12) le varietà dell'italiano contemporaneo: italiano popolare: Flashcards

1
Q

sull’italiano popolare:

A

Espressione introdotta da De Mauro per riferirsi alla varietà di italiano maneggiata da parlanti incolti, i quali cercano di esprimersi con la lingua nazionale (quindi con lo standard);

  • Cortellazzo lo descrive come l’italiano perfettamente acquisito da chi ha per madrelingua il dialetto;
  • Berruto colloca questa varietà all’interno della gamma di varietà diamesiche, diastratiche
    e diafasiche dell’italiano; Berruto = fisionomia italiano popolare determinata da interazione di 3 meccanismi:
    1. interferenza con il locale sostrato dialettale, lingua materna del parlante;
    2. ipercorrettismo;
    3. semplificazione, ad esempio la riduzione o regolarizzazione analogica di alcuni paradigmi.

L’italiano popolare rappresenta la varietà di italiano che raggiungono quei parlanti che per
la loro collocazione sociale hanno scarse occasioni e poche possibilità di migliorare il loro
grado di competenza verso l’italiano standard;

Può essere soggetto a variazione diatopica e all’influsso esercitato dal contatto coi dialetti
italo-romanzi padroneggiati da coloro che lo scrivono e lo parlano;

  • Ridondanza pronominale può sembrare incompatibile con l’azione di un processo
    semplificativo, ma se avviene per anticipare il tema dell’enunciato o nell’intento di mettere il tema in rilievo, si può intravedere un processo di semplificazione.
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2
Q

esperimento sul gruppo di ex partigiani lombardi:

A

lettere di ex partigiani lombardi, campione eterogeneo per estrazione culturale e grado di scolarizzazione:
1. regolarizzazione analogica di paradigmi nominali e aggettivali (generalizzazione desinenze flessive dinumero e genere); (più ottimo, mare, mari…)
2. riduzione di tempi e modi verbali (impferfetto, indicativo);
3. scambi tra aggettivi e avverbio
4. impiego di parole con significati generici e molto polisemiche;
5. espressione analitica di significati complessi;
6. negazione semplice con omissione di ‘non’;
7. sovraestensione del possessivo suo alla terza plurale (semplificazione e interferenza del
sostrato dialettale);
8. sovraestensione del critico dativale ‘ci’ alla terza sing e plur (al posto di gli, le e loro);
9. forme verbali analogiche costruite sul modello della prima coniug, regolarizzando
forme verbali di coniugazioni diverse;
10. formazione analitica di comparativi e superlativi;
11. ridondanza pronominale (interf sostrato dialettale);
12. scambi tra ausiliari;
13. scambi o sovraestensioni di alcune preposizioni;
14. impiego sistematico di che polivalente nelle relative;
15. impiego di ‘che’ come introduttore generico di una proposizione dipendente;
16. periodo ipotetico con doppio condizionale o doppio congiuntivo;
17. malapropismi, ovvero lessemi ricostruiti analogicamente su altri con significante simile;
18. impiego preferenziale di lessemi con significato concreto

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