Lezione F Flashcards
Da quali fasi distinte è scandita la risposta anticorpale ?
La risposta anticorpale è una risposta specifica che segue un determinato ordine cronologico: nel momento in cui un antigene viene a contatto con il nostro sistema immunitario, si differenziano i linfociti B, i quali andranno a trasformarsi in plasmacellule e nella risposta che viene definita primaria, verranno prodotte le IgM. Nel corso della storia evolutiva dell’infezione si ha una risposta secondaria con la produzione di IgG.
Applicando le reazioni sierologiche possiamo in definitiva dare una risposta qualitativa e quantitativa della classe di immunoglobuline G o della classe di immunoglobuline M. Quindi possiamo dire se ce n’è, quanto ce n’è, e se sono immunoglobuline dell’infezione primaria oppure se sono immunoglobuline prodotte dall’infezione secondaria. (Per risposta primaria si intende la produzione di anticorpi quando un antigene penetra per la prima volta in un organismo. Per risposta secondaria si intende la produzione di anticorpi quando lo stesso antigene penetra per la seconda volta nell’organismo.)
Su quale concetto fondamentale si basano le reazioni sierologiche ?
Le reazione sierologiche si basano su un concetto fondamentale, ovvero la formazione dell’immunocomplesso, cioè un aggregato fra due tipologie di molecole che sono l’antigene e l’anticorpo.
Quale evento molecolare è l’oggetto delle indagine sierologica ?
In definitiva la reazione sierologica è una reazione che mette in evidenza la formazione dell’immunocomplesso, ovvero l’unione tra l’antigene e l’anticorpo. Questa reazione può essere dimostrata mettendo a contatto un siero in cui si presume ci possano essere degli anticorpi, con un determinato antigene (antigene microbico, proteina di un virus, proteina di un batterio, polisaccaride di un batterio ad es.).
La reazione sierologica è quindi una reazione la quale, mettendo a contatto un siero contenente o che si presume possa contenere anticorpi, con un determinato antigene, permette di apprezzare l’avvenuta formazione dell’immunocomplesso. I reagenti delle reazioni sierologiche sono due: il siero a contenuto anticorpale noto o presunto, e l’antigene. Di questi due reagenti uno deve essere sempre noto. L’avvenuta formazione dell’immunocomplesso, visivamente apprezzabile, identifica automaticamente il parametro incognito.
Perché le indagini sierologiche sono ambivalenti ?
Le reazioni sierologiche sono ambivalenti poichè esse permettono:
• disponendo di un antigene noto, di dimostrare in un siero la presenza di anticorpi verso quel determinato antigene;
• disponendo di un siero contenente un anticorpo noto, di dimostrare in un materiale la presenza dell’antigene corrispondente.
I reagenti delle reazioni sierologiche sono due: il siero a contenuto anticorpale noto o presunto, e l’antigene.
Di questi due reagenti uno deve essere sempre noto. L’avvenuta formazione dell’immunocomplesso, visivamente apprezzabile, ci identifica automaticamente il parametro incognito.
In cosa differiscono due batteri della stessa specie che hanno un “sierotipo” differente ?
Vi sono alcuni tipi di batteri che presentano dei sierotipi diversi, ovvero che hanno degli antigeni diversi nell’ambito della stessa specie, pertanto evocheranno la formazione di diverse tipologie di anticorpi ognuno specifico per quel determinato antigene.
Se si hanno ad esempio due Streptococchi, uno di gruppo A e uno di gruppo B, nonostante siano entrambi Cocchi Gram-positivi e determinano patologie simili, presentano un fattore distintivo, ossia un polisaccaride che è antigenicamente diverso. Quindi in vitro si potrà discriminare avendo un siero immune a quale gruppo antigenico si sta facendo riferimento, cioè di quale sierotipo è quel determinato batterio.
Quando si ricercano nel paziente determinati anticorpi si sta’ effettuando una tecnica di diagnostica diretta o indiretta ?
Di contro si può fare una diagnostica indiretta delle malattie da infezione perché si va a cercare nel siero del paziente una traccia dell’avvenuta infezione causata da quel microrganismo invece di voler ricercare il microrganismo vero e proprio. Ad esempio l’epatite B, una malattia da infezione causata da un virus che quando entra a contatto con l’organismo evoca una risposta immunitaria. Nell’organismo verranno prodotti diverse tipologie di anticorpi ognuno diretto contro ogni antigene del virus capace di avere questa qualità. Se il virus dell’epatite B ha quindi ad esempio cinque antigeni diversi, si ritroveranno cinque tipologie di anticorpi ognuno specifico per ognuna di queste cinque proteine.
In cosa differiscono le indagini sierologiche dirette ed indirette ?
La diagnostica indiretta è in contrapposizione con la diagnosi diretta, fondamentale in microbiologia, la quale si occupa di dimostrare che in un determinato campione biologico è avvenuta un’infezione mettendo in evidenza direttamente il microrganismo patogeno che ha causato l’infezione.
Quali interazioni chimiche determinano la formazione dell’immunocomplesso ? Quali parametri condizionano la stabilità di questo legame ?
La reazione tra antigene e anticorpo è caratterizzata tre tipi di interazioni:
- Interazioni tra gruppi ionici con cariche opposte;
- Interazioni di Van Der Waals, cioé attrazione tra atomi;
- Legami idrogeno, cioè interazioni tra gruppi polari non ionici.
Questo legame non è quindi un legame forte, stabile per sempre, e perché avvenga in vitro è necessario che si mantengano delle condizioni ottimali, condizioni ottimali che riguardano la temperatura, il pH e la concentrazione salina.
È molto importante anche la concentrazione dei due reagenti: se si ha un siero con pochissimi anticorpi sarà difficile mettere evidenza l’immunocomplesso. Quindi è importante sia la concentrazione degli antigeni che quella degli anticorpi, così importante da condizionare alcune reazioni sierologiche.
Che influenza hanno la sensibilità e la specificità delle reazioni sierologiche sulle pratiche diagnostiche ?
Queste reazioni sierologiche hanno come tutte le reazioni applicate in diagnostica dei limiti dettati dalla loro sensibilità e dalla loro specificità.
La Sensibilità riguarda la capacità di quella tecnica di mettere in evidenza anche piccole quantità di analiti.
La Specificità ci da l’idea di quanto sia specifico il legame di un anticorpo per un determinato antigene e non per altri.
Cos’è un epifenomeno ? A cosa si ricorre se una determinata interazione antigene anticorpo non determina un epifenomeno ?
Quando l’antigene reagisce con l’anticorpo, e in qualche caso si ha un epifenomeno cioè un fenomeno visibile ad occhio nudo, mentre in altri casi bisogna fare un aggiunta per metterlo in evidenza.
L’epifenomeno si riferisce a quelle reazioni sierologiche il cui effetto è visibile, è un fenomeno che sta al di sopra della reazione. Quando non c’è un epifenomeno naturale vengono messe in atto alcune tecniche artificiali che alla fine determinano ugualmente un epifenomeno.
Qual’è la definizione di antigene ? Come si definiscono la “antigenicità” è la “immunogenicità” ?
Si definiscono antigeni tutte quelle sostanze che, introdotte nell’organismo, sono in grado di indurre l’attivazione del sistema immunitario con la produzione di anticorpi o con l’innesco di una reazione cellulo-mediata e di reagire specificatamente con gli anticorpi di cui hanno” indotto la produzione o con le cellule effettrici della risposta immunitaria cellulo-mediata (la reazione cellulo-mediata, ossia l’attivazione della branca T linfocitaria del nostro sistema immunitario non rientra nello studio delle reazioni sierologiche).
Un antigene risulta definito da due principali funzioni:
~ l’immunogenicità, cioè la capacità di stimolare il sistema immunitario.
~ l’antigenicità o specificità di combinazione, ossia la capacità di reagire specificatamente con gli anticorpi o con le cellule di cui ha indotto la formazione.
Perché un aptene possiede antigenicità ma non immunogenicità ? Di cosa ha bisogno per stimolare il sistema immunitario ?
Si definisce “aptene” una sostanza capace di reagire con l’anticorpo, ma dotata solo della specificità di combinazione, senza però essere in grado di stimolare il sistema immunitario a meno di non venire introdotta insieme ad un veicolo immunogeno. Per indurre la risposta anticorpale, un aptene deve essere coniugato con un “carrier”, che da corpo all’aptene rendendolo immunogeno.
Sull’aptene, quindi, sono quindi presenti i determinanti antigenici e questo concetto si applica in alcuni tipi di vaccinazioni.
Quali sono i parametri che rendono una sostanza un antigene, dotata cioè sia di antigenicità che di specificità ?
Perché una sostanza possa definirsi antigene, dotata pertanto di immunogenicità e di antigenicità deve possedere i seguenti:
~ Estraneità, è un concetto fondamentale per l’immunologia che rimanda alla distinzione tra self e non self. Non sempre tuttavia le sostanze estranee sono in grado di stimolare il sistema immunitario e talvolta l’organismo reagisce contro i propri costituenti (malattie autoimmunitarie);
~ Peso molecolare adeguato, perché una sostanza possa essere immunogena deve avere un peso molecolare opportuno (non inferiore a 1000);
~ Stato fisico, esistono antigeni in forma aggregata e antigeni solubili;
Cosa sono gli “epitopi” o “determinanti antigenici” ?
I determinanti antigenici o epitopi sono specifiche regioni poste sulla superficie dell’antigene la cui configurazione sterica può essere riconosciuta dal sistema immunitario. Il numero di epitopi per molecola, cioè la valenza dell’antigene può variare moltissimo.
Come influenzano pH, temperatura e concentrazione salina (forza ionica), sulla velocità di formazione dell’immunocomplesso ?
La reazione antigene - anticorpo è una reazione altamente specifica per cui ogni anticorpo si lega esclusivamente al determinante antigenico del quale ha indotto la formazione, discriminandolo anche tra molecole molto simili. La reazione antigene - anticorpo è tra le più rapide reazioni bimolecolari conosciute, considerata la scarsa probabilità che ogni collisione tra antigene e anticorpo possa portare alla formazione dell’ immunocomplesso.
La velocità della reazione antigene anticorpo è influenzata da:
~ temperatura: aumentando la temperatura aumenta la velocità della reazione a causa della maggiore energia cinetica impressa alle particelle dell’antigene e dell’anticorpo;
~ pH e concentrazione salina del mezzo: la presenza di ioni nel mezzo neutralizza le cariche elettriche favorendo l’incontro tra antigene e anticorpo.