GLI ORDINAMENTI REGIONALI E LOCALI Flashcards
Quali erano le caratteristiche della competenza legislativa delle regioni ordinarie?
La competenza legislativa delle regioni ordinarie era concorrente e limitata a un numero ristretto di materie elencate dalla Costituzione. Le regioni potevano legiferare, ma nel rispetto del quadro tracciato dalle leggi dello stato e dei principi fondamentali della materia.
Qual era la ripartizione dell’ordinamento della Repubblica italiana secondo la Costituzione del 1948?
La Repubblica italiana era ripartita in regioni, province e comuni, con ciascuno di essi dotato di autonomia secondo i principi stabiliti dalla Costituzione.
Quali disposizioni specifiche riguardavano le regioni nella Costituzione del 1948?
Nella Costituzione del 1948, le regioni avevano attribuite funzioni amministrative e avrebbero dovuto esercitarle delegandole a province e comuni. Furono riconosciute autonomia finanziaria, autonomia statutaria sull’organizzazione interna e fu istituito un commissario del governo per il coordinamento fra amministrazione regionale e statale. Gli atti amministrativi regionali erano sottoposti a controllo di legittimità da parte dello stato, e vi erano casi previsti di scioglimento del consiglio regionale mediante decreto del presidente della Repubblica.
Qual è il ruolo delle leggi generali della Repubblica nell’ordinamento degli enti locali?
La Costituzione rinvia alle leggi generali della Repubblica per garantire che tutti gli enti locali siano posti sullo stesso piano, assicurando così una uniformità nel trattamento e nei diritti.
Quando avvenne l’istituzione delle regioni ordinarie in Italia e quali resistenze incontrò?
È importante sottolineate che l’istituzione delle regioni ordinarie avvenne solo nel 1970, oltre 22 anni dopo l’entrata in vigore della Costituzione ed incontrò numerose resistenze.
Dagli anni Novanta i sono verificati grandi cambiamenti nel sistema delle autonomie regionali e locali:
- attraverso l’ordinamento delle autonomie locali, comuni e province poterono darsi propri statuti; - attraverso le leggi di conferimento di funzioni statali a regioni, province e comuni, la generalità delle funzioni amministrative è stata attribuita agli enti locali con la sola eccezione di quelle che devono essere necessariamente esercitate a livelli regionale;
- le riforme della finanza regionale e locale hanno ridotto i trasferimenti dal bilancio dello Stato, sostituendolo con il gettito di tributi;
- fu stabilità l’elezione diretta del presidente della Regione;
- furono stabilite una serie di deleghe al Governo in materia di federalismo fiscale, in modo da dare piena
autonomia finanziari a regioni ed enti locali, garantendo uguali livelli base di servizi.
Qual è la natura degli ordinamenti regionali in Italia secondo la Costituzione
Più che di ordinamento regionale in Italia è opportuno parlare di ordinamenti regionali
.
Le regioni, così come i comuni, le province e le città metropolitane sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione.
Le regioni nascono per una decisione della Costituzione della Repubblica italiana che si definisce una e indivisibile.
Quali sono i contenuti dello statuto regionale secondo la riforma del 1999?
Lo statuto regionale
disciplina
- la forma di governo
- i principi fondamentali di organizzazione e funzionamento della regione
- l’esercizio del diritto di iniziativa popolare
- i referendum e le modalità di pubblicazione di leggi e regolamenti.
Questi sono i contenuti necessari dello statuto.
Qual è il procedimento per l’approvazione dello statuto regionale?
Lo statuto deve essere approvato dal consiglio regionale con voto a maggioranza assoluta
in due successive deliberazioni ad almeno due mesi di distanza la seconda dalla prima.
Il governo può impugnarlo davanti alla Corte costituzionale entro 30 giorni dalla pubblicazione.
Può essere richiesto anche un referendum, ma in tal caso è necessario che la maggioranza dei voti validi si pronunci a favore.
Quali sono i vincoli che lo statuto regionale deve rispettare?
Lo statuto deve rispettare una serie di vincoli, in particolare quello di essere in armonia con la Costituzione, ovvero con i valori costituzionali.
Quali sono gli organi regionali previsti dallo statuto?
Gli organi regionali che non possono mancare sono:
- il consiglio regionale (potere legislativo),
- la giunta (potere esecutivo),
- il presidente della giunta (vertice dell’esecutivo)
- il consiglio delle autonomie locali.
Quali sono le competenze della regione in materia elettorale?
La regione è competente in materia elettorale, pur nei limiti dei principi fondamentali della legge dello stato.
- Essa impone alla regione di dotarsi di un sistema elettorale che agevoli la formazione di stabili maggioranze
- detta le norme relative all’ineleggibilità e incompatibilità del presidente, degli altri componenti della giunta e dei consiglieri regionali.
Cosa prevede l’articolo 117 della Costituzione italiana riguardo alle materie di competenza statale e regionale?
L’articolo 117 della Costituzione prevede tre tipi di competenze:
- Materie di competenza statale, definite competenza esclusiva, nelle quali lo Stato è abilitato a legiferare.
- Materie di competenza regionale, definite competenza concorrente, nelle quali spetta alla legge dello Stato fissare i principi fondamentali della materia e alle regioni il potere di dettare norme legislative di dettaglio.
- Materie di competenza regionale residuale.
la potestà legislativa esclusiva dello stato
Le materie di competenza esclusiva dello Stato indicate nel primo comma dell’art. 117 sono molte ed eterogenee. Alcune sono individuate secondo un criterio oggettivo (ossia facendo riferimento a puntuali ambiti materiali “Forze Armate”); altre secondo un criterio teleologico (ossia in ragione delle finalità delle funzioni da realizzare); altre ancora secondo un criterio difficilmente qualificabile che consente più ampia discrezionalità al legislatore statale.
Vi sono alcune competenze chiamate poteri impliciti, comunque spettanti allo stato centrale in quanto desumibili dalle materie espressamente attribuite. In tali materie trasversali (definite in dottrina materie- valori o materie non materie) il legislatore statale può esercitare la sua potestà di formazione al di là dei confini della materia stessa, occupando ambiti attribuiti alla regione.
la potestà legislativa concorrente
Le materia di competenza concorrente solo quelle nelle quali la potestà legislativa regionale deve esercitarsi nel rispetto dei principi fondamentali della materia stabiliti dallo Stato. La nozione di principio fondamentale non ha e non può avere caratteri di rigidità e di universalità.
Lo stato insieme alle disposizioni di principio può dettare anche disposizioni di dettaglio, queste ultime valgono solo in via suppletiva (ossia in assenza di disciplina regionale), trattandosi di norme cedevoli di fronte a disposizioni eventualmente approvate da ciascuna regione.
la potestà legislativa residuale
Tutte le materie non espressamente attribuite alla legislazione dello stato appartengono alla competenza residuale delle regioni. Rispettando il criterio di prevalenza, le materie innominate prima di essere riconosciute alla regioni devono superare una verifica diretta ad accertare che non siano riconducibili alle materie previste. Tra le materie di competenza regionale menzioniamo il turismo, il trasporto pubblico locale, le comunità montane. Resta fermo tuttavia che anche tali materie potrebbero in futuro richiede l’intervento normativo dello Stato.
le competenze legislative nella giurisprudenza costituzionale
La Corte costituzionale ha chiarito la nozione di “concorrenza di competenze”, individuando due criteri specifici di risoluzione di tali conflitti:
- conflitto della prevalenza: la potestà legislativa dello Stato sussiste solo ove sia ricavabile un puntuale titolo di legittimazione costituzionale. Tale titolo può essere desunto anche dalla dimensione macroeconomica dell’intervento o dello stesso carattere imprescindibilmente unitario dello strumento utilizzato per svolgerlo;
- principio di sussidiarietà: la competenza dello stato serve ogniqualvolta si tratti di realizzare esigenze di carattere unitario.
La legge statale deve rispettare anche i principi di ragionevolezza (cioè che sia effettivamente giustificata), di proporzionalità (la legge statale deve essere l’unico atto normativo in grado di disciplinare quel genere di funzioni) e di leale collaborazione (lo Stato deve decidere gli interventi nazionali insieme alle regioni).
La dottrina ha distinto anche fra: intese forti, nelle quali si richiede la concorde e paritaria manifestazione di volontà dello Stato e della regione e intese deboli, nelle quali è sufficiente che lo stato dimostri di aver ricercato un accordo.