LE FONTI DEL DIRITTO Flashcards

1
Q

Cosa sono le fonti del diritto?

A

Sono fonti del diritto i fatti o gli atti che l’ordinamento giuridico abilita a produrre norme giuridiche.

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2
Q

Quali sono le caratteristiche fondamentali delle norme giuridiche?

A

Caratteristiche fondamentali delle norme giuridiche sono:
- generalità, sono riferite alla pluralità indistinta di soggetti;
- astrattezza, prevedono un ipotesi di comportamento denominata fattispecie.

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3
Q

fonti di produzione

A

Sono fonti di produzione (cioè norme giuridiche) quei fatti (eventi naturali o anche comportamenti umani non volontari) o quegli atti (comportamenti umani volontari e consapevoli) ai quali l’ordinamento attribuisce la capacità di produrre imperativi che esso riconosce come propri.

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4
Q

fonti sulla produzione

A

Sono fonti sulla produzione quelle norme che disciplinano i modi di produzione del diritto oggettivo, individuando i soggetti titolari di potere normativo, i procedimenti di formazione e gli atti prodotti.

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5
Q

fonti fatto

A

Quando l’ordinamento riconosce direttamente al corpo sociale la capacità di produrre norme in via autonoma senza quindi l’iter di procedure particolari, tali norme prendono il nome di fonti di fatto.

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6
Q

fonti atto

A

Nel caso in cui la norma sia prodotta da un soggetto istituzionale portatore di una precisa volontà e nel rispetto delle procedure previste dalle fonti sulla produzione di parla si fonti atto.

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7
Q

Fonti di cognizione

A

Alle fonti di produzione è affidata la funzione di rendere conoscibile le norme. Le fonti di cognizione sono atti che non hanno natura normativa ma svolgono unicamente la funzione di far conoscere il diritto oggettivo.

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8
Q

Quali procedure e principi sono previsti nell’ordinamento per garantire l’applicazione e l’interpretazione corretta delle leggi?

A

Con riferimento alle fonti l’ordinamento prevede:
- la pubblicazione in forma ufficiale;
- l’applicazione di una serie di principi secondo i quali il giudice è tenuto a conoscere la legge e nessuno può invocare a propria scusa l’ignoranza della legge;
- il ricorso in cassazione per violazione di legge contro le sentenze civili e penali;
- l’interpretazione e applicazione del diritto delle preleggi.

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9
Q

Qual è il ruolo della Costituzione all’interno dell’ordinamento giuridico?

A

La Costituzione, oltre ad essere essa stessa una fonte del diritto, è la massima fonte nel senso che essa legittima tutti i processi di produzione del diritto.

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10
Q

Come può considerarsi il sistema delle fonti del diritto?

A

Il sistema delle fonti di diritto deve considerarsi chiuso, ciò implica che:
- non sono configurabili altre fonti primarie al di là di quelle espressamente previste dalla Costituzione stessa. La creazione di ulteriori atti di fonti primarie richiederebbe un processo di revisione costituzionale;
- ciascun atto normativo non può disporre di una forza maggiore di quella che la Costituzione ad esso attribuisce.

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11
Q

Che forza hanno gli atti fonte primari?

A

Agli atti fonte primari va riconosciuta forza di legge (o efficacia formale). Essa comprende due profili:
- profilo attivo: riguarda la loro capacità di modificare il diritto esistente. Questi atti possono introdurre nuove norme, cambiare quelle esistenti o eliminare quelle vecchie, sempre nel rispetto della Costituzione, che è la legge suprema.
- profilo passivo: cioè la capacità di resistere all’abrogazione o modifica da parte di atti fonte che non siano dotati della medesima forza.

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12
Q

Cosa implica il concetto di ‘forza di legge’ ?

A

Il concetto di forza di legge presuppone che il sistema delle fonti sia ordinato gerarchicamente, di modo che l’atto gerarchicamente superiore prevalga sull’atto gerarchicamente subordinato.
Differente è invece il caso delle fonti secondarie per le quali il sistema costituzionale è aperto.

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13
Q

Quali sono le caratteristiche fondamentali dell’ordinamento giuridico e come si relazionano alla pluralità delle fonti del diritto?

A

La pluralità delle fonti del diritto e quindi la pluralità delle norma giuridiche deve essere coerente con le caratteristiche fondamentali dell’ordinamento giuridico:
- unità: significa che tutte le norme possono farsi risalire al potere costituente, cioè al momento fondante dell’ordinamento e all’atto che con esso viene posto, la Costituzione;
- coerenza: significa che l’ordinamento non tollera contraddizioni tra le parti che lo compongono. Esso predispone una sere di rimedi per risolvere le antinomie (contrasti tra norme);
- completezza: significa l’assenza di lacune o vuoti normativi, ossia di casi non previsti dal diritto positivo.

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14
Q

Da quali fonti si traggono i criteri per risolvere i contrasti tra norme nell’ordinamento giuridico?

A

I criteri per risolvere i contrasti tra norme si traggono dalla Costituzione e dalle disposizioni contenute nelle preleggi al Codice Civile del 1942.

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15
Q

Quali sono i principi che regolano l’efficacia delle norme giuridiche e quali eccezioni vi sono alla regola generale?

A

Le norme giuridiche valgono di regola per il futuro non hanno quindi efficacia retroattiva. Il divieto di efficacia relativa è derogabile secondo lo stesso criterio cronologico. La retroattività tuttavia non è mai assoluta ma riguarda solo i rapporti pendenti, ossia suscettibili di essere ancora regolati. Il limite alla retroattività della legge si giustifica per garantire i diritti quesiti, ovvero di situazioni che non possono essere messe in discussione per garantire la certezza del diritto. Il divieto di retroattività è assoluto e inderogabile per le leggi in materia penale.

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16
Q

Qual è la differenza tra abrogazione e deroga in ambito normativo?

A
  • L’effetto abrogativo non elimina la norma precedente, bensì circoscrive nel tempo l’efficacia dell’atto normativo abrogato.
  • Distinta dall’abrogazione è la deroga, attraverso la quale l’atto normativo rimane valido, se ne circoscrive l’efficacia nel tempo, nello spazio o nei destinatari.
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17
Q

Quali sono i 3 tipi di abrogazione?

A

Esistono tre tipi di abrogazione:
- abrogazione espressa: avviene quando una nuova legge o atto normativo specificamente dichiara di abrogare in tutto o in parte una legge o un atto normativo precedente. è il tipo più diretto e esplicito di abrogazione.
- abrogazione per incompatibilità (tacita): viene accertata dall’interprete quando rileva il contrasto tra due norme dal contenuto incompatibile, per cui si deve scegliere tra l’una e l’altra;
- clausole di abrogazione espressa, caso in cui la legge prevede che la disciplina da essa dettata non possa essere abrogata, derogata, modificata se non in modo espresso.

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18
Q

criterio cronologico

A

In caso di contrasto tra norme poste da fonti non equiparate deve applicarsi il criterio della gerarchia, la norma posta da una fonte superiore prevale su una norma posta sa una fonte inferiore.
La norma sottordinata non si considera abrogata ma è invalidata, deve essere cosi eliminata dall’ordinamento mediante l’annullamento. L’invalidità determina l’eliminazione dall’ordinamento dell’atto e la caduta di ogni sua efficacia, non solo futura ma anche passata (efficacia retroattiva).
In caso di contrasto tra norme emanate da fonti con lo stesso livello gerarchico e competenza, prevale la norma più recente. La norma precedente si considera abrogata.

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19
Q

criterio gerarchico

A

In caso di contrasto tra norme poste da fonti non equiparate deve applicarsi il criterio della gerarchia, la norma posta da una fonte superiore prevale su una norma posta da una fonte inferiore.
La norma sottordinata non si considera abrogata ma è invalidata, deve essere cosi eliminata dall’ordinamento mediante l’annullamento. L’invalidità determina l’eliminazione dall’ordinamento dell’atto e la caduta di ogni sua efficacia, non solo futura ma anche passata (efficacia retroattiva).

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20
Q

Criterio della competenza

A

Le antinomie devono essere risolte anche applicando il principio della competenza, ovvero dando applicazione alla norma posta dalla fonte competente a disciplinare la fattispecie.
La norma non competente è invalida ed è soggetta ad annullamento.

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21
Q

Quali sono i criteri principali per l’interpretazione del diritto?

A

L’applicazione del diritto presuppone un’attività interpretativa. I criteri che regolano l’interpretazione sono quelli indicati dall’art. 12 delle preleggi:
interpretazione letterale o testuale, si concentra sul significato diretto delle parole nel testo legislativo. Presume che il legislatore abbia scelto le parole attentamente. Tuttavia, può essere limitata dall’ambiguità del linguaggio.
interpretazione teleologica, ossia secondo il fine o l’intenzione del legislatore;
interpretazione logico – sistematica, analizza come le disposizioni si collegano tra loro nell’atto normativo per garantire coerenza e evitare contraddizioni
interpretazione analogica

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22
Q

interpretazione analogica

A

L’interpretazione analogica si applica quando un caso non previsto dalla legge viene trattato seguendo una disciplina prevista per situazioni simili. Questo metodo è utilizzato per colmare lacune normative. Esistono due tipi di analogia: “analogia legis”, che si riferisce al riutilizzo della disciplina prevista per casi simili o materie analoghe, e “analogia iuris”, che si applica quando mancano norme anche per casi simili, facendo ricorso ai principi generali dell’ordinamento giuridico.

Tuttavia, la legge vieta l’analogia nelle leggi penali e nelle leggi speciali.

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23
Q

criterio di stretta interpretazione

A

Per le disposizioni della Costituzione che prevedono diritti fondamentali vale il criterio di stretta interpretazione, in caso di dubbio l’interprete non può attribuire un significato in alcun modo restrittivo o lesivo dei diritti fondamentali.

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24
Q

interpretazione autentica

A

Dall’attività di interpretazione va distinta l’interpretazione autentica, ossia l’interpretazione effettuata con legge dal legislatore stesso. Le leggi di interpretazione autentica sono naturalmente leggi retroattive, l’interprete dovrà quindi applicare la legge secondo il senso prescritto dal legislatore.
Simili leggi fissano autoritativamente l’unico significato che la disposizione interpretata deve esprimere.

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25
Q

Come sono classificate le fonti del sistema costituzionale italiano?

A

Le fonti del sistema costituzionale italiano sono classificabili nel modo seguente:
- la Costituzione e le fonti costituzionali;
- fonti dell’Unione europea;
- fonti legislative ordinarie e le fonti legislative equiparate;
- fonti legislative specializzate;
- fonti espressione di autonomia degli organi costituzionali;
- fonti regolamentari;
- fonti del diritto regionale;
- fonti degli enti locali;
- fonti espressione di autonomia collettiva;
- fonti esterne riconosciute;
- fonti di fatto;

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26
Q

Qual è il ruolo e la caratteristica principale della Costituzione nell’ordinamento italiano?

A

La Costituzione è l’atto supremo dell’ordinamento in quanto posta dal potere costituente, tutti gli altri atti fonte sono subordinati. La caratteristica essenziale della costituzione è la sua rigidità, essa può essere modificata solo mediante uno speciale procedimento di revisione costituzionale.

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27
Q

Quali sono le principali fonti del diritto di rango costituzionale previste dalla Costituzione italiana?

A

Tra le fonti del diritto di rango costituzionale la Costituzione prevede:
- le leggi di revisione costituzionale, che hanno come oggetto la modificazione di parti del testo della Costituzione;
- le leggi costituzionali, si tratta sia di quelle espressamente richiamate da singole disposizioni della Costituzione per integrare la disciplina di determinate materie, sia di quelle che il Parlamento decide di deliberare nelle forme previste dall’art. 138. Esse affiancano il testo costituzionale pur non facendone parte.

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28
Q

Quali sono le fasi del procedimento di formazione delle leggi in Italia?

A

Il procedimento di formazione delle leggi è un procedimento aggravato e prevede una duplice lettura da parte di ciascuna camera:

  • la prima lettura si svolge secondo le regole previste per qualunque procedimento legislativo, ma con divieto di approvazione in commissione in sede legislativa;
  • la seconda lettura, a distanza non inferiore a tre mesi richiede maggioranze qualificate.
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29
Q

Cosa accade durante la seconda lettura del procedimento legislativo in Italia?

A

In questa seconda fase:
- se il progetto di legge è stato approvato a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna camera, esso viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale a scopo notiziale. Dal giorno della pubblicazione ed entro i tre mesi che seguono i componenti delle camere o 500.000 elettori possono chiedere che la legge sia sottoposta a referendum costituzionale. Trascorso il termine si procede alla pubblicazione della legge;
- se il progetto di legge è stato approvato a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna camera non è consentito richiedere referendum e la legge viene promulgata e pubblicata.

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30
Q

Quali sono i limiti alla revisione costituzionale in Italia?

A

Il referendum costituzionale svolge una funzione di garanzia, essendo posto a tutela delle minoranze. Esistono tuttavia dei limiti alla revisione costituzionale:
- limite espresso, stabilito dall’art. 139 della Costituzione secondo cui la forma repubblicano non può essere oggetto di revisione costituzionale;
- limiti impliciti, che coincidono con i principi supremi dell’ordinamento costituzionale. Es: valore della dignità umana, diritti inviolabili dell’uomo, principio della sovranità popolare. Se intaccati tali principi si darebbe luogo a un processo di mutamento costituzionale (non di revisione).

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31
Q

Legge costituzionale rinforzata

A

è prevista per la fusione di regioni o per la creazione di nuove regioni. Anche in questo caso è previsto il rispetto di un particolare iter, le nuove regioni devono avere in ogni caso una popolazione non inferiore a un milione di abitanti.

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32
Q

Qual è il ruolo del diritto dell’Unione Europea nell’ordinamento italiano e quali sono i suoi limiti costituzionali?

A

Le autorità amministrative e giurisdizionali italiane applicando il diritto dell’Unione in parte direttamente (regolamenti) e in parte adeguando l’ordinamento interno (direttive) disapplicano il diritto italiano eventualmente incompatibile in forza del primato del diritto comunitario.
È lo stesso art. 11 della Costituzione che consente di stipulare trattati con cui ci si obbliga a limitazioni di sovranità affermando “l’Italia consente alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tre le nazioni”.
Tuttavia solo nel 2001 è stato nuovamente formulato l’art. 117 della Costituzione introducendo il riferimento ai vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario. L’unico limite stabilito dalla Corte costituzionale è il rispetto dei principi supremi e dei diritti inviolabili della nostra costituzione.

33
Q

Quali sono le fasi cruciali dell’evoluzione dei rapporti tra l’Unione Europea e le fonti interne nell’ordinamento italiano?

A

Fasi cruciali dei rapporti tra Ue e fonti interne:
- in un primo momento si consideravano equiparati il diritto comunitario e la legge ordinaria;
- successivamente, le norme interne furono considerate incompatibili con le norme comunitarie;
- infine si riconobbe il primato del diritto comunitario.

34
Q

Qual è la relazione tra il diritto interno e il diritto comunitario, in particolare per quanto riguarda le direttive dell’Unione Europea?

A

Il diritto interno in contrasto con quello comunitario non si considera abrogato o invalido. I due ordinamenti sono infatti separati anche se coordinati, il diritto interno viene semplicemente considerato non applicabile in quanto esiste una normativa europea.

Nel caso delle DIRETTIVE esse devono essere recepite con atto normativo interno, esse avranno nel sistema delle fonti la stessa collocazione che è proprio dall’atto di recepimento.

35
Q

Come può essere definita la legge?

A

La legge può essere definita come l’atto fonte abilitato a produrre norme primarie e dotato di forza di legge.

36
Q

Quali sono i limiti della legge ordinaria nell’ordinamento italiano?

A

I limiti della legge ordinaria riguardano il rispetto della Costituzione e dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea e dagli obblighi internazionali.

37
Q

Cosa stabilisce la Costituzione italiana riguardo alle riserve di legge?

A

La Costituzione affida alla legge importanti materie attraverso le riserve di legge.
La riserva di legge designa i casi in cui le disposizioni costituzionali attribuiscono la disciplina di una determinata materia esclusivamente alla legge, sottraendola così alla competenza di atti normativi subordinati, come i regolamenti dell’esecutivo.

La Costituzione assegna alla legge alcune materie importanti attraverso le riserve di legge. Questo significa che solo la legge può regolare queste materie, escludendo altri atti normativi, come i regolamenti dell’esecutivo.

38
Q

Quali sono i due aspetti principali delle riserve di legge?

A

La riserva di legge ha due aspetti principali:

  • Aspetto negativo: Divieto per altri atti normativi, diversi dalla legge, di intervenire nella materia riservata.
  • Aspetto positivo: Obbligo per la legge di intervenire e regolare la materia riservata.
39
Q

Qual è lo scopo delle riserve di legge nell’ordinamento giuridico italiano e quali sono le tipologie di riserve esistenti?

A

Le riserve di legge sono stabilite allo scopo di garantire il principio democratico e in generale di tutelare i diritti fondamentali e il principio di eguaglianza.
Esistono diverse tipologie di riserve:

  • riserve assolute, quando l’intera disciplina della materia è riservata alla legge, salvo solamente i regolamenti di stretta esecuzione (es: elenchi delle sostanze stupefacenti);
  • riserve relative, quando alla legge spetta la disciplina essenziale della materia, in modo da circoscrivere la discrezionalità derivante dal regolamento.
  • riserve finforzate, quando la Costituzione stabilisce che l’intervento legislativo debba avvenire seguendo procedure specifiche o contenere certi contenuti costituzionalmente stabiliti.
40
Q

Leggi in senso (solo) formale

A

Leggi che hanno come contenuto norme generali ed astratte destinate ad alimentare l’ordinamento giuridico.
Tuttavia, esistono casi in cui la forma della legge non corrisponde direttamente al suo contenuto normativo.
Questo fenomeno si verifica ad esempio con la legge di bilancio e le leggi di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali.
In questi casi, la legge ha principalmente una funzione procedurale o autorizzativa, senza contenuti normativi specifici.

41
Q

Leggi di provvedimento

A

Le leggi di provvedimento sono atti normativi in cui la forma è quella di una legge, ma il contenuto non è generale e astratto. Piuttosto, mirano a provvedere immediatamente ad una specifica necessità o interesse. Un esempio potrebbe essere un intervento straordinario per la riparazione della sede dei carabinieri di Ancona.

Anche se queste leggi non sono generali, sono state riconosciute come ammissibili dalla Corte Costituzionale. Ciò significa che, nonostante il loro carattere specifico, possono essere considerate valide e legittime nel sistema giuridico.

42
Q

Leggi necessariamente generali

A

Le leggi necessariamente generali sono quelle che devono essere sempre generali e astratte, come richiesto dalla Costituzione. In questi casi, le leggi provvedimento sono escluse. Ad esempio, le limitazioni alla libertà di circolazione possono essere stabilite dalla legge solo in modo generale per motivi di sanità e sicurezza. Allo stesso modo, le norme sull’istruzione devono essere generali. Questo significa che la Costituzione richiede che queste materie siano regolate da leggi che si applicano in maniera uniforme e non specifica.

43
Q

Qual è il ruolo del governo nella produzione di decreti legislativi e decreti legge secondo la Costituzione italiana?

A

Secondo la Costituzione italiana, il governo ha il potere di adottare decreti legislativi e decreti legge, che hanno la stessa forza di una legge ordinaria.
Tuttavia, per garantire un controllo democratico, la Costituzione richiede sempre l’intervento del Parlamento.
In particolare, il governo non può adottare decreti legislativi senza una previa legge di delegazione da parte del Parlamento.

44
Q

Quali sono le caratteristiche principali del procedimento di delegazione legislativa?

A

Il procedimento di delegazione legislativa è un procedimento duale che vede come protagonisti sia il Parlamento che il governo.
La legge di delegazione ha la funzione di conferire al governo (solo al governo) il potere di adottare atti aventi forza di legge.
Essa deve:

  • contenere l’individuazione dell’oggetto della delega chiaramente definito;
  • stabilire i principi e i criteri direttivi;
  • indicare il termine entro il quale la delega può essere esercitata (deleghe senza scadenza non sono
    ammissibili).

È inoltre previsto per le leggi di delegazione che il governo, prima di esercitare la delega, acquisisca il parere delle commissioni parlamentari o di apposite commissioni bicamelari.
Il decreto legislativo è quindi l’atto che il governo adotta in attuazione della legge di delegazione, deliberato dal Consiglio dei Ministri e dal presidente della Repubblica.

45
Q

Quali sono i limiti impliciti alla delega legislativa che il Parlamento può conferire al governo?

A

Esistono dei limiti (impliciti) alle materie che il Parlamento può delegare al governo: sono sottratti alla legge di delega tutti quegli atti che presuppongono l’alterità politica ossia la necessaria distinzione dei ruoli tra Parlamento e governo.

46
Q

Decreti del governo in caso di guerra

A

essi possono essere adottati dal governo previa deliberazione da parte delle Camere dello stato di guerra. L’atto di conferimento attribuisce al governo il potere di adottare atti con forza di legge che comunque non possono ritenersi abilitati a derogare a disposizioni della Costituzione. A differenza delle deleghe legislative, i criteri e i principi non possono essere predeterminati, come pure la durata del conferimento.

47
Q

Quali sono le caratteristiche e le procedure relative all’adozione dei decreti legge?

A

Il governo, quando ricorrono determinati presupposti, può adottare decreti legge.
Essi sono provvedimenti provvisioni con forza equiparata alla legge ordinaria, deliberati dal Consiglio dei Ministri ed emanati dal presidente della Repubblica. In base all’art. 77 della Costituzione, il decreto legge:

  • può essere adottato solo in casi straordinari di necessità ed urgenza, tali presupposti sono solitamente interpretati in senso ampio, non limitati solamente a eventi imprevisti;
  • deve essere presentato alle Camere per la conversione lo stesso giorno in cui è adottato e le Camere si riuniscono entro i successivi 5 giorni;
  • dura solo 60 giorni, ha quindi efficacia provvisoria: se non è convertito in legge la perde sin dall’inizio.
48
Q

legge di conversione

A

La legge di conversione è l’atto mediante il quale il Parlamento si riappropria della funzione legislativa eccezionalmente esercitata dal governo.
In sede di conversione le Camere sono libere di apportare modifiche al testo del decreto legge. Gli emendamenti delle camere hanno efficacia pro futuro, ossia dal giorno successivo a quello della pubblicazione della legge. Qualora il decreto legge decada il Parlamento può adottare una legge regolatrice dei rapporti e delle situazioni che si sono determinate nel periodi di vigenza dell’atto normativo.

49
Q

Reiterazione

A

l’abuso dei decreti legge (specialmente negli anni Settanta) produsse il fenomeno della reiterazione dei decreti legge.
Nel 1996 la Corte Costituzionale ha sancito il divieto di riprodurre lo stesso identico decreto allo scopo di protrarne l’efficacia nel tempo. Negli ultimi hanno inoltre la Corte costituzionale ha cominciato a esercitare un vero e proprio controllo sulla sussistenza degli stessi presupposti di legittimità del decreto legge.

50
Q

il referendum abrogativo

A

L’art. 75 della Costituzione disciplina il referendum popolare per l’abrogazione, totale o parziale, di leggi e di atti aventi forza di legge. La dottrina prevalente include l’atto abrogativo referendario tra le fonti del diritto in quanto l’abrogare puramente e semplicemente corrisponde ad un disporre diversamente e come tale corrisponde a esercizio di potestà normativa.

51
Q

fonti legislative specializzate

A

Tra le fonti legislative specializzate includiamo fonti tra loro diverse, che non hanno nulla in comune se non l’atipicità rispetto a tutte le altri fonti primarie. Sono anche chiamate fonti atipiche.
Tra le fonti specializzate rientrano i seguenti atti legislativi:
- leggi di esecuzione dei Patti lateranensi, i quali disciplinano i rapporti fra Stato e chieda cattolica;
- leggi che disciplinano i rapporti fra lo Stato e le altre confessioni religiose;
- leggi che staccano una provincia o un comune da una regione per aggregarli all’altra, devono essere
approvate con un referendum con voto favorevole della maggioranza delle popolazioni interessate;
- leggi di amnistia e di indulto che devono essere deliberate a maggioranza dei due terzi dei
componenti di ciascuna camera;
- leggi statali che stabiliscono forma e condizioni particolari di autonomia alle regioni ordinarie.
L’iniziativa spetta alla Regione interessata e la legge deve essere approvata a maggioranza assoluta
dalle Camere;
- decreti legislativi di attuazione degli statuti delle regioni speciali.

52
Q

Qual è il ruolo dei regolamenti parlamentari nel contesto dell’ordinamento italiano?

A

I regolamenti parlamentari sono atti fonte di rango primario a competenza materiale riservata, in quanto attuano direttamente la Costituzione. Essi sono fonte del diritto poiché regolano i rapporti delle Camere con gli altri organi.
I regolamenti delle due Camere prevedono a loro volta l’adozione di regolamenti parlamentari speciali che disciplinano l’organizzazione e il funzionamento di particolari organi delle Camere. Distinti da questi sono i regolamenti di organizzazione che disciplinano la gestione amministrativa degli apparati dei due rami del Parlamento.

53
Q

Quali organi costituzionali italiani hanno il potere di adottare regolamenti?

A

Una potestà regolamentare relativa alla loro organizzazione e funzionamento è riconosciuta anche agli altri organi costituzionali.
- La potestà della Corte costituzionale trova un indiretto fondamento costituzionale;
- Per quanto riguarda la Presidenza della Repubblica è prevista la possibilità di adottare regolamenti interni, ma solo in relazione all’organizzazione e funzionamento dell’apparato amministrativo e non al complessivo esercizio delle funzioni presidenziali.

Tali regolamenti hanno natura secondaria

  • Per quanto riguarda invece la presidenza del Consiglio è prevista una autonomia organizzativa simile a quella riconosciuta alle Camere e alla Corte Costituzionale.
54
Q

i regolamenti

A

I regolamenti sono fonti secondarie del diritto, ossia subordinate a quelle primarie. La denominazione include una categoria eterogenea di atti normativi di competenza del governo, dei ministri, degli organi centrali e periferici e della pubblica amministrazioni, nonché delle regioni e degli enti locali.
Anche se le fonti secondarie non costituiscono un sistema chiuso, la potestà regolamentare deve trovare fondamento in una norma di legge che attribuisca il relativo potere (principio di legalità).
Il contrasto tra norma di regolamento e norma di legge deve essere risolto dal giudice ordinario in base al principio di preferenza della legge.

55
Q

Quali sono i regolamenti dell’esecutivo?

A

I regolamenti dell’esecutivo si distinguono in:
- regolamenti governativi
- regolamenti ministeriali e interministeriali

56
Q

regolamenti governativi

A

I regolamenti governativi sono approvati dal Consiglio dei ministri sentito il parere del Consiglio di stato, sono emanati con la forma del decreto del presidente della Repubblica. Tutti i regolamenti devono essere sottoposti al visto della Corte dei conti. Ne sono previsti di vario tipo:
- regolamenti di esecuzione, per rendere più agevole l’applicazione di leggi e di regolamenti dell’Unione;
- regolamenti di attuazione e di integrazione;
- regolamenti indipendenti, per disciplinare materie sulle quali manchi una normativa di legge,
- regolamenti di organizzazione, per disciplinare organizzazione e funzionamento delle
amministrazioni pubbliche;
- regolamenti di delegificazione, possono determinare l’abrogazione di norme vigenti di legge allo
scopo di semplificare e razionalizzare i processi di produzione del diritto.

57
Q

regolamenti ministeriali e interministeriali

A

Per i regolamenti ministeriali e interministeriali è necessaria un’apposita disposizione legislativa che autorizzi l’esercizio del potere regolamentare. I regolamenti ministeriali sono adottati nelle materie di competenza di un ministro; i regolamenti interministeriali sono adottati in materie di competenza di più ministri. Entrambi sono sempre subordinati ai regolamenti di governo e devono essere comunicati al Presidente del Consiglio prima della loro emanazione.

58
Q

Quali sono le principali fonti di diritto delle regioni nell’ordinamento italiano?

A

Sono fonti di diritto delle regioni:
- gli statuti delle regioni ordinarie
- le leggi regionali
- i regolamenti regionali

Diverso è il caso degli statuti speciali, che sono fonti statali di rango costituzionale.

59
Q

Quali sono le fasi del procedimento di approvazione e revisione degli statuti ordinari delle regioni?

A

Il procedimento di approvazione e revisione è formato da due fasi, una necessaria e una eventuale.
- La fase necessaria riguarda l’approvazione dello statuto da parte del Consiglio Regionale che avviene in due deliberazioni a distanza non inferiore a 2 mesi che deve essere approvato a maggioranza assoluta dei componenti.
- La fase eventuale riguarda l’intervento del corpo elettorale mediante referendum.

Lo statuto regionale è un atto fonte a competenza specializzata e sovraordinato rispetto alla legge regionale.

60
Q

legge regionale

A

È approvata nelle forme e nei modi previsti da ciascuno statuto regionale. Incontra gli stessi limiti previsti per la legge statale.
La Costituzione elenca una serie di materie di competenza concorrente tra lo Stato e le regioni, stabilendo che alle regioni spetta la potestà legislativa residuale, cioè quella in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato.
Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato.

61
Q

regolamenti regionali

A

Il Consiglio regionale esercita le potestà legislative attribuite alla regione, mentre il presidente della giunta promulga le leggi ed emana i regolamenti regionali. Il potere regolamentare può essere attribuito alla giunta o al consiglio, secondo le forme e le modalità stabilite dallo statuto di ciascuna regione.
I regolamenti regionali sono subordinati sia alla legge statale sia a quella regionale.

62
Q

Statuti speciali

A

Il Friuli Venezia Giulia, la Sardegna, la Sicilia, il Trentino Alto Adige e la Valle d’Aosta dispongono di forme e condizioni particolari di autonomia, secondo i rispettivi statuti adottati con legge costituzionale. Procedimento:
- quando la revisione dello statuto speciale è d’iniziativa del governo o del Parlamento, il progetto di legge costituzionale deve essere comunicato all’assemblea regionale, la quale ha due mesi di tempo per esprimere il proprio parere;
- non si dà luogo ad alcun referendum. Nel caso specifico il Parlamento è quindi l’unico soggetto al quale è affidata la tutela dell’interesse nazionale.

63
Q

Quali sono le fonti del diritto degli enti locali?

A

Sono fonti degli enti locali:
- gli statuti
- i regolamenti

Essi sono disciplinati dal Tuel (testo unico sull’ordinamento degli enti locali).

64
Q

statuti

A

costituiscono l’atto fondamentale dell’organizzazione dell’ente locale. È previsto un procedimento aggravato di approvazione. Gli statuti di comuni e province sono deliberati dai consigli a maggioranza dei due terzi, se tale maggioranza non viene raggiunta il progetto di statuto è approvato anche solo con la maggioranza assoluta dei consiglieri. Limite dello statuto è la legge dello Stato.

65
Q

regolamenti

A

ogni ente locale dispone di potestà regolamentare, essa trova fondamento nell’art. 117 della Costituzione. La potestà spetta al consiglio dell’ente, essi sono subordinati allo statuto nonché alle leggi statali e regionali. I regolamenti locali incontrano limiti nella legge sia statale sia regionale.

66
Q

le fonti espressione di autonomia collettiva

A

Fra le fonti del diritto sono da annoverare anche fonti che, espressione dell’autonomia dei provati, sono direttamente previste dalla Costituzione. Affinché sia considerate fonti del diritto è necessario che:
- siano generali e astratte;
- siano abilitate a produrre atti ad efficacia;
- siano assistite da apparati dello stato (possibilità di far ricorso al giudice);
- abbiano il trattamento proprio delle fonti pubbliche

Fra queste fonti possiamo annoverare:
- i contratti collettivi di lavoro
- i contratti collettivi per la disciplina del lavoro

67
Q

contratti collettivi di lavoro

A

I contratti collettivi di lavoro, destinati a disciplinare il rapporto di lavoro fra datori di lavoro e lavoratori. È la stessa Costituzione che prevede che “i sindacati registrati e dotati di personalità giuridiche possano stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie cui il contratto si riferisce”;

68
Q

contratti collettivi per la disciplina del lavoro

A

I contratti collettivi per la disciplina del lavoro nelle pubbliche amministrazioni. Tali contratti sono vincolanti per tutti i dipendenti pubblici, essi sono pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale ed è riconosciuta la possibilità di ricorso in cassazione per la loro violazione. Essi sono una particolare fonte del diritto negoziata.

69
Q

fonti esterne riconosciute

A

Prendono il nome di fonti esterne riconosciute le fonti alle quali è riconosciuta l’attitudine a produrre norme giuridiche nell’ordinamento interno.
- A tal proposito si parla di rinvio alla fonte, ossia del rinvio a tutte le norme che la fonte richiamata è in grado di produrre nel tempi;
- Un altro caso riguarda l’adattamento automatico alle norme generalmente riconosciute dall’ordinamento giuridico internazionale.

70
Q

Qual è la differenza tra le norme interne di riconoscimento e le fonti esterne richiamate nel contesto del diritto internazionale?

A

Le norme interne di riconoscimento sono fonti sulla produzione giuridica, le fonti esterne richiamate sono fonti di produzione.

71
Q

nome di diritto internazionale privato

A

Norme interne che valgono come fonti sulla produzione sono le nome di diritto internazionale privato che individua le situazioni nel quale l’ordinamento italiano entra in collegamento con altri ordinamenti distinti, permettendo il tal modo il riconoscimento di fonti esterne abilitate.

72
Q

Qual è la fonte fatto per eccellenza?

A

La fonte fatto per eccellenza è la consuetudine, la quale richiede due elementi:
- un comportamento ripetuto nel tempi (elemento materiale);
- la convinzione da parte del corpo sociale che tale comportamento sia giuridicamente dovuto
(elemento soggettivo).
Ove questa condizione non vi fosse saremmo semplicemente di fronte a una prassi (comportamento ripetuto ma non vincolante).

Le preleggi stabiliscono che “nelle materie regolate dalle leggi e dai regolamenti, gli usi hanno efficacia solo in quanto siano da essi richiamati”. Gli usi e le consuetudini sono subordinate gerarchicamente alle fonti atto, esse sono quindi invalide se in contrasto con queste ultime.

73
Q

Qual è la differenza tra il ruolo delle consuetudini nel diritto privato negli ordinamenti di civil law e in quelli di common law?

A

Il valore delle consuetudini di diritto privato è molto minore negli ordinamento di civil law rispetto a quelli di common law, dove il diritto comune di origine consuetudinaria viene invece considerato di rango superiore alla statute law, ossia il diritto statuito secondo procedure formali;

74
Q

quali sono le caratteristiche delle consuetudini costituzionali?

A

Esistono anche consuetudini costituzionali le quali hanno rango costituzionale. Quando esse sono in armonia con il sistema costituzionale si impongono a tutte le fonti subordinate.
Tra di essi vengono ricomprese anche le convenzioni costituzionali. Cosa diversa sono invece le norme di correttezza costituzionale le quali definisco il galateo dei rapporti tra gli organi costituzionali.

75
Q

fonti di cognizione

A

Si definiscono fonti di cognizione quegli atti, non aventi forza normativa, i quali sono volti esclusivamente a rendere conoscibile il diritto oggettivo. Esse si dividono in:
- fonti aventi valore legale, come la Gazzetta Ufficiale e le altre pubblicazioni ufficiali;
- fonti aventi valore meramente conoscitivo, come la Normattiva istituita dalla legge per offrire gratuitamente su Internet tutto il complesso delle norme stati vigenti.

76
Q

Quali sono le modalità di pubblicazione degli atti normativi a livello statale, regionale e locale in Italia?

A

Tutti gli atti normativi devono essere pubblicati nelle forme previste dalle legge.
- Gli atti normativi statali sono pubblicati nella Gazzetta Ufficiale delle Repubblica;
- Gli atti normativi regionali sono pubblicati nel Bollettino Ufficiale di ciascuna regione;
- Gli atti locali sono pubblicati mediante affissione nell’albo pretorio dell’ente locale.

77
Q

promulgazione, emanazione e pubblicazione degli atti normativi

A

Il nostro ordinamento conosce una precisa disciplina delle modalità di promulgazione, emanazione e pubblicazione degli atti normativi.
- La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale è curata dal ministro della giustizia. Essa pubblica:

Leggi e regolamenti delle regioni e province autonome;

Regolamenti e direttive dell’Unione europea;

Il testo integrale delle sentenze e ordinanze della Corte costituzionale

  • Le leggi e gli altri atti normativi si citano indicando il giorno, mese, anno della promulgazione + il numero. Essi entrano normalmente in vigore il 15° giorno seguente alla loro pubblicazione. L’atto stesso può prevedere un termine diverso.
78
Q

testi unici

A

I testi unici sono testi che raccolgono atti normativi preesistenti, che sebbene posto in tempi diversi, disciplinano una medesima materia.
Essi sono destinati al riordino della legislazione vigente: cioè a eliminare o ridurre la disseminazione di norme sulla stessa materia, allo scopo di facilitare gli operatori del diritto.
I testi unici si distinguono in:
- testi unici compilativi
- testi unici normativi

79
Q

testi unici compilativi VS testi unici normativi

A

I testi unici si distinguono in:
- testi unici compilativi: si tratta di atti di natura amministrativa e hanno come fine esclusivo quello di agevolare la conoscenza del diritto esistenze in una certa materia. Essi unificano la legislazione preesistente lasciandola immutata.
- testi unici normativi: si tratta di atti di produzione del diritto. Essi non li limitano a raccogliere in un unico atto le norme vigenti, ma provvedono ad armonizzare la legislazione.
→ i testi unici compilativi sono deliberati dal governo sulla base di una mera autorizzazione del Parlamento o su propria iniziativa.
→ i testi unici normativi sono deliberati dal governo nella forma di decreti legislativi sulla base si una legge di delegazione del Parlamento.