14) le varietà dell'italiano contemporaneo: italiano dei giovani: Flashcards
sull’italiano dei giovani:
Interesse per linguaggio giovanile nasce tra fine anni ’70 e inizio ’80 quando a una fase di standardizzazione dell’italiano segue il formarsi di un livello substandard come lacuna lasciata dalla regressione dei dialetti;
* Avviene una riscoperta del privato, che porta all’emergere e all’affermarsi di nuove
parole, nuovi utenti linguistici e nuovi settori di significato;
* Linguaggio giovanile: eterogeneo gruppo di socioletti, lingua usata nelle relazioni del
gruppo dei pari da adolescenti e postadolescenti, particolarità lessicali e fraseologiche;
* Il suo uso dipende anche dalla situazione comunicativa;
* Appartenenza al gruppo: condizione necessaria per uso del linguaggio giovanile che si
colloca tra diverse dimensioni (sulla d. Diafasica, verso il polo basso della diastratica e
verso il polo parlato della diamesica);
* Insieme di varietà paragergali, che coi gerghi condividono la caratterizzazione
primariamente lessicale e l’utilizzo prevalentemente nell’interazione verbale in group;
* Come i gerghi, sono lingue secondarie che però hanno maggiore variabilità, una funzione
ludica ed espressiva e una maggiore facilita di scivolamento nella lingua di tutti i giorni;
* Molto importante anche la componente regionale e dialettale;
* Confluenza nella lingua dei social: ruolo ancillare della lingua rispetto alla comunicazione
visuale, e un dissolversi della creatività linguistica giovanile nella generale creatività comunicativa indotta dai social, con il prevalere della creatività multimediale e visuale.
Periodizzazione italiano dei giovani proposta da Cortellazzo:
1) primordi, anni ’30 = la varietà giovanile è legata alla condizione studentesca e all’appartenenza ai ceti sociali medio-alti;
2) la stasi del ‘68: linguaggio giovanile proprio in quanto l. Studentesco sovrastato
dal sinistrese;
3) la ripresa del ‘77: a livello comunicativo caratterizzata dal parlare di se, nuova
diffusione di forme espressive giovanili, rifiuto di tabù linguistici;
4) il postmoderno degli anni ‘80: massima diffusione dei l. Giovanili che iniziano a
raggiungere l’intero territorio nazionale;
5) la generalizzazione degli anni ’90: il fenomeno esce dall’ambito urbano settentrionale e
si estende a fasce più ampie;
6) estensione degli ambiti di utilizzo: nascono e si diffondono nuove forme di espressione
linguistica giovanile, grazie alla comunicazione digitata anche scritta;
le difficoltà riguardo alla lingua dei giovani:
- Prima difficoltà: varietà legata a una variabile anagrafica transitoria, ovvero l’età =>
impossibile fissare confini precisi;
Secondo Sobrero si tratta di un fascio di caratteristiche come il luogo di nascita, la
famiglia, gli ambienti frequentati… non è solo l’eta ma anche il sentimento di
appartenenza a un determinato gruppo sociale; - Seconda difficoltà: rappresentatività dei tratti che definiscono il l. Giovanile, la cui effettiva pervasività è stata esagerata;
Radtke: spesso gli aspetti lessicali corrispondono a scelte stilistiche;
vitalità e intenzionalità:
1) il piano della vitalità, > dinamica linguistica molto accelerata; la varietà è più viva che mai
2) piano dell’intenzionalità, in cui si riscontrano 4 peculiarità che concorrono alla formazione del linguaggio, ovvero il carattere ludico, quello criptico, la finalità sociale di coesione e la finalità sociale di contrapposizione;
le 3 funzioni:
1) funzione identitaria;
2) funzione ludica;
3) funzione di autoaffermazione dei singoli individui all’interno del gruppo. ILA
la grammatica della lingua dei giovani:
Radtke: la lingua dei giovani non possiede una grammatica o sintassi autonoma, e le tendenze si riferiscono alla sfera lessicale e semantica;
(quindi l’attenzione è posta su lessico e semantica nuovi, piuttosto che su una nuova grammatica o sintassi)
componenti ricorrenti:
Componenti ricorrenti:
1. una base di italiano colloquiale, proprio il carattere colloquiale favorisce l’uso di espressioni informali come ‘essere fuori’;
2. uno strato dialettale, impiegato per staccarsi dal lessico degli adulti rafforzando il
sentimento di voler essere diversi;
3. uno strato gergale tradizionale: voci gergali giovanili di lunga durata, ad esempio il ‘cioè’ (dagli anni ’70);
4. Uno strato serale innovante, formato da elementi più recenti ma anche più effimeri, come
il parlare corsivo e “virgola”, verbalizzazione del corrispondente segno interpuntivo usato
con funzione di marca di mitigazione o disaccordo;
5. uno strato proveniente dalla lingua
dei mass media, come slogan, tormentoni;
6. uno strato costituito da inserti di lingue straniere, forestierismi veri o fittizi;
7. uno strato proveniente dai meme, contenuti modificati creativamente dagli utenti per
sottolineare una condivisione più attiva di visioni e valori culturali.
‘Raga’:
Raga: processo di de-categorizzazione, assumendo funzioni di segnale discorsivo e, in questo caso, presenta posizione libera nell’enunciato ed è sintatticamente indipendente;
* Si può usare anche parlando tra sé e sé;
* Compare in conversazioni informali;
* Posizione nell’enunciato variabile: prevale quella iniziale, ma anche finale e mediana;
* Uso primariamente discorsivo, sia come allocutivo sia come segnale discorsivo;
* Frequente combinazione con ‘no’, con funzione di mitigare o intensificare il contenuto
preposizionale dell’enunciato, oppure per comunicare sentimenti di sorpresa e delusione.
segnali discorsivi = elementi che, a partire dal significato originario, assumono ulteriori funzioni nel discorso a seconda del contesto: sottolineano la strutturazione del testo, connettono elementi nella frase e tra le frasi, esplicitano la posizione dell’enunciato nella dimensione interpersonale, evidenziano processi cognitivi in atto