LA SOVRANITÀ POPOLARE Flashcards

1
Q

Cosa stabilisce l’articolo 1 della Costituzione italiana?

A

L’art. 1 della Costituzione recita “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
Ciò significa:

  • il popolo è titolare in senso giuridico della sovranità;
  • il popolo mantiene continuamente il possesso della sovranità;
  • il popolo non vi può rinunciare e non può dunque trasferirla a nessun singolo individuo e a nessuna parte di sé. Non può naturalmente delegarne l’esercizio.

L’ordinamento italiano si fonda sul principio che il popolo costituisce la fonte di legittimazione di ogni potere costituito.

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2
Q

Qual è la differenza tra popolo, popolazione e nazione?

A
  • il popolo è l’insieme di tutti coloro che sono legati all’ordinamento giuridico da un vincolo particolare che si chiama cittadinanza. L’insieme dei cittadini costituisce il popolo.
  • La popolazione è l’insieme di tutti coloro che si trovano entro i confini di un qualsiasi ente territoriale.
  • Diverso è il concetto di nazione, la quale identifica un vincolo sociale e a volte politico: è quello che unifica e accomuna per tradizioni, storia, lingua, religione, origini etniche, un insieme di persone fisiche.
    Il vincolo della cittadinanza determina un vero e proprio status giuridico, vale a dire una somma di diritti e di doveri, tra cui anche i diritti e i doveri politici.
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3
Q

Quali principi fondamentali stabilisce l’articolo 48 della Costituzione riguardo al diritto di voto?

A

L’art. 48 della Costituzione stabilisce 4 principi fondamentali:

  1. sono elettori tutti i cittadini che hanno la maggiore età (18 anni);
  2. specifiche limitazioni al diritto di voto possono essere previste, ma solo per chi non ha la capacità di agire o come pena accessoria in caso di sentenza penale definitiva;
  3. il voto è circondato da una serie di garanzie ed è definito dovere civico;
  4. l’esercizio del diritto di voto di chi risiede all’estero è disciplinato in forme speciali.
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4
Q
  1. sono elettori tutti i cittadini che hanno la maggiore età (18 anni);
A

Il primo punto riprende la tradizionale identificazione fra cittadini ed elettorato, che tuttavia è stata messa in discussione in tempi recenti.
Ci si chiede infatti se le persone che, pur non avendo la cittadinanza, vivono stabilmente sul territorio italiano, adempiendo ai doveri che la loro residenza comporta e condividendo le conseguenze delle decisioni pubbliche, non debbano essere considerate membri della comunità politica.
Già adesso, per le elezioni comunali, la legge estende l’elettorato attivo (diritto di votare) e l’elettorato passivo (il diritto di essere votati o comunque candidati) a tutti i cittadini non italiani dell’Unione.

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5
Q
  1. specifiche limitazioni al diritto di voto possono essere previste, ma solo per chi non ha la capacità di agire o come pena accessoria in caso di sentenza penale definitiva
A

La legge stabilisce che non godano dell’elettorato attivo (e nemmeno di quello passivo):

  • coloro che sono sottoposti a misure di prevenzione;
  • coloro che sono sottoposti alle misure di sicurezza previste dal codice penale, detentive o non detentive;
  • coloro che sono state condannate a non poter lavorare per lo Stato o in cariche pubbliche, per un periodo di tempo determinato o per sempre.
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6
Q
  1. il voto è circondato da una serie di garanzie ed è definito dovere civico
A

Quanto alle garanzie, la Costituzione vuole che il voto sia:

  • personale (cioè debba essere espresso da ciascun cittadino di persona);
  • uguale (nel senso che non sarebbe legittimo il voto plurimo o multiplo);
  • libero (nel senso che esso è esente da qualsiasi forma di costrizione);
  • segreto.

il votare è considerato un dovere civico. Nel 1993 infatti fu soppresso il riferimento al voto come obbligo, qualificando il voto “un diritto di tutti i cittadini, il cui libero esercizio deve essere garantito e promosso dalla Repubblica”.

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7
Q
  1. l’esercizio del diritto di voto di chi risiede all’estero è disciplinato in forme speciali
A

I cittadini italiani residenti all’estero hanno sempre goduto della titolarità del diritto di voto, ma la distanza dall’Italia rendeva eccezionalmente oneroso il suo esercizio.
L’unica soluzione è apparsa il voto per corrispondenza.

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8
Q

Qual è il carattere predominante della democrazia italiana?

A

La democrazia italiana è prevalentemente rappresentativa.
Le scelte di natura politica devono essere compiute dal corpo elettorale, il quale lo può fare, oltre che in forma diretta, anche e soprattutto attraverso la selezione dei propri rappresentanti.

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9
Q

Quali cariche elettive sono determinate dal corpo elettorale nel sistema italiano?

A

Nel nostro ordinamento il corpo elettorale elegge:

  • 630 deputati che compongono la Camera dei Deputati;
  • 315 senatori elettivi, che insieme ai senatori a vita, compongono il Senato della Repubblica;
  • i presidenti delle regioni e i consiglieri regionali;
  • i presidenti delle province e i consiglieri provinciali,
  • i consiglieri circoscrizionali,
  • i componenti del Parlamento europeo.

Si tratta, nel complesso, di circa 125.000 cariche elettive. Il fenomeno elettorale è disciplinato dalla legislazione elettorale. Essa comprende: la disciplina delle modalità di indizione delle elezioni; la disciplina dell’elettorato attivo e passivo; le modalità secondo le quali si presentano le candidature, ecc.

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10
Q

Quali sono le due categorie principali in cui si possono distinguere i sistemi elettorali?

A

I sistemi elettorali possono essere distinti in base alla natura dell’organo eletto:

  • l’elezione di organi monocratici, che coinvolge la selezione di un singolo individuo per una carica
  • l’elezione di un organo collegiale, che riguarda la selezione di un gruppo di individui per una determinata istituzione o organizzazione.
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11
Q

Quali sono i due principali sistemi utilizzati per eleggere un organo monocratico, come ad esempio il sindaco?

A

I due principali sistemi sono:

  • il sistema di plurality (o first past the post)
  • il sistema di maggioranza assoluta (o majority).
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12
Q

In cosa consiste il sistema di plurality?

A

Nel sistema di plurality, il vincitore è colui che ottiene più voti rispetto agli altri candidati, anche se non raggiunge la maggioranza assoluta.

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13
Q

Qual è il requisito per vincere nel sistema di maggioranza assoluta?

A

Nel sistema di maggioranza assoluta, il vincitore deve ottenere non solo più voti di qualsiasi altro candidato, ma almeno una quota minima di voti, spesso fissata nella metà più uno di coloro che votano.

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14
Q

Cosa succede se nessun candidato raggiunge la maggioranza assoluta?

A

Se nessun candidato raggiunge la maggioranza assoluta, di solito si procede a un secondo turno, chiamato ballottaggio, tra i due candidati con più voti.
In alternativa, possono essere stabilite altre condizioni, come l’ammissione al ballottaggio dei primi tre candidati o il raggiungimento di una percentuale minima di voti per partecipare al secondo turno.

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15
Q

Quali sono le due principali categorie di formule utilizzate per eleggere un organo collegiale?

A

Le due principali categorie di formule sono

  • le formule maggioritarie
  • le formule proporzionali.
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16
Q

In cosa consistono le formule maggioritarie?

A

Le formule maggioritarie sono quelle in base alle quali chi ottiene più voti conquista l’intera posta in palio, che si tratti di un solo seggio o più seggi.

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17
Q

Quali sono le due principali varianti delle formule maggioritarie?

A
  • Le due principali varianti sono la plurality, in cui il seggio viene vinto da chi ottiene più voti in ciascun collegio nominale
  • la majority a doppio turno eventuale, in cui il seggio viene vinto da chi ottiene la metà più uno dei voti.
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18
Q

In cosa consistono le formule proporzionali?

A

Le formule proporzionali sono quelle che ripartiscono i seggi da assegnare in misura tendenzialmente percentuale rispetto ai voti dati dagli elettori a ciascun partito.

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19
Q

Quali sono gli accorgimenti che possono permettere a un sistema proporzionale di ottenere una maggioranza?

A

Un esempio di accorgimento è il premio di maggioranza, attribuito al partito o alla coalizione che ottiene la maggioranza dei seggi.

Il premio di maggioranza è un meccanismo elettorale che assegna un bonus di seggi al partito o alla coalizione che ha ottenuto più voti, per garantire una maggioranza stabile nel parlamento. Ad esempio, se un partito vince il 40% dei voti, potrebbe ricevere un premio che lo porta ad avere il 55% dei seggi. Questo aiuta a formare governi più stabili, anche se riduce un po’ la proporzionalità rispetto ai voti ricevuti.

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20
Q

Quali sono i principali argomenti a favore delle formule maggioritarie e proporzionali nei sistemi elettorali?

A

I fautori delle formule maggioritarie sostengono che favoriscono l’individuazione di un partito o di una coalizione vincente, garantendo maggiore governabilità. Al contrario, i sostenitori delle formule proporzionali ritengono che permettano la formazione di assemblee fedelmente rappresentative.

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21
Q

Quali sono le critiche rivolte alle formule maggioritarie e proporzionali nei sistemi elettorali?

A

I critici delle formule maggioritarie affermano che sacrificano la rappresentatività a favore della governabilità, mentre quelli delle formule proporzionali sostengono che le assemblee risultano eccessivamente frammentate e incapaci di garantire il necessario sostegno al governo.

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22
Q

Come funziona il sistema elettorale utilizzato per le elezioni parlamentari in Italia?

A

Le elezioni parlamentari usano un sistema misto: principalmente proporzionale, ma con un premio di maggioranza se chi vince non ottiene abbastanza seggi. I seggi della Camera sono distribuiti a livello territoriale, mentre quelli del Senato a livello regionale. Ecco come funziona:

  • I candidati sono presentati da varie forze politiche.
  • Le forze politiche possono formare coalizioni, presentando un unico programma e un capo della coalizione.
  • Sulle schede elettorali della Camera e del Senato ci sono i nomi delle forze politiche con le loro liste di candidati.
  • Un candidato può correre alternativamente per la Camera o per il Senato.
  • Gli eletti sono proclamati in base a liste bloccate, ossia liste predefinite senza possibilità di preferenze.
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23
Q

Ripartizione dei seggi alla camera

A
  1. Si calcolano i voti ottenuti da ogni lista e coalizione su tutto il territorio nazionale
  2. Si assegnano i seggi iniziali in modo proporzionale alle coalizioni e alle liste che superano una certa soglia di voti
  3. Se questa distribuzione non garantisce una maggioranza chiara, alla coalizione o alla lista singola che ha avuto più voti si attribuiscono 340 seggi

Si stabilisce quindi quanti seggi spettano in totale a ciascuna lista coalizzata

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24
Q

Ripartizione dei seggi al senato

A

Si applica la stessa formula della Camera, non su base nazionale, bensì regione per regione con soglie di sbarramento diverse.

  • Riepilogando: mentre alla Camera la coalizione o la singola lista vincente ottiene dai 340 seggi in su e la coalizione e le singole liste perdenti dai 277 in giù, al Senato, il numero totale dei seggi per il vincitore e per i perdenti dipende dai risultati delle 20 elezioni regionali.
  • È probabile che chi vinca alla Camere vinca anche al Senato: ma non vi è nessuna garanzia di ciò.
  • Importante è anche la circoscrizione estero che elegge 12 deputati e 6 senatori, qui la formula utilizzata è proporzionale. La formula elettorale vigente punta a favorire una competizione bipolare.
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25
Q

Qual è la competenza delle regioni a statuto ordinario in materia di sistema elettorale?

A

L’articolo 122 della Costituzione dice che le regioni a statuto ordinario possono decidere le regole del loro sistema elettorale, ma devono rispettare alcuni principi fondamentali stabiliti dalla legge nazionale.
Attualmente, molte regioni usano un sistema elettorale transitorio che prevede l’elezione diretta del presidente della regione.
Questo sistema è proporzionale, ma include anche un premio di maggioranza.

26
Q

Quali sono le caratteristiche essenziali delle elezioni regionali?

A

Caratteristiche essenziali delle elezioni regionali:

  • si vota su una scheda sola per il presidente e il consiglio;
  • i candidati a presidente devono essere necessariamente collegati con una o più liste provinciali;
  • l’elettore può votare: il candidato presidente da solo, il candidato presidente e una delle liste provinciali cui è collegato; il candidato presidente e una delle liste provinciali cui non è collegato (voto disgiunto);
  • il candidato presidente che ottiene più voti è eletto, con lui sono eletti non meno del 55% dei consiglieri delle liste a lui collegate.

Caratteristica di questa formula è che, combinando elezione diretta del presidente e composizione su base proporzionale del consiglio, dovrebbe garantire governabilità e al tempo stesso un ampio pluralismo nella rappresentanza.

27
Q

elezioni comunali e provinciali

A

La legge elettorale per i comuni e le province è di competenza esclusiva dello Stato.
La relativa disciplina si trova raccolta nel testo unico sull’ordinamento degli enti locali. Essa è caratterizzata dall’elezione diretta di sindaci e presidenti di province.
In realtà siamo di fronte a formule diverse:

  • comuni maggiori
  • comuni minori
  • province
  • circoscrizioni
28
Q

comuni maggiori

A

(oltre i 15.000 abitanti)
gli elementi essenziali di tale formula sono:

  • scheda unica per eleggere sindaco e consiglio;
  • facoltà per l’elettore di votare per un candidato sindaco; per il sindaco e per una delle liste collegate; solo per la lista (voto ricade sul candidato sindaco collegato); per un candidato sindaco e una lista non collegata;
  • per essere eletti sindaco occorre conseguire la maggioranza assoluta dei voti validi, se ciò non accade si ricorre a un secondo turno di ballottaggio;
  • il candidato eletto garantisce alle liste a lui collegate una sicura maggioranza del 60% dei seggi;
29
Q

comuni minori

A

(fino a 15.000 abitanti): ciascun candidato sindaco è collegato a una lista sola, si vota in un solo turno. Il candidato che prende più voti è eletto. Inoltre, due terzi dei consiglieri vengono eletti tra i candidati della lista collegata al sindaco vincente.

30
Q

province

A

Il sistema è simile a quello dei comuni maggiori, ma con una differenza significativa: i candidati al consiglio si presentano in collegi uninominali. L’elettore può votare solo per il candidato presidente, senza votare separatamente per un candidato al consiglio. Inoltre, non è possibile votare per il presidente e per un candidato al consiglio che appartenga a gruppi o partiti non collegati al presidente stesso.

31
Q

circoscrizioni

A

Le circoscrizioni sono presenti solo nei comuni molto grandi. Le modalità di elezione sono stabilite dallo statuto del comune. Se lo statuto non specifica le modalità, si applicano le norme previste per i comuni con più di 15.000 abitanti.

32
Q

Quali sono le caratteristiche principali della legge elettorale italiana per il Parlamento europeo?

A

La legge elettorale italiana per il Parlamento europea è la meno recente fra le leggi elettorali del nostro ordinamento.

Essa si avvicina a una legge elettorale proporzionale pura salvo uno sbarramento per le liste che non raggiungano il 4% dei voti.
La formula funziona così: i seggi da eleggere (72 nel 2009) sono ripartiti in 5 grandi circoscrizioni pluri- regionali (NO, NE, CENTRO, SUD, ISOLE) con un numero di abitanti assai diverso l’una dall’altra.
Si applica la formula del quoziente naturale, sono previste le preferenze. Ciò rende difficile per le regioni meno popolose eleggere propri candidati e vi sono regioni senza rappresentanti (es. Sardegna che fa circoscrizione con la Sicilia che ha più di tre volte i suoi elettori).

33
Q

Quali sono le disposizioni riguardanti le candidature europee in Italia?

A

Candidature: in relazione alla presentazione delle liste di candidati è stato formalmente ripristinato l’obbligo di sottoscrizione da parte di un certo numero di elettori di entità rapportata alla popolazione del collegio. In relazione invece alla responsabilità delle diverse fasi del procedimento elettorale, essa è affidata in parte al ministro dell’interno, in parte ai comuni, in parte ad organi istituiti di volta in volta.

34
Q

A chi vanno indirizzate le contestazioni durante diverse fasi del procedimento elettorale europeo in Italia?

A

Contestazioni: in merito alle contestazioni eventuali fino alla proclamazione esse vanno indirizzate agli uffici elettorali. Quelle successiva variano a seconda del tipo di elezione. Per esempio per le elezioni politiche la competenza è attribuita dalla Costituzione alle camere stesse.

35
Q

Quali sono le disposizioni riguardanti le campagne elettorali europee in Italia?

A

Le campagne elettorali sono regolate da norme che disciplinano vari aspetti:

  • Accesso ai mezzi di informazione.
  • Limiti alle spese elettorali per i candidati e i partiti.
  • Tipologia delle spese elettorali consentite.

Inoltre, una legislazione specifica, chiamata “par condicio”, assicura che tutte le liste abbiano pari accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali. Questa legge vieta anche la diffusione dei risultati dei sondaggi sulle intenzioni di voto nei 15 giorni precedenti le elezioni.

36
Q

Quali sono gli elementi comuni a tutte le formule elettorali italiane e quali sono le differenze tra di esse?

A

Gli elementi comuni a tutte le formule elettorali italiane possono essere così riassunti:

  • Favoriscono l’aggregazione delle forze politiche in due schieramenti contrapposti (bipolarismo).
  • Prevedono qualche forma di sbarramento.
  • Mirano a facilitare la governabilità.
  • Si configurano come sistemi misti.

La differenza tra le formule riguarda il modo in cui questi obiettivi sono perseguiti. A livello nazionale, vincoli costituzionali impediscono di introdurre l’elezione diretta del vertice dell’esecutivo senza modificare la Costituzione. Tuttavia, questo è stato possibile per le elezioni regionali, provinciali e comunali.

37
Q

Quali sono le forme di decisione popolare diretta previste nell’ordinamento italiano e qual è il loro scopo principale?

A

Le forme di decisione popolare diretta previste sono i referendum, utilizzati per votare su quesiti di vario genere. Il loro scopo principale è permettere al corpo elettorale di esprimere la propria opinione su questioni di rilevanza nazionale.
Il referendum del 2 giugno 1946 è stato fondamentale perché attraverso di esso fu scelta la forma repubblicana dell’Italia, segnando un momento cruciale nella storia del paese.

38
Q

Quali sono le tipologie di referendum?

A

Le tipologie di referendum sono:

  • Referendum consuntivi, che hanno carattere consultivo o parere.
  • Referendum decisivi o deliberativi, che incidono direttamente sull’ordinamento.
39
Q

Qual è la caratteristica comune a tutti i referendum?

A

La caratteristica comune a tutti i referendum è la somma zero, dove la volontà prevalente diventa la volontà del popolo senza compromessi o mediazioni.

40
Q

Quali sono i due principali tipi di referendum previsti dalla Costituzione italiana e cosa li caratterizza?

A

I due principali tipi di referendum sono:

  • Referendum abrogativi, che riguardano la revoca di leggi esistenti.
  • Referendum costituzionali, che possono modificare la Costituzione stessa. Entrambi possono essere proposti anche su iniziativa popolare.
41
Q

Referendum costituzionale

A

(art. 138)

Si tratta di un referendum approvativo o confermativo. Titolari del diritto di chiedere il referendum sono:

  • 1/5 dei componenti della Camera o del Senato;
  • 500.000 elettori;
  • 5 consigli regionali.

Dopodiché, l’Ufficio centrale per il referendum, situato presso la Corte di cassazione, verifica la legittimità della richiesta. Se conforme, il presidente della Repubblica convoca il referendum. Se la legge oggetto del referendum è approvata dalla maggioranza dei voti validi, la Corte di cassazione lo attesta e il presidente la promulga.
A differenza del referendum abrogativo non è previsto un quorum strutturale.

42
Q

referendum abrogativo

A

(art. 75)
Il referendum abrogativo consiste nel sottoporre al corpo elettorale la domanda “Volete che sia abrogata la legge..?”, ovvero che sia abrogata la legge limitatamente a parti di essa.
Possono richiedere il referendum:

  • 500.000 elettori;
  • 5 consigli regionali.

Non può invece richiederlo una minoranza parlamentare. Il referendum abrogativo infatti esprime un indirizzo politico di maggioranza, e non risulta opportuna che la minoranza lo possa mettere continuamente in discussione.

43
Q

Quali sono gli oggetti che non possono essere sottoposti a referendum secondo la Costituzione italiana?

A

la Costituzione prevede una serie di limiti sotto forma di oggetti che non possono essere sottoposti a referendum. L’ammissibilità è affidata alla Corte costituzionale.
Sono inammissibili i referendum aventi per oggetto:

  1. leggi tributarie e di bilancio;
  2. leggi di amnistia e di indulto;
  3. leggi di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali.
44
Q

Quali sono i limiti ulteriori all’ammissibilità dei referendum abrogativi impliciti e logici?

A

Esistono tuttavia una serie di limiti ulteriori, impliciti e logici. Costituiscono limiti ulteriori all’ammissibilità di referendum abrogativi:

  • la Costituzione e le leggi formalmente costituzionali, che prevedono un procedimento diverso e aggravato rispetto alla legge ordinaria;
  • le leggi a contenuto costituzionale vincolato, ossia quelle per cui la Costituzione detta l’unica disciplina possibile, senza possibilità di scelta per il legislatore;
  • le leggi a contenuto comunitario vincolato;
  • gli atti legislativi aventi forza passiva rinforzata;
  • le leggi collegate strettamente a quelle vietate dall’art. 75 della Costituzione, le quali pertanto devono considerarsi parimenti ricomprese nel divieto;
  • le leggi obbligatorie o necessarie, ossia quelle che devono necessariamente esistere nell’ordinamento perché direttamente previste dalla Costituzione.
45
Q

Quali sono le limitazioni riguardanti le richieste di abrogazione totale delle leggi elettorali secondo la Costituzione italiana?

A

Le richieste di abrogazione totale delle leggi elettorali sono considerate inammissibili in quanto contrarie al principio di continuità degli organi costituzionali. Tuttavia, possono essere sottoposte a referendum solo se la richiesta colpisce solo alcune disposizioni (abrogazione parziale).

46
Q

Quali sono i vincoli riguardanti la formulazione del quesito referendario?

A

La richiesta referendaria deve essere omogenea, chiara e univoca. L’omogeneità implica che la scelta avvenga tra un’alternativa secca: l’eliminazione o il mantenimento di una certa disciplina. La Corte Costituzionale ritiene una richiesta omogenea quando il quesito sottoposto agli elettori è riconducibile a un unico principio abrogativo. L’omogeneità è anche il presupposto della chiarezza.

47
Q

Qual è il procedimento successivo dopo che la Corte costituzionale ha dichiarato ammissibile il quesito referendario?

A

Una volta dichiarato ammissibile il quesito referendario, il presidente della Repubblica indice il referendum che si deve tenere tra il 15 aprile e il 15 giugno. Affinché la consultazione sia favorevole all’abrogazione, non è sufficiente che i sì prevalgano sui no, ma deve aver partecipato la metà più uno degli aventi diritto.

48
Q

Qual è l’organo responsabile della verifica e della proclamazione dei risultati referendari?

A

L’ufficio centrale per il referendum è responsabile della verifica e della proclamazione dei risultati. Se il risultato è favorevole, il presidente della Repubblica emana un decreto con cui dichiara abrogata la legge o la parte di essa sottoposta alla consultazione. L’abrogazione ha effetto dal giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

49
Q

Qual è l’effetto se prevalgono i no in un referendum?

A

Se prevalgono i no in un referendum, non è possibile proporre referendum sulle medesime disposizioni prima che siano passati 5 anni. Tuttavia, tale vincolo non si applica se il quorum non è stato raggiunto.

50
Q

Referendum relativi a modificazioni territoriali

A

L’articolo 132 prevede due tipi di referendum:

  1. Il primo riguarda la fusione di più regioni o la creazione di una nuova regione. In questo caso, se il voto è favorevole, il referendum costituisce il presupposto per l’approvazione di una legge costituzionale.
  2. Il secondo tipo riguarda la possibilità per una provincia o un comune di staccarsi da una regione e aggregarsi ad un’altra. Anche qui, in caso di voto favorevole, il referendum costituisce il presupposto per l’approvazione di una legge ordinaria.
51
Q

Referendum regionali e locali

A

agli statuti di regioni e di enti locali è rimessa la disciplina di referendum regionali e locali, che debbono avere per oggetto leggi e provvedimenti amministrativi della regione.

Gli statuti delle regioni e degli enti locali sono responsabili della disciplina dei referendum regionali e locali. Questi referendum devono riguardare leggi e provvedimenti amministrativi della regione o dell’ente locale in questione.

52
Q

Quali sono gli strumenti a disposizione dei cittadini per influenzare le scelte collettive?

A

Gli strumenti includono l’associazionismo a fini politici generali, che consente ai cittadini di esercitare la propria sovranità e partecipare attivamente alla vita politica.

53
Q

Qual è l’origine storica del partito politico moderno?

A

Il partito moderno è emerso negli ultimi anni dell’Ottocento e si è affermato come partito di massa all’inizio del Novecento.
Un modello significativo è stato il partito socialdemocratico tedesco, che ha organizzato i lavoratori e i ceti meno abbienti per rappresentare i loro interessi politici.

54
Q

Cosa stabilisce l’articolo 49 della Costituzione italiana riguardante i partiti politici?

A

L’articolo 49 della Costituzione italiana riconosce ai cittadini il diritto di associarsi liberamente in partiti politici per concorrere democraticamente a determinare la politica nazionale.

55
Q

Qual è il ruolo dei partiti politici secondo la Costituzione italiana?

A

I partiti politici sono organizzazioni proprie della società civile garantite dalla Costituzione, ma è importante notare che non sono i partiti stessi a determinare la politica nazionale, bensì i cittadini nel loro insieme.

56
Q

Cosa si intende per “metodo democratico” ?

A

L’espressione “metodo democratico” è interpretata nel senso che i partiti devono rispettare le regole democratiche nei rapporti esterni, ma non è obbligatoria una selezione democratica della dirigenza all’interno dei partiti. Questo concetto era alquanto ambiguo al momento della stesura dell’articolo, poiché i partiti non intendevano sottoporre a controllo i propri statuti e attività interne.

57
Q

finanziamento dei partiti

A

alcune forme di controllo, anche se blando, e di carattere strettamente finanziario sono state introdotte quale corrispettivo delle diverse forme di finanziamento all’attività dei partiti, i quali prevedono un rimborso annuo di talune spese elettorali.

58
Q

I rimborsi elettorali

A

Ai fini dei rimborsi elettorali, sono stati istituiti quattro fondi specifici: uno per l’elezione della Camera, uno per il Senato, uno per i consigli regionali e uno per il Parlamento europeo.
L’ammontare di ciascun fondo è calcolato moltiplicando 1€ per il numero di cittadini iscritti alle liste elettorali della Camera, per ogni anno di legislatura. Inoltre, la legge prevede rimborsi anche per i comitati promotori di referendum, a condizione che sia stato raggiunto il quorum strutturale.

59
Q

Qual è stata la situazione dei partiti politici italiani nel Secondo dopoguerra e quali sono state le evoluzioni più significative avvenute negli anni successivi?

A

Nel Secondo dopoguerra e per molti decenni si è parlato di partitocrazia, espressione con la quale si intende segnalare l’eccessivo potere dei partiti e la loro tendenza ad impadronirsi delle istituzioni rappresentative, occupando tutti i posti di potere e dunque sostituendosi con esse. Negli anni Novanta tuttavia molti partiti si sono sfaldati: la legislazione elettorale ha così introdotto attori nuovi, le coalizioni. Tuttavia coalizioni ampie e frammentate non garantivano la governabilità. La nuova tendenza è quella di costruire coalizioni ristrette attorno a due partiti a vocazione maggioritaria, in grado di governare da soli o quasi (es. Pd e Pdl). Negli ultimi anni si è anche diffusa la prassi di far partecipare gli elettori alla cruciale fase della selezione dei candidati con ricorso a elezioni primarie.

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petizione

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La petizione è una delle forme più antiche di rapporto tra cittadini e autorità ed è prevista dall’articolo 50 della Costituzione. Questo articolo esclude espressamente le azioni a sostegno di interessi puramente personali, concentrandosi invece su richieste di provvedimenti legislativi o sull’esposizione di necessità comuni. Ogni cittadino può presentare una petizione, anche individualmente, che verrà esaminata dalla commissione specifica. Tuttavia, è raro che le petizioni abbiano seguito concreto.

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iniziativa legislativa popolare

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L’iniziativa legislativa popolare consente a 50.000 elettori di presentare un progetto di legge, redatto in articoli, a una delle due Camere. La Camera che riceve il progetto deve verificare le firme e accertare la regolarità della richiesta.