LE FONTI DEL DIRITTO Flashcards
Cosa sono le fonti del diritto?
Sono fonti del diritto i fatti o gli atti che l’ordinamento giuridico abilita a produrre norme giuridiche.
Quali sono le caratteristiche fondamentali delle norme giuridiche?
Caratteristiche fondamentali delle norme giuridiche sono:
- generalità, sono riferite alla pluralità indistinta di soggetti;
- astrattezza, prevedono un ipotesi di comportamento denominata fattispecie.
fonti di produzione
Sono fonti di produzione (cioè norme giuridiche) quei fatti (eventi naturali o anche comportamenti umani non volontari) o quegli atti (comportamenti umani volontari e consapevoli) ai quali l’ordinamento
attribuisce la capacità di produrre imperativi
che esso riconosce come propri.
fonti sulla produzione
Sono fonti sulla produzione quelle norme che disciplinano i modi di produzione
del diritto oggettivo, individuando i soggetti titolari di potere normativo
, i procedimenti di formazione
e gli atti prodotti
.
fonti fatto
Quando l’ordinamento riconosce direttamente al corpo sociale la capacità di produrre norme in via autonoma senza quindi l’iter di procedure particolari, tali norme prendono il nome di fonti di fatto.
fonti atto
Nel caso in cui la norma sia prodotta da un soggetto istituzionale portatore di una precisa volontà e nel rispetto delle procedure previste dalle fonti sulla produzione di parla si fonti atto.
Fonti di cognizione
Alle fonti di produzione è affidata la funzione di rendere conoscibile le norme. Le fonti di cognizione sono atti che non hanno natura normativa ma svolgono unicamente la funzione di far conoscere il diritto oggettivo.
Quali procedure e principi sono previsti nell’ordinamento per garantire l’applicazione e l’interpretazione corretta delle leggi?
Con riferimento alle fonti l’ordinamento prevede:
- la pubblicazione in forma ufficiale;
- l’applicazione di una serie di principi secondo i quali il giudice è tenuto a conoscere la legge e nessuno può invocare a propria scusa l’ignoranza della legge;
- il ricorso in cassazione per violazione di legge contro le sentenze civili e penali;
- l’interpretazione e applicazione del diritto delle preleggi.
Qual è il ruolo della Costituzione all’interno dell’ordinamento giuridico?
La Costituzione, oltre ad essere essa stessa una fonte del diritto, è la massima fonte nel senso che essa legittima tutti i processi di produzione del diritto.
Come può considerarsi il sistema delle fonti del diritto?
Il sistema delle fonti di diritto deve considerarsi chiuso, ciò implica che:
- non sono configurabili altre fonti primarie al di là di quelle espressamente previste dalla Costituzione stessa. La creazione di ulteriori atti di fonti primarie richiederebbe un processo di revisione costituzionale;
- ciascun atto normativo non può disporre di una forza maggiore di quella che la Costituzione ad esso attribuisce.
Che forza hanno gli atti fonte primari?
Agli atti fonte primari va riconosciuta forza di legge (o efficacia formale). Essa comprende due profili:
- profilo attivo: riguarda la loro capacità di modificare il diritto esistente. Questi atti possono introdurre nuove norme, cambiare quelle esistenti o eliminare quelle vecchie, sempre nel rispetto della Costituzione, che è la legge suprema.
- profilo passivo: cioè la capacità di resistere all’abrogazione o modifica da parte di atti fonte che non siano dotati della medesima forza.
Cosa implica il concetto di ‘forza di legge’ ?
Il concetto di forza di legge presuppone che il sistema delle fonti sia ordinato gerarchicamente, di modo che l’atto gerarchicamente superiore prevalga sull’atto gerarchicamente subordinato.
Differente è invece il caso delle fonti secondarie per le quali il sistema costituzionale è aperto.
Quali sono le caratteristiche fondamentali dell’ordinamento giuridico e come si relazionano alla pluralità delle fonti del diritto?
La pluralità delle fonti del diritto e quindi la pluralità delle norma giuridiche deve essere coerente con le caratteristiche fondamentali dell’ordinamento giuridico:
- unità: significa che tutte le norme possono farsi risalire al potere costituente, cioè al momento fondante dell’ordinamento e all’atto che con esso viene posto, la Costituzione;
- coerenza: significa che l’ordinamento non tollera contraddizioni tra le parti che lo compongono. Esso predispone una sere di rimedi per risolvere le antinomie (contrasti tra norme);
- completezza: significa l’assenza di lacune o vuoti normativi, ossia di casi non previsti dal diritto positivo.
Da quali fonti si traggono i criteri per risolvere i contrasti tra norme nell’ordinamento giuridico?
I criteri per risolvere i contrasti tra norme si traggono dalla Costituzione e dalle disposizioni contenute nelle preleggi al Codice Civile del 1942.
Quali sono i principi che regolano l’efficacia delle norme giuridiche e quali eccezioni vi sono alla regola generale?
Le norme giuridiche valgono di regola per il futuro non hanno quindi efficacia retroattiva. Il divieto di efficacia relativa è derogabile secondo lo stesso criterio cronologico. La retroattività tuttavia non è mai assoluta ma riguarda solo i rapporti pendenti, ossia suscettibili di essere ancora regolati. Il limite alla retroattività della legge si giustifica per garantire i diritti quesiti, ovvero di situazioni che non possono essere messe in discussione per garantire la certezza del diritto. Il divieto di retroattività è assoluto e inderogabile per le leggi in materia penale.
Qual è la differenza tra abrogazione e deroga in ambito normativo?
- L’effetto abrogativo non elimina la norma precedente, bensì circoscrive nel tempo l’efficacia dell’atto normativo abrogato.
- Distinta dall’abrogazione è la deroga, attraverso la quale l’atto normativo rimane valido, se ne circoscrive l’efficacia nel tempo, nello spazio o nei destinatari.
Quali sono i 3 tipi di abrogazione?
Esistono tre tipi di abrogazione:
- abrogazione espressa
: avviene quando una nuova legge o atto normativo specificamente dichiara di abrogare in tutto o in parte una legge o un atto normativo precedente. è il tipo più diretto e esplicito di abrogazione.
- abrogazione per incompatibilità
(tacita): viene accertata dall’interprete quando rileva il contrasto tra due norme dal contenuto incompatibile, per cui si deve scegliere tra l’una e l’altra;
- clausole di abrogazione espressa
, caso in cui la legge prevede che la disciplina da essa dettata non possa essere abrogata, derogata, modificata se non in modo espresso.
criterio cronologico
In caso di contrasto tra norme poste da fonti non equiparate
deve applicarsi il criterio della gerarchia, la norma posta da una fonte superiore prevale su una norma posta sa una fonte inferiore.
La norma sottordinata non si considera abrogata ma è invalidata
, deve essere cosi eliminata dall’ordinamento mediante l’annullamento
. L’invalidità determina l’eliminazione dall’ordinamento dell’atto e la caduta di ogni sua efficacia, non solo futura ma anche passata (efficacia retroattiva).
In caso di contrasto tra norme emanate da fonti con lo stesso livello gerarchico e competenza, prevale la norma più recente. La norma precedente si considera abrogata.
criterio gerarchico
In caso di contrasto tra norme poste da fonti non equiparate deve applicarsi il criterio della gerarchia, la norma posta da una fonte superiore prevale su una norma posta da una fonte inferiore.
La norma sottordinata non si considera abrogata ma è invalidata, deve essere cosi eliminata dall’ordinamento mediante l’annullamento. L’invalidità determina l’eliminazione dall’ordinamento dell’atto e la caduta di ogni sua efficacia, non solo futura ma anche passata (efficacia retroattiva).
Criterio della competenza
Le antinomie devono essere risolte anche applicando il principio della competenza, ovvero dando applicazione alla norma posta dalla fonte competente a disciplinare la fattispecie.
La norma non competente è invalida ed è soggetta ad annullamento.
Quali sono i criteri principali per l’interpretazione del diritto?
L’applicazione del diritto presuppone un’attività interpretativa. I criteri che regolano l’interpretazione sono quelli indicati dall’art. 12 delle preleggi:
► interpretazione letterale o testuale
, si concentra sul significato diretto delle parole nel testo legislativo. Presume che il legislatore abbia scelto le parole attentamente. Tuttavia, può essere limitata dall’ambiguità del linguaggio.
► interpretazione teleologica
, ossia secondo il fine o l’intenzione del legislatore;
► interpretazione logico – sistematica
, analizza come le disposizioni si collegano tra loro nell’atto normativo per garantire coerenza e evitare contraddizioni
► interpretazione analogica
interpretazione analogica
L’interpretazione analogica si applica quando un caso non previsto dalla legge viene trattato seguendo una disciplina prevista per situazioni simili. Questo metodo è utilizzato per colmare lacune normative. Esistono due tipi di analogia: “analogia legis
”, che si riferisce al riutilizzo della disciplina prevista per casi simili o materie analoghe, e “analogia iuris
”, che si applica quando mancano norme anche per casi simili, facendo ricorso ai principi generali dell’ordinamento giuridico.
Tuttavia, la legge vieta l’analogia nelle leggi penali e nelle leggi speciali.
criterio di stretta interpretazione
Per le disposizioni della Costituzione che prevedono diritti fondamentali vale il criterio di stretta interpretazione, in caso di dubbio l’interprete non può attribuire un significato in alcun modo restrittivo o lesivo dei diritti fondamentali.
interpretazione autentica
Dall’attività di interpretazione va distinta l’interpretazione autentica, ossia l’interpretazione effettuata con legge dal legislatore stesso. Le leggi di interpretazione autentica sono naturalmente leggi retroattive, l’interprete dovrà quindi applicare la legge secondo il senso prescritto dal legislatore.
Simili leggi fissano autoritativamente l’unico significato che la disposizione interpretata deve esprimere.
Come sono classificate le fonti del sistema costituzionale italiano?
Le fonti del sistema costituzionale italiano sono classificabili nel modo seguente:
- la Costituzione e le fonti costituzionali;
- fonti dell’Unione europea;
- fonti legislative ordinarie e le fonti legislative equiparate;
- fonti legislative specializzate;
- fonti espressione di autonomia degli organi costituzionali;
- fonti regolamentari;
- fonti del diritto regionale;
- fonti degli enti locali;
- fonti espressione di autonomia collettiva;
- fonti esterne riconosciute;
- fonti di fatto;
Qual è il ruolo e la caratteristica principale della Costituzione nell’ordinamento italiano?
La Costituzione è l’atto supremo dell’ordinamento
in quanto posta dal potere costituente, tutti gli altri atti fonte sono subordinati. La caratteristica essenziale della costituzione è la sua rigidità, essa può essere modificata solo mediante uno speciale procedimento di revisione costituzionale.
Quali sono le principali fonti del diritto di rango costituzionale previste dalla Costituzione italiana?
Tra le fonti del diritto di rango costituzionale la Costituzione prevede:
- le leggi di revisione costituzionale, che hanno come oggetto la modificazione di parti del testo della Costituzione;
- le leggi costituzionali, si tratta sia di quelle espressamente richiamate da singole disposizioni della Costituzione per integrare la disciplina di determinate materie, sia di quelle che il Parlamento decide di deliberare nelle forme previste dall’art. 138. Esse affiancano il testo costituzionale pur non facendone parte.
Quali sono le fasi del procedimento di formazione delle leggi in Italia?
Il procedimento di formazione delle leggi è un procedimento aggravato e prevede una duplice lettura da parte di ciascuna camera:
- la prima lettura si svolge secondo le regole previste per qualunque procedimento legislativo, ma con divieto di approvazione in commissione in sede legislativa;
- la seconda lettura, a distanza non inferiore a tre mesi richiede maggioranze qualificate.
Cosa accade durante la seconda lettura del procedimento legislativo in Italia?
In questa seconda fase:
- se il progetto di legge è stato approvato a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna camera, esso viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale a scopo notiziale. Dal giorno della pubblicazione ed entro i tre mesi che seguono i componenti delle camere o 500.000 elettori possono chiedere che la legge sia sottoposta a referendum costituzionale. Trascorso il termine si procede alla pubblicazione della legge;
- se il progetto di legge è stato approvato a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna camera non è consentito richiedere referendum e la legge viene promulgata e pubblicata.
Quali sono i limiti alla revisione costituzionale in Italia?
Il referendum costituzionale svolge una funzione di garanzia, essendo posto a tutela delle minoranze. Esistono tuttavia dei limiti alla revisione costituzionale:
- limite espresso, stabilito dall’art. 139 della Costituzione secondo cui la forma repubblicano non può essere oggetto di revisione costituzionale;
- limiti impliciti, che coincidono con i principi supremi dell’ordinamento costituzionale. Es: valore della dignità umana, diritti inviolabili dell’uomo, principio della sovranità popolare. Se intaccati tali principi si darebbe luogo a un processo di mutamento costituzionale (non di revisione).
Legge costituzionale rinforzata
è prevista per la fusione di regioni o per la creazione di nuove regioni. Anche in questo caso è previsto il rispetto di un particolare iter, le nuove regioni devono avere in ogni caso una popolazione non inferiore a un milione di abitanti.