel latte cambia la produzione e qualità del latte?

A
  • i mediatori chimici come citochine e istamina che vengono rilasciati dalle cellule somatiche possono danneggiare le cellule secernenti mammarie
  • La presenza di tossine batteriche può danneggiare le pareti dei vasi sanguigni aumentandone la permeabilità e favorendo la fuoriuscita di componenti del sangue che alterano le caratteristiche del latte
  • Le cellule e batteri rilasciano enzimi idrolitici che scindono le proteine presenti nel latte.
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15
Q

Come cambia la composizione del latte mastidogeno

A
  • meno 3,5% di grasso nel latte mastidogeno
  • Più 3% di proteine nel latte mastidogeno. Dovuto agli enzimi idrolitici presenti nel latte, meno caseina.
  • Lattosio: viene riassorbito nel sangue e si trova in grande quantità nell’urina e sangue di animali infetti
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16
Q

Come compaiono le mastiti cliniche e quali sono i sintomi

A
  • Possono comparire come tali o rappresentare l’evoluzione di una forma subclinica. I sintomi includono mammella ingrossata, indurita, dolente, secreto ridotto ed alterato (sieroso, lattiginoso, purulento, con numero di coaguli di fibrina); nelle forme più gravi si può avere interessamento sistemico con febbre, anoressia, riduzione della motilità ruminale, disidratazione e morte.
17
Q

Quali sono le profilassi per le mastiti

A
  • Esame periodico di tutte le bovine in stalla, in lattazione e non:
    o Stato sanitario generale
    o Stato della mammella
    o Stato dei singoli quarti
  • Tosatura della superficie della mammella e del piatto delle cosce per impedire l’attecchimento dei germi
  • Isolare le bovine malate o sospette o perlomeno mungerle per ultimo, come pure le bovine più anziane
  • Lavaggio (con getto di acqua non violento), asciugatura (possibilmente con salviette a perdere) prima della mungitura e massaggio (stimola la produzione di ossitocina che facilita la discesa del latte per circa 8 minuti). Oppure sanitizzazione con salviette monouso imbibite in soluzione disinfettante che evaporerà successivamente.
  • Igiene delle mani del mungitore.
  • Esaminare i primi getti di latte in un recipiente a fondo scuro per verificare possibili alterazioni
  • Non far cadere mai sulla lettiera i primi getti di latte e non lavale le mani con il latte per evitare la disseminazione di patogeni
  • Tenere in stazione quadrupedale le bovine dopo la mungitura e ridurre al minimo il tempo in sala mungitura
  • Trattamenti mirati e tempestivi dei casi clinicamente manifesti (isolamento dei germi, antibiogramma, scelta dell’antibiotico)
    o Allevare gli animali in ambienti che assicurino igiene, stress limitati e assenza di traumatismi mammari (es. poste mungiture proporzionate alle dimensioni dell’animale)
    o Evitare errori alimentari
    o Educazione sanitaria ed assistenza tecnica agli allevatori
18
Q

Come si fa l’antibiogramma per la mastite

A

o Antibiogramma: si allestisce una sospensione del microrganismo isolato, che viene strisciata su un terreno di coltura nel quale sarà collocato un dischetto di carta impregnato di antibiotico
o I terreni di coltura vengono poi incubati per un periodo variabile a seconda del microrganismo. Durante questo periodo il microrganismo si sviluppa su tutta la superficie del terreno di coltura e l’antibiotico si diffonde nel dischetto
o Terminata l’incubazione si valuta se si è formato un alone di inibizione di crescita attorno al dischetto dell’antibiotico. Il diametro dell’alone in millimetri è correlato alla sensibilità del batterio all’antibiotico. Maggiore è l’alone di inibizione di crescita, maggiore è la sensibilità del batterio a quello antibiotico.

19
Q

Cosa si fa nel periodo di asciuta per prevenire le mastiti

A

sfruttato per eseguire trattamenti terapeutici (con antibiotico a veicolo oleoso in modo da essere assorbiti lentamente). L’antibiotico non viene rimosso dalla mungitura, la sua concentrazione resterà elevata per un lungo periodo e non vi sono ripercussioni sulla produzione e utilizzo del latte.

20
Q

Cosa si fa con le bovine che hanno manifestato piu mastiti cliniche

A

o Le bovine che hanno manifestato più mastiti cliniche o quelle con mastite cronica o con gravi problemi di mungitura devono essere eliminate

21
Q

Cosa si fa con il latte mastitico

A

o Scartare il latte delle bovine malate o di quelle in trattamento per almeno 72h dopo la fine del trattamento (problema residui). Il latte mastitico causa diminuzione della caseina e non può essere caseificato. Questo può essere utilizzato per alimentazione animale dopo bollitura.

22
Q

Quale dev’essere la frequenza della conta cellulare del latte per la mastiti

A

o Conta cellulare del latte possibilmente ogni mese

23
Q

Come si gestiscono le macchine mungitrici per evitare le mastiti

A
  • Prima di iniziare la mungitura: azionare la macchina e aspirare una soluzione disinfettante lungo tutto il percorso del latte e poi risciacquare.
  • Dopo la mungitura:
    o lavare con acqua corrente tutto il percorso del latte
    o detergere lo stesso con soluzione calda di soda comune o di idoneo detersivo (circa 80 gradi)
    o immergere le parti mobili in soluzione disinfettante fino alla mungitura successiva
  • Dopo 1000 ore di lavoro utile, sula superficie delle guaine che viene a contatto con il capezzolo si formano dei solchi per irrigidimento della struttura elastica, a livello dei quali potrà andarsi la flora microbica
  • Fluttuazioni di vuoto: quando si attaccano i portacapezzoli e si apre la valvola, la pompa del vuoto perde potenza e se non si instaura una compensazione si viene a creare una fluttuazione di aria con risalita di latte nel capezzolo. In questa fase interviene un pulsore che, percependo il calo del vuoto, richiederà maggior lavoro alla pompa.
  • Ispezione giornaliera per verificare il corretto funzionamento dell’impianto
  • Controllare ogni 6 mesi lo stato di conservazione delle guaine, il funzionamento del pulsore e l’intensità del vuoto.
24
Q

Come dev’essere l’ambiente pre prevenire le mastiti

A
  • Larghezza dei passaggi e delle corsie per e dalla sala di mungitura
  • Superficie delle corsie di servizio non scivolose, fangose o presentare ostacoli
  • Uscita dalle poste di mungitura: non devono esserci angoli ciechi e la pavimentazione dev’essere in buono stato
  • Attenzione a scosse elettriche, anche minime, percepibili dall’animale
  • Sistema agevole di apertura e chiusura delle poste
  • Evitare angoli ciechi nel percorso degli animali che ne possano bloccare il flusso