LA SOVRANITÀ POPOLARE Flashcards
Cosa stabilisce l’articolo 1 della Costituzione italiana?
L’art. 1 della Costituzione recita “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
Ciò significa:
- il popolo è titolare in senso giuridico della sovranità;
- il popolo mantiene continuamente il possesso della sovranità;
- il popolo non vi può rinunciare e non può dunque trasferirla a nessun singolo individuo e a nessuna parte di sé. Non può naturalmente delegarne l’esercizio.
L’ordinamento italiano si fonda sul principio che il popolo costituisce la fonte di legittimazione di ogni potere costituito.
Qual è la differenza tra popolo, popolazione e nazione?
- il popolo è l’insieme di tutti coloro che sono legati all’ordinamento giuridico da un vincolo particolare che si chiama cittadinanza. L’insieme dei cittadini costituisce il popolo.
- La popolazione è l’insieme di tutti coloro che si trovano entro i confini di un qualsiasi ente territoriale.
- Diverso è il concetto di nazione, la quale identifica un vincolo sociale e a volte politico: è quello che unifica e accomuna per tradizioni, storia, lingua, religione, origini etniche, un insieme di persone fisiche.
Il vincolo della cittadinanza determina un vero e proprio status giuridico, vale a dire una somma di diritti e di doveri, tra cui anche i diritti e i doveri politici.
Quali principi fondamentali stabilisce l’articolo 48 della Costituzione riguardo al diritto di voto?
L’art. 48 della Costituzione stabilisce 4 principi fondamentali:
- sono elettori tutti i cittadini che hanno la maggiore età (18 anni);
- specifiche limitazioni al diritto di voto possono essere previste, ma solo per chi non ha la capacità di agire o come pena accessoria in caso di sentenza penale definitiva;
- il voto è circondato da una serie di garanzie ed è definito dovere civico;
- l’esercizio del diritto di voto di chi risiede all’estero è disciplinato in forme speciali.
- sono elettori tutti i cittadini che hanno la maggiore età (18 anni);
Il primo punto riprende la tradizionale identificazione fra cittadini ed elettorato, che tuttavia è stata messa in discussione in tempi recenti.
Ci si chiede infatti se le persone che, pur non avendo la cittadinanza, vivono stabilmente sul territorio italiano, adempiendo ai doveri che la loro residenza comporta e condividendo le conseguenze delle decisioni pubbliche, non debbano essere considerate membri della comunità politica.
Già adesso, per le elezioni comunali, la legge estende l’elettorato attivo (diritto di votare) e l’elettorato passivo (il diritto di essere votati o comunque candidati) a tutti i cittadini non italiani dell’Unione.
- specifiche limitazioni al diritto di voto possono essere previste, ma solo per chi non ha la capacità di agire o come pena accessoria in caso di sentenza penale definitiva
La legge stabilisce che non godano dell’elettorato attivo (e nemmeno di quello passivo):
- coloro che sono sottoposti a misure di prevenzione;
- coloro che sono sottoposti alle misure di sicurezza previste dal codice penale, detentive o non detentive;
- coloro che sono state condannate a non poter lavorare per lo Stato o in cariche pubbliche, per un periodo di tempo determinato o per sempre.
- il voto è circondato da una serie di garanzie ed è definito dovere civico
Quanto alle garanzie, la Costituzione vuole che il voto sia:
-
personale
(cioè debba essere espresso da ciascun cittadino di persona); -
uguale
(nel senso che non sarebbe legittimo il voto plurimo o multiplo); -
libero
(nel senso che esso è esente da qualsiasi forma di costrizione); -
segreto
.
il votare è considerato un dovere civico. Nel 1993 infatti fu soppresso il riferimento al voto come obbligo, qualificando il voto “un diritto di tutti i cittadini, il cui libero esercizio deve essere garantito e promosso dalla Repubblica”.
- l’esercizio del diritto di voto di chi risiede all’estero è disciplinato in forme speciali
I cittadini italiani residenti all’estero hanno sempre goduto della titolarità del diritto di voto, ma la distanza dall’Italia rendeva eccezionalmente oneroso il suo esercizio.
L’unica soluzione è apparsa il voto per corrispondenza.
Qual è il carattere predominante della democrazia italiana?
La democrazia italiana è prevalentemente rappresentativa
.
Le scelte di natura politica devono essere compiute dal corpo elettorale, il quale lo può fare, oltre che in forma diretta, anche e soprattutto attraverso la selezione dei propri rappresentanti.
Quali cariche elettive sono determinate dal corpo elettorale nel sistema italiano?
Nel nostro ordinamento il corpo elettorale elegge:
- 630 deputati che compongono la Camera dei Deputati;
- 315 senatori elettivi, che insieme ai senatori a vita, compongono il Senato della Repubblica;
- i presidenti delle regioni e i consiglieri regionali;
- i presidenti delle province e i consiglieri provinciali,
- i consiglieri circoscrizionali,
- i componenti del Parlamento europeo.
Si tratta, nel complesso, di circa 125.000 cariche elettive. Il fenomeno elettorale è disciplinato dalla legislazione elettorale. Essa comprende: la disciplina delle modalità di indizione delle elezioni; la disciplina dell’elettorato attivo e passivo; le modalità secondo le quali si presentano le candidature, ecc.
Quali sono le due categorie principali in cui si possono distinguere i sistemi elettorali?
I sistemi elettorali possono essere distinti in base alla natura dell’organo eletto:
- l’elezione di organi monocratici, che coinvolge la selezione di un singolo individuo per una carica
- l’elezione di un organo collegiale, che riguarda la selezione di un gruppo di individui per una determinata istituzione o organizzazione.
Quali sono i due principali sistemi utilizzati per eleggere un organo monocratico, come ad esempio il sindaco?
I due principali sistemi sono:
- il sistema di plurality (o first past the post)
- il sistema di maggioranza assoluta (o majority).
In cosa consiste il sistema di plurality?
Nel sistema di plurality, il vincitore è colui che ottiene più voti rispetto agli altri candidati, anche se non raggiunge la maggioranza assoluta.
Qual è il requisito per vincere nel sistema di maggioranza assoluta?
Nel sistema di maggioranza assoluta, il vincitore deve ottenere non solo più voti di qualsiasi altro candidato, ma almeno una quota minima di voti, spesso fissata nella metà più uno di coloro che votano.
Cosa succede se nessun candidato raggiunge la maggioranza assoluta?
Se nessun candidato raggiunge la maggioranza assoluta, di solito si procede a un secondo turno, chiamato ballottaggio
, tra i due candidati con più voti.
In alternativa, possono essere stabilite altre condizioni, come l’ammissione al ballottaggio dei primi tre candidati o il raggiungimento di una percentuale minima di voti per partecipare al secondo turno.
Quali sono le due principali categorie di formule utilizzate per eleggere un organo collegiale?
Le due principali categorie di formule sono
- le formule maggioritarie
- le formule proporzionali.
In cosa consistono le formule maggioritarie?
Le formule maggioritarie sono quelle in base alle quali chi ottiene più voti conquista l’intera posta in palio, che si tratti di un solo seggio o più seggi.
Quali sono le due principali varianti delle formule maggioritarie?
- Le due principali varianti sono la plurality, in cui il seggio viene vinto da chi ottiene più voti in ciascun collegio nominale
- la majority a doppio turno eventuale, in cui il seggio viene vinto da chi ottiene la metà più uno dei voti.
In cosa consistono le formule proporzionali?
Le formule proporzionali sono quelle che ripartiscono i seggi da assegnare in misura tendenzialmente percentuale rispetto ai voti dati dagli elettori a ciascun partito.
Quali sono gli accorgimenti che possono permettere a un sistema proporzionale di ottenere una maggioranza?
Un esempio di accorgimento è il premio di maggioranza, attribuito al partito o alla coalizione che ottiene la maggioranza dei seggi.
Il premio di maggioranza è un meccanismo elettorale che assegna un bonus di seggi al partito o alla coalizione che ha ottenuto più voti, per garantire una maggioranza stabile nel parlamento. Ad esempio, se un partito vince il 40% dei voti, potrebbe ricevere un premio che lo porta ad avere il 55% dei seggi. Questo aiuta a formare governi più stabili, anche se riduce un po’ la proporzionalità rispetto ai voti ricevuti.
Quali sono i principali argomenti a favore delle formule maggioritarie e proporzionali nei sistemi elettorali?
I fautori delle formule maggioritarie sostengono che favoriscono l’individuazione di un partito o di una coalizione vincente, garantendo maggiore governabilità. Al contrario, i sostenitori delle formule proporzionali ritengono che permettano la formazione di assemblee fedelmente rappresentative.
Quali sono le critiche rivolte alle formule maggioritarie e proporzionali nei sistemi elettorali?
I critici delle formule maggioritarie affermano che sacrificano la rappresentatività a favore della governabilità, mentre quelli delle formule proporzionali sostengono che le assemblee risultano eccessivamente frammentate e incapaci di garantire il necessario sostegno al governo.
Come funziona il sistema elettorale utilizzato per le elezioni parlamentari in Italia?
Le elezioni parlamentari usano un sistema misto: principalmente proporzionale, ma con un premio di maggioranza se chi vince non ottiene abbastanza seggi. I seggi della Camera sono distribuiti a livello territoriale, mentre quelli del Senato a livello regionale. Ecco come funziona:
- I candidati sono presentati da varie forze politiche.
- Le forze politiche possono formare coalizioni, presentando un unico programma e un capo della coalizione.
- Sulle schede elettorali della Camera e del Senato ci sono i nomi delle forze politiche con le loro liste di candidati.
- Un candidato può correre alternativamente per la Camera o per il Senato.
- Gli eletti sono proclamati in base a liste bloccate, ossia liste predefinite senza possibilità di preferenze.
Ripartizione dei seggi alla camera
- Si calcolano i voti ottenuti da ogni lista e coalizione su tutto il territorio nazionale
- Si assegnano i seggi iniziali in modo proporzionale alle coalizioni e alle liste che superano una certa soglia di voti
- Se questa distribuzione non garantisce una maggioranza chiara, alla coalizione o alla lista singola che ha avuto più voti si attribuiscono 340 seggi
Si stabilisce quindi quanti seggi spettano in totale a ciascuna lista coalizzata
Ripartizione dei seggi al senato
Si applica la stessa formula della Camera, non su base nazionale, bensì regione per regione con soglie di sbarramento diverse.
- Riepilogando: mentre alla Camera la coalizione o la singola lista vincente ottiene dai 340 seggi in su e la coalizione e le singole liste perdenti dai 277 in giù, al Senato, il numero totale dei seggi per il vincitore e per i perdenti dipende dai risultati delle 20 elezioni regionali.
- È probabile che chi vinca alla Camere vinca anche al Senato: ma non vi è nessuna garanzia di ciò.
- Importante è anche la circoscrizione estero che elegge 12 deputati e 6 senatori, qui la formula utilizzata è proporzionale. La formula elettorale vigente punta a favorire una competizione bipolare.